"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 30 settembre 2009

Possibili scenari per il dopo 6 ottobre

Il 6 ottobre è una data importante, anche se non decisiva, della Berlusconeide e fondamentale per il futuro della democrazia italiana.
Il 6 ottobre la Corte Costituzionale farà conoscere le proprie decisioni in merito alla legittimità costituzionale del lodo Alfano, cioè la legge (approvata anche con i voti dei 'liberali e democratici' finiani) che impedisce lo svolgimento dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente della Camera dei Deputati e Presidente del Senato) durante il loro mandato. Processi per reati non attinenti la propria funzione pubblica ma di qualunque altra natura (ipoteticamente anche omicidio o stupro) commessi prima o durante l'occupazione della carica.
Dunque data importante ma non decisiva. Non sarà determinante per la permanenza in carica di Berlusconi (ormai è chiaro che spontaneamente non mollerà di un millimetro neanche cadesse il mondo) ma delle modalità con le quali si esprimerà la lotta di quei 'poteri forti' che ne hanno deciso la defenestrazione.
Berlusconi appare sempre più chiuso nel proprio bunker mentale, difeso dai suoi fedelissimi. E dal suo rifugio non perde occasione per lanciarsi in improvvise sortite spalleggiato dai componenti della propria guardia imperiale, i mediocri collaboratori e le emerite nullità di cui si è attorniato in questi anni, i cavalli fatti senatori come con Caligola: pavoneggiarsi alla consegna dei moduli abitativi ai terremotati abruzzesi, scagliare virulente accuse contro le opposizioni e quei pochi giornalisti ancora liberi, lusingare le élites amiche e nemiche con l'immondo scudo fiscale.
Fuori dal bunker i nemici: i poteri forti additati da Brunetta (le grandi Banche? Confindustria?), il Vaticano?, Usa e Israele (a causa delle pericolose amicizie con Putin e Gheddafi)?, tutti nemici che peraltro trovano sponda in rilevanti pezzi della sua maggioranza.
Se, per decenza costituzionale e probabile convenienza politica, la Corte riterrà illegittimo il lodo Alfano non ci saranno dimissioni automatiche ma si aprirà solo un altro fronte per Berlusconi: quello dei procedimenti giudiziari. In primis il processo Mills: qui non si tratta di una indagine in fase di istruttoria ma di un procedimento che è arrivato già ad una conclusione in primo grado. L'avvocato Mills è stato riconosciuto colpevole di essersi fatto corrompere da Berlusconi per rendere falsa testimonianza nel corso di processi a carico del premier. Ma potrebbero trovare una accelerazione le istruttorie in corso a Milano per frode fiscale oltre che conoscere nuovi sviluppi le indagini per le stragi di mafia del 92, 93 e 94.
In realtà in queste ultime settimane ci è sembrato di assistere ad un periodo di tregua, dalla parte degli ‘attaccanti’, durante il quale Berlusconi ha potuto rinfrancarsi e sentirsi abbastanza forte da poter abbozzare, anche tramite i suoi servi, una controffensiva nei confronti dei nemici. E magari contemporaneamente intavolare una trattativa e presentare le proprie condizioni per togliersi di mezzo.
La tregua unilaterale incontrerà però una prima interruzione appunto il 6 ottobre ed avrà un altro momento di svolta nelle primarie del PD del 25 ottobre, data a decorrere dalla quale il nuovo segretario, presumibilmente il dalemiano Bersani, potrà avere le mani libere per rendersi disponibile a nuovi assetti politici.
E' ipotizzabile che conclusosi questo periodo di calma apparente, Berlusconi sarà oggetto di nuovi contemporanei attacchi per portarlo alla resa finale: oltre agli sviluppi delle vicende giudiziarie, verranno nuove rivelazioni sugli scandali sessuali e si materializzerà un altro terreno di scontro, quello parlamentare. Con la svolta strumentalmente liberale di Fini, da coordinatore delle forze di sicurezza al G8 di Genova del 2001 (per intenderci quello della ‘macelleria messicana’) a campione della destra liberale, fautore di una legge per agevolare il rilascio della cittadinanza italiana agli immigrati, con l'obiettivo manifesto di spaccare la maggioranza e lasciare in mano alla Lega il cerino di una crisi di governo. Strategia a cui potranno affiancarsi altre occasioni per imboscate parlamentari (dallo scudo fiscale alla legge sulle intercettazioni fino alle norme sul testamento biologico).
In realtà la situazione politica appare in una situazione di stallo: fino a quando Berlusconi non deciderà di farsi da parte lasciando campo libero nel PDL, non si vede come un'alleanza tra Fini (e i dissidenti del PDL) e Casini, anche qualora contasse sui voti del PD, possa ottenere la maggioranza in Parlamento e ancor di più, nel caso di nuove elezioni (anche nella ipotesi della discesa in campo del grande centro montezemoliano), come raggiungere il necessario consenso popolare.

Due sono i possibili scenari che si aprono a fronte di questo, finora sterile, accerchiamento: Berlusconi e magari anche la Lega in cambio di rilevanti contropartite (in termini di impunità penale per il primo e di concessioni in tema di secessione la seconda) decidono di farsi da parte oppure si apre uno scontro aperto e a tutto campo. Uno scontro che potrà avere esiti incerti, come il ricorso alle elezioni anticipate ma anche assumere forme eversive della democrazia.
Da un uomo come Berlusconi, cinico, privo di qualsiasi scrupolo morale, accecato dalla propria mania di grandezza, circondato da consiglieri politici impresentabili e che, dopo quindici anni dalla discesa in campo, dovesse ritrovarsi a lottare per la sua sopravvivenza possiamo attenderci di tutto. Anche di ritrovarci i carri armati in strada e ronde leghiste e fasciste a rastrellare gli oppositori.

E' proprio dunque in questo momento che servirebbe una grande mobilitazione dei cittadini democratici e dei partiti di vera opposizione che abbandonassero il ruolo di spettatori per riaffermare i valori della Costituzione e chiedere di ripristinare la sovranità popolare.
Una mobilitazione straordinaria per le dimissioni di Berlusconi, in ossequio al principio di legalità, ma nel contempo per una politica diversa, fatta da persone con le mani pulite e che passi necessariamente attraverso elezioni democratiche libere per la selezione di una nuova classe di governo.

4 commenti:

  1. Analisi ineccepibile e conclusioni inevitabili.
    Partecipare e mobilitarsi, abbandonare ogni snobismo e cinismo poiché domani potremmo pagare carissimo il disimpegno di oggi.

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  2. Spero tanto che la corte costituzionale sia fatta da uomini liberi, uomini che credono fermamente nella democrazia e quanto affermato nella nostra costituzione. A me personalmente il berlusca mi ha già rotto...., non lo considero nè un uomo politico nè un grande imprenditore quale vuole far credere. Mentre invece é solo un nefasto attore megalomane. ciao...anonimo

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  3. Non c'è niente da fare, non si riesce a superare l'astio per Berlusconi, non ci sono una sinistra e una destra, ma una sinistra e Berlusconi. E la sinistra usa qualunque pretesto per attaccare l'uomo politico.
    Io ho votato Berlusconi, non necessariamente condivido ogni sua posizione, ma sono convinta che non ci sono alternative.

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  4. Anche se il Lodo Alfano sarà dichiarato incostituzionale, e non è detto che lo sia, nel breve termine non succederà nulla.
    Anche se Berlusconi sarà trascinato in tribunale, i suoi avvocati spulciando il codice di Procedura penale, troveranno mille cavilli per portare il processo alle calende greche, cioè in prossimità della scadenza della legislatura. Poi si vedrà.

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