"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 21 maggio 2010

C’è bisogno di sinistra?

di Michele

C’è bisogno di sinistra?
Per rispondere a questa domanda bisogna capire cosa rappresenta la sinistra, se alla sinistra si può ancora dare un’identità precisa, un’impronta ideale, in base ai valori cui si richiamano militanti e simpatizzanti che si schierano tradizionalmente a sinistra. E soprattutto occorre analizzare i motivi per i quali è venuto meno il radicamento nella società e se è il caso di ripartire da zero per un’alternativa che si dica di sinistra ma che superi le dispute ideologiche e affronti la realtà attuale, con risposte concrete ai bisogni della società, con ragionevole tempestività al mutare delle condizioni socio-culturali, economiche del paese.
Sarebbe innanzitutto opportuno mettere al centro dell’attenzione la partecipazione attiva alla vita sociale e politica come forma di cittadinanza rappresentativa della democrazia dal basso. Il punto cruciale è che si è smarrito il senso di democrazia diretta, essendo stato sostituito dalla rappresentanza partitica di poche elite. Va invece stabilito che la politica non è un frutto dei partiti, ma è qualcosa di nobile che appartiene a tutti i cittadini che partecipano attivamente, o cercano di farlo, alla vita politica e sociale.
Quindi, il punto di partenza è riappropriarsi del senso di partecipazione attiva dal basso, inteso come prendere coscienza che un comune cittadino può essere parte di un percorso che può condurre ad una svolta epocale. Bisogna partire da una mobilitazione delle coscienze al fine di avviare un nuovo modo di concepire la vita politica e sociale, abbandonare individualismi, smanie di protagonismo, egoismo e menefreghismo, per costruire dal basso una rete di partecipazione democratica e rivendicare di essere parte attiva in un percorso politico nuovo e non vincolato alle scelte dei partiti sempre più personificati da leader al comando da troppo tempo.
Poi occorre costruire un’alternativa, ma contemporaneamente fermare una deriva autoritaria, eversiva che chiude sempre di più gli spazi di democrazia.
Un’alternativa che rappresenti i valori sanciti come principi fondamentali della costituzione, quali: uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, laicità dello stato, libertà di manifestazione del pensiero, solidarietà umana, integrazione sociale e razziale; un’alternativa a partire dai bisogni dei più deboli, a difesa degli interessi collettivi e non di poche elite; insomma un’alternativa che mi piacerebbe definire di sinistra.
Riassumendo: occorre partire dalla mobilitazione delle coscienze; rendersi parte attiva per una partecipazione democratica diretta alla vita politica e sociale; costruire un’alternativa a partire dalla difesa della costituzione.

Nessun commento:

Posta un commento