Perché una proposta di legge d’iniziativa popolare da presentare tramite il referendum propositivo?
Con
la vittoria del 1° quesito referendario del 12-13 giugno 2011 è stata
abrogata la norma che prevede l’obbligatorietà della privatizzazione del
servizio idrico integrato.
Il referendum è stato proposto
per far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua, un bene
comune fondamente, non si devono fare profitti e di conseguenza il
privato deve stare fuori dalla gestione. La risposta dei cittadini
votanti (95,35 % a favore della cancellazione
dell’obbligo di privatizzazione) non può lasciare alcun dubbio
sull’opinione, praticamente unanime, del popolo italiano.
Nel Lazio i cittadini che si sono espressi in tal senso sono più di 2.500.000 cittadini.
Perché allora ci stiamo muovendo con questa raccolta firme?
La normativa europea dà ancora la
possibilità di privatizzare il servizio idrico integrato e inoltre entro
il 31 dicembre 2012 tutte le regioni dovranno legiferare in materia di
servizio idrico, in particolare relativamente alla riorganizzazione
degli Ato (Ambiti di Bacino Ottimali).
Per spingere la nostra Regione
verso una gestione del servizio idrico pubblica e partecipata, nel
rispetto della volontà popolare, con un'ampia coalizione di cittadini,
associazioni, forze sindacali e politiche, già impegnate nei referendum
nazionali del 2011, vogliamo presentare una proposta di legge in tal
senso alla Regione Lazio, attraverso un referendum propositivo.
La
proposta di legge dovrà essere firmata da almeno 50.000 elettori del
Lazio e, se entro un anno dalla sua consegna non sarà discussa, il
Presidente della Regione Lazio sarà tenuto ad indire il voto
referendario, in cui cittadine ed i cittadini saranno chiamati ad
esprimersi su questa proposta di legge.
Come per i Referendum del giugno 2011 anche questa battaglia ci riguarda tutte e tutti perché si scrive acqua ma si legge democrazia!
La legge in 10 punti
1) L'acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile sono diritti inalienabili e inviolabili della persona;2) l'acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all'esistenza di tutti gli esseri viventi della presente e delle future generazioni;
3) la Regione individua le unità territoriali di gestione del servizio idrico integrato sulla base dei bacini idrografici e delle infrastrutture esistenti;
4) per ogni bacino idrografico viene stabilito un bilancio idrico basato sull'equilibrio tra prelievi e disponibilità della risorsa allo scopo di preservarne il ruolo ecologico;
5) le decisioni in merito alla pianificazione, alla programmazione, alla gestione e al controllo della gestione del servizio idrico integrato vengono assunte dai rappresentanti degli enti locali con vincolo di mandato delle assemblee elettive, con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori del servizio idrico integrato;
6) la gestione del servizio idrico integrato è sottratta al principio della libera concorrenza, e realizzata senza finalità lucrative, in quanto servizio pubblico di interesse generale;
7) le infrastrutture del servizio idrico integrato sono di proprietà pubblica e inalienabile;
8) la regione incentiva la gestione pubblica del servizio idrico integrato tramite un fondo regionale per la ripubblicizzazione destinato esclusivamente ad aziende speciali e consorzi tra comuni;
9) il servizio idrico è finanziato tramite le tariffe, fondi regionali e tasse ambientali di scopo;
10) un fondo regionale finanziamento l'accesso all'acqua potabile nel sud del mondo.
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