"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 31 dicembre 2010

Buon 2011 a tutti

di Michele

E' in atto una sorta di repressione fascista per mettere a tacere qualsiasi voce critica verso l'operato di questo Governo che, incurante del grave disagio sociale riportato da tali voci, alimenta le tensioni e il conflitto sociale.


Che si inizi il 2011 col mettere al primo posto la dignità umana e il rispetto della persona per prendersi cura seriamente del malessere sociale.


CHE SIA PER TUTTI IL 2011 UN ANNO DI CRESCITA SOTTO TUTTI GLI ASPETTI ECONOMICO, SOCIALE, CULTURALE.

giovedì 30 dicembre 2010

BUON ANNO


Di Marigo Giandiego (poesia dell'autore)


Sono convinto che passino tonnellate di retorica in questo periodo dell'anno. Palesi contraddizioni sia comportamentali che culturali, in cui tutti bene o male ricadiamo. Eppure tutto questo deve avere anche un senso se l'umanità si è tanto preoccupata di conservarne il costume, facendo passare attraverso la storia questo periodo dell'anno e consacrandolo in un modo o nell'altro alle celebrazioni della morte e della rinascita. Quindi sensibile al sacro ed allo storico, come mi ritrovo ad essere, non posso che prendere atto d'una volontà che mi è superiore e che è , in qualche modo, connaturata al ritmo stesso di Gaia ed uniformarmi al suo respiro ed al suo rapporto con il cosmo augurandovi BUON ANNO!

Lo faccio a mio modo, con il mio linguaggio, ma lo faccio con una pulsione vera, che mi parte dall'anima e che spero traspaia fra le righe di questa...brevissima poesia




ANNI

E gli anni passano e ti passano
Addosso, attraverso, dentro
“ il capirti meglio “ per farti capire
e impari linguaggi
modi di dire e trucchi
ma non sei mai più saggio…
solo più vecchio
tu sai dire più cose
mille parole riconosci e sai
ma gli anni passano ed inventan frasi
una, poi l’altra, come una collana
che te la vedon tutti
quando la porti addosso
al pari di un trofeo

mercoledì 29 dicembre 2010

NOME E COGNOME: AREA DI PROGRESSO E CIVILTA'



Di Giandiego Marigo

Ci vengono a raccontare un modernismo che non esiste. Attuano un vecchio programma massonico-piduista isolando e dividendo il sindacato ed ottenendo di fatto la estromissione della FIOM dalla FIAT.

Chiamano attentati lo scoppio di petardi, il lancio di uova o di frutta marcia, spacciano per violenza la spargimento di vernice.

In questo contesto il PD decide con figure di assoluta rilevanza della sua struttura dirigente, nelle persone di D'Alema, Marini e Fassino (al momento sono solo questi) di confermare la propria linea neo centrista appoggiando l'Accordo/Ricatto di Pomigliano e prendendo posizioni in chiaro appoggio a CISL e UIL e dimostrando chiarissimanente, per chi ne coltivasse il dubbio, da dove stia passando l'isolamento della FIOM e quale il prezzo che il Terzo Polo chiede al PD per anche solo pensare a nozze...o comunque ad un'idea pur vaga di convivenza (in questo senso ricorda la testa del Battista sebbene sia azzardato comparare Fini, Rutelli e Casini alla splendida Salomè)
A questo punto io chiedo ai Vendola, ai Di Pietro, ai Grillo ai compagni ed agli amici del Popolo Viola, agli amici dei Movimenti del NoRazzismoDay, dei Comitati Primo Marzo, agli amici del Movimento per l'Acqua e per la Difesa dei Beni Comuni, ai vari Movimenti Referendari, agli Uniti e Diversi, alla Società Civile.

Chiedo loro se valga la pena di continuare una relazione così inutile e pericolosa se sia il caso di considerare ancora tutto il corpo di questo partito nell'Area di Progresso e Civiltà e quale sia il peso che le scelte di questo Partito accollerebbero a tutti.

Un Partito, appunto, sin troppo chiaramente vocato al compromesso ed il cui unico interesse sembra essere la gestione del potere. Che accetta di svendere ogni premessa sull'altare di una condivisione culturale che lo avvicina sempre più a quello di cui, molto teoricamente, dovrebbe rappresentare l'alternativa, Sino all'ultimo sacrificio richiesto ed a quanto pare accettato La FIOM. Io vi chiedo se il continuare a riferirsi a questo Partito nella convinzione di poterlo spostare, influenzare, ricondurre a logiche di progressismo, non finisca con il trascinare tutta l'Area in un gorgo di non senso.
Moltissime volte, ho personalmente ripetuto e scritto che l'Area di Progresso e Civiltà si consolida sui suoi contenuti, sulle sue tematiche e sugli obbiettivi che pone e non sulle alchimie di alleanza e soprattutto non può accettare la politica della trattativa e del compromesso sulle questioni valoriali.

Non possiamo consegnare, per fare un'esempio, alla nostra gente un'idea di visioni variabili che oggi credono nelle energie rinnovabili , ma che domani potrebbero trattare sull'argomernto.

La nostra in questo caso non sarebbe una visione di mondo ed una proposta ma solo un'adattamento, definito Pragmatico all'esigenza di avvicinarsi alla greppia e non potremmo offenderci se ci quallificassero poi in base a questa necessità di governare piuttosto che alle notre idee ed alle proposte che facciamo.

Possiamo continuare a convincere il nostro popolo ripetendo slogan che si dimostrano privi di contenuti alla primissima prova, come possiamo costituire un'alternativa sull'unica base della propensione alla rinuncia della nostra visione...e sull'accetazione di quella proposta dalla cultura del Potere?

Come potremmo definirci alternativi a ciò che riteniamo l'unico mondo possibile? Ed ancora una volta perchè il nostro popolo dovrebbe appoggiarci se non proponiamo il mondo che essi immaginano e vedono.
Vi chiedo di crederci in quest'Area di Progresso e Civiltà, di proporla, rifiutando definitivamente le logiche della trattativa quotidiana...dell'inseguimento della poltrona e della difesa ad oltranza delle rendite di posizione accettando di essere quallo che siamo e di proporre il mondo e la visione che condividiamo e che costantemente viene fatta oggetto di compromesso e trattativa dal PD. In questo senso chiedo all'area di costituirsi a prescindere da questo Partito non rinnegandolo o chiudendogli ogni accesso, ma prescindendo semplicemente dalle sue logiche che sono Perdenti e che hanno dimostrato di esserlo non nella grammatica del politichese ma nella pratica delle sconfitte in serie.
Molto spesso io sentito ripetere che non si poteva prescindere dal PD, ma questo è sempre stato in un'ottica di alternanza e bipolare, in un'ipotesi di pronto rilancio e vittoria in una supposizione di tenuta del campo dell'alternativa culturale ed è proprio questo che io metto in discussione questo campo e questa tenuta.
Sono personalmente convinto che la sconfitta culturale, anche grazie a questa promiscuità e condivisione di una parte dello schieramento sia di portata molto più complessa ed ampia di quanto noi stessi non si abbia il coraggio di raccontarci.

A prescindere da antiche bandiere e vecchi vessilli, resta il fatto che il rinunciare ad una visione e ad un progetto per condividere quello del Potere è avocare e dimeticare, rinunciare al proprio retaggio, alla propria storia, al senso stesso del proprio percorso pur di ottenere un accesso al convitto internazionale delle forze ritenute accettabili democratiche...ed in qualche modo governative.

Sono convinto che le istanze di Quest'Area di Progresso e Civiltà debbano essere rappresentate a prescindere ed anche con il coraggio di porle ad ogni livello anche su di uno scenario più ampio ed internazionale. La comprensione della necessità di globalizzare il concetto di Area di Progresso fa parte delle priorità assolute per articolare e rendere importante questa proposta. Area di progresso e civiltà quindi in risposta alla grettezza del Mostro Pragma ed alla teorizzazione delle modulazioni dell'unico Mondo possibile e dell'unica cultura accettabile.

Nonostante tutto io difendo Antonio Di Pietro


di Maurizio Zaffarano

La querelle sulla questione morale scoppiata intorno e all'interno dell'Italia dei Valori, il partito di Antonio Di Pietro, a causa della defezione di alcuni suoi parlamentari a favore della maggioranza berlusconiana, sa tanto di qualcosa che serve solo a confondere le idee.
Chiunque abbia un minimo di capacità di osservazione delle vicende politiche italiane o abbia anche solo lambito la struttura organizzativa di quel partito, non può non averne ben compreso la reale natura e fisionomia. Cioè quella di un partito tutto fondato sulla popolarità, sul carisma, sul fiuto politico del suo fondatore, padre padrone della compagine politica e attorno al quale, come satelliti, ruotano dirigenti nazionali e locali e rappresentanti eletti ed al cui potere assoluto è funzionale l'adesione di notabili, spesso provenienti da formazioni di destra quali l'Udeur o Forza Italia, portatori di pacchetti di voti e desiderosi di mantenere o conquistare un qualche ruolo politico, al centro o in periferia, senza di solito alcuna velleità o almeno interesse contingente di mettere in discussione la linea politica del leader.
La stessa promessa o tentativo di costruire un reale partito, di cui furono espressione le candidature, a dire il vero di rilevante caratura, alle elezioni europee dello scorso anno (tra gli altri De Magistris, Vattimo, Tranfaglia, Rinaldi, Vulpio, Zipponi, Arlacchi, Luisa Capelli) nasceva da un'autonoma decisione di Di Pietro, consapevole di poter cogliere l'opportunità da un lato di occupare una vasta prateria di sinistra lasciata incustodita dai partiti che ad essa tradizionalmente facevano riferimento e dall’altro di far fare all’IDV un rilevante salto di qualità in termini organizzativi e di consenso elettorale.

venerdì 24 dicembre 2010

Il 'Dittatore del Bunga Bunga'

di Michele

Berlusconi si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.

Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.

Allora, cosa è cambiato in 16 anni di berlusconismo?
Nell’interesse di tutti gli italiani di meglio c’è stato niente.

E gli altri che hanno governato cosa hanno fatto?
Sicuramente meglio nell’interesse generale dell’Italia.

Il debito pubblico è aumentato vertiginosamente sotto la guida di Berlusconi e Tremonti, a differenza di quando spettava agli altri risanare l’economia del Paese, come mostra la tabella seguente:


Riguardo il Prodotto Interno Lordo i numeri parlano chiaro, come mostra il seguente video:



Come se non bastasse, continuiamo a sentire da 16 anni che Berlusconi è vittima di un complotto giudiziario, eppure non c'è alcuna prova di ciò che afferma, al contrario non è uscito innocente da quasi tutti i suoi processi (caso Mills, processo Medusa, lodo Mondadori, tangenti alla Guardia di Finanza, Caso All Iberian, ecc.) ma solo amnistiato, prescritto o non condannato per insufficienza di prove o perchè non ritenuto diretto responsabile, oppure perchè il fatto non è più previsto dalla legge come reato (falso in bilancio per le società off-shore nel procedimento All Iberian 2), oltre alle altre leggi fatte per impedire ai suoi processi di giungere a conclusione, riducendo i termini di prescrizione o rinviandoli all'infinito.
Se Berlusconi avesse trovato davvero le “toghe rosse” a Milano, la prescrizione per concessione delle attenuanti generiche (lodo Mondadori) e le assoluzioni con formula dubitativa (processo Medusa, processo Sme) potevano essere condanne definitive per il signor Berlusconi.

giovedì 23 dicembre 2010

AUGURI MILANO


Di Giandiego Marigo


Sono davvero tante le tematiche che opprimono e rendono depressive le feste della signora sindaco...le 25 case assegnate ai Rom, che tanto popolano i sogni o meglio gli incubi suoi e dei suoi amichetti di merenda...oggi accompagnati dai 2600 e più alloggi sfitti che, per contro, stanno mandando in malora, per assoluto disinteresse e per ignavia totale, certo perchè alla sciura Moratti piacciono il cemento e l'edilizia ma non quella popolare di cui non si interessa né punto né poco.
Non parliamo quindi degli studenti che improvvisamente si sono svegliati, ricordandosi d'esser capaci di concepire Movimento e di immaginare una città diversa da quella che la prima sciura descrive.
Stendiamo anche, quindi, un velo pietoso sugli extra...i negher, che salgono sulle torri a stigmatizzare un silenzio ed una mancanza di accoglienza senza precedenti in questa città. Un cardinale che va in giro a fare auguri ai Rom invece che ai cittadini indignati per l'esistenza ed il fastidio che gli Zingari arrecano al quartiere (meno male che ci pensa il vice sindaco)...l'Affare Expò che ha mille problemi, con un sacco di gente che si appropinqua al desco ed alla greppia con la chiara intenzione di sfamarsi abbondantemente...un sacco di clienti al tavolo degli appalti...fra i quali anche alcuni inesistenti come la Mafia e la 'Ndrangheta.
Povera Moratti, ce n'è da far tremare le vene ai polsi ad un santo. Inoltre gli amici leghisti potrebbero avere mire e pretese ben più ambiziose che non una tranquilla riconferma delle cose così come stanno.
So di essere stato sommario e rapido, ho toccato con un poco di ironia il presente immanente, ben cosciente di come le tematiche siano in realtà un tantino più complesse, ma non è di questo che voglio parlare.
Ci penserà Pisapia, con il suo staff e con tutti i partiti ed i movimenti della coalizione alle spalle, si spera fedeli e leali, anche se forse qualche ragione per dubitarne ci sarebbe, a precisare punto su punto tutto quel che c'è da precisare.
Io sono poeta...scrittore, spiritualista (in realtà un modo elegante di definere un disoccuprecario) per nulla versato nell'arte della precisazione e dell'indagine precisa e puntuale.
Io però, anche se ora per vicissitudini personali sono in provincia di Lodi, a Milano ci sono nato e cresciuto politicamente e spiritualmente, si ho passato i miei primi quarant'anni, quindi accampo dei diritti di nascita al parlarne e quand'anche non mi vengano riconosciuti me li prendo, con il diritto dello scribacchino estemporaneo che scrivendo un poco a braccio parla di tutto un po'.
Quindi parliamo di Milano...del suo senso di quel che era e di quel che è, di come i potentati che la rappresentano la descrivono con i loro comportamenti, di quello che si vede e dell'impressione che fa.
Di come io me la ricordo.
Città d'Europa e non solo per l'ardita e moderna bellezza delle sue costruzioni o per il progetto dei suoi trasporti interni o per la sua relazione con l'industrializzazione e la modernizzazione del paese, non solo, ma per il livello della sua cultura, per la qualità delle proposte che venivano giocate nel campo dell'alternativa, per il colore e la forza dei suoi movimenti interni, una città sociale, propositiva, avanti, che proponeva comportamenti e visioni...aree ed esperimenti di civiltà avanzata. I movimenti...con la loro dirompenza e l'invasività che li contraddistingueva, ed anche con la loro rabbia, che però hanno prodotto comportamenti, modi e mode...sì mode, se oggi Milano è diventata città di riferimento per la moda lo deve anche a questi colori forti, che ha avuto e che oggi sono del tutto dimenticati nel grigiore di fondo a fosche tinte verdognole.
Milano città di concerti e di proposta culturale dove le cose avvenivano perchè c'era humus...substrato fertile, nelle scuole, nelle piazze nei centri sociali, nei comitati di quartiere e nei gruppi giovanili...nella cultura alternativa...che non dimentichiamolo, suvvia, era frequentata in modo eccelso.
Milano città di feste e di raduni.
Milano capitale morale e politica della nazione. Non avessero altre colpe gli anni del potere di destra, hanno questa. Questo silenzio tombale, questa difficoltà a trovarsi ed a trovare un motivo, questa scontatezza disarmante d'una città superba, razzista, chiusa ed arrogante. D'una città che non mobilita, che non ha nulla da dire che non sia difendere strenuamente lo status quo ed affermare una superiorità solo finanziaria e solo sul proprio circondario...capitale morale d'un pollaio chiamato Padania anziché riferimento culturale di una nazione.
Oggi gli amici viola romani danno per scontato che anche sulla scuola tutto debba avvenire a Roma, perchè Milano mobilita poco...non scende in piazza, non dice molto...e la testa del movimento dei migranti non è qui, come dovrebbe, ma a Brescia oppure a Bologna. La cultura poi ormai non si fa da nessuna parte e men che meno a Milano. Di quel che era l'alternativa sembra essere rimasta gloriosa ed incrollabile solo Radio Popolare...sperduto faro, disperso nel deserto unica voce altra che ancora ce la fa.
Milano capitale morale del K.K.K. E mi vergogno nel dirlo.
Oggi vorremmo assistere al risveglio...ci/mi piacerebbe poter cantare di nuove invasioni...si e di colori allegria e movimento, di contaminazioni e di creatività, di scuole di teatro e di gruppi rap, rock e reggae che riempiono le cantine ed i luoghi di aggregazione della città.
Di alternativa vera che scorra come sangue dai quartieri popolari sino al centro della città corroborandola e svecchiandola sino a quasi purificarne un'aria, se fosse possibile, che si fa ogni giorno più irrespirabile. Di teatro altro e non dell'autoreferenza infinita di parrucconi che descrivono solamente sé stessi e di cinema e musica.
Di una Città che ricresce e ricrea quel che ha creato a suo tempo e che ha fecondato e reso fertile tutto il paese...diciamolo cos'era Milano per chi se la ricorda...non soltato la capitale bancaria e d'investimento e nemmeno il centro di recupero del dialetto e dei costumi celtici...era una città dove si arrivava dall'estero per vedere cosa avesse da proporre, quel che oggi si fa con Berlino con Londra...con Amsterdam, con Parigi...persino con Praga.
Oggi Milano è solo shopping...e poco altro e sempre meno anche di quello...perchè ha poco da dire e quel che dice, sopprattutto nei suoi massimi rappresentanti fa persino un poco paura e molto ribrezzo, una città dove per giustificare una risoluzione razzista come il ritiro dell'assegnazione delle 20 case popolari ai Rom si trova a pretesto la volontà popolare e dove si rischia, richiamandola, persino di avere ragioni per farlo.
Una città che non accoglie, ma respinge, una città arrogante, dove l'unica cosa che si tenga in mano pare essere un manganello, grigia come il suo tempo meteorologico d'inverno.
Allora permettetemi di augurare qualche cosa ai milanesi ed alla loro città, in questo 2011...di liberarsi e di ritrovare nel farlo sé stessi, ad ogni livello, ed anche nell'alternativa smettere la compiacenza dell'autoreferenza per ritrovare quell'originalità e quella propulsione che la fece grande...città d'Europa per diritto di proposizione.
Liberarsi e liberare quelle energie assolutamente proficue e creative che questa città ancora possiede nelle sue viscere e nel suo DNA. Quindi mi perdoni sciura sindachessa se le auguro calorosamente una sconfitta ma lo faccio per il bene della mia città, per il mio e per quello di quelli che ancora conosco e ai quali penso con affetto.
Diciamolo alla fine lo faccio anche per lei, che devo dirlo, mi è apparsa provata nelle ultime comparizioni...si riposi signora Moratti e lasci riposare anche noi

mercoledì 22 dicembre 2010

Gli abbracci mortali



di Stefano Bonif

«Pochi italiani conoscono quale centro di coordinamento e di guida delle forze più reazionarie è il Vaticano, e quale fattore di corruzione esso costituisce nella nostra vita pubblica [...] con l'insegnamento della cieca obbedienza ai governanti, comunque delinquenti e in qualsiasi modo arrivati al potere, purché prestino l'ossequio dovuto al Santo Padre. [...]. Approfondendo l'argomento, oggi mi sono dovuto convincere che la soluzione di tutti i problemi – anche di quelli che riteniamo più spiccatamente economici e tecnici- dalla convivenza civile, è in funzione del modo in cui si riesce a risolvere il problema della libertà di coscienza, cioè del modo in cui vengono regolati i rapporti tra lo Stato e la Chiesa»


E.Rossi, Il manganello e l'aspersorio", Bari, Laterza p. 10-11,1968


Se avessi potuto dare un suggerimento agli studenti che oggi hanno manifestato contro la riforma Gelmini, sarebbe stato quello di andare a protestare non davanti ad un blindatissimo Parlamento, bensì di fronte al Vaticano che è il vero beneficiario della legge.
Nessuno lo dice, ma uno dei principali problemi del Paese è proprio il Vaticano per il quale un Berlusconi + UDC o un PD + polo di centro non comporta quasi alcuna differenza: seguiterebbe a beneficiare di trattamenti privilegiati come ha bellamente continuato a fare dal ’29 ad oggi.
Usando una metafora, l’Italia è come una vacca munta da tanti parassiti: casta politica, criminalità organizzata, evasori fiscali, poteri finanziari, industriali (per i quali si socializzano solo le perdite, mai i guadagni) e Vaticano. Solo che mentre adesso la Vacca è assai magra e se si comincia a stigmatizzare moralmente casta politica, criminalità, evasori, finanza e industriali (anche se questi neanche troppo), sul Vaticano non c’è nessuno che abbia il coraggio di dire mezza parola.
Se in Italia un vero welfare e una vera scuola e università pubbliche mai si sono potuti sviluppare è anche e soprattutto grazie al Vaticano. E quali sono i benefici per la collettività di tale situazione? Io ne vedo ben pochi.
Oggi il Vaticano preme sull’UDC affinché garantisca la “governabilità”. I moderati (guarda caso cattolici, ma non solo) del PD premono su Bersani affinché si faccia un’alleanza con UDC e Polo di centro accantonando Di Pietro e Vendola.
Ma se è comprensibile che l’UDC si muova secondo i propri interessi, non si comprende quale beneficio otterrebbe il PD da questo abbraccio mortale: sarebbe costretto ad una politica di destra, pro Vaticano, pro confindustria, magari meno deprecabile moralmente di quella dell’attuale governo, ma socialmente deleteria, perché continuerebbe a perpetuare lo smantellamento del welfare, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori e l’impossibilità di un’evoluzione verso una società laica e garante di tutti i diritti previsti dalla Costituzione.
A questo punto però, la sinistra e i partiti laici, se più ve ne sono, dovrebbero liberarsi dall’idea di quell’altro abbraccio mortale che è il PD e decidersi ad un reale cambiamento, formare un polo (il sostantivo non mi piace ma va di moda) social radicale che, se anche non pagasse elettoralmente, saprebbe restituire rappresentatività a coloro che non accettano di essere eternamente ammazzati dagli abbracci mortali della “democrazia” italiana.

martedì 21 dicembre 2010

I 'fascisti del nuovo secolo'



di Michele

Mettere a tacere il dissenso, impedire la libera espressione del pensiero, diritto sancito dalla Costituzione, è ciò che in questi giorni autorevoli esponenti del Governo e del PDL hanno mostrato in maniera palese persino con toni aggressivi, insulti e provocazioni.
Giovedì scorso ad Anno Zero, ha cominciato a provocare, con l’intenzione di censurare e scaldare gli animi, il cosiddetto Ministro della difesa, La Russa, orgoglioso di essere chiamato fascista; il sindaco di Roma Alemanno ha disposto l’estensione della cosiddetta “zona rossa”, cioè l’area inaccessibile ai manifestanti nel centro di Roma; il sottosegretario al Ministero degli Interni, Mantovano, d’accordo col ministro Maroni, ha proposto a scopo preventivo di estendere il D.A.SPO. (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) anche alle manifestazioni di piazza; il ministro Alfano ha inviato gli ispettori al tribunale di Roma contro il provvedimento di scarcerazione di alcuni studenti fermati negli scontri del 14 dicembre, confermando l’azione piduista dell’esecutivo guidato da Berlusconi di sostituirsi alle competenze esclusive della magistratura, più volte rivendicata come legittima pur essendo una pratica da regimi sudamericani al di fuori del nostro ordinamento; infine Gasparri, capogruppo dei senatori del PDL, ha completamente delirato con la proposta di arrestare preventivamente alcuni studenti solo perché si ipotizza possano commettere reati, senza che nemmeno si siano avute notizie di reato in cui siano coinvolti, alla faccia del garantismo e libertà di cui si sciacquano la bocca certa gente nel PDL.

Insomma, stanno usando metodi da squadristi per mettere il bavaglio a qualsiasi espressione del pensiero critica nei loro confronti, gente di tale levatura culturale non è altro che estrazione della mentalità e cultura fascista: durante il regime fascista usavano olio di ricino per chiudere la bocca a chi esprimeva dissenso, oggi la strategia di quelli che definisco i ‘fascisti del nuovo secolo’ è di censurare le voci critiche attraverso la repressione, dopo aver occupato la maggior parte degli spazi informativi e tentato di occupare quelli che ancora non sono sotto il loro diretto controllo e/o proprietà di famiglia Berlusconi.
Le provocazioni di questi giorni degli esponenti di governo e del PDL vanno lette come il tentativo di imbavagliare il libero pensiero, ma c’è un altro aspetto della strategia comunicativa che hanno attuato: vogliono spostare l’attenzione dalle ragioni della protesta a questioni di ordine pubblico. Ciò perché, fin quando le proteste sono state pacifiche e senza il minimo disordine, i signori del Governo non hanno minimamente ascoltato gli studenti, se ne sono fregati di aprire un dialogo con loro, se ne sono fregati di sentire e analizzare le loro richieste; adesso che le proteste, le agitazioni e le manifestazioni stanno facendo rumore, mostrandosi agli occhi di tutti, si vuole etichettarle come azioni teppistiche di violenti e non di studenti di buona famiglia costrette anche ai sacrifici per far studiare i ragazzi.
Dunque, oltre alla censura del dissenso, l’obbiettivo dei neo fascisti al governo è quello di criminalizzare la protesta per non dare spazio alle motivazioni degli studenti, da ciò nascono le provocazioni di questi giorni che servono a surriscaldare gli animi in modo da poter reprimere la protesta con la forza.

Nel video sopra riportato Marco Travaglio ha avanzato anche un altro motivo per cui a suo parere si sta attuando la strategia della tensione. Spiega Travaglio che il Governo per durare fino alla fine della legislatura ha bisogno di un clima di tensione al fine di ottenere l’appoggio in Parlamento di altri gruppi attualmente all’opposizione, in particolare l’UDC, proprio perché quando c’è un’emergenza nazionale, nel fare alleanze del tutto disomogenee, si mettono da parte le contrapposizioni ideologiche, politiche o le individuali valutazioni opportunistiche; infatti, in quel caso l’interesse nazionale apparentemente sta sopra di ogni altra cosa, pure al di sopra delle compravendite dei singoli deputati. Però, dietro l’alibi dell’interesse nazionale si nasconde il fatto che una situazione del genere sarebbe grande fonte di guadagno per l’acquirente nella campagna acquisti in Parlamento, soprattutto in termini di minimo esborso; a guadagnare di meno saranno quelli che non hanno ceduto alle offerte in vista del voto di fiducia del 14 dicembre ma che, secondo Berlusconi, sarebbero disposti comunque a venire in suo soccorso… si sa che tutto ha un prezzo, a parte i nobili sentimenti, l’etica e la dignità umana che non contano e perciò non hanno alcun valore per i berlusconiani.

lunedì 20 dicembre 2010

La Russa: "Ministro con pedigree". "Abbaia e morde", ma "la difesa" è garantita!

di Maria Melania Barone

ROMA - Se anche tu vuoi comprare il "Ministro con pedigree", devi tenere presente alcune cose tipiche della sua razza: abbaia, morde, insegue, attacca, ma la difesa è garantita!

Non farà mai del male al suo padrone ed è perfetto per i bambini, anche se in realtà non lo amano molto. Forse perché con quel simpatico pizzetto nero e quella voce roca, sembra più simile a Zio Scar del Re Leone, quello che voleva uccidere il nipote per succedere al fratello e diventare il Re della Savana. Più o meno è successa la stessa cosa ieri ad Anno Zero, quando un ragazzo stava commentando le ragioni che hanno spinto i giovani a protestare il 14 Dicembre a Roma. Proteste degenerate poi in violenza. Tuttavia negli studi della Rai, al cospetto di Santoro, nessuno ha ricordato che Ignazio La Russa è finito varie volte sui giornali dopo aver aggredito giornalisti.


Questa volta Zio Scar non riusciva proprio a tollerare le argomentate ragioni del ragazzo, Luca Cafagna, che spiega in sostanza come i Ministri siano stati sordi alle proteste degli studenti e dei lavoratori. La posizione dei giovani è quella del dialogo, ma se dianzi a te hai solo un Governo che fa promesse e non risolve nulla, che ti manda le forze dell'ordine in piazza costringendoti in una morsa di violenza e di sangue, ogni volta che protesti pacificamente, allora non ti resta che reagire. Luca aveva parlato per 52 secondi quando dallo studio si sente quella voce inconfondibile: "Vigliacchi", "Santoro, quanto dura questo comizio, quanto dura?" e Santoro prontamente: "Meno del suo!". Da quel momento il Ministro con pedigree comincia ad abbaiare! Abbaia, abbaia e intimidisce, ma grazie a Dio accanto c'è un vero mastino napoletano che lo zittisce: Antonio di Pietro. Comincia una vera e propria battaglia verbale, come solo Zio Scar sa fare. Il ragazzo, un pò intimidito, un pò scioccato tace e Zio Scar grida: "Vigliacco, fifone, incapace, stai zitto". L'ex Pm di mani pulite tace per fare in modo che l'aspirante Re della Savana manifesti tutta la sua indole, poi attacca in difesa del ragazzo: "Sei un fascista, attaccare, intimidire un ragazzo! Sei un fascista!" e Zio Scar risponde "Tu sei un analfabeta" ma Tonino non se la fa passare e alludendo all'apologia di fascismo, reato previsto dall'ordinamento giuridico italiano, grida: "Si può essere analfabeti, ma fascisti no!"

Ma Zio Scar ha dato prova del suo pedigree in molte occasioni. Il 22 maggio 2009 Scar viene contestato in piazza a Lecco dai ragazzi del comitato per la legalità "Qui Lecco Libera". Mentre rilascia un'intervista si sente una voce provenire dalla piazza: "La Russa, state professando la sicurezza celebrando l'impunità, ipocriti! Perché non parliamo dell'impunità del tuo padrone, o di Mills, do you remember? E poi ve la prendete con i migranti! Chiedi scusa all'ONU". Ma un ministro con pedigree è trattato bene dai padroni ed ha anche i guardia spalle: "le iene" che, al suo comando, subito procedono all'identificazione. Poco dopo Scar se ne va dicendo: "Ah! Era quello di Di Pietro, anzi, peggio, di Grillo" e girandosi afferma "sei un cretino!".

In varie altre comparse televisive Zio Scar ha aggredito giornalisti o avversari politici, in difesa del suo padrone. Nell'Ottobre 2008, Scar fece ancora sfoggio del suo pedigree e della sua forza gridando: "Signora Concita, io non faccio ricorso ai militari morti, ignorante che non è altro! Ma vergognati Concita, lei con la sua faccetta educata, vergogna! Si tappi la bocca! Vergogna! Concettina". In quel momento si trovava davanti alle telecamere di Sky news 24 e "Concettina, dalla vocina educata" era in realtà la giornalista Concita Di Gregorio, direttore dell'Unità.

Ma Concita Di Gregorio sottolineò l'impetuosa e violenta indole del Ministro quando si trovarono ancora una volta insieme ad AnnoZero. In quell'occasione Scar voleva che Di Gregorio si scusasse per una vignetta di Staino che alludeva alla morte dei ministri polacchi dicendo: "La solita storia a chi tutto e a chi niente". La Di Gregorio rispose dicendo: "Lei è un Ministro violento che predica la non violenza, non le crede nessuno!". Santoro si infuriò come poche volte e rispose gridando: "Queste scuse non si chiedono in questo studio! La satira è libera, la Russa, non siamo al fascismo!"

Oppure vogliamo ricordare quando attaccò Di Pietro sul tema intercettazioni non facendolo parlare e movimentando l'atmosfera notturna di un tg di approfondimento. Scar continuava ad interrompere dicendo: "si può parlare liberamente o c'è uno stato di polizia! Sta parlando continuamente!". A quel punto Di Pietro si alza e se ne va poiché diventa impossibile fare un discorso.

Episodi come questi ormai sono acqua passata. Dalle interruzioni e dall'intolleranza si è passati all'aggressione. Non è più come ai tempi in cui Zio Scar fu contestato in America, chiamando "Pedofilo che stupra le bambine" l'uomo che contestava la presenza della mafia in Parlamento. In realtà son stati fatti molti passi avanti. Non a caso passò alla storia quando aggredì fisicamente il giornalista free lance Carlomagno che gli gridò "picchiatore, fascista". Zio scar era attorniato dai suoi guardinai ma lo guardò con aria di sfida e poi ritirandosi dise "hai paura eh?".

É lui il Ministro con pedigree che ieri ha condannato le proteste studentesche. Improvvisamente arriva la confessione di Di Pietro: "facevo il poliziotto e stavo in piazza a proteggerti mentre tu protestavi, te lo ricordi?". Ma Zio Scar non è l'unico ad aver avuto un passato da black block. Insieme a lui c'è Gianni Alemanno, il lanciatore di Molotov. Anche Alemanno condanna l'avvenimento violento del 14 Dicembre dicendo: "Soggetti pericolosi per la collettività". In realtà lo stesso Alemanno, nel Dicembre 1991 fu arrestato per aver aggredito uno studente di 23 anni insieme ad altri 4 ragazzi del Fronte della Gioventù, all'epoca era già pregiudicato. Infatti nel 1982 lanciò una bomba molotov contro l'ambasciata dell'Unione Sovietica a Roma, azione per la quale pagò con 8 mesi di carcere a Rebibbia. Dopo un tempo tecnico di 7 anni fu nuovamente arrestato a Nettuno, nel 1989 per resistenza a pubblico ufficiale, lesione ai danni di due poliziotti, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di corteo ufficiale. In quell'occasione c'era un avvenimento importante: il Presidente degli Stati Uniti d’America Geroge H. W. Bush era venuto a visitare il cimitero di guerra americano. Alemanno fu scarcerato pochi giorni dopo ed è stato poi prosciolto.

Si tratta di un governo di Black Block dunque, che apostrofa la violenta esplosione dell'insofferenza dei giovani e dei lavoratori. Un Governo che riscalda le poltrone senza rispondere al grido dei cittadini mentre propaganda il dialogo. Solo che c'è da stare attenti perché quelli come Scar abbaiano e difendono per poi prendere il posto di chi regna.

Pubblicato su

http://www.dazebaonews.it/primo-piano/item/1100-la-russa-ministro-con-pedigree-abbaia-e-morde-ma-la-difesa-è-garantita

Da Gliitaliani.it Accanto agli studenti. Rifiutando la contrapposizione e lo scontro fra generazioni. Un appello





Dal gruppo di lavoro de Gli Italiani e da Pietro Orsatti riceviamo e pubblichiamo. Che si condivida o meno il testo di questo appello su di una cosa non possono esserci dubbi: gli studenti non devono essere lasciati da soli nella loro lotta.



Quello che segue non è un vero e proprio articolo. Non è un commento. Si tratta di un testo nato dopo un’attenta riflessione collettiva del gruppo di lavoro de Gli Italiani di quello che sta accadendo nelle ultime settimane. E’ un primo abbozzo di appello alla mia generazione, quella che va da chi oggi ha dai 35 ai 50 anni, perché scenda in piazza a Roma accanto agli studenti. Per rinsaldare questo sfilacciato legame generazionale.  Senza cappelli, sigle, organizzazioni. Ma come cittadini. Perché mercoledì a Roma, in occasione del voto definitivo sulla riforma Gelmini, non va in scena solo il tentativo di “cancellare” un’intera generazione, ma una sfacciata prova di forza per liquidare il patto sociale e la nostra democrazia costituzionale.

volntaonepngVi invito quindi a leggerlo, a copiarlo, a farlo girare, a trasformarlo in volantino, a metterlo in rete. E a scendere in piazza, in tanti, mercoledì prossimo. E a sottoscriverlo (nella versione più sintetica) sul nostro sito.
***
UN PATTO FRA GENERAZIONI IL 22 DICEMBRE
Mercoledì prossimo abbiamo un’occasione straordinaria di ritrovare noi stessi e riallacciare un rapporto con la generazione di giovani che coraggiosamente sta cercando di immaginare un paese e una società diversi da quelli che ci vuole offrire la politica. Abbiamo, noi presunti adulti, la possibilità di trovare quel coraggio che ci è mancato e riempire i vuoti che da più di sedici anni abbiamo lasciato chiamandoci fuori dall’esserci in prima persona.
Questa generazione che oggi riempie le piazze ci sta indicando quanto noi stessi siamo stati assenti, come giovani prima e come adulti poi. E come la nostra assenza, e rinuncia, abbiano creato quella solitudine, quella frustrazione, quella rabbia che è esplosa. Una frustrazione che non abbiamo capito, che non capiamo, e che invece ci appartiene e di cui in parte siamo responsabili. Totalmente. Perché quella rivolta che vediamo oggi è atto di difesa da parte di chi si vede sottrarre futuro, identità e partecipazione. Un atto di difesa che noi non abbiamo esercitato quando avremmo potuto, prima che la situazione precipitasse.

venerdì 17 dicembre 2010

AREA DI PROGRESSO E CIVILTA' ISTRUZIONI PER L'USO


Di Giandiego Marigo

La nuova/vecchia posizione che il Segretario del PD ha definito, per chi ancora non avesse compreso quali siano i contorni del progetto del Partito in questione, chiarisce in modo piuttosto definitivo da che parte si stia avviando la proposta di opposizione che la sgreteria dei democratici ha intenzione di proporre al paese.
Moltissime molte si è affrontata la questione delle premesse culturali, cioè quella dell'idea di mondo e della visione che si trasmette alla gente. La politica ha questo compito: Definire una visione, trasmetterla ed individuare le possibilità che questa visione divenga azione e che si trasformi in società...in rapporti.
Quindi è davvero importante quale visione si abbia...è una premessa indispensabile averne chaiara idea e percezione.
Proprio su questo pecca il PD, nell'assoluta carenza di visione o quantomeno di una visione unitaria che non sia la gestione del potere, alla quale è disposto a sacrificare qualsiasi cosa anche quelle primarie che per definizione sono nel suo DNA.

Questa necessità inderogabile di essere partito di governo, anche a costo delle sue stesse premesse, è di fatto la sua debolezza.
La nascita del Famigerato Terzo Polo ha dato il colpo di grazia ad ogni progetto di recupero ed unità della sinistra, che passi per una scelta interna al PD stesso.

Ammesso e non concesso che la definizione abbia ad oggi ancora qualche senso.

Tale termine è abusato ormai e non definisce più nulla se non un parametro di nostalgia, oppure alla peggio, definisce un'area informe che corrisponde in modo sempre più agghiacciante alla visione unica che ne dà il potere. Sembra quasi che ci sia uno sforzo immane per essere esattamente quel marasma senza né arte né parte, senza un'idea precisa di sé che il potere tende a descrivere per esorcizzarne il pericolo.
Oggi si definisce di sinistra Di Pietro, come Franceschini, Letta Jr e persino Marini è di sinistra e potrei proseguire, ma questo, permettetemelo, non può essere, c'è qualche cosa di molto sbagliato in tale descrizione, che passa attraverso svariate definizioni d'una posizione che riguardi, che so Il Lavoro, Il Modello di Sviluppo del Paese, La politica dei Beni Comuni, La Politica Culturale, Le Privatizzazioni, La Necessaria Decrescita in presenza di un modello Capitalistico alla sua fine, La politica Energetica e potrei anche qui proseguire a lungo, per quasi tutta la sequenza della definizione di quella che in termine politichese si dice Linea.

In gioco ci sono anche questioni di alto profilo e spessore come i Diritti dell'Amore e delle Coppie di Fatto, la Ricerca Scientifica sulle Staminali in particolare ed in generale sulle tematiche della Fecondazione Assistita, il Fine Vita ed i diritti annessi, la Laicità dello Stato...la Scuola Pubblica o Privata.

Tutte questioni che danno luogo a quella visione di cui stavo parlando prima. Permettetemi un momento di divagazione, mi rendo conto che sotto serti aspetti alcune esposizioni possono apparire “acquacaldifere” ma lo è la situazione ed io ve ne chiedo umilmente perdono.
Arriviamo ora alla definizione di quest'Area, visto che siamo qui per questo.

Esistono svariati tentativi di inserire nuovi modelli che partano dall'esperienza dei movimenti della società civile da una parte e da quel che rimane della buona politica dall'altra.

Non sono qui a buttare fango su ogni cosa, non sono affatto tentato dalle spiagge sin troppo accoglienti dell'antipolitica, però attenzione anche a questa definizione...molto vaga. Molto di quello che i movimenti, erroneamente spesso, definiti in quest'area hanno prodotto non è affatto antipolitica, anzi è la Politica.
Apprezzabilissimi, io trovo, gli sforzi del Movimento a Cinque Stelle, della nuova interessantissima area Uniti e Diversi...anche lo sforzo dell'area di SEL, molti di quelli faticosamente portati avanti da molti componenti della base di IDV.

Le associazioni che costituiscono anche parte del PD...interessantissima la discussione che sta fiorendo anche nell'FdS che pure mantiene per moltissimi aspetti un fortissimo richiamo alla nostalgia di cui ho parlato in apertura.

Sia chiaro che parlo di una nostalgia che sotto certi aspetti condivido e che riesco a comprendere, ma che pochissimo serve a rinnovare il tessuto della cosiddetta sinistra.
Area di Progresso e Civiltà, quindi che abbia la forza e la capacità di porre la questione della visione, perchè questo serve per recuperare al voto il numero considerevole di uomini di buona volontà, che oggi si impegnano strenuamente nel sociale nel volontariato e nella Società Civile...per incontrare Il Movimento Viola, che, per quanto faticosamente ed a volta in modo contradditorio ha però individuato e reso visibile quest'area, i Movimenti di Decrescita Felice...per i Beni Comuni, l'area attiva e pulsante del Movimento a Cinque Stelle...Quest'area è spesso definita dalla pratica, eppure soffre di chiusure preconcette e molto sciocche...assolutamente inutili ed improduttive.

Queste divisioni, spesso di matrice territoriale ed elettorale, sono maggiormente sentite da organismi dirigenti un poco raffazzonati piuttosto che non sul territorio, dove anzi si trovano amplissimi momenti di condivisione sulle cose e sull'azione pratica ed è proprio questa unità che definisce la possibilità, perchè alla base, nell'esperienza quotidiana questa si è già verificata e laddove lo ha fatto ha creato importantissimi risultati.

Personalmente io sono impegnato su molti di questi fronti e continuo a chiedermi perchè queste Fonti di vero e reale cambiamento non trovino amplissimo respiro e spinta.

Mi sorge il sospetto che anche qui esistano posizioni acquisite da difendere...ed allora, si abbia il coraggio civile di accettare l'idea davvero del controllo dal basso e della Democrazia Partecipata e Diffusa, non come tpretesto formale , ma come scelta di verifica politica.

Si abbia il coraggio di superare le definizioni di posizione e di confluire verso la definizione di quest'Area...che deve avere e già ce l'ha una definizione anche spirituale, oltre che squisitamente ed unicamente “politica” ed in questo senso non può e non deve essere sottovalutata l'esperienza di quel Terzani e dell'area di coloro che queste domande si sono posti e che tanta importanza potrebbero avere proprio nell'individuazione del senso e dei motivi che ci muovono.

Nella spiegazione e nell'espansione di questi Motivi Profondi.

Confido che questo scritto possa essere utile per l'inizio di un dibattito sulla necessità e sulla creazione di quest'Area, che io , umilmente ritengo indispensabile.

Acqua Calda? Io non credo lo sia, anzi, penso che sia un modo nuovo di vedere le cose Rivoluzionario nel senso che Terzani dava al termine.

giovedì 16 dicembre 2010

LA BATTAGLIA PER LA DEMOCRAZIA E IL PARTITO DEL LAMENTO NAZIONALE

di Mario Armellini

"CHI LA LANCIATO un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestando per dimostrare ch...e vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica, nuove idee. Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, le sciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercando in ogni modo di mostrare un'altra Italia".
Roberto Saviano

"La senatrice Finocchiaro, acuta stratega del ventunesimo secolo ha chiesto: “chi sono tutti questi infiltrati, chi li ha mandati e chi li paga?”. Dovrebbe rassegnarsi all’amara realtà: il 14 dicembre a Roma c’erano centomila ...infiltrati. Quanto alla domanda “chi li paga”, il problema è proprio questo. Non li paga nessuno, e allora hanno deciso di mettersi in proprio. Se la senatrice Finocchiaro è alla ricerca di qualche venduto farebbe meglio a guardare a casa sua, nel pozzo nero di Montecitorio, o nel pozzo grigiastro del suo partito".
Franco Berardi (Bifo)

Nel giorno del voto di sfiducia al Governo Berlusconi, intorno al Palazzo assediato da studenti, precari, ricercatori, terremotati ecc, si scatenava una guerriglia urbana come non si vedeva da anni.
Il giorno dopo, i commenti si sono divisi tra le lamentazioni per l’ennesima vittoria di Berlusconi e la condanna ferma delle violenze di piazza, attribuite per lo più a facinorosi e a provocatori e infiltrati della polizia.

1) La sconfitta dell’opposizione in Parlamento
Non mi unisco al PLN (Partito del Lamento Nazionale) nel piangere per l'occasione perduta in Parlamento. La prima cosa da rilevare è che Berlusconi ha vinto la partita semplicemente perché ha truccato i dadi, facendo del resto quello che sa fare meglio, e cioè corrompere, comprando i vari voltagabbana che tengono famiglia e mutui da pagare (però… quand'è che pure Di Pietro, che a volte parla bene ma razzola male, imparerà a mettere in lista non boss locali che portano voti ma uomini della società civile?). Berlusconi non si può dire che abbia vinto semplicemente perché non potrà governare ancora per molto, con questi numeri. Se fosse stato sfiduciato, avrebbe avuto un reincarico immediato con l'appoggio di Fini e Casini, oltre che del cardinal Bagnasco. E così ce lo saremmo tenuto per altri due anni e mezzo. Le elezioni si sarebbero allontanate. Non che questo sarebbe stato poi un grosso male: lo stato confusionale dell'opposizione democratica ha bisogno di tempo per guarire. Più tardi arrivano le elezioni, più la sinistra potrà recuperare, perché la crisi facilita le forze di opposizione. Se Berlusconi fosse stato sfiduciato, e dunque fossimo andati subito alle elezioni, sondaggi alla mano le avremmo perse ancora, oppure il paese sarebbe stato ingovernabile. Con degli effetti deleteri per l’Italia anche sui mercati internazionali. Di fatto, mentre la sfiducia l’avrebbe alla fine ricompattata, adesso la destra è spaccata in maniera grave. Di ciò una sinistra democratica intelligente dovrebbe saper approfittare. Certamente, la nuova situazione costringerà il fronte democratico ad immaginare nuovi percorsi, e questo potrebbe essere salutare.

La nuova strategia della tensione


E' un groviglio disordinato e confuso di pensieri, sentimenti, idee, ragionamenti quello che affolla la mia mente, a poca distanza di tempo dalla votazione sulla sfiducia al governo della vergogna. Sono gli stessi tormenti, la stessa amarezza, la stessa delusione che immagino in tanti che come me non si rassegnano a vedere espropriata la democrazia italiana e che pretendono almeno di poter comprendere ciò che sta succedendo in questo Paese.
Si certo, l'abbiamo detto mille volte, non basta sconfiggere Berlusconi per cambiare in meglio l'Italia, ciò che potrà arrivare dopo – l'Esecutivo di Confindustria - forse è ancora più pericoloso socialmente del governo attuale, si è arrivati alla richiesta di sfiducia votata il 14 dicembre attraverso una lotta di potere tra pezzi di casta e di oligarchie, questa contesa è espressione di uno scontro fratricida interno alla destra che ha l’effetto però di consegnarle completamente la scena (interpretando contemporaneamente i ruoli di maggioranza e opposizione, di reazione e democrazia) e relegando la sinistra parlamentare a semplice comparsa.
Ma quello che prevale ora è la rabbia nel vedere ancora una volta come Berlusconi, dato in mille occasioni in declino e sconfitto, alla fine riesca a conservare la propria carica ed il proprio potere ma solo grazie a disgustosi e immorali intrighi e maneggi.
Comprando e ricattando e per di più a viso aperto e alla luce del sole, senza pudore o vergogna, gettando il discredito sulle istituzioni, insultando la Costituzione.
Per banalizzare il discorso, diciamo che mi sento come se la mia squadra avesse perso il derby nei minuti di recupero per un gol in fuorigioco o per un rigore inesistente. E che dopo di questo critici e commentatori (alla Paolo Mieli per intenderci …) vogliano imbastire analisi e riflessioni per dare spiegazioni a ciò che non è altro che un furto (di democrazia).

mercoledì 15 dicembre 2010

10 motivi per andare, 10 motivi per restare

di Michele

Vado via perché l’Italia sta regredendo sotto gli aspetti socio-culturale, economico e sta subendo una inquietante involuzione democratica;
vado via perché non si intravede una via di uscita per un futuro migliore dei giovani precari, studenti e disoccupati;
vado via perché questo Governo è assente e se ne frega di fare gli interessi di tutti gli italiani;
vado via perché questo Paese viene umiliato quotidianamente da un capo di Governo che è illiberale e non rispettoso delle basilari regole e Istituzioni democratiche;
vado via perché in Parlamento siedono condannati per associazione mafiosa;
vado via perché la Legge non è uguale per tutti contrariamente a quanto recita l’articolo 3 della Costituzione;
vado via perché, secondo il rapporto 2010 di Freedom House, l’Italia è al 72° posto per la libertà di stampa nel mondo;
vado via perché un paese che non accoglie gli immigrati non è un paese civile;
vado via perché in questo Paese il merito conta sempre di meno e sempre più spesso fare i disonesti è vantaggioso;
vado via perché un paese che non investe nella scuola, nella ricerca e nelle nuove tecnologie è un paese senza futuro.


Resto qui perché la maggioranza degli italiani è molto più solidale di chi ci governa;
resto qui perché non mi rassegno al fatto che sia una cricca politica, massonica, mafiosa a decidere per il mio futuro;
resto qui perché inizia a venire fuori la verità sulle stragi di mafia e sulla trattativa tra Stato e mafia;
resto qui perché voglio difendere la Costituzione e rivendicare la sua effettiva applicazione;
resto qui perché una vera alternativa politica al berlusconismo si può e si deve costruire;
resto qui perché non mancano valorosi resistenti e combattenti a favore della verità, giustizia, legalità, democrazia, pace;
resto qui perché la libertà che ancora ci rimane è frutto del sacrificio dei partigiani nella guerra di liberazione dal nazi-fascismo;
resto qui perché ammiro quei magistrati onesti che sono quotidianamente minacciati e insultati da chi gli vuole impedire di svolgere il loro lavoro;
resto qui perché non posso fregarmene della situazione sociale, culturale e ambientale della mia terra;
resto qui perché c’è bisogno di mobilitarsi, c’è bisogno di un risveglio delle coscienze per sollecitare un rinnovamento della classe dirigente.

martedì 14 dicembre 2010

UN VIAGGIO NEL DESERTO




Di Giandiego Marigo

E' Fini-ta un'illusione diceva oggi pomeriggio dopo la notizia della fiducia spuntata dall'imperatore, un carissimo amico su Facebook e su Libera.tv, per chi si era illuso rispondo io...ma per chi invece aveva chiaro come questa fosse un appuntamento del tutto formale nulla di diverso dal solito è accaduto.

La moralità del nostro parlamento non è aumentata di una virgola, anzi se avevamo un'opinione bassa della politica istituzionale oggi la abbiamo pessima.
Quindi il mercato delle vacche ha ottenuto il suo risultato...non di idee o foss'anche di dubbi e tentennamenti, non della normale incertezza che distingue l'intelligenza che ragione fra le possibili opzioni...no! Non del dubbio di cui fa elogio Bertold Brecht, nemmeno...solo di uno scambio di danaro, di una volgare, dozzinale compravendita d'anime...perchè di idee e di pensieri non v'è traccia in quell'emiciclo che dovrebbe essere il luogo più alto e qualificato del pensiero politico nazionale...
Eppure non ne dovremmo essere stupiti, perchè è normale che questo avvenga in un ambito in cui di valori non si parla...mai, dove i riferimenti alle ragioni ed ai motivi sono fastidiosi lacciuoli, dove le regole sono un fastidio e la legalità un impaccio. Cos'altro vi aspettatereste che avvenga?
Ed ancora quale alternativa viene posta al potere del divino imperatore...il Sacro Unto? Forse il balbettio di un'opposizione disposta a qualsiasi apparentamento pur di spodestarlo, che rinuncia ad ogni suo distinguo pur di fermarlo? Culturalmente questa è l'inizio della sconfitta ed anche il motivo per cui si continuerà a perdere.
È certamente vero che con tre voti di maggioranza non si governa, non bene, ma la logica della compravendita non si ferma a questa giornata , ma continua...e sembra destinata al successo, perchè in base a quali motivazioni si dovrebbe fare muro? Se le motivazioni non vanno più di moda? Se il pragmatismo e la cultura condivisa sono imperanti? Quale modello forte, affascinante ed alternativo stiamo proponendo con uno slogan come “Qualsiasi cosa purchè non sia lui”?
Non sono bastate le infinite e ripetute nefandezze da lui stesso compiute per far sì che qualche cosa cambiasse. Il monolite del potere comprato e di proprietà che sia ha tenuto e gli dà tempo per continuare a tessere le sue orride tele.
Cosa pensiamo davvero di poter fare se ogni volta che qualcuno nell'Area di Progresso si leva in volo portando idee alte e alternative si provvede dalle file stesse d'una pseudo-opposizione ad abbaterlo. Se si accetta elevandoli a scranni di potere, che quello che noi siamo sia rappresentato da personaggi come Scilipoti e Razzi...essi non erano diversi due giorni fa...e le scuse balbettanti dei dirigenti politici che li hanno portati sin lì servono a meno che a nulla!
Chi ha eletto e difeso Calearo, stendiamo un pietoso velo sui ripensamenti della signora Polidori...che pur appartiene alla schiatta dei centrodestri, per cui da sempre sensibili alle fascinazioni del Cavaliere?
Nessuno si chiede perchè quello che è avvenuto nell'opposizione continui ad avvenire? Non sarà forse in quella carenza di motivi...di Ragioni di cui prima si parlava...perchè no in fondo, come dicono molti amico del PDL, in fondo pagare un mutuo ad un deputato non è reato.
Parlo a botta calda, scrivo ad un tanto al metro, quindi mi scuso qual'ora il ragionamento diffettasse, mentre scrivo Roma va a fuoco ed è un vero peccato che avvenga perchè la violenza serve solo al potere e non c'entra nulla con le motivazioni e le ragioni di cui sopra, anzi, fa gioco al potere.
La stanno cercando, tenacemente , ad ogni occasione...il ritorno del Kossighiano manganello e dello scontro duro...e noi ci stiamo cascando, anche questa volta...e non sto ponendo come alternativa la nullità ed il silenzio assenso del PD, ma lo scontro duro non serve, non paga ed espone molti compagni a rischi inutili...creando a loro una comodissima scusa per attaccare i violenti eversivi. Non ci si accorge come i loro sgerri si avventino addosso ad ogni momento di tensione per proporre a manganellate la strada delloscontro fisico? Parlo per esperienza Abbiamo già sacrificato a questo Dio inutile e dannoso ed abbiamo già perso per questa ragione.
Tornando Laddove siamo partiti...che fare? Accettiamo l'idea che il lavoro che dobbiamo compiere è un lungo viaggio nel deserto, che controbattere la cultura dell'annullamento del pensiero critico e della proposizione dell'unico mondo possibile è cosa difficile dura e lunga, essere consapevoli che quello che successe a Genova per il G8 altro non era che una presentazione. Una prova generale di metodologie che questo GOVERNO DELLA VERGOGNA intende mettere nuovamente in campo per stroncare sul nascere ogni forma di dissenso. Non escludo, sempre a caldo, che gli scontri di Roma siano provocati e gestiti nel medesimo modo...di sempre per altro, anche se qualche imbecille nostrano li glorificherà come fossero azioni resistenti.
Solo ricominciando dall'ABC della democrazia...dal noi Ateniesi facciamo così, dalla riconquista e la riaffermazione di una cultura altra, diversa ed alternativa nei comportamenti da quella proposta dal potere potremo sperare in un'alternativa precisa.
Il Governicchio che esce oggi dai tre voti risicati che lo hanno tenuto in piedi, il governicchio delle carte truccate, della compravendita d'anime, domani cavalcherà gli scontri di Roma ritrovando l'unità con il il suo centro su questi argomenti...eppure proprio da questa misura d'inganno e di mistificazione deve ripartire il nostro viaggio, coscienti però che di viaggio nel deserto si tratta. Provate a ragionare e mantenete la calma...che differenza farebbe un governo Fini-Casini con il ni silenzioso di Bersani? Avremmo davvero migliorato? Sarebbe cambiato davvero qualche cosa oppure , solamente, avremmo riperpetuato un inganno? Rimandando, ulteriormente la presa di coscienza di quanto davvero ci sia da fare? Perchè diciamolo il viaggio nel deserto comincia dal nostro stesso popolo...che ha bisogno di ricominciare a credere che ci siano idee e valori irrinunciabili e diritti inalienabili e non vendibili. Che esistano beni comuni ed interessi superiori, che ci sia davvero la possibilità di un Mondo diverso da questo.

Verso le elezioni in primavera



Per 3 voti la sfiducia al governo Berlusconi è stata respinta alla Camera.
314 No alla sfiducia contro 311 SI, 2 astenuti, 2 non hanno partecipato al voto.

Contro la sfiducia e quindi a favore della maggioranza hanno votato:
i 235 deputati del Pdl,
i 59 della Lega,
11 di Noi Sud (non ha votato Antonio Gaglione);
Francesco Nucara,
Francesco Pionati,
Maurizio Grassano,
Giampiero Catone,
Maria Grazia Siliquini,
Catia Polidori,
Domenico Scilipoti,
Bruno Cesario e
Massimo Calearo.

A favore della sfiducia si sono espressi:
i 206 deputati del Pd;
i 22 dell’Idv;
i 35 dell’Udc;
31 di Fli;
i 6 di Api;
i 2 Liberaldemocratici;
i 5 Mpa e
Giorgio La Malfa,
Giuseppe Giulietti,
il rappresentante della Valle d’Aosta Rolando Nicco e
Paolo Guzzanti.

Astenuti i due esponenti della Svp.
Come prassi non ha votato il presidente della Camera Gianfranco Fini.

Catone, Siliquini e Polidori sono i 3 voti in più per Berlusconi arrivati dal gruppo FLI dei finiani, mentre non ha votato Moffa che è l'altro voto in meno alla sfiducia giunto dal gruppo FLI.

Oltre ai 3 finiani appena citati, la campagna acquisti pro Berlusconi degli ultimi giorni ha portato dalla sua parte i voti dei deputati:
Razzi (ex Idv passato al gruppo Noi Sud),
Scilipoti (ex Idv passato al gruppo misto),
Calearo (ex PD, poi Api, passato al gruppo misto),
Cesario (ex PD, poi Api, passato al gruppo misto).
Grassano (gruppo dei Liberaldemocratici di Daniela Melchiorre).

Adesso il governo è nelle mani di chi si è venduto, non c'è una maggioranza politica, gli unici che godono della situazione sono i leghisti, e peggio di così non poteva andare per il paese e la democrazia.

giovedì 9 dicembre 2010

TAGLI AI "PARASSITI" - Lettera aperta agli operatori del sociale

TAGLI AI "PARASSITI" - Lettera aperta agli operatori del sociale (che oggi, giovedì 9, alle ore 16, hanno manifestato in Campidoglio)
Tutte le fasce deboli – e con essi tutti noi operatori del settore - stanno pagando pesantemente i costi e le conseguenze della crisi, CON LA SOLITA, VECCHIA, SCUSA CHE NON CI SONO SOLDI. D’altro canto, perché sprecare soldi per quelli che sono stati definiti “parassiti”? 
Ovviamente, non è vero che “non ci sono soldi”. E' un luogo comune ripetuto ad ogni livello di governo – da quello locale a quello nazionale – per giustificare il mancato o parziale intervento a favore delle fasce più deboli della popolazione e in particolare di quelle non autosufficienti bisognose di prestazioni socio-sanitarie. La realtà è che le risorse salterebbero fuori se, per esempio, ci fosse un serio impegno delle istituzioni per recuperare l’evasione fiscale, per abbattere gli sprechi, per evitare spese e investimenti non indispensabili trasferendo i relativi fondi a settori primari come la sanità e l’assistenza, per ridurre gli acquisti – costosissimi e poco etici – di armamenti, per cessare le operazioni militari sui teatri di guerra, ecc... PERCHE' DEVONO ESSERE I DISABILI E LE ALTRE FASCE DEBOLI DELLA SOCIETA' A PAGARE LE ARMI, LE GUERRE, I PRIVILEGI, GLI SPRECHI E L'INSIPIENZA DI QUESTA CASTA POLITICA INCAPACE E PARASSITARIA? Perché devono essere i più fragili a pagare per le casse dei comuni che sono vuote e sono vuote a causa dei demagogici tagli all’ICI voluti dal Governo sulle proprietà dei settori più agiati della popolazione? Perché devono essere gli operatori del sociale a pagare gli interessi per il debito che il Comune di Roma ha contratto con essi attraverso il ricatto della cessione dei crediti alle banche con la formula del “prosoluto”, attraverso i quale si drenano ulteriori risorse dal sociale, già sfibrato da rette insufficienti e ferme a dieci anni fa, a vantaggio stavolta delle banche?
Il refrain “non ci sono soldi” deriva anche dalle convinzioni, assolutamente negative per le fasce più deboli della popolazione, radicate nell'ignoranza e nell'egoismo della classe politica preposta a guidare le istituzioni. Da un lato, l’ancora insufficiente considerazione sociale verso le persone non autosufficienti (perché malate o "handicappate"), percepite spesso come un peso, una zavorra per la società, pertanto non come individui titolari di diritti, ma come elementi parassitari del tessuto sociale; dall’altro lato, la consapevolezza da parte di chi ci governa che detti soggetti – ed in particolare quelli più gravi, intaccati non solo sul piano fisico ma anche e soprattutto sul piano cognitivo (per esempio malati di Alzheimer o individui con gravi disabilità di natura intellettiva) – non sono in grado di protestare (per ovvie ragioni) e pertanto impossibilitate ad opporsi a provvedimenti che li riguardano (per esempio il taglio dei finanziamenti a favore dei servizi). Tra le due considerazioni, la prima (le persone disabili “freno” per lo sviluppo della società) è di tipo culturale, e pertanto forse la più odiosa. Oltre ad essere assai irrispettosa della dignità delle persone che vivono in condizioni di difficoltà e sofferenza, essa influisce nelle scelte di chi ci governa andando a discapito proprio delle fasce più bisognose della società.
Basti pensare alle affermazioni di Tremonti, nel corso di una conferenza stampa del 26 maggio 2010, quando ha affermato che “due milioni e settecentomila invalidi in Italia pongono la questione se un Paese così può essere competitivo”. Affermazione razzista, come ha detto la FISH (Fed. Italiana Superamento Handicap) , attraverso il suo Presidente, Barberi, fondata sull'idea del disabile come di un "parassita" improduttivo della società. (Certo, c'è anche da chiedersi cosa abbiamo fatto noi, operatori sociali, in questi anni, per combattere questa cultura razzista e stigmatizzante, per estirpare fino in fondo la malapianta della mentalità manicomiale che sta rialzando la testa...).
La seconda considerazione (le persone non autosufficienti non sono in grado di protestare) è assolutamente reale, ed è possibile contrastarla solo se qualcuno si adopera per dare voce alle persone non in grado di difendersi autonomamente per tutelarne esigenze e diritti. MA QUESTA MOBILITAZIONE TARDA. IL SETTORE DORME SONNI PROFONDI. LE INIZIATIVE INTRAPRESE RACCOLGONO SEMPRE ADESIONI TIEPIDE, un interesse superficiale e SPORADICO. E’ straordinario e avvilente vedere come un settore come il nostro che ha nel “lavoro di Rete”, nell’agire-con, nella solidarietà, nella progettualità, nei processi comunicativi i propri punti di forza, non riesca ad organizzarsi, a mobilitarsi per difendere non solo le poche posizioni conquistate, ma la sua stessa sopravvivenza e la dignità delle persone destinatarie dei suoi servizi. Ma oggi che la sopravvivenza del nostro lavoro e della maggior parte delle nostre strutture è veramente a rischio, è assolutamente necessario ed urgente che tutte le organizzazioni, tutti gli operatori, tutte le professioni del sociale, si mobilitino e si facciano sentire ad ogni livello per difendere i diritti acquisiti, la nostra mission, la nostra esistenza, la dignità dei nostri operatori e dei nostri utenti, la ricchezza e la dimensione etica – e politica - delle nostre professioni.
Non è ora di uscire dalla passività, dall’acquiescenza, dall’isolamento e alla mentalità “ognuno per sé e Dio per tutti" che caratterizza il nostro settore? Dalla tendenza a curare ognuno, in perfetta solitudine, il proprio orticello e ogni sorta di rivalità, di distinguo, di gelosie…? Cosa aspettiamo a rompere finalmente questo senso di impotenza politica che da sempre caratterizza il nostro settore? Di fronte ad una crisi che va a scaricare i suoi effetti sui soggetti più deboli, è ora che anche noi, cari colleghi e cari utenti, “disabili” e non, si cominci tutti insieme a muovere il culetto. O no?
Grazie per l'attenzione.

Mario Armellini (Ed Prof, Responsabile di due strutture per disabili in Roma)

mercoledì 8 dicembre 2010

Il governo del manganello colpisce di nuovo gli inermi



Un'aggressione gratuita della polizia, del tutto immotivata che si è conclusa con il fermo violento e l'arresto di due ragazzi colpevoli "di niente", se non di prender parte a un'iniziativa ciclistica e ambientalista che si chiama critical mass.
E' quello che è successo a Napoli ai margini delle rituali celebrazioni dell' 8 dicembre in piazza del Gesù, una piazza completamente e incomprensibilmente blindata. Un gruppo di studenti universitari è riuscito ad entrare in piazza e ad aprire lo striscione "Obelisco Precario" per ironizzare sulle precarie condizioni dell'obelisco del Gesù in analogia con le proprie prospettive di vita. Qualcuno non deve aver digerito questo blitz assolutamente pacifico!
Quando gli studenti sono usciti tranquillamente dalla piazza i cordoni di polizia e carabinieri li hanno seguiti, trovando su Calata Trinità Maggiore un gruppo di ciclisti della critical Mass che si apprestavano a partire per un giro in bicicletta nel centro storico di Napoli, per mettere in scena il "presepe morente". Alcuni dei ciclisti infatti erano in maschera per mostrare il declino della città.
A quel punto i carabinieri e la polizia hanno aggredito e fermato senza motivo due dei partecipanti, Alfonso che di mestiere fa l'animatore e Ana una studentessa brasiliana, semplicemente perchè erano, inermi, sulla loro strada.
Sono poi seguite una serie di cariche mentre gli studenti si raggruppavano e protestavano per i fermi, provenendo dall'Università dove c'era un incontro con Luigi Lo Cascio sul tema dell'attacco alla cultura e del film i "Cento Passi". A quel punto un corteo arrabbiato, improvvisato e sconcertato ha percorso le strade del centro, bloccando le strade, per arrivare sotto la Questura in via Medina, dove si è unito in presidio agli altri studenti che erano in piazza e ai movimenti dei disoccupati, che erano in presidio a piazzetta Monteoliveto e che hanno solidarizzato coi giovani fermati. C'era in particolare preoccupazione per la ragazza, che è stata sbattuta in terra nel fermo, mentre le veniva distrutta la bicicletta! Subito dopo la notizia ancora più incredibile che i fermi si erano tradotti in arresto!!

Questo video illustra con chiarezza quello che è successo! La polizia li aggredisce mentre sono del tutto fermi e innocui e, senza che abbiano fatto assolutamente niente, una ragazza è fermata, poi portata via e stesa violentemente in terra. Ana nel video è la ragazza che compare subito in primo piano con i pantaloni viola e una maschera di bisonte sul manubrio della bicicletta. Viene varie volte spintonata dai carabinieri e poi fermata e trascinata via dal dirigente (unico col casco celeste... il fermo avviene nel punto più lontano dalla ripresa, si vede Ana portata via verso piazza del Gesu' e dopo si intravede una gamba mentre è stesa in terra). Più testimoni confermano che è stata anche strattonata più volte per i capelli. Il suo fermo e quello di un altro ciclista anch'egli inerme verranno poi addirittura tramutati in arresto!!
Intanto, immediatamente dopo il fermo parte la carica contro gli studenti e la gente protesta per la vergognosa operazione!

Domattina 9 dicembre i due ragazzi sono attesi dal processo per direttissima e ci sarà un presidio sotto al tribunale di Napoli.

martedì 7 dicembre 2010

SCUSI SIGNOR CONSUMATOR


Di Giandiego Marigo

Quando ricordi stai diventando vecchio, dico in una mia poesia, ma la memoria è storia ed è retaggio, continuo.

Ci credo io a questa cosa ed a questo proposito voglio narrarvi una brevissima storiella. Si colloca nel 1969, anni confusi...appena dopo il maggio, in una scuola: L'I.T.I.S. Ettore Molinari, gloriosa frontiera della lotta studentesca di Milano...sia per i diurni che per i serali, una specie di Statale degli Studenti Medi, molti la ricorderanno.

Un'occupazione, una delle tante , ma sotto Natale...in dicembre. La prima per me ragazzino, mai stato piccolo però, quantomeno per la mole. Stupivo, allora, dei gruppi di studio, delle ipotesi di mondo alternativo, della narrazione di una storia diversa da quella che mi rimandavano i miei libri...e dello stare insieme, le assemblee, l'uso di una scuola che vedevamo diversa da quella dei padroni, la ridiscussione del potere e dell'autorità, le primissime avvisaglie di un femminino in discussione, montante.

Allora si avevano categorie di classificazione piuttosto nette, ma non è di questo che vi voglio parlare ora e qui quindi sorvolerò su inutili richiami autobiografici che, sinceramente, rischiano solamente di annoiarvi. Però mi pare bello disegnare idealmente un ponte fra quegli anni e questi, fra quegli studenti e questi, quasi a ricordare e a dimostrare a molti padri...dov'erano loro all'età dei loro figli...e come in fondo il potere non abbia mai smesso di tentare di fermarci.
Arrivando al sodo, rapidamente in stile post, così caro, sembra, ai lettori contemporanei.
Torniamo insieme quindi ad una sera di un'occupazione qualsiasi nell'atrio della scuola in questione...costruzione moderna, allora, piuttosto ampia, a due entrate, l'una più nettamente professorale e genitoriale, che dava accesso agli scaloni che portavano in segreteria , l'altra decisamente studentesca che dal deposito delle biciclette e dei motorini dava sull'atrio, più “scolastico”.
Da lì si accedeva all'Aula Magna, ai corridoi del piano rialzato ed allo scalone che portava ai due piani superiori.

Alla scala, di quel sotterraneo che divenne il luogo più glorioso e ricordato dell'Istituto Tecnico Ettore Molinari, diurno o serale che fosse, quella stanzetta che chiamammo Interfacoltà, che era il luogo che inventammo come nostro. Ma torniamo nell'atrio.
Noi siamo lì...in entrata, giovani ed abbastanza ingenui, beati leggermente frastornati...io e Mauro come sempre, a quei tempi
E' sera, una delle primissime sere della mia prima occupazione....la prima notte! Si sta facendo buio. All'improvviso dalla scala si leva un canto...stranamente Natalizio, un' anacronismo assoluto in quel contesto, un piccolo corteo dieci persone....portano tutti il camice bianco di laboratorio analisi, cantano qualche cosa sulla falsa riga di Bianco Natale...hanno candele accese e le fanciulle portano fascette con ornamenti natalizi fra i capelli...cantano, appunto, quel che segue. In questa versione solo con qualche piccolissimo aggiornamento, un poco per la memoria che sfugge, ma soprattutto per attualizzare...dove noi parlavamo di Vietnam e di morti di Milano ho voluto aggiornare, anche per facilitarne la comprensioneve, ne chiedo perdono


SCUSI SIGNOR...CONSUMATOR
Lei lo sa cos'è il Natal ?
è soltanto un Sabba infernal,
inventato dal gran capital
Per rubare i quattrini
anche a chi non ne ha
Ma, per rubare i quattrini, che cazzo c'entra Gesù?

La tredicesima che hai con te,
la devi spendere senza un perchè,
Anche se, in fondo, la ragione c'è
Questo sistema ha bisogno di te
festeggia il tuo sfruttamento...pagalo sempre di più
ma in questo tuo sfruttamento, che cazzo c'entra Gesù?


La Rai tv, ci dice che
Natale è festa di pace e d'amor
certo in Afghanistan, pace non c'è
e i morti in galera ci gridano che
il capitalimo ci uccide, sfruttandoci sempre di più
se il capitalismo ci uccide, che cazzo c'entra Gesù?


Scusa signor Consumator
ora sai cos'è il Natal
invenzione del gran capital
una scusa per dimenticar
che in ogni regalo od acquisto
ci paghi una bomba al napalm
Ma In ogni regalo od acquisto, che cazzo c'entra Gesù?



Comunisti, direte voi, quelli son gli anni in cui tutti lo sono, nasce il Movimento Studentesco, si affermano Avanguardia operaia e Lotta Continua, sono anni belli...molto divertenti, anni che io ricordo con struggente ed assoluta nostalgia.
Si modula sul Comunista più severo, certo, forse un poco inutilmente...su chi porti la vera linea...però no!
Non sono comunisti quelli che stanno cantando questa canzone, non ancora, non solo...scappa da ridere, tempi strani perché quel gruppetto sparuto è composto anche da cattolici...e qualche comunista spiritoso, spesso raro , sin da allora, diciamolo.
“Cattolici per il socialismo” si chiamavano...strana gente, che parlava di Don Milani, della scuola di Barbiana e del motto “I care” che sostenevano avesse inventato lui.
Gente strana dicevamo, in quei tempi. Ma quella canzone e quel corteo li ho fissati nella memoria e nel cuore e se devo dirvi la verità una parte dell'immagine di Dio che ho in questi anni deriva da lì...da quella canzone e quel corteo, ve la regalo con i migliore auguri di Buon Natale, nell'unico modo in cui riesco a pensarli per voi

domenica 5 dicembre 2010

LA PARABOLA VIOLA



Di Giandiego Marigo


Non ho partecipato al finale della commedia, una sorta di pudore e la difficoltà infinita del muovermi, per mancanza di denaro e di forze, per la mia invalidità, che ha segnato in modo indelebile la mia vita.
Dicevamo, non sono stato alla finale tragicomica della parabola viola.
Una manciata di auto convocanti che al colmo dell'autoreferenza si sono incontrati, ma sinceramente mi è bastato l'articolo sul Fatto Quotidiano e quello che molti fraterni amici me ne hanno riferito.
Tutti i difetti ed i limiti di un movimento gonfiato e strutturato mediaticamente sono, improvvisamente saliti alla superficie, rivelandosi in tutta la loro grottesca realtà.
Questi difetti però diciamolo sono stati ripetutamente stigmatizzati, da me e da altri, questi limiti di un movimento non movimento.
Sarebbe ingiusto dire come fa il Fatto che improvvisamente si è avuto un triste risveglio, non è così, nel percorso del movimento viola numerosissime sono state le avvisaglie che hanno prodotto questo indegno risultato finale ed erano presenti sin dall'inizio del percorso e sin dell'inizio erano state puntualmente, ripetutamente e dolorosamente annotate.

Ora proprio il Fatto, che con MicroMega e con l'Area Liberal Democratica, pseudo-movimentista, che con alcune teste pensanti di SEL e di IDV sono i principali artefici di questo disastro, bene proprio loro ci vengono a piangere addosso...sinceramente seccante.
Chiamo a testimoni i miei numerosi articoli su Facebook, sulla pagina di “CONTRO IL GOVERNO DELLA VERGOGNA” per la difesa della sovranità popolare” sino agli amici conduttori dei Blog “VERITA' e DEMOCRAZIA” oppure di “NEURONIATTIVI” chiamo a testimoni gli amici della pagina Facebook “MOBILITAZIONE NAZIONALE” chiamo a testimonianza i numerosi interpreti con me di quei giorni che videro l'alba del movimento viola...di quel primo NOBDay...che già in sé covava tutti gli embrioni della presente pochezza, perchè non era sufficiente una mobilitazione oceanica per giustificarne una natura inesistente, rabberciata, un controllo ottenuto con espedienti antidemocratici sin dalla sua nascita, la pratica invetereta, continua ed offensiva della cancellazione del dissenso, il non ascolto assoluto, l'autocelebrazione, l'autoreferenza e l'autoelezione?

Tutto questo impossesandosi on line della rappresentanza del dissenso e macinando alla fine luoghi comuni?
Ancora oggi io chiedo, chi...pagando quel palco megagalattico, le trasferte, consentì che l'impressione “visiva” della forza del movimento fosse maggiore della sua reale consistenza e perchè lo fece?

Chi? Gonfiando a dismisura le aspettative stroncò sul nascere un movimento genuino, vero, potenzialmente fortissimo e che poteva con le proprie forze e la propria consistenza arrivare da solo a quei risultati con i suoi tempi, che non erano però i tempi della politica...Chi?

Se non quegli stessi che si affollano stupiti al suo letto d'agonia, fingendo un'ingenuità ed una casualità di passeggio che nulla hanno di reale?
Non voglio fare nomi e cognomi, non ho alcun interesse a dare colpe, responsabilità ad indicare con il dito.

Tutti coloro che ora mettono in campo il proprio sdegno contrariato, che in qualche modo fanno parte dell' intellighentia Romana o toscana puttosto che Nazionale, tutti questi artefici più o meno noti, sanno benissimo chi io sia e quali siano le loro responsabilità...possono certamente continuare a fingere di ignorarle...questo chiede il trasformismo politico...non ci vengano però a parlare di nuovo, per piacere
Lo sa anche quel San Precario, vero o presunto, quell'Avatar ancora oggi misterioso che tanto male ha fatto a questo movimento con la propria incombenza inutilmente misterica.
Non farò nomi quindi, ma ne vogliamo parlare del protagonismo? Dell'uso sconsiderato dei archetipi della rete...quasi in chiave pubblicitaria? Con una capacità di gestione ed una puntualità degna di una congrega di WebMaster...ed anche questo non si può improvvisare...da dove veniva?

Dell'elezione incrociata ed ossessiva di organismi dirigenti di ogni tipo e sorta di pagine quotidiane che dicevano tutto ed il contrario di tutto, sino alla competizione con le manifestazione indette da altri movimenti??? Per finire alla competizione in seno al movimento stesso, quando ognuno si alzava alla mattina con un'idea di manifestazione e la indiceva in nome di tutto il movimento...solo perchè indossava una sciarpetta viola?
Il fatto che il movimento viola o una sua parte, abbiano dimostrato di essere poco significa che la strada era sbagliata? Significa che la rete è inutile per creare Network e Movimento...No! Significa che il rischio di inseguire il dito anziché guardare la luna su Internet è molto consistente, che un'abile congrega di WebMaster può, volendo, portarci persino ad una grande mobilitazione, ma dimostra, ancora una volta, che è un veicolo superbo per le idee! Senza precedenti e di una forza incomparabile per la loro diffusione. Dimostra anche che ci vuole criterio, senso della misura, capacità di giudizio, educazione.
Una delle cose che maggiormente mi ha infastidito in questa storia è la virulenza dei toni, la volgarità che si è riusciti a raggiungere nel percorso.
Bene buttiamo il bambino con l'acqua sporca, ancora una volta?

Quante volte lo abbiamo già fatto?

Il movimento viola ha prodotto degli effetti e sono insiti nei movimenti locali, che uniscono la frequentazione e la conoscenza reali alla confluenza informatica, che partono da esperienze vere e comuni da acquisizioni e discussioni reali, da proposte di comportamento interessanti da acquisizioni comuni. Da una necessità anche spirituale di trovarsi e condividere. Laddove esso sia riuscito a rimanere salvo ed integro da protagonismi eccessivi, da galletti che pensavano solo alla propria personale promozione...bene là il movimento viola è servito, ha indicato una strada che è quella giusta.

Quella di un movimento che non sia succube alla politica , ma che la determini, imponendo una discussione di area ed un'unità di fatto.

Un Livello di acquisizione e di confronto minimo e comune, non legato all'appartenenza ma alla necessità, alla vità, alle cose ed al momento contingente. Vogliamo farci del male? Continuare così? Insistere nell'attribuzione del comando...vogliamo continuare questo gioco omicida del “Sono più Leader di te”?

Nella ricerca assurda delle ragioni per non partecipare a qualche cosa...conosco bene il metodo, dolorosamente bene. La mia esperienza ne è costellata magnifiche idee che si dividevano mentre nascevano...perchè l'uno riteneva impossibile parlare con l'altro e perchè poneva questa divisione con obbligo di scelta...è La parodia grottesca della Sinistra o di quella che chiamiamo tale.

Il Movimento Viola è stato e può ancora essere un laboratorio stupendo di Area di Progresso...certo a patto di non farne una palestra di opposte tifoserie. Sembra pazzesco come sempre avvenga che una volta dato un movimento ampio ed unitario si cerchi, subito, in prima analisi, una buona ragione per seguire questo o quel Santone...questo o quel Leader ieratico-carismatico...cercando nel dargli ragione di riempire il vuoto delle proposte reali...sinceramente basta possiamo fare di meglio.