"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 12 settembre 2009

Silvio e Mike: funerali di Stato

Ho ascoltato commossa le parole molto belle che amici, prima ancora che colleghi, hanno saputo dedicare a Mike Bongiorno.
Parole intense e a mio avviso visibilmente sentite.
La voce rotta dal sentimento e da una dolorosa gratitudine che è già nostalgia.
L’amore ha un prezzo che val la pena di pagare.
Mentre li ascoltavo, mi sembrava di vederlo Mike Bongiorno, in tutta la sua umanità e con un caldo sorriso ad illuminargli il volto.
Ogni parola era per lui.
Parole autentiche per un uomo autentico.
Dopo tanti anni di bugie raccontate dai tg, dopo tanti anni di retorica e di ipocrisia, di false e meschine commemorazioni in stile pubblicitario a scopo di propaganda politica, finalmente qualcosa di vero, qualcosa di autenticamente sentito.
Senza retorica, senza ipocrisia, senza opportunismo, senza strumentalizzazioni, senza propaganda..
Per una volta, persone e sentimenti veri, che hanno umilmente lasciato lo spazio di un’intera piazza e di un intero Paese ad un uomo, uno solo, affinché potesse raccogliere tutto insieme l’affetto di un intero popolo.
Ma questo non mi ha solo commossa, mi ha stupita.
Non ero più abituata a vedere in televisione qualcosa di vero e di bello, non credevo che questo Paese ne fosse ancora capace.

Poi è arrivato Berlusconi e ha rovinato tutto.
Freddo e distaccato, senza un briciolo di commozione.
L’espressione seria e posticcia di chi cerca di simulare una gravità che evidentemente ritiene adatta alle circostanze, e di rendersi interprete di sentimenti tanto importanti quanto in lui visibilmente assenti, ma la cui simulazione è considerata altrettanto necessaria.
Sin dalle prime parole, cerca di oscurare, artatamente nominandoli, Fiorello, Fazio e Baudo, gli amici di Mike intervenuti prima di lui, freddando gli animi e il pathos fino a quel momento diffuso nella piazza, spostando brutalmente l’attenzione da Mike a se stesso, con l’evidente, a mio avviso, intenzione di riprendersi la scena ed apparire quanto meno co-protagonista.
Berlusconi non è capace di farsi da parte neanche di fronte alla morte e ancor meno di fronte alla bellezza, cui lui per vanità ha rinunciato.
Poi, pronuncia quattro parole obbligate su Mike, cercando invano di farle apparire sentite. Non so chi le abbia scritte, ma certo si è sprecato. La loro banalità supera addirittura la retorica, recitate tra l’altro da un Berlusconi che a me è sembrato anche un po’ annoiato.
Il tono si riaccende un minimo quando, parlando di Mike, informa la piazza e il Paese che negli ultimi giorni lui ha avuto modo di incontrarlo e di nuovo lui, Berlusconi, torna protagonista.
E qui il tono sale ancora, attribuendo a Mike, la cui persona e la cui vita a questo punto scompaiono completamente dalla scena, tutti i valori patriottici di una pasticciata e decisamente inopportuna propaganda di regime.
E comincia ad usare parole chiave e a colpo sicuro: eroe, resistenza, dignità, libertà..

(Fiorello aveva parlato di gioco e di ragazzini).

E le pronuncia senza pudore, con la voce da comizio che nulla ha a che fare con un funerale, e con la faccia impiastricciata di trucco, riuscendo purtroppo, sia pure faticosamente, a strappare un applauso che non arrivava.
Strappato l’applauso e visibilmente rinvigorito, abilmente torna su Mike, ma solo per dire inutili ed insignificanti dettagli tra l’altro scontati, tipo: conosceva un sacco di gente, si ricordava i nomi di molte persone…

(Fazio poco prima aveva parlato della stima che Mike si era umilmente guadagnato nella vita, e la stima, diceva Fazio, non c’entra niente con la popolarità, con la notorietà e col successo, la stima si conquista con le azioni, con la vita e con i propri gesti quotidiani..)

E anche quelle stonate parole di Berlusconi di lì a breve si rivelano non casuali, infatti, subito dopo, torna ad usare Mike, questa volta per evidenziare la sua (di Berlusconi) sensibilità nei confronti degli altri.
Tanto che, usando Mike, richiama un’altra serie di parole e concetti chiave, come padre, madre, malattia, bisogno, etc.

(Baudo poco prima aveva promesso a Mike che avrebbe continuato a regalare le sue arance, che
Mike da anni ormai, ironicamente ed affettuosamente, aspettava puntuali, a sua moglie e ai suoi figli e non per sopperire ad un bisogno, ma per puro affetto).

Non avete notato anche voi l’abisso tra gli amici di Mike, che si sono alternati, nel giorno dell’estremo saluto, per prestare la loro voce e la loro fisicità ad un uomo, un amico caro, che non ha più né voce né corpo, e l’egoistica rappresentazione di cui invece, in quello stesso giorno, ha dato prova un curioso individuo, disperatamente attaccato come una cozza a Palazzo Chigi?

Segue poi tutto un bla bla bla di ringraziamenti a Mike ‘per come in tutti questi ultimi anni mi ha sostenuto nella mia fatica al servizio degli italiani e dell’Italia; ancora recentemente mi invitava a continuare e mi diceva sai, ciascuno ha il suo destino, a questo destino nessuno di noi si può sottrarre. Io ho avuto il destino che sai, ho vissuto una vita meravigliosa, ho una famiglia meravigliosa e ho avuto anche qualche amico meraviglioso, anche tu non ti puoi lamentare’ (sorriso di scena).
Poi conclude col trionfo del tele-patriottismo: ‘..tu, Mike, attraverso la televisione facesti nascere l’Italia e facesti unire tutti gli italiani d’Italia..’
(Senza nulla togliere a Mike) Con buona pace di Mazzini, Cattaneo .. e tutti i Padri Costituenti.
Amen.

3 commenti:

  1. Concordo in pieno, il momento più basso lo ha toccato ricordando la puntualità di Mike nel fargli gli auguri per il compleanno e, dopo aver riferito che ogni volta gli ripeteva che questa è l'unica data che non vorrebbe ricordare ha però subito aggiunto ringalluzzendosi che Mike lo rassicurava dicendogli che gli anni più belli saranno comunque sempre quelli ancora a venire, e pare convinto di aspettarne tanti.
    Una minaccia per noi.

    Si è poi visto, a fine commemorazione ma ancora davanti al Duomo, e ben in vista, il cinico fuori programma in cui, schiumante livore, ha risposto a qualche pseudogiornalista più imbecille di lui sulle sue ultime questioni.
    Hai ragione, nemmeno ad un funerale esce da sè, incapace di rispetto e pietà.
    Solo la morte lo fermerà.

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  2. Solo due domande ingenue: 1- Perché i funerali religiosi e solenni in Duomo? Il Mike nazionale non era pluridivorziato? 2- Perché i funerali di stato? E' forse morto sul lavoro cadendo da un'impalcatura mal fatta o bruciato in una fabbrica dove mancavano le misure di sicurezza?

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  3. Perché quelli che hanno occupato il Vaticano e lo Stato, dopo aver svuotato per bene l'uno e l'altro, li hanno trasformati in contenitori televisivi e ora ci buttano dentro tutto quello che serve.

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