di Marigo Giandiego
La
riflessione mi sovviene dagli avvenimenti riguardanti la corruzione
al “Comune di Milano” sulle colonie infantili...una nota
di sdegno, una di schifo.
Il
pensare che la corruttela si spinga sino ai nostri piccoli, che si
possa mercanteggiare anche sulla loro felicità, sulla loro salute e
sulla loro felicità...purtroppo ormai non ci stupisce più nulla ed
è forse questo il dato peggiore.
La
riflessione quindi verte sull'arte della “politica tradizionale”
di esulare dalle proprie responsabilità, nel gioco dell'Io non
c'entro, passavo di qui per caso.
Non tocca e non
riguarda l'attuale giunta", "il funzionario è stato dedicato ad altri
incarichi all'inizio del nostro mandato", la risolve così
Palazzo Marino auto-assolvendosi e tirando un sospiro di sollievo.
Il
gioco, però, non è a stabilire se ti abbiano beccato o meno, ma a
cambiare questo sistema, che questi giochi permette.
Quello dei "funzionari"
è territorio delicatissimo.
Nello specifico, il
funzionario in questione, ha un bel marchietto sulle spalle
(che strano PDL) ma questo non può e non deve assolvere la politica.
È normale, politicamente
accettabile e condiviso il fare tantissime "nomine"
a fine mandato, ritenuto addirittura "indispensabile"
in caso di dimissioni (vedi Polverini) per disseminare la strada
della nuova giunta entrante di insidie e trappole.
Sono le astuzie della
politica che costringono una giunta a caricarsi delle decisioni della
precedente ed a pagarne il dazio.
Succede a Parma e si dà
la colpa a Pizzarotti (tanto per cambiare), succede a Roma ed a
Milano nelle regioni come nello Stato. La risposta, l'unica
pertinente, sarebbe slegare le nomine dalla politica ed affidarle
alla competenza alla trasparenza ed alla comprovata
onestà, ma questo sarebbe cambiare la politica roba da
populisti, anti-politici, arruffapopoli, ma sarebbe anche l'unica
vera risposta.
L'unica vera riforma del
sistema paese.
Non è così, però, anzi
tutt'altro ed i partiti, chissà come mai, si arrendono
all'ineluttabile, alla "necessità di sporcarsi le mani.
Fatto sta che è ritenuto
normale che i funzionari di un comune, di una provincia o di una
regione, quando non addirittura dello stato siano legati a fedeltà
ad amministrazioni fantasma ed a poteri non eletti.
Il malcostume è endemico
e scorre con il sangue degli italiani, fatto di raccomandazioni,
conoscenze e di frasi fatte "se fossi al suo posto farei lo
stesso" e questa "cultura dell'arrangiarsi"
ci porta in diretta alla corruttela anche sulle colonie dei bambini,
che non sottovalutatele, son soldi veri.
Non basta più tirare su
le mani e dire "Son stati loro" oppure "È
colpa della precedente amministrazione/governo".
Sono frasi con le quali
si è costellata l'attività politica e le comunicazioni mediatiche
d'ogni tempo, dall'invenzione della delega ad oggi. Le medesime
frasi ripetute a nastro dal 46 (ed erano già una rielaborazione del
periodo regio e del fascismo)
La strada è lunga e ci
riguarda tutti, nei nostri comportamenti quotidiani, è la cultura
della legalità, dell'onestà, della verità, ma questo, lasciatemelo
dire...riguarda anche lo spirito.
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