"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 30 settembre 2009

Possibili scenari per il dopo 6 ottobre

Il 6 ottobre è una data importante, anche se non decisiva, della Berlusconeide e fondamentale per il futuro della democrazia italiana.
Il 6 ottobre la Corte Costituzionale farà conoscere le proprie decisioni in merito alla legittimità costituzionale del lodo Alfano, cioè la legge (approvata anche con i voti dei 'liberali e democratici' finiani) che impedisce lo svolgimento dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente della Camera dei Deputati e Presidente del Senato) durante il loro mandato. Processi per reati non attinenti la propria funzione pubblica ma di qualunque altra natura (ipoteticamente anche omicidio o stupro) commessi prima o durante l'occupazione della carica.
Dunque data importante ma non decisiva. Non sarà determinante per la permanenza in carica di Berlusconi (ormai è chiaro che spontaneamente non mollerà di un millimetro neanche cadesse il mondo) ma delle modalità con le quali si esprimerà la lotta di quei 'poteri forti' che ne hanno deciso la defenestrazione.
Berlusconi appare sempre più chiuso nel proprio bunker mentale, difeso dai suoi fedelissimi. E dal suo rifugio non perde occasione per lanciarsi in improvvise sortite spalleggiato dai componenti della propria guardia imperiale, i mediocri collaboratori e le emerite nullità di cui si è attorniato in questi anni, i cavalli fatti senatori come con Caligola: pavoneggiarsi alla consegna dei moduli abitativi ai terremotati abruzzesi, scagliare virulente accuse contro le opposizioni e quei pochi giornalisti ancora liberi, lusingare le élites amiche e nemiche con l'immondo scudo fiscale.
Fuori dal bunker i nemici: i poteri forti additati da Brunetta (le grandi Banche? Confindustria?), il Vaticano?, Usa e Israele (a causa delle pericolose amicizie con Putin e Gheddafi)?, tutti nemici che peraltro trovano sponda in rilevanti pezzi della sua maggioranza.
Se, per decenza costituzionale e probabile convenienza politica, la Corte riterrà illegittimo il lodo Alfano non ci saranno dimissioni automatiche ma si aprirà solo un altro fronte per Berlusconi: quello dei procedimenti giudiziari. In primis il processo Mills: qui non si tratta di una indagine in fase di istruttoria ma di un procedimento che è arrivato già ad una conclusione in primo grado. L'avvocato Mills è stato riconosciuto colpevole di essersi fatto corrompere da Berlusconi per rendere falsa testimonianza nel corso di processi a carico del premier. Ma potrebbero trovare una accelerazione le istruttorie in corso a Milano per frode fiscale oltre che conoscere nuovi sviluppi le indagini per le stragi di mafia del 92, 93 e 94.
In realtà in queste ultime settimane ci è sembrato di assistere ad un periodo di tregua, dalla parte degli ‘attaccanti’, durante il quale Berlusconi ha potuto rinfrancarsi e sentirsi abbastanza forte da poter abbozzare, anche tramite i suoi servi, una controffensiva nei confronti dei nemici. E magari contemporaneamente intavolare una trattativa e presentare le proprie condizioni per togliersi di mezzo.
La tregua unilaterale incontrerà però una prima interruzione appunto il 6 ottobre ed avrà un altro momento di svolta nelle primarie del PD del 25 ottobre, data a decorrere dalla quale il nuovo segretario, presumibilmente il dalemiano Bersani, potrà avere le mani libere per rendersi disponibile a nuovi assetti politici.
E' ipotizzabile che conclusosi questo periodo di calma apparente, Berlusconi sarà oggetto di nuovi contemporanei attacchi per portarlo alla resa finale: oltre agli sviluppi delle vicende giudiziarie, verranno nuove rivelazioni sugli scandali sessuali e si materializzerà un altro terreno di scontro, quello parlamentare. Con la svolta strumentalmente liberale di Fini, da coordinatore delle forze di sicurezza al G8 di Genova del 2001 (per intenderci quello della ‘macelleria messicana’) a campione della destra liberale, fautore di una legge per agevolare il rilascio della cittadinanza italiana agli immigrati, con l'obiettivo manifesto di spaccare la maggioranza e lasciare in mano alla Lega il cerino di una crisi di governo. Strategia a cui potranno affiancarsi altre occasioni per imboscate parlamentari (dallo scudo fiscale alla legge sulle intercettazioni fino alle norme sul testamento biologico).
In realtà la situazione politica appare in una situazione di stallo: fino a quando Berlusconi non deciderà di farsi da parte lasciando campo libero nel PDL, non si vede come un'alleanza tra Fini (e i dissidenti del PDL) e Casini, anche qualora contasse sui voti del PD, possa ottenere la maggioranza in Parlamento e ancor di più, nel caso di nuove elezioni (anche nella ipotesi della discesa in campo del grande centro montezemoliano), come raggiungere il necessario consenso popolare.

Due sono i possibili scenari che si aprono a fronte di questo, finora sterile, accerchiamento: Berlusconi e magari anche la Lega in cambio di rilevanti contropartite (in termini di impunità penale per il primo e di concessioni in tema di secessione la seconda) decidono di farsi da parte oppure si apre uno scontro aperto e a tutto campo. Uno scontro che potrà avere esiti incerti, come il ricorso alle elezioni anticipate ma anche assumere forme eversive della democrazia.
Da un uomo come Berlusconi, cinico, privo di qualsiasi scrupolo morale, accecato dalla propria mania di grandezza, circondato da consiglieri politici impresentabili e che, dopo quindici anni dalla discesa in campo, dovesse ritrovarsi a lottare per la sua sopravvivenza possiamo attenderci di tutto. Anche di ritrovarci i carri armati in strada e ronde leghiste e fasciste a rastrellare gli oppositori.

E' proprio dunque in questo momento che servirebbe una grande mobilitazione dei cittadini democratici e dei partiti di vera opposizione che abbandonassero il ruolo di spettatori per riaffermare i valori della Costituzione e chiedere di ripristinare la sovranità popolare.
Una mobilitazione straordinaria per le dimissioni di Berlusconi, in ossequio al principio di legalità, ma nel contempo per una politica diversa, fatta da persone con le mani pulite e che passi necessariamente attraverso elezioni democratiche libere per la selezione di una nuova classe di governo.

lunedì 28 settembre 2009

Turisti della democrazia e aborigeni dell'Italia fascista

Si è aperto l’autunno caldo annunciato da mesi nel mondo del web e taciuto con il massimo rigore dalle tv di regime.
L’Italia repubblicana non aveva mai avuto così tante ragioni per scendere in piazza. Dalle scuole alle fabbriche; dall’immigrazione al testamento biologico; dall’asservimento della magistratura al bavaglio dell’informazione; dalla privatizzazione dell’acqua allo scudo fiscale.
Il totale rovesciamento della Costituzione repubblicana potrebbe trovare il suo culmine il 6 ottobre prossimo, quando la Corte Costituzionale deciderà sulla costituzionalità del Lodo Alfano.
Ove la Corte decidesse di ‘promuoverlo’, avremmo la formale e definitiva abrogazione del principio di uguaglianza, sancito dall’art. 3 Cost. e con esso dell’intera Costituzione.
Quel principio è infatti chiave di volta della democrazia; se venisse meno quello, crollerebbe tutto e l’Italia ufficialmente cesserebbe di essere, anche solo per finzione, una Repubblica democratica.

Gli italiani stanno manifestando nei modi più diversi, tutti pacifici, alcuni estremi in senso autolesionistico, come lo sciopero della fame.
Quest’ultima forma di lotta, non solo italiana e altrove anche più estrema, è un inedito del villaggio globale.
A mio avviso, essa esprime, tra le altre cose, il drammatico e disperato senso d’impotenza di fronte ad una globalizzazione che sfugge al controllo dei tradizionali governi territorialmente limitati e che vanifica l’efficacia degli altrettanto tradizionali strumenti di democrazia (diretta e indiretta), nonché delle rappresentanze sindacali (già di loro in crisi) e degli ordinari mezzi di tutela giurisdizionale.

Il cittadino è solo e disarmato, in un mondo gigantesco e fuori controllo.

Tornando a circoscrivere lo sguardo all’Italia, numerose, ma isolate manifestazioni e forme di lotta si stanno moltiplicando a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale.
L’attuale governo sta senz’altro monitorando la situazione già da tempo e ha predisposto diverse misure di ‘contenimento’.

Innanzitutto ha un quasi totale controllo dell’informazione e, come dicevo in apertura, ha dato disposizioni ferree nel senso di oscurare totalmente la realtà e soprattutto la ribellione in atto. L’ordine è di moltiplicare a dismisura intrattenimento ed amenità di ogni genere, qualunque cosa pur di distrarre dalla realtà. Gli italiani non devono sapere. Nessuno di loro deve sapere cosa fa e in che condizioni si trova l’altro.
I pochi dissidenti (Annozero, Report, Tg3,..) sono ormai apertamente sotto il fuoco nemico degli squadristi di Stato (da Scajola a Masi) e nel mirino dei cecchini (editori interessati, compromessi e complici, cinicamente raffinati nell’indirizzare l’opinione pubblica).

La macchina della propaganda di regime ha ormai raggiunto dimensioni pachidermiche e livelli di tale arroganza e manifesta violazione del dettato costituzionale, da lasciare increduli.

Oggi, per la prima volta dopo quindici anni, anche coloro che, pur avendo compreso da subito l’assoluta incostituzionalità di quanto stava accadendo a far data dal 1994, e che nonostante questo avevano però ritenuto politicamente inopportuno o egoisticamente non conveniente denunciare immediatamente e senza mezzi termini la gravità dello scenario che si stava aprendo, ora, dicevo, si rendono conto di quanto gravi siano state la sopravvalutazione dei loro meschini interessi e la sottovalutazione della pericolosità dei subdoli mezzi con cui un piduista è arrivato a corrompere e a far marcire un intero Stato, logorandolo ed asservendolo giorno dopo giorno, menzogna dopo menzogna, decreto dopo decreto, agevolmente profittando delle generose debolezze di un manipolo di turisti della democrazia.

Potremmo chiamarla eutanasia di Stato, di uno Stato che poteva ancora guarire.
Così infatti appare agli occhi di chi non ha perso la prospettiva storica e la consapevolezza della rapida evoluzione degli strumenti di potere e di controllo.
Una morte dolce che pone fine agli umani tormenti, talmente dolce che non ci si accorge neppure di morire.
Il suo vero nome è in realtà colpo di Stato o eversione, se preferite.

La seconda misura adottata da questo governo è la studiata adozione di una serie di provvedimenti (dalla social card alla detassazione degli straordinari; dalla insufficiente copertura della cassa integrazione, fino alle ancor più ridicole promesse di supplenze per i precari della scuola; per non parlare degli avvilenti provvedimenti in materia bancaria), provvedimenti inutili e tutti predisposti, a costi minimi, per simulare misure anticrisi e per fingere un ‘governo’ che è come il fumo che vende se stesso.

In questo genere di misure si inseriscono anche gli spot sull’abruzzo, dove il governo arriva a vendere ben due arrosti con un solo fumo.
Il fumo è il set pubblicitario allestito dall’asservita e ormai deviata televisione di Stato, dove Berlusconi svela se stesso e la sua unica natura, quella di un venditore, appunto.
Gli arrosti sono le case costruite dalla Provincia di Trento con i soldi della croce rossa italiana, ma spacciate come opera del governo, e la vantata soluzione del dramma dei connazionali abruzzesi, un dramma che in realtà rischia di invecchiare con gli abruzzesi stessi e grande quanto il numero delle migliaia di sfollati oscurati da tutti i tg.

E, sempre allo stesso filone, possiamo senz’altro ricondurre la precipitosa diffusione a reti unificate degli improvvisi e ‘brillanti’ successi del fisco ‘italiano’ nella lotta all’evasione fiscale, palesemente piazzati ad arte e mirati a simulare un’integerrima volontà politica di giustizia fiscale dell’attuale governo, nonché l’efficacia dell’incorruttibile guardia di finanza, misteriosamente accanitisi all’improvviso nei confronti di tre sportivi di pubblica fama, dati in pasto all’opinione pubblica, forse perché privi di agganci politici.
Spot troppo palesemente trasmesso per controbilanciare l’impresentabile scudo fiscale, cui Tremonti si è visto costretto, mettendo dignità e buon senso sotto le sue stesse scarpe.
Nel disastro dell’economia italiana e a fronte di 1.800 miliardi di debito pubblico, il povero Tremonti, impossibilitato dal raschiare il fondo del barile, che a forza di raschiarlo non c’è più, si è visto costretto a bussare penosamente cassa agli stessi ladri della Repubblica italiana, chiedendo loro, in via del tutto eccezionale data la recessione in atto, di restituire almeno il 5% del maltolto, assicurando loro la più assoluta impunità per qualunque illecito commesso, anche penale (ha escluso solo le multe per divieto di sosta) e il più impenetrabile anonimato.

Una terza misura è anche più efficace e per certi versi ironica.
I turisti della democrazia, resisi conto che il mostro, in gran parte da loro stessi creato, è sfuggito loro di mano, tentano goffamente ed in extremis di arginarlo e sbattono in prima pagina il monstrum dello scandalo sessuale.
Altro forse non sanno o non possono fare senza rischiare loro stessi di perdere privilegi magari colpevolmente ed inconfessabilmente acquisiti.
Un invito a nozze per un uomo in procinto di divorziare dalla sua seconda moglie e che di culi, tette e prostituzione latamente intesa ha fatto il suo cavallo di troia per espugnare la più feudale di tutte le democrazie.
E’ Berlusconi stesso che prima incassa e poi rilancia e di quello scandalo che lo vede protagonista fa un provvidenziale strumento di distrazione di massa.
Arriva addirittura, beffardo e sogghignante, a citare per danni l’imbelle quotidiano Repubblica e costringe l’intero Paese a parlare di puttane.

La quarta misura è più sommersa e confusa, in parte autogena.
Consiste in un capillare controllo e governo del malcontento popolare nella sua divisa e particolare realtà territoriale.
Questo governo sa di poter contare (in ciò consiste la componente autogena) sulla diffusa corruzione e ricattabilità di amministrazioni locali multicolori e di sindacati sempre più insindacabili.
Partiti e sindacati sono infatti sempre più sfilacciati, compromessi e inaffidabili, ma anche, paradossalmente, potenti ed in grado di assorbire le singole proteste o i singoli cittadini, in un contesto di imperante individualismo, di facili tentazioni, di diffusa sfiducia e di assoluta incertezza.
Senza troppi sforzi, ma con vigile controllo, il governo può agevolmente dar seguito al sempiterno divide et impera.

C’è poi una quinta ed inquietante misura, che mi sembra di scorgere fra le righe della storia di Forza Italia, del suo travaso nel Pdl e della sua alleanza con la Lega.
Non so se sia corretto annoverarla tra le misure preventive di contro-sommossa, tante volte gli italiani dovessero rivendicare democrazia; diciamo che mi interrogo sull’atipica genesi e sull’ancor più atipico radicamento su territorio del club Forzista.
L’operazione Forza Italia si compie dall’oggi al domani. I soldi scorrono a fiumi e l’operazione procede rapidamente come una catena di montaggio. L’innaturale e repentino svilupparsi di club, movimenti di sostegno e comitati forzisti, unitamente al vuoto culturale e politico che li caratterizza ed al taglio inconfondibilmente pubblicitario della confezione e dei messaggi, tutti standardizzati, nonché l’immensa somma di denaro investita, non lasciano dubbi sulla pianificazione dall’alto di un’operazione tra le più ambiziose ed inquietanti.
Gli adepti sembrano reclutati dall’alto, istruiti in batteria da una stessa scuola, sguinzagliati a comando.
Arrivano addirittura a fondare un comitato per candidare Berlusconi al premio Nobel.
Praticamente una lapide sulle loro già risibili velleità di credibilità politica e civile.
Una realtà che però, proprio perché tale, cioè realmente esistente, e per il fatto stesso di esistere, svela le condizioni in cui è ridotto il Paese, ormai assuefatto a pubblicità di ogni tipo e totalmente svuotato di qualunque capacità critica. Al punto da votare un’agenzia pubblicitaria convinto che sia un partito.
L’esercito di Silvio, ben foraggiato, si insinua e si posiziona atipico tra gli attivisti di Alleanza Nazionale e le teste calde della Lega.
Le ronde vengono legalizzate.
Cosa accadrebbe se, come spero, la Corte Costituzionale dovesse bocciare il Lodo Alfano?


La sesta ed ultima misura è inevitabilmente l’allerta permanente delle forze dell’ordine.
Mi chiedo quanti tra gli esponenti di queste ultime, consapevoli di prendere ordini dal nemico ed impossibilitati dall’intervenire senza provocare il caos, nel vuoto della politica italiana, non stiano sperando in un unico grande moto di popolo, talmente grande da consentire loro di disobbedire.

domenica 27 settembre 2009

Il condominio

Immaginate un condominio, un grosso condominio di una qualunque città. Tante scale, tanti abitanti, quello che comunemente si definisce un alveare.

Con spazi comuni: cortili interni, giardini e terrazzi; con posti macchina e garage. E negozi, qualche officina e qualche laboratorio. Ne fa parte anche una chiesa e si sa in Italia quanto conti un parroco. Così per le sue esigenze c'è sempre un occhio di riguardo.

Un condominio con tanti problemi, problemi di infiltrazioni, di impianti fatiscenti, di stabilità delle strutture, di mancato rispetto del regolamento e di utilizzo abusivo di spazi comuni da parte di alcuni. Un condominio con tanti debiti, con una ingiusta ripartizione delle spese e per giunta incapace in alcuni casi di provvederne alla riscossione. E allora ogni tanto si cerca un accordo con i proprietari morosi, accettando il pagamento di una parte, anche piccola, di quanto dovuto pur di recuperare qualcosa ed estinguendo in cambio il loro debito. Ma nel contempo si continuano a deliberare lavori costosi di cui pochi sentono il bisogno.

Il più delle volte non si conoscono tra loro le persone che lo abitano e a mala pena si salutano, tutti presi dalle proprie vite e dai propri problemi personali. Al massimo si lamentano delle troppe spese per lavori inutili e fatti male e delle cose che non vanno bene oltre naturalmente criticare colui a cui ne è affidata la gestione. A dire il vero c'è anche paura a dire ad alta voce quello che si pensa: ci sono in giro strani gruppi di giovinastri che dicono di volersi occupare della sicurezza dei palazzi ma a prima vista non appaiono completamente affidabili.

Non esiste solidarietà tra gli abitanti del condominio ma ostilità e diffidenza, per la diversa estrazione sociale o per la diversa origine regionale, tra italiani e stranieri, tra chi afferma di essere credente e chi afferma di non essere credente.

Naturalmente c'è un amministratore, colui che è delegato alla gestione delle incombenze comuni.

Pulizie, riscaldamento, contabilità, adempimenti fiscali, ripartizione e riscossione delle quote condominiali, manutenzioni ordinarie e straordinarie.

Secondo il regolamento l'amministratore dovrebbe essere scelto da tutti i condomini con il loro libero voto, sia pure sulla base delle quote di proprietà.

Eppure ci sono condomini più importanti degli altri, sono loro, di fronte alla inerzia e alla mancata partecipazione della maggioranza, che risultano decisivi nel determinare l'amministratore che verrà scelto dall'assemblea. Ed in effetti i più per ignavia, simpatia, amicizia, timore, rispetto o speranza di futuri favori, si adeguano alle scelte di quei pochi.

Certo, spesso una parte dei condomini si organizza in gruppi per promuovere la scelta di un amministratore. Se ne dicono di tutti i colori i membri di quei gruppi, rasentando e a volte oltrepassando il limite della diffamazione.

Grosso modo si rimproverano le stesse cose: mancanza di onestà e gestione del bene comune nell'interesse di pochi.

Uno dei problemi è che nel condominio non circolano le giuste informazioni sulla reale situazione contabile dell'amministrazione, sui lavori ai quali è più opportuno dare priorità, su quali siano i veri prezzi di mercato degli appalti e quali le ditte migliori e più corrette a cui ci si dovrebbe e potrebbe rivolgere. Al massimo girano voci e pettegolezzi. E coloro che avrebbero la capacità di capire e di spiegare e il prestigio per essere ascoltati dagli altri, per interesse o pigrizia o paura, preferiscono tacere.

In certi anni prevale l'amministratore indicato da un gruppo, in altri quello indicato da un altro gruppo. Ma nessuno potrà essere nominato amministratore se non ha l'approvazione dei condomini più importanti e alla fine le ditte incaricate dei lavori, nonostante le loro opere siano spesso insoddisfacenti, sono sempre le stesse (a volte sono proprio le ditte dei condomini più importanti) e le violazioni, gli abusi, le ingiustizie restano in ogni caso e con chiunque sia nominato.

Nel condominio vivono anche persone che svolgono attività illegali, l'appartamento in cui la prostituta riceve i propri clienti, quello in cui lo spacciatore rifornisce gli acquirenti di stupefacenti, l'altro in cui il ricettatore custodisce le cose rubate, l'officina che ammorba il condominio con fumi venefici.

Ma anche quelli nessuno li tocca. Anzi pure loro hanno voce in capitolo nella scelta dell'amministratore e fanno in modo che chi verrà nominato non possa infastidirli.

Riusciranno un giorno i condomini onesti, in fondo sono ancora la maggioranza, a parlarsi e a capire cosa è giusto fare e come è possibile organizzarsi per tutelare la propria vita, il proprio interesse e i propri diritti?

Con il patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

dal sito di Sonia Alfano www.soniaalfano.it

Palermo, 25 settembre 2009. Il deputato europeo dell’Italia dei valori, Sonia Alfano, dopo aver partecipato all’incontro della delegazione degli europarlamentari italiani con il Presidente della Repubblica ha rivelato:

«Alla fine dell’udienza, ho consegnato al presidente Napolitano un’agenda rossa. Un’agenda dello stesso colore di quella di Paolo Borsellino sparita proprio il giorno del suo omicidio. All’interno vi era una lettera, a lui indirizzata, scritta da Salvatore, il fratello di Paolo. Ho colto l’occasione per invitarlo a partecipare alla nostra iniziativa di domani, a stare coi cittadini che chiedono verità e giustizia. Mi ha risposto, alquanto indignato, che lui non partecipa ad iniziative di questo tipo. La cosa non può che addolorarci moltissimo».

Dal sito della massoneria italiana, gli auguri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al convegno organizzato dal Grande Oriente d'Italia

http://www.grandeoriente.it/eventi.php?id=723&task=view&t=208

venerdì 25 settembre 2009

Perchè Berlusconi non ha ridotto le tasse

A proposito delle proposte dell'economista Giavazzi sul fisco (riduzione dell'imposizione fiscale su lavoro e imprese, a spese della rendita finanziaria, e attuazione dell'originario programma berlusconiano di tre sole aliquote: zero, ventitré e trentatré per cento)

http://www.corriere.it/editoriali/09_settembre_17/giavazzi_fisco_leggero_cc1f1b2a-a346-11de-a213-00144f02aabc.shtml

Nell'interpretazione di Massimo Bordin, nella sua quotidiana rassegna stampa su Radio Radicale, la posizione di Giavazzi e di altri intellettuali liberali è uno degli aspetti in cui si esprime l'attuale contrapposizione tra élites (modo elegante per dire poteri forti e caste dominanti) e Governo Berlusconi cui viene rimproverato di non aver adempiuto alla vecchia promessa di ridurre le tasse.
Tralasciando l'interrogativo di cosa comporterebbe oggi, in termini di tagli alle spese sociali, l'attenuazione dell'imposizione fiscale, la domanda è: perché Berlusconi non ha colto la crisi economica mondiale, il generale consenso di tutti, persino il sostanziale via libera dell’Europa ad una flessibilità sul rispetto dei parametri di Maastricht, per ridurre la pressione fiscale su lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati e imprese? Quello che è stato il suo cavallo di battaglia da quindici anni ad oggi, l’argomento principe (meno tasse per tutti) con cui è stato eletto tre volte sembra dimenticato. Come mai Tremonti da ideatore della finanza creativa è diventato il severo controllore del rispetto delle regole europee e delle compatibilità di bilancio?

In realtà una parziale riduzione delle tasse è stata realizzata surrettiziamente incoraggiando e consentendo l'evasione fiscale di lavoratori autonomi e imprese, cassando le norme e i provvedimenti di tracciabilità delle transazioni economiche, dimostratisi straordinariamente efficaci, adottati da Visco, la cui testa peraltro Veltroni aveva già offerto agli imprenditori non ricandidandolo alle ultime elezioni.

Ma c'è un'altra risposta: oltre al riconoscimento del desolante vuoto delle Casse dello Stato, la mancata riduzione delle tasse è pienamente coerente con lo scellerato patto Berlusconi – Lega (di cui Tremonti è contemporaneamente artefice e garante) che aveva come punto centrale il federalismo fiscale. Sarebbe sciocco pensare che il federalismo fiscale non avrà l'effetto di stravolgere la distribuzione delle risorse dello Stato tra le varie parti d'Italia. Non sarebbe stato uno dei temi dominanti della politica della Lega e certo non tranquillizza sentir parlare di 'federalismo solidale' (si è fuori strada se si prova a tradurlo con la parola elemosina?). Oggi non è possibile ridurre le entrate fiscali perché domani, con l'attuazione del federalismo fiscale, la torta della finanza pubblica sarà più piccola anzi, per meglio dire, la torta sarà divisa in modo diverso e la parte spettante al centro sud dovrà inevitabilmente diminuire. Le riduzioni fiscali potranno avvenire domani ma solo per il nord. Se ciò davvero avvenisse, se Berlusconi non verrà prima travolto nella feroce lotta di potere in corso, si realizzerà il trionfo politico della Lega, sancendo la divisione degli italiani in cittadini di Serie A e cittadini di Serie B, dimentichi dello straordinario contributo che in termini umani il sud ha fornito allo sviluppo della nazione e ponendo le basi per la divisione politica dell’Italia.

giovedì 24 settembre 2009

Caccia a Il Fatto...


Palermo, ore 23:50 del 22 Settembre 2009, sulla schermata del mio PC c'è la prima pagina de Il Fatto Quotidiano! Emozione Grandissima!

L'attesa è stata lunga mesi, un travaglio mi permetto di dire, senza con questo citare una delle celebri firme della “sporca dozzina” di cui si compone la nuova testata. La rete ne parla da mesi, la concorrenza da allora teme e trema, oggi “rosica” di fronte al calore dimostrato dai lettori.

La notte è stata un tumulto d'emozioni. L'aggiornamento degli stati personale di facebook ricordava il count-down che precede il capodanno, la frenesia dei lettori abbonati al Pdf in attesa della loro prima copia somigliava a quella dei giovani padri in attesa della nascita del proprio figlio o a quella dei tifosi col fiato sospeso durante gli ultimi minuti di una finale mondiale.

Ore 23:50...è nato!!! è nato!!! Una gioia immensa illumina i volti dei lettori, che dalla lettura delle prime righe, iniziano a scambiarsi sms e mails, a popolare la rete con le prime impressioni.

Letto tutto, in un paio d'ore, iniziano a fioccare i commenti anche sulle pagine di voglioscendere ed antefatto, tutti felici, tutti contenti e tutti attaccati ai proprio schermi per far sentire, sin da subito, il proprio apprezzamento per il lavoro svolto. Le aspettative non sono state deluse!

Ore 8:40 del 23 Settembre, fermata alla prima edicola: “buongiorno, mi scusi è arrivato Il Fatto?” l'edicolante: “sisi, ma è già finito!" "grazie, arrivederci!"

Inizia qui la consapevolezza che non sarà facile stringere in mano una copia del n.1° dell'Anno I de Il Fatto Quotidiano. Via con un'altra edicola, finito, dai che la prossima è quella buona, finito, eccone un'altra, finito, incrociamo le dita “Buongiorno, mi scusi il Fatto?” edicolante “prego!” “Grazieeee, me ne da due?” edicolante “no mi dispiace, devo accontentare tutti!” questa non ci voleva “ma è per una mia collega, sta facendo esami all'università...” e l'edicolante, incorruttibile anche di fronte al finto esame della finta amica “No!” gelo “arrivederci!”

Procedo verso un'altra edicola e vi trovo uno sconosciuto ragazzo che parlava dimesso con l'edicolante, capiamo subito di stare cercando la stessa cosa. “quante ne hai girate? " io “cinque, tu?” lui “sei” sorriso e saluto al cordiale e stupito edicolante e via. Ci allontaniamo un attimo e gli do subito la soffiata “se ti sbrighi e vai all'edicola che c'è prima del semaforo, forse ne trovi ancora una!” e fu così che i suoi occhi mi ringraziarono come quelli di un bambino a cui hai appena promesso un giocattolo nuovo!

A questo punto la fermata era d'obbligo ad ogni edicola che si trovava lungo il mio percorso. Arrivato in facoltà il conto s'è fermato a dodici edicole ed una sola copia disponibile. Tutto questo quando l'orologio non segna ancora le 9:00 del mattino. È fantastico!

In facoltà siamo in pochi ad averla, chi la possiede la tiene quasi come un trofeo da condividere con gli amici. “ce l'hai?” col sorriso di chi sa di essere stato fortunato rispondo “Si” e lui sorridente “lo sapevo, quanto resti? me la lasci?” non volevo separarmene ma “ok, vedi che non resto molto” poi ve ne furono altri due “ok ma per favore, state attenti che la voglio conservare!” e poi un altro mentre prendevamo il caffè “attentooo, non me la sporcare col caffè!”


Mercoledì 23 Settembre 2009 – Anno I – n°1

Il Fatto Quotidiano... è nato!

mercoledì 23 settembre 2009

Mobilitazione nazionale del 26 settembre

Mobilitazione nazionale del 26 settembre 2009

L'Italia è viva e non si arrende.

Manifesto del Coordinamento gruppi Facebook per chiedere le dimissioni di Berlusconi.
A sostegno e in compartecipazione della manifestazione indetta da Salvatore Borsellino per chiedere la verità sulle stragi e in difesa dei servitori dello Stato, che su quelle stragi stanno indagando.

Che gli italiani sappiano.

La Legge 23 luglio 2008, n.. 124, più nota con il nome di Lodo Alfano, ha sospeso ogni processo nei confronti delle 4 più alte cariche dello Stato.
Tra di esse, vi è un plurimputato: Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio.

L'Italia democratica si mobilita.

Politici e cittadini onesti raccolgono l'impressionante cifra di un milione di firme per chiederne l'abrogazione in via referendaria.

I magistrati sollevano la questione di legittimità costituzionale di fronte alla Corte Costituzionale.

Cento costituzionalisti si esprimono con la massima severità su quella legge.

Il popolo della rete insorge, sul Web.

L'indignazione dell'Italia democratica e civile viene scientificamente e spietatamente oscurata e/o manipolata dai media, tutti direttamente o indirettamente controllati dal diretto interessato: l'imputato Silvio Berlusconi.

In data 19 maggio, si conclude uno dei processi a suo carico. Il suo coimputato, l'avvocato inglese David Mills, viene condannato per essere stato corrotto da lui. La condanna è a 4 anni e 6 mesi di reclusione, cui si aggiungono la condanna al pagamento delle spese processuali e la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

Su facebook, si moltiplicano i gruppi antiberlusconiani. Parallelamente si fanno sempre più pressanti e dure le iniziative parlamentari, già in atto, per fermare la rete.
Il popolo democratico di Facebook unisce le forze e dà vita al Coordinamento gruppi Facebook, lanciando la petizione per chiedere le dimissioni di Berlusconi.

Il prossimo 6 ottobre la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sul Lodo Alfano.
Allinizio del maggio scorso, due giudici della stessa Corte hanno invitato a cena l'imputato.
Anche questa notizia è stata, in buona sostanza, oscurata dai media..

L'Italia democratica sa che Berlusconi è la punta di un iceberg.
Si tratta di un articolato, trasversale e complesso sistema di potere che si nutre di abusi e di menzogne e di reciproche coperture.
Un sistema antico e spietato, CHE COLPISCE OGNI ASPETTO DELLA VITA DEL NOSTRO PAESE, DALLA CULTURA, ALLA DIGNITA', ALLA LEGALITA'.

Chiunque abbia tentato di portare legalità e democrazia in questa disgraziata terra, è stato ammazzato.
Valgono per tutti i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Cito loro, perché sono i più vivi nella memoria collettiva, ma sono solo due dei tanti, troppi eroi della nostra Repubblica..

La verità sulle stragi di Capaci e via DAmelio è la verità di questo Paese.
Una verità che ci viene negata.
Una verità che è il nostro inizio e la loro fine..

I magistrati attualmente impegnati nella pericolosa ricerca di quella verità devono sapere che non sono soli. L'Italia democratica e repubblicana, in superamento di qualunque divisione, è pronta a far loro da scudo.

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, è uno dei pochi, forse l'unico cittadino italiano, temibile, che loro sanno di non poter toccare ed è il più oscurato di tutti.

Salvatore Borsellino ha indetto una manifestazione per il 26 settembre, in nome della verità e della giustizia, in nome dello Stato.
Lo Stato siamo noi.

Il Coordinamento gruppi Facebook chiama a raccolta l'intera Nazione, perché si mobiliti e scenda in piazza, pacifica e copiosa, e gridi forte, oltre i confini del Web, VERITA', GIUSTIZIA E LIBERTA'.

E che il nostro grido sia un monito per tutti coloro che non credono alle parole di Sandro Pertini: la politica si deve fare con le mani pulite.

martedì 22 settembre 2009

La cassoeula. Cosa bolle nella pentola della Lega?

Che il governo delle destre stia subendo un attacco forse decisivo si percepisce dalle tetre facce degli esponenti di Forza Italia, Berlusconi in primis, e dalle dichiarazioni forsennate a cui si lasciano andare (dai farabutti del Premier al moriammazzato di Brunetta diretto ai complottardi di sinistra). Meglio di qualunque dichiarazione politica esprimono il terrore per un terremoto imminente.
Al contrario gli esponenti della Lega pur non lesinando minacce ed attacchi a nemici immaginari o reali (al Vaticano ipotizzando di abolire il Concordato, agli Stati Uniti chiedendo il ritiro delle truppe in Afghanistan, alla mafia accusandola di essere all'origine del 'complotto' contro Berlusconi) danno l'impressione di mantenere lucidità e tranquillità. Eppure se le scosse preconizzate travolgessero Berlusconi anche il loro ruolo nell'ambito del governo e della maggioranza verrebbe meno.
Hanno già ricevuto compensi e rassicurazioni da coloro che vogliono far fuori Berlusconi? Oppure hanno pronta fin d'ora una strategia per proseguire nella lotta per la secessione e si accingono a sfruttare l'occasione del cambio di governo per aizzare i propri seguaci ed incrementare ulteriormente i consensi elettorali? O, ancora, avendo intenzionalmente perseguito per mezzo dell'alleanza con Berlusconi la politica del 'tanto peggio' (per l'Italia) 'tanto meglio' (per loro e la folle idea di dividere l'Italia) , ritengono che l'opera di distruzione dell'Italia sia già arrivata a un punto di non ritorno?

lunedì 21 settembre 2009

Intervento di Nicola Tranfaglia al Convegno dell'IDV di Vasto

Antieroi e propaganda

Oggi saranno celebrati i funerali di Stato, si fa per dire, per sei militari italiani morti in Afghanistan.

Scindo in premessa l’umana pietà, che argina gli altrettanto umani tormenti.
Ed entro quell’argine mi esprimo, separando i funerali dallo Stato ed interrogandomi con dolore sull'umana e terrena convenienza.

Vado naturalmente e necessariamente in controtendenza rispetto alla tv di regime.
Volo alto sulla propaganda.
E proprio oggi esprimo la mia indignazione e la mia preoccupazione, nella speranza che l'Italia si decida ad affrontare il problema, affinché questi militari non siano morti del tutto invano.

Faccio inoltre la doverosa premessa che non ritengo responsabili (di quanto sta accadendo) i soldati italiani, ma i vertici istituzionali.

Poche sere fa, gli italiani hanno potuto finalmente prendere visione della prima puntata stagionale di Ballarò.
Puntata molto attesa dopo l’oscuramento dei palinsesti dell’intero etere, in nome e per grazia del sultano, il quale auspicava e quasi confidava in un tele plebiscito propagandisticamente spendibile e, una volta fallito, opportunamente e tempestivamente convertito in un'importante espressione del regime, in un contesto di ‘evidente’ limitazione e boicottaggio ed incomprensione e deformazione, ecc.. ecc.. di sua maestà..in un minestrone di cui nessun italiano si cura, ma guarda e passa..nella apolitica sceneggiata del nulla che non ti dà speranza.

Lasciamo stare ospiti e contenuti più o meno patetici o castrati.
Invito chi mi legge a tenere viva l’attenzione sulla intervista che Floris, nel corso della sua trasmissione, ha concesso ad un parlamentare italiano: tale Gianfranco Paglia, se non ho capito male il nome.

Separo l’uomo e l’ufficiale dei parà, la cui persona fisica è rimasta offesa in Somalia, così come l’umano rispetto esige e l’intelligenza politica vede ed opportunamente scansa o consuma, dal sedicente Onorevole del Pdl che si presta ad una indecente e patetica messa in scena, in diniego a mio avviso di qualunque valore degno di nota.

Egli, l'onorevole Paglia, replica a Ballarò un intervento, già reso in buona sostanza, indecorosamente a mio avviso, a Montecitorio.
Parla di patria e la retorica, come una valanga, travolge e distrugge ogni cosa

Ed evoca i più nefasti ed inquietanti concetti.
Patetica suona l’impostazione e anche la tonalità.
Esaltata la costruita retorica, si palesa offensiva e beffarda la cinica e nel suo caso inspiegabile indifferenza per la malcelata verità.

Vogliamo parlare di Patria?
Parliamone, credo anch'io sia il caso.

Cos’è la Patria?
Simbolo e sintesi concettuale di una comunità raccolta su territorio.
Una comunità radicata e contraddistinta da una, nel nostro caso faticosa, identità culturale, linguistica, economica, politica e sociale..
Cosa fa di un popolo una Nazione, se non la sua più ragionata e condivisa organizzazione?
E qual è la spina dorsale della Patria in oggetto se non la nostra amata ed universalmente stimata Costituzione Repubblicana?

Essa dunque fa da guida e giudice di chi ad essa è pubblicamente chiamato a rispondere.
Praticamente, ciascuno di noi.

Se la Patria, sia pure solo formalmente, trova nella Costituzione Repubblicana la sua linfa e la sua stessa ragion d’essere, proponendosi come specchio impietoso, ma necessario, delle nostre azioni, allora è davvero grave il giudizio che l’Italia tutta è chiamata ad esprimere nei confronti di chi questa patria ha tradito e tradito, fino a rinnegarla tre volte.

I sei cittadini morti e dunque ormai ridotti al silenzio, anche da morti vengono usati per l'ennesima messa in scena e si dà sfogo ad una vergognosa retorica che non tiene conto neppure dell'umana pietà.

Si parla di eroi..

Eppure essi, a rigor di Patria, avrebbero in realtà tradito la nostra Repubblica.

Si sono infatti prestati ad eseguire ordini incostituzionali (art. 11 Cost.) e nessuna finzione di Stato, nè il dolore autentico dei familiari può cambiare l'amara verità.
La missione di pace è una fiction confezionata per la propaganda, ma la guerra e i morti sono veri.
Questi ‘ragazzi' sono esplosi come carne da macello per servire, forse ignari, l’ennesima inutile ed ingiusta guerra, cui la Patria, l’Italia costituzionale e vera, ha invece rinunciato molti e molti anni fa, prima ancora che questi poveri diavoli nascessero e che un’incostituzionale guida li portasse all'inutile ed orribile morte.

Mi chiedo se abbiano scelto con cognizione di causa.

E dovremmo anche parlare di un secondo tradimento, se consideriamo che l'ordine incostituzionale che i nostri soldati hanno comunque eseguito è stato impartito per servire, non l'Italia, ma un Paese straniero: gli States.

Ed infine, sono morti neanche per servire incostituzionalmente una potenza straniera alleata, ma per servire in ultima analisi pochi e cinici profittatori, senza Patria e senza Dio (Petrolieri e produttori di armi), la cui pancia cresce nutrendosi dei cadaveri del mondo.

Secondo me, l’esercito italiano deve fermarsi a riflettere, e noi con lui.

Stiamo tradendo la nostra Patria.
Ed è una follia.
La nostra Patria, quella vera, quella che trova espressione e svolgimento in una Costituzione che non esito a definire come uno dei più grandi capolavori giuridici di tutti i tempi, è punto di approdo e sintesi di una faticosa e ricchissima tradizione culturale.
Non possiamo rinnegare tutto questo e non dobbiamo rinunciarci.

Sotto altro profilo, per molti italiani una divisa significa stipendio, e una missione all’estero significa indennità.
Per altri l’esercito può essere un canale di espressione di malcelate patologie.
Molti, troppi ragazzi oggi soffrono di evidenti patologie e disturbi della personalità, per lo più generati da condizioni sociali e personali che esigerebbero interventi dei servizi sociali.
Sempre più spesso si tratta di esaltati, fascisti dell’ultim’ora, teppisti sociali, che nella divisa e nell’arma di ordinanza potrebbero cercare una pericolosa e squilibrata sicurezza interiore e scegliere di entrare nelle forze armate.

Mi chiedo se ci siano oggi nell'esercito italiano vertici in grado di gestire con attenzione e senso di responsabilità la leva volontaria.
L’esercito, infatti, non è e non può essere serbatoio indiscriminato di soggetti intellettualmente e psicologicamente fragili, che nella divisa e nelle armi cercano riparo per nascondere patologie di cui non sono neanche consapevoli e che per ciò stesso potrebbero prestarsi a facili strumentalizzazioni da parte di soggetti poco raccomandabili (la storia del nostro Paese ci narra di infiltrazioni piduistiche anche nei vertici militari).

L’esercito dovrebbe essere fonte di sicurezza per un Paese.

E appunto, chiunque mi leggerà sa inoltre che queste sono forse quisquilie rispetto alle ancor più gravi condizioni in cui potrebbero versare le Forze Armate italiane.
Le gravi e a mio avviso assurde condizioni in cui versa il Paese e la sua storia ci costringono a diffidare di chiunque e a chiederci se e su quali e quanti ufficiali, generali, ecc.. dell’esercito possiamo realmente contare, e se e quanti invece hanno già da tempo tradito e sono scientemente passati al nemico che abbiamo in casa e che sta costringendo il Paese nella morsa dell'illegalità.
Quanti altri italiani dovranno ancora morire in nome del delirio italiano?

La sempre più palese ipocrisia che inonda prepotente le case degli italiani svela la crescente inaffidabilità delle istituzioni e la crescente pericolosità delle persone fisiche che le occupano.
E' sempre più difficile distinguere lo Stato dall'Antistato.

domenica 20 settembre 2009

Brevissima sulla rai

(Ricevo e giro)

Palinsesto rai, informazione, 20 settembre, sera.

Ore 21.00 rai tre: Presa diretta

Ore 20.00 rai uno: Presa per il culo

La sicurezza ai tempi della Lega - parte seconda

Si sa che una delle principali attività dei politici italiani ed in particolare di quelli della destra berlusconian-leghista è la gara a chi la spara più grossa. E gli esponenti della Lega, da questo punto di vista, non sono secondi a nessuno. Tanto più in questo periodo di massima fibrillazione del mondo politico. Tra le innumerevoli corbellerie e castronerie (ma si potrebbero usare anche termini più espressivi) degli ultimi tempi, l'affermazione riportata su La Padania, il giornale della Lega, che sia la mafia a voler far cadere il governo Berlusconi-Bossi per punirlo della sua azione di contrasto della criminalità organizzata.

Ora, che la mafia (e le grandi organizzazioni criminali in genere) recitino un rilevante ruolo politico è certo, che nella lotta di potere che sta investendo il governo Berlusconi la mafia stia muovendo le sue pedine e stia prendendo posizione è probabile, che essa stessa sia tra gli artefici del tentativo di rovesciare l'attuale premier è possibile ma di certo è priva di ogni credibilità l'ipotesi che ciò dipenda dalle politiche in tema di sicurezza adottate dal governo delle destre.

Tralasciando gli antichi legami di Dell'Utri, fondatore di Forza Italia, con esponenti mafiosi (e basterebbe al riguardo rileggersi proprio le vecchie accuse della Lega), dimenticando per un attimo il sottosegretario Nicola Cosentino, inquisito per camorra e regolarmente al suo posto nel governo, omettendo di parlare del comune di Fondi inspiegabilmente non sciolto per infiltrazioni mafiose nonostante la richiesta formulata dal prefetto di Latina, è sufficiente soffermare l'attenzione sulle decisioni concrete del governo delle destre.

A riprova del proprio impegno contro la mafia, la Lega, cui fa capo il Ministero degli Interni con Maroni, fa riferimento ai numerosi arresti di latitanti e ricercati di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Fino a prova contraria e salvo interpretazioni e statistiche che possano contraddire tale affermazione, tali arresti sono attività di normale amministrazione per gli organi inquirenti, forze dell’ordine e magistratura. In realtà in nessuna delle regioni dove sono tradizionalmente radicate sembra di vedere le organizzazioni criminali alle corde. Al contrario molti episodi parlano di una sempre maggiore espansione dei fenomeni criminali al Centro e al Nord dove tra l'altro la tavola sta per essere apparecchiata con la grossa torta degli appalti per l'expo 2015 a Milano.

Grossolanamente provo a indicare i tre fondamentali filoni di devianza criminale che peraltro interagiscono tra loro e si alimentano reciprocamente:

la criminalità organizzata (potenti organizzazioni che detengono il monopolio di alcune attività illecite e che, sulla base degli enormi capitali che riescono a maneggiare e della propria forza di fuoco, sono in grado di controllare se non dominare enormi territori condizionandone ed inquinandone la vita politica ed economica);

i reati aventi importante rilevanza economica di cui sono protagonisti individui e gruppi al di fuori delle grandi organizzazioni criminali (corruzione, evasione fiscale, truffe, adulterazioni e contraffazioni, reati ambientali, violazioni alle norme sulla sicurezza del lavoro);

il complesso dei reati commessi autonomamente da individui singoli o piccoli gruppi e di gravità variabile (dai delitti contro le persone fino a furti, borseggi, scippi).

Quest'ultimo aspetto della criminalità è probabilmente quello che viene percepito più direttamente dai cittadini, anche in ragione della imponente strumentalizzazione mediatica che ne ha fatto la destra. E viene associato, non senza fondamento, con l'emigrazione e il nomadismo. Statisticamente questo tipo di reati ha in realtà in Italia un peso analogo se non inferiore a quello di gran parte dei paesi europei. Eppure sarebbe un grave errore sottovalutarlo tenuto conto dell'impatto immediato che ha nella vita delle persone comuni e di come sia fonte, soprattutto nelle zone degradate delle grandi città, di intolleranza e razzismo sommandosi alle già precarie condizioni di vita e ai problemi sociali esistenti.

Ma se compito della politica, a fronte dei bisogni pubblici e delle questioni da risolvere, è di individuare e definire politiche e interventi in base all'interesse generale e tenendo conto della scarsità delle risorse disponibili, la priorità andrebbe data al contrasto della criminalità organizzata e della criminalità economica. Perché, per la loro forza inquinante dell'economia e della politica, sono i fenomeni che impattano più profondamente nella vita dei cittadini, nella loro possibilità di fare impresa, di trovare onestamente un lavoro, di mobilità sociale, di usufruire di servizi pubblici efficienti, di preservare la propria salute e i propri risparmi e con il tessuto etico della società. Esse rappresentano il massimo della pericolosità sociale realizzando l'eversione dei principi democratici, della libertà e della convivenza civile e imponendo a milioni di persone il sottosviluppo economico e una schiavitù di fatto.

E d'altronde sono esse stesse che alimentano e organizzano le forme di devianza più visibili: lo spaccio e il consumo di droga e lo sfruttamento della prostituzione.

Ebbene, sposandosi perfettamente con la politica della giustizia di Berlusconi, i provvedimenti in materia di sicurezza che la Lega è riuscita a far adottare, in ossequio alla propria ideologia e alla propria propaganda razzista e para-nazista, hanno al contrario elevato a priorità assoluta la lotta contro gli immigrati, gli emarginati, i nomadi, le prostitute, i venditori ambulanti. Attenzione, lotta non ai fenomeni dell'immigrazione clandestina (e alle forme di emarginazione che ne derivano) e della prostituzione che andrebbero affrontati con interventi congiunti di pubblica sicurezza e di tipo sociale, ma proprio contro le persone, spesso niente altro che povere vittime, che sono coinvolte in questi fenomeni.

Di fatto al di là della ostentata e inaccettabile cattiveria, per citare Maroni, nei confronti degli stranieri il complesso dei provvedimenti adottati e proposti dal governo Berlusconi-Bossi ha come diretta e deliberata conseguenza la riduzione delle capacità investigative e di contrasto del crimine da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.

La decisione di concentrare, con efficacia peraltro tutt'altro che convincente, l'azione repressiva nei confronti dell'immigrazione clandestina e dei cosiddetti reati di strada, unita alla riduzione degli stanziamenti per la sicurezza decisi dall'ultima legge finanziaria (un miliardo di euro in meno al comparto sicurezza), ha infatti proprio l'effetto di spuntare le pochi armi a disposizione nella guerra ai reati più gravi.

Attendo al riguardo, con molto interesse, le informazioni e le testimonianze di prima mano che l'ottimo Riccardo Iacona ci fornirà nella prossima puntata, in onda oggi domenica 20 settembre, del proprio programma, Presa Diretta.

La definizione di un reato come la clandestinità provoca poi l'ingolfamento dei procedimenti in corso presso i tribunali mettendo così a rischio, in azione congiunta con la riduzione dei tempi di prescrizione definiti dalla legge ex Cirielli, la definizione dei processi più importanti che inevitabilmente spesso si concludono con la prescrizione del reato.

Questo va inoltre a saldarsi con una serie di decisioni delle quali appare ben chiaro chi siano i beneficiari, coerenti ad una logica politica in cui, accanto alla apparente conferma dei principi fondamentali della lotta al crimine, si fanno passare articoli e codicilli che di fatto li attenuano e li depotenziano.

La modifica delle norme in materia di confisca dei beni mafiosi è stata valutata da molti come un voluto cedimento che consentirebbe alle organizzazioni criminali il riacquisto dei beni sequestrati.

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000960.html

Lo scudo fiscale di Tremonti, provvedimento di cui sicuramente approfitteranno, oltre agli evasori fiscali, anche mafiosi e corrotti che hanno capitali da riciclare.

La proposta di legge sulle intercettazioni telefoniche oltre ad eliminare gli strumenti a disposizione di chi contrasta corrotti, corruttori e autori di una largo numero di reati, di fatto ha conseguenze deleterie anche nella lotta alla mafia (si è obiettato infatti che anche se la legge non impedirebbe le intercettazioni nel caso di indagini per mafia, in realtà molto spesso tale reato può essere individuato solo dalle indagini su reati collaterali quali ad esempio spaccio, usura, corruzione, minacce).

http://antefatto.ilcannocchiale.it/2009/07/07/sulle_intercettazioni.html

Infine, altro regalino, non direttamente indirizzato alla mafia ma che di certo va a rafforzare ulteriormente il clima di illegalità diffusa di cui si nutre questo governo è il ridimensionamento della possibilità di intervento da parte della Corte dei Conti sugli sprechi della pubblica amministrazione.

http://antefatto.ilcannocchiale.it/2009/09/01/ddl_anticrisi_emendamento_ridu.html

Per chi se ne fosse dimenticato, inoltre, a ulteriore dimostrazione della logica scellerata che anima il governo Bossi-Berlusconi in tema di giustizia e sicurezza, il ricatto di bloccare oltre centomila processi che era stato utilizzato durante l'iter di approvazione del lodo Alfano per piegare la pur debole opposizione parlamentare.

E sullo sfondo il tentativo di sempre di Berlusconi di sottomettere la magistratura ai voleri del potere politico, rafforzando così non solo il proprio regime dispotico ma con la conseguenza di porre anche l'iniziativa dell'azione penale nelle mani dei politici e della maggioranza di turno i cui interessi, per usare un garbato eufemismo, non sono sempre limpidi.

Dunque, cosa avrebbe da rimproverare la mafia al governo Berlusconi?

http://veritaedemocrazia.blogspot.com/2009/09/la-sicurezza-ai-tempi-della-lega.html




La Munnizza Che Non C'è



Guardate questa foto! Ci troviamo a Villagrazia, periferia di Palermo, questo è uno scatto delle 9:30 di stamane, ma anche di ieri e forse di domani. Cosa vedete? Come dite? Spazzatura? Sbagliato! Io vedo semplicemente una fermata dell'autobus e vedo la gente, fresca di doccia e ben profumata, che domattina alla buon ora sarà lì, se va male sotto l'ombrello, ad aspettare che arrivi il mezzo che la conduca a lavoro, a scuola o a fare la spesa o, perchè no, una semplice passeggiata. A dire il vero, passando di là si sente un cattivo odore, ma per pensare che possa trattarsi di “munnizza” bisogna essere molto fantasiosi, folli e bizzarri. La munnizza a Palermo ormai è come la mafia: non esiste ma è congenita! Basta non parlarne per far finta che non ci sia e così tutto si risolve! Come quando hai un cancro e lo chiami “brutto male”. E dire che la colpa di tutto questo è proprio dei palermitani. La colpa è tutta nostra, perchè mangiamo, perchè ci laviamo, perchè consumiamo, perchè viviamo, e, quindi colpevolmente, produciamo rifiuti. Quando si parlò di emergenza rifiuti, pochi mese fa, durante la campagna elettorale, qualcuno(1) disse che la colpa era dell'opposizione, dei sindacati e dei netturbini che scioperavano. Giustissimo! Non era mica corretto chiedere di lavorare in condizioni di sicurezza. Oltre al pagamento dello stipendio, osavano addirittura chiedere dei guanti o che venissero sostituite le ruote lisce dei loro autocompattatori. Ma siamo pazzi?! Come osano?! Non lo sanno che i palermitani non vedono, non sentono e non parlano? E questi addirittura protestano! Per non parlare di quegli sporchi infami dei Magistrati che hanno addirittura messo sotto inchiesta(2) ex Dirigenti dell'Azienda che si occupa dello smaltimento rifiuti in città, perchè pare che alcune loro attività di gestione siano state, come dire, un po' allegre, o, forse meglio, illecite. Si indaga per esempio sulle missioni negli Emirati Arabi, per partecipare al bando per la realizzazione della raccolta differenziata a Dubai! A Palermo la raccolta differenziata è, ancor'oggi, pressoche un sogno ma noi la volevamo addirittura esportare. È geniale! Alle 9:10 un simile spettacolo si poteva apprezzare anche dall'altra parte della città, nei pressi di Sferracavallo. Rispetto alla prima foto manca la fermata dell'autobus ma il contenuto emana la stessa puzza, anzi no, c'è in più quel retrogusto di brezza marina che la rende quasi quasi romantica!


Ficarra: Io sono fiero di essere siciliano, perché Falcone, Borsellino, Padre Puglisi sono siciliani!

Picone: Io mi vergogno di essere siciliano, perché Falcone, Borsellino, Padre Puglisi…Erano siciliani!

Ficarra: Io sono fiero di essere siciliano perché Libero Grassi ne era fiero!

Picone: Io mi vergogno di essere siciliano, perché, internamente, penso che Libero Grassi se l’è cercata!

Ficarra: Io sono fiero di essere siciliano,perché mi sento di appartenere a qualcosa di grande!

Picone: Io mi vergogno di essere siciliano, perché ci mancherà sempre qualche cosa per diventare grandi!

Ficarra: Io sono fiero di essere siciliano, perché è la cosa più bella che mi ha lasciato mio padre!

Picone: Io mi vergogno di essere siciliano, perché è l’unico modo per farmi sentire!

Ficarra: Io sono fiero di averla lasciata questa Sicilia, così un giorno potrò dire ai miei figli: “Lo vedi che cosa ti ho risparmiato???"

Picone: Io invece non la voglio lasciare questa Sicilia, non la voglio lasciare, così… perché Voglio Vincere!!!

(http://www.youtube.com/watch?v=JfniZux_-ls )

sabato 19 settembre 2009

B. Obama: "Ragazzi volete il successo? Dovete studiare"

di Simonetta Colucci
Invio l'interessantissima sintesi del discorso che Barack Obama terrà agli studenti,all'apertura delle scuole : "Ragazzi volete il successo? Dovete studiare"


"So che per molti di voi questo è il primo giorno di scuola. E per chi è all´asilo o all´inizio delle medie o delle superiori è l´inizio di una nuova scuola, così un minimo di nervosismo è comprensibile. Immagino che tra voi ci siano dei veterani a cui manca solo un anno per concludere gli studi e quindi contenti. E, non importa a quale classe siate iscritti, qualcuno tra voi probabilmente sta pensando con nostalgia all´estate e rimpiange di non aver potuto dormire un po´ di più stamattina. So cosa vuol dire. Quando ero giovane la mia famiglia visse in Indonesia per qualche anno e mia madre non aveva abbastanza denaro per mandarmi alla scuola che frequentavano tutti i ragazzini americani. Così decise di darmi lei stessa delle lezioni extra, dal lunedì al venerdì alle 4,30 di mattina. Ora, io non ero proprio felice di alzarmi così presto. Il più delle volte mi addormentavo al tavolo della cucina. Ma ogni volta quando mi lamentavo mia madre mi dava un´occhiata delle sue e diceva: «Anche per me non è un picnic, ragazzo». Ora, io ho fatto un sacco di discorsi sull´istruzione e ho molto parlato di responsabilità. Della responsabilità degli insegnanti che devono motivarvi all´apprendimento e ispirarvi. Della responsabilità dei genitori che devono tenervi sulla giusta via e farvi fare i compiti e non lasciarvi passare la giornata davanti alla tv. Ho parlato della responsabilità del governo che deve fissare standard adeguati, dare sostegno agli insegnanti e togliere di mezzo le scuole che non funzionano, dove i ragazzi non hanno le opportunità che meritano. Ma alla fine noi possiamo avere gli insegnanti più appassionati, i genitori più attenti e le scuole migliori del mondo: nulla basta se voi non tenete fede alle vostre responsabilità. Andando in queste scuole ogni giorno, prestando attenzione a questi maestri, dando ascolto ai genitori, ai nonni e agli altri adulti, lavorando sodo, condizione necessaria per riuscire. Questo è quello che voglio sottolineare oggi: la responsabilità di ciascuno di voi nella vostra educazione. Parto da quella che avete nei confronti di voi stessi. Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. Questa è l´opportunità offerta dall´istruzione. Magari sapete scrivere bene, abbastanza bene per diventare autori di un libro o giornalisti, ma per saperlo dovete scrivere qualcosa per la vostra classe d´inglese. Oppure avete la vocazione dell´innovatore o dell´inventore, magari tanto da saper mettere a punto il prossimo I Phone o una nuova medicina o un vaccino, ma non potete saperlo fino a quando non farete un progetto per la vostra classe di scienze. Oppure potreste diventare un sindaco o un senatore o un giudice della Corte suprema ma lo scoprirete solo se parteciperete a un dibattito studentesco. Non è solo importante per voi e per il vostro futuro. Che cosa farete della vostra possibilità di ricevere un´istruzione deciderà il futuro di questo Paese, nulla di meno. Ciò che oggi imparate a scuola domani sarà decisivo per decidere se noi come nazione sapremo raccogliere le sfide che ci riserva il futuro. Avrete bisogno della conoscenza e della capacità di risolvere i problemi che imparate con le scienze e la matematica per curare malattie come il cancro e l´Aids e per sviluppare nuove tecnologie ed energie e proteggere l´ambiente. Avrete bisogno delle capacità di analisi e di critica che si ottengono con lo studio della storia e delle scienze sociali per combattere la povertà e il disagio, il crimine e la discriminazione e rendere la nostra nazione più corretta e più libera. Vi occorreranno la creatività e l´ingegno che vengono coltivati in tutti i corsi di studio per fondare nuove imprese che creeranno posti di lavoro e faranno fiorire l´economia. So che non è sempre facile far bene a scuola. So che molti di voi devono affrontare sfide tali da rendere difficile concentrarsi sui compiti e sull´apprendimento. Mi è successo, so com´è. Mio padre lasciò la famiglia quando avevo due anni e sono stato allevato da una madre single che lottava ogni giorno per pagare i conti e non sempre riusciva a darci quello che avevano gli altri ragazzi. Spesso sentivo la mancanza di mio padre. A volte mi sentivo solo e pensavo che non ce l´avrei fatta. Non ero sempre così concentrato come avrei dovuto. Ho fatto cose di cui non vado fiero e sono finito nei guai. E la mia vita avrebbe potuto facilmente prendere una brutta piega. Ma sono stato fortunato. Ho avuto un sacco di seconde possibilità e l´opportunità di andare al college e alla scuola di legge e seguire i miei sogni. Qualcuno di voi potrebbe non godere di questi vantaggi. Può essere che nella vostra vita non ci siano adulti che vi appoggiano quanto avete bisogno. Magari nelle vostre famiglie qualcuno ha perso il lavoro e il denaro manca. O vivete in un quartiere poco sicuro, o avete amici che cercano di convincervi a fare cose sbagliate. Ma, alla fine dei conti, le circostanze della vostra vita - il vostro aspetto, le vostre origini, la vostra condizione economica e familiare - non sono una scusa per trascurare i compiti o avere un atteggiamento negativo. Non ci sono scuse per rispondere male al proprio insegnante, o saltare le lezioni, o smettere di andare a scuola. Non c´è scusa per chi non ci prova. Il vostro obiettivo può essere molto semplice: fare tutti i compiti, fare attenzione a lezione o leggere ogni giorno qualche pagina di un libro. Potreste decidere di intraprendere qualche attività extracurricolare o fare del volontariato. Potreste decidere di difendere i ragazzi che vengono presi in giro o che sono vittime di atti di bullismo per via del loro aspetto o delle loro origini perché, come me, credete che tutti i bambini abbiano diritto a un ambiente sicuro per studiare e imparare. Potreste decidere di avere più cura di voi stessi per rendere di più e imparare meglio. E in tutto questo, spero vi laviate molto le mani e ve ne stiate a casa se non state bene in modo da evitare il più possibile il contagio dell´influenza quest´inverno. Qualunque cosa facciate voglio che vi ci dedichiate. So che a volte la tv vi dà l´impressione di poter diventare ricchi e famosi senza dover davvero lavorare, diventando una star del basket o un rapper, o protagonista di un reality. Ma è poco probabile, la verità è che il successo è duro da conquistare. Non vi piacerà tutto quello che studiate. Non farete amicizia con tutti i professori. Non tutti i compiti vi sembreranno così fondamentali. E non avrete necessariamente successo al primo tentativo. È giusto così. Alcune tra le persone di maggior successo nel mondo hanno collezionato i più enormi fallimenti. Il primo Harry Potter di JK Rowling è stato rifiutato dodici volte prima di essere finalmente pubblicato. Michael Jordan fu espulso dalla squadra di basket alle superiori e perse centinaia di incontri e mancò migliaia di canestri durante la sua carriera. Ma una volta disse: «Ho fallito più e più volte nella mia vita. Ecco perché ce l´ho fatta». Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando. Non sei mai un grande atleta la prima volta che tenti un nuovo sport. Non azzecchi mai ogni nota la prima volta che canti una canzone. Occorre fare esercizio. Con la scuola è lo stesso. Può capitare di dover fare e rifare un esercizio di matematica prima di risolverlo o di dover leggere e rileggere qualcosa prima di capirlo, o dover scrivere e riscrivere qualcosa prima che vada bene. La storia dell´America non è stata fatta da gente che ha lasciato perdere quando il gioco si faceva duro ma da chi è andato avanti, ci ha provato di nuovo e con più impegno e ha amato troppo il proprio Paese per fare qualcosa di meno che il proprio meglio. È la storia degli studenti che sedevano ai vostri posti 250 anni fa e fecero una rivoluzione per fondare questa nazione. Di quelli che sedevano al vostro posto 75 anni fa e superarono la Depressione e vinsero una guerra mondiale. Che combatterono per i diritti civili e mandarono un uomo sulla Luna. Di quelli che sedevano al vostro posto 20 anni fa e hanno creato Google, Twitter e Facebook cambiando il modo di comunicare. Così, vi chiedo, quale sarà il vostro contributo? Quali problemi risolverete? Quali scoperte farete? Il presidente che verrà di qui a 20, 50 o 100 anni cosa dirà che avrete fatto per questo Paese? Le vostre famiglie, i vostri insegnanti e io stiamo facendo di tutto per fare sì che voi abbiate l´istruzione necessaria per saper rispondere a queste domande. Mi sto dando da fare per garantirvi classi e libri e accessori e computer, tutto il necessario al vostro apprendimento. Ma anche voi dovete fare la vostra parte. Quindi da voi quest´anno mi aspetto serietà. Mi aspetto il massimo dell´impegno in qualsiasi cosa facciate. Mi aspetto grandi cose, da ognuno di voi. Quindi non deludeteci, non deludete le vostre famiglie, il vostro Paese e voi stessi. Rendeteci orgogliosi di voi. So che potete farlo."

Questo è un estratto del discorso di saluto che il presidente Barack
Obama farà agli studenti americani per l´apertura dell´anno
scolastico.

Penso che lo leggerò nelle mie classi anch'io...

La sicurezza ai tempi della Lega

Capita a volte di far fatica a prendere sonno e di ritrovarsi alle tre di notte distesi sul letto con gli occhi spalancati. Come un pc imballato che non si spenge non riuscendo a chiudere i task aperti e ad interrompere l'alimentazione, mille pensieri e le sensazioni del giorno appena trascorso si rincorrono nella mente. Il passato, il presente e il futuro della vita, il lavoro, la famiglia, le persone a cui tieni e a cui vuoi bene, le proprie passioni e le proprie paure. Pensieri normalissimi che diventano però sgradevoli, inopportuni e invadenti nel disagio dell'insonnia. E il cervello, a differenza del pc, non ha un interruttore per spegnersi a comando. O meglio, ci sarebbero pure dei sistemi, ma forse, per quanto possibile, è meglio evitarli … Tutto sommato una situazione più che comune. Tutt'altro che usuale, invece, nel cuore della notte insonne sentire volteggiare degli elicotteri sopra il proprio palazzo. Ciò che si può supporre, in quello stato di veglia involontaria e poco lucida, è il trasporto di un ferito grave in ospedale o un intervento di emergenza a fronte di qualche situazione di pericolo.

Poi, durante il giorno, la routine degli impegni quotidiani cancella il ricordo della notte. Che sorpresa dunque leggere sui giornali on line della massiccia azione notturna dei Carabinieri:

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_settembre_18/arresti_writers_carabinieri-1601781656248.shtml

“Arresti nella notte tra i giovani legati al mondo dei rapper e dei collettivi hip pop romani. L’operazione è partita poco prima dell’alba e ha impegnato più di cento carabinieri in molte aree semi centrali e periferiche della Capitale. Scene da film d'azione, con squadre di militari in tenuta da assalto ed elicotteri che volavano radenti illuminando con potenti fari le zone dell'operazione tra cui un'area limitrofa a via Gregorio VII e il perimetro Magliana-Trullo, dove i carabinieri sono intervenuti anche con unità cinofile.

….

Risultato dell'operazione è stato il sequestro di oltre dieci chili di sostanze stupefacenti e la scoperta di una vera piantagione di marijuana all'interno di un appartamento, con piante alte anche due metri.”

Ora forse io sarò anche prevenuto e magari ci sarà qualcuno che è in grado di spiegarmi e giustificare l'imponenza di questa operazione. Ma in un Paese come l'Italia dove quattro regioni sono in mano alla criminalità organizzata peraltro in espansione in molti altri territori del nord e del centro, dove il fatturato stimato dell'illegalità (corruzione ed evasione fiscale) è di centinaia di miliardi di euro, dove è possibile disperdere terribili veleni inquinando mari, sorgenti e campagne con danni irreversibili alla salute delle persone e all'industria turistica e alimentare, dove sono quasi assenti i controlli in materia di sicurezza del lavoro e di illeciti edilizi, a me questo eccezionale dispiegamento di forze, volto a smantellare quella che il Corriere della Sera definisce una piccola rete di spacciatori, sembra qualcosa fuori dal mondo e privo di senso. Ma forse, lo ripeto, sono prevenuto e mi sto sbagliando io.



venerdì 18 settembre 2009

Morti vere e lacrime false

Da una parte le morti vere. I bambini, le donne, gli uomini, i militari uccisi dalle guerre, le vittime degli incidenti sul lavoro, un lavoro usa e getta senza più dignità, i morti di tumore per i veleni seminati dalle ecomafie, i disperati in fuga dalla fame e dalla ferocia di sanguinarie dittature e uccisi dai respingimenti, i morti per la contaminazione dall'uranio impoverito e dall'amianto, i morti, i tanti giovani morti, per gli incidenti stradali causati da un folle sistema dei trasporti, i morti di mala sanità, una sanità depredata da politici e criminali, i morti di chi si è opposto al potere delle mafie, i morti per le calamità naturali la cui forza letale è ingigantita dall'azione di disonesti privi di scrupoli.

Dall'altra le lacrime false, le facce di circostanza di giornalisti e conduttori tv, i discorsi ipocriti che parlano di dovere, sacrificio ed eroismo fatti da persone che considerano già troppo faticoso alzarsi da una sedia.

E su tutto un mondo che corre a folle velocità verso la propria distruzione, un sistema capitalistico ormai universalmente vincente e indiscusso che lascia morire di fame e di malattia milioni di esseri umani e così fragile da poter essere messo in crisi dalle trame di un manipolo di speculatori.

Un mondo che potrebbe dare prosperità e benessere a tutto il genere umano con i frutti della natura e della scienza e che, per l'ingordigia di pochi, dopo aver distrutto intelligenze e coscienze, spinge alla miseria, alla schiavitù e alla morte l'umanità.


mercoledì 16 settembre 2009

Giudici incostituzionali e Avvocati dell'Antistato

Apprendo dai giornali on-line che l'Avvocato dello Stato Glauco Nori, nella memoria difensiva depositata in vista della decisione che il prossimo 6 ottobre dovrà prendere la Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, è arrivato addirittura a dire che l'eventuale bocciatura del lodo, cagionerebbe gravi danni a Silvio Berlusconi, che potrebbe trovarsi costretto a dare le dimissioni.

Vorrei ricordare all'Avvocato Glauco Nori, che in quanto Avvocato dello Stato, è chiamato a tutelare l'interesse degli italiani, dai quali è retribuito, in un giudizio di costituzionalità innanzi alla Corte costituzionale.
Il suo assistito non è Silvio Berlusconi.
Sono inoltre certa che il suddetto Avvocato ha piena contezza del degrado che il nostro Paese ha raggiunto in ragione della assurda presenza di un piduista a Palazzo Chigi.
Sono altresì certa che l'Avvocato si rende perfettamente conto della gravità dei reati già in passato contestati al soggetto in questione, con procedimenti ed esiti segnati da un grottesco corto circuito politico-giudiziario delegittimante per le istituzioni, ferale per la democrazia e devastante per l'interesse dello Stato.
Senz'altro l'Avvocato si rende anche conto della gravità delle attuali imputazioni a carico del medesimo soggetto e della imprescindibile necessità di fare su di esse piena luce nell'interesse del Paese.
Nella confusione concettuale che da anni affligge, deformandola, ogni questione politica, istituzionale e giudiziaria, mi permetto di rammentare ancora una volta all'Avvocato Nori, a fronte delle strane argomentazioni da lui addotte, per nulla giuridiche e tutte politiche, che la tutela dell'interesse del Paese si impone ed antepone a qualunque simpatia personale, e che in ragione di essa e solo di essa percepisce uno stipendio.
Faccio altresì notare all'Avvocato Nori che proprio la circostanza di trovarsi egli nella evidente, ma erroneamente ritenuta necessità di difendere la persona fisica e specifica di Silvio Berlusconi, a causa della sua personale situazione giudiziaria contingente, è già di per sé motivo sufficiente ad escludere la costituzionalità del provvedimento in oggetto, oltre a denunciarne l'indecenza e la volgarità 'politica'.

Apprendo, sempre dai giornali on-line, che l'Avvocato Nori ha anche messo nero su bianco, sempre nella memoria difensiva depositata a nome della Presidenza del Consiglio, che se anche la bocciatura del lodo non determinasse le dimissioni di Berlusconi, si potrebbe 'creare una forte corrente di opinione contraria, che rende quantomeno precarie le condizioni personali di serenità che secondo la Costituzione devono essere assicurate all'interessato ed in mancanza delle quali resta pregiudicato l'interesse generale sottostante'.

Immagino che l'Avvocato Nori abbia voglia di scherzare. Forse anche lui, come i giudici costituzionali Mazzella e Napolitano, ha avuto occasione di cenare qualche volta con quel burlone di Berlusconi e ha finito col farsi contagiare.
Non vorrei sembrare scortese, ma ritengo del tutto fuori luogo battute di cattivo gusto in una fase così drammatica come quella che sta attraversando il nostro Paese; e di nuovo mi corre l'obbligo di ricordare all'Avvocato che siamo noi a pagarlo e non lo paghiamo per fare il comico.
E' infatti di tutta evidenza che in un normale Paese democratico, in presenza di imputazioni a carico del Presidente del Consiglio, le dimissioni sono d'obbligo. Ed è questo che infatti accade nei Paesi democratici e quando non accade è altrettanto normale che si crei 'una forte corrente di opinione contraria', anzi, per dirla più propriamente, le eventuali mancate dimissioni in presenza di simili circostanze provocherebbero una somma indignazione ed inquieterebbero ogni spirito democratico e legalitario.
La legalità è infatti conditio sine qua non della democrazia, e questo 'nell'interesse generale sottostante'.
Da ultimo, faccio notare all'Avvocato Nori che nella Costituzione non c'è scritto che se non assicuriamo l'impunità di Berlusconi (impunità che l'Avvocato Nori descrive come 'condizioni personali di serenità' dell'interessato) si compromette l'interesse generale sottostante.
Al contrario, nella Costituzione c'è scritto che è fondamentale che un delinquente non resti impunito, proprio nell'interesse generale.
Non solo, c'è pure scritto che i delinquenti non devono assolutamente andare a Palazzo Chigi, devono invece andare in carcere, dove saranno opportunamente rieducati.
La Costituzione dice infatti che le cariche pubbliche devono essere rivestite da cittadini di specchiata onestà, onorabilità e rispettabilità.
Quindi, nel dubbio che un soggetto sia colpevole di reati, è bene che stia lontano da qualunque carica pubblica, finché la sua posizione non sarà chiarita.
L'avvocato Nori sa bene che la legalità, in quanto premessa e fondamento dello Stato di diritto, non è un principio costituzionale rientrante nella disponibilità del corpo elettorale, tanto meno nel caso in cui lo stesso sia chiamato ad esprimersi, anziché con il voto, come esige la nostra Costituzione, col sistema ormai prevalente del televoto, controllato in via palesemente maggioritaria proprio dall'imputato di cui sopra.

Se dobbiamo fare finta che siamo in una democrazia, perché quella vera non ci è concessa, che almeno si attengano al copione.

martedì 15 settembre 2009

26 settembre p.v.

Sappiamo che il Parlamento italiano ormai da anni è stato trasformato in una specie di ricovero (salvo rare eccezioni) riservato ai ‘diversamente disabili’, cioè a soggetti adulti ostinatamente disoccupati per scelta.
Soggetti che però, in ragione di un tanto naturale quanto disgustoso servilismo nei confronti dei padroni (il plurale è molto importante), hanno diritto ad un sussidio, il cui ammontare preciso mi sfugge, ma che tra impicci e imbrogli dovrebbe aggirarsi intorno ai 15.000,00 euro al mese.
Intanto, nel bel mezzo di una crisi finanziaria e di una grave recessione economica, gli italiani, già provati dal precariato e spremuti come limoni, perdono il lavoro uno dopo l’altro, sprofondando in una disoccupazione tragica, senza che sia riconosciuto loro alcun sussidio o ammortizzatore sociale.
Praticamente, tra le tante assurdità di questo Paese, ormai totalmente privo di senso, vi è anche la seguente paradossale situazione.
Cioè che una massa enorme di lavoratori, loro malgrado disoccupati ‘veri’, è pure costretta a mantenere a caviale, champagne e prostitute di lusso un branco di disoccupati ‘finti’, con buona pace del buon senso e della giustizia e alla faccia di tutti i soldi versati a titolo di imposta.
Le gravi condizioni in cui oggi versano i lavoratori trovano la loro ragion d’essere in una serie di provvedimenti fortissimamente e concordemente voluti dai padroni (dal pacchetto Treu alla legge 30), con i quali hanno pensato bene di cancellare uno ad uno tutti i diritti che le precedenti generazioni di lavoratori avevano faticosamente conquistato, cominciando finalmente a dare una prima parziale attuazione ai principi costituzionali in materia di lavoro.
Fatica sprecata, tutto azzerato.
Purtroppo, la formale entrata in vigore della Costituzione repubblicana, il 1° gennaio 1948, non ha mai avuto riscontro nella cosiddetta Costituzione materiale, nel senso che non è mai stata attuata, se non in minima parte. Quella stessa minima parte che adesso è stata pure cancellata.
Ho citato la materia del lavoro, ma a titolo puramente esemplificativo, perché in realtà la cancellazione ha interessato tutti i diritti, tutti i principi, tutte le libertà e di fatto le stesse istituzioni.
Sappiamo che il nostro Paese è storicamente caratterizzato da una illegalità che credo si possa senz’altro definire strutturale.
Dunque, corruzione, mafia, p2, ingiustizie, soprusi, ecc.. non sono una novità dell’era berlusconiana.
Quello che invece sembra un’invenzione berlusconiana (fascismo a parte) è la circostanza che con Berlusconi l’illegalità che intride il sistema politico-giudiziario -finanziario italiano, a differenza che nel passato, viene portata bellamente alla luce e rivendicata come legalità.

Praticamente, è un totale rovesciamento dei termini e viene meno anche quel minimo ritegno che fino ad allora aveva frenato i sedicenti politici nostrani.
La Costituzione democratica cessa di fatto di essere legge fondamentale e cessa di esserlo anche dal punto di vista formale, se consideriamo gli innumerevoli interventi legislativi, adottati tutti senza il rispetto neanche formale del dettato costituzionale. Basti pensare al ricorso continuo e anche solo per questo infondato ai decreti legge o al continuo uso, costituzionalmente aberrante, della fiducia.
E’ dolorosamente lungo l’elenco dei provvedimenti, dei comportamenti, delle dichiarazioni, dei silenzi, delle ‘nuove prassi’ e, in sintesi, di tutto ciò che negli ultimi tre lustri ha determinato la sostanziale, e a mio avviso anche formale, negazione in radice dei più elementari ed essenziali principi democratici e liberali, fino alla cancellazione dello stesso Stato di diritto.
Non è rimasto più nulla.
Le Istituzioni sono state illegittimamente e volgarmente occupate da individui impresentabili, indegni e incapaci, che sporcano tutto quello che toccano e toccano tutto.
Il sistema legislativo, già di suo ferocemente frammentario e contraddittorio, è oggi ridotto ad un pachidermico ed inestricabile groviglio di parole, concetti e regole totalmente insensate, fonte di odiose ed insopportabili ingiustizie e crudeltà.

La magistratura è ormai inaffidabile, le infiltrazioni sono profonde e la toga non fa il magistrato, occorre valutare caso per caso.
La stessa Corte Costituzionale è stata intaccata e non è più in grado di offrire alcuna garanzia.
I nostri concittadini spariscono inarrestabilmente dal mondo reale, risucchiati uno dopo l’altro dal tubo catodico.
L’intero patrimonio statale, mobiliare ed immobiliare, è stato vergognosamente divorato da pochi famelici selvaggi, a colpi di privatizzazioni e cartolarizzazioni.
….
In rete, molti dicono ‘dobbiamo difendere il diritto tal dei tali’; ‘dobbiamo difendere la libertà pinco palla’.
Secondo me non c’è più nulla da difendere, ma tutto da ricostruire.
Per farlo, sempre secondo me, dobbiamo coraggiosamente e consapevolmente ricominciare dalle verità negate delle stragi del ’92 e del ’93, perché è lì che è stata definitivamente stroncata ogni ‘tensione’ democratica e legalitaria.

Da lì bisogna ricominciare, senza tornare indietro, senza cioè cedere alla tentazione che pure c'è e ci sarà di ripiegare sul più facile, ma ingannevole male minore.

Il 26 settembre p.v. il Comitato 19 luglio 1992 invita tutti i cittadini a scendere in piazza, per ricominciare da lì dove i nostri migliori concittadini sono stati fermati.
26 settembre, Roma, Piazza Bocca della verità, h. 14,00.

http://temi.repubblica.it/micromega-online/26-settembre-agende-rosse-in-piazza-anche-a-roma/