Sul tema Costituzione sono davvero tante le considerazioni che dovremmo fare e molteplici le variabili che, spesso scompostamente, hanno determinato il ‘paradosso italiano’: da un lato, un Paese dotato di una Costituzione riconosciuta dalla maggior parte degli addetti ai lavori come un autentico capolavoro giuridico, ad oggi ancora insuperato, una mirabile e funzionale sintesi della crema del pensiero politico da Pericle ai nostri giorni; dall’altro, una realtà-Paese che è quanto di più lontano si possa immaginare dal disegno costituzionale, di cui è stata cinicamente impedita l’attuazione ad opera di un sistema di potere che affonda le sue radici nell’Italia preunitaria.
Mi limito quindi a considerare solo alcuni punti, sui quali, per la fase che ci stiamo vivendo, mi preme porre l’accento logico, consapevole che il ragionamento possibile, ed anche doveroso, è in realtà ben più articolato e complesso.
1. La nostra Costituzione è stata opera di una ristretta intellighenzia che non aveva alcun riscontro in una realtà italiana ancora in larga misura analfabeta e ignara di quanto realmente fosse accaduto e stesse accadendo sulla propria testa. Questo per dire che l’Italia non era all’altezza della Costituzione che riceveva in dono. Di questo i nostri Padri Costituenti erano ben consapevoli ed avevano chiarito bene l’enorme lavoro di alfabetizzazione, formazione, crescita e maturazione culturale che si rendeva necessario ed in mancanza del quale la Repubblica democratica non sarebbe potuta diventare realtà (come purtroppo è accaduto).
2. La cultura mafiosa e quella fascista, penetrate ormai nelle ossa di gran parte degli italiani, hanno ricevuto il cinico e mirato favore di poteri forti d’oltreoceano e non, contro i quali nessuno ha potuto nulla, non a caso li chiamano poteri forti, ma hanno soprattutto potuto germogliare agevolmente in una terra resa fertile da quasi duemila anni di ‘scuola pontificia’.
3. Chiunque abbia tentato di dare attuazione alla Costituzione repubblicana è stato ucciso e massacrato senza pietà: politici, sindacalisti, intellettuali, magistrati, forze dell’ordine, imprenditori, preti, comuni cittadini..
4. Personalmente distinguo tre fasi dal ’46 ad oggi, anche qui semplifico per premiare la sintesi. L’era andreottiana: la finzione democratica è saldamente ed abilmente gestita; l’era craxiana: le redini del sistema di potere cominciano ad allentarsi, nelle mani di soggetti sempre meno abili e sempre più semplicemente corrotti e in un quadro internazionale che precipita e ci precipita in un disequilibrio ancora attuale, la finzione democratica viene smascherata ed esposta alla gogna pubblica; ed infine l’era berlusconiana: il letamaio integrale, nessuno si preoccupa neanche più di fingere, le violazioni dei più elementari principi democratici e di buon senso vengono consumate alla luce del sole.
5. L’Italia oggi affonda in un penoso degrado economico, sociale, culturale, politico e giuridico. Da 16 anni nessuno governa più il Paese, abbandonato ad una deriva totalmente priva di senso. Lo Stato non c’è più, neanche finto; in un certo senso, non c’è più neanche il debito pubblico, quello che infatti chiamano debito pubblico è tecnicamente un debito privato che si pretende di far pagare a terzi. Trattasi infatti di debito contratto da soggetti privati per interessi altrettanto privati: arricchimento personale e finanziamento del loro sistema di potere totalmente illegale. Non un centesimo di quella montagna crescente di debito è stato e viene speso per questo Paese.
Alla luce di queste considerazioni, concludo che secondo me parlare di ‘difesa’ della Costituzione è del tutto fuorviante. Si incorre a mio avviso in un pericoloso equivoco, che è quello di far credere che l’attuale situazione abbia qualcosa a che vedere con la nostra cara Costituzione, il che non è.
Il linguaggio che usiamo è tanto più importante se consideriamo che gli oligarchi, che hanno saldamente in mano i tre poteri chiave (finanziario, mediatico e militare), fanno leva proprio su un linguaggio deliberatamente distorto, sulla confusione concettuale e sull’ignoranza dei più per far passare la loro potente propaganda.
Il messaggio attuale che stanno divulgando in modo pesantissimo, a reti e stampa unificate, è proprio quello di far credere che se l’Italia oggi è combinata così è per ‘colpa’ della Costituzione repubblicana (e dei nostri Padri Costituenti) e di questa terribile recessione che viene da lontano.
A mio avviso, sarebbe più opportuno parlare di ‘attuazione’ della Costituzione, l’unica che può tirarci fuori da questo pantano plurisecolare, spiegare bene che è proprio la sua mancata attuazione a condannarci in queste misere condizioni e che questi signori vogliono cambiare la Costituzione all’unico scopo di legalizzare sul piano formale il colpo di Stato già compiuto e per definire il regolamento di conti in corso tra di loro.
Nessun commento:
Posta un commento