Di
Giandiego Marigo, Per AreA
Di
cosa stiamo parlando?
Lo chiedo ai
molti, moltissimi amici che ancora oggi si crogiolano in uno strano,
antico concetto fatto di schieramenti, di piccoli gruppi portatori
d'ogni verità, di geniali avanguardie di eterni irripetibili
proletariati urbani e non.
Costoro, chi
più chi meno ripercorrono il medesimo cliché. Dagli esterni
all'area rifondarola via via arrivando sino ad aggregazioni molto
poco chiare ed anche un poco confuse all'interno del PD.
Sdegnato e
snobistico rifiuto del marasma grilliano o grillino che dir si
voglia, ritenuto di volta in volta poco chiaro, poco lucido, confuso,
interclassista, quando non addirittura fortemente infiltrato da
destra.
Si alternano
in critiche feroci ai discorsi del “Guru” coacervo
e portatore sano d'ogni male e possibile vergogna!
Disprezzato
e lontano da un concetto marxo-modernista in salsa francese, quanto
si può e persino di più.
Ci parlano
ad ogni piè sospinto di sinistra storica di
tradizione, di analisi di classe della
società e quindi della validità d'una divisione interna al
pensiero politico negli archetipi storici di Destra e Sinistra
e si sforzano in ogni modo e maniera, con qualsiasi equilibrismo
dialettico e pratico, anche a costo di doversi inventare motivi,
premesse ed articolazioni, per inserirvi anche M5S e la sua
esperienza.
Perchè così
deve essere, per forza, non può, non deve esistere una possibile
realtà alternativa a questa divisione, non c'è possibilità di un
linguaggio e di una analisi nuova ed altra, nemmeno embrionale,
nemmeno in divenire...di cosa stiamo parlando?
Avranno
rifondato una trentina di volte almeno la propria area di
riferimento, le hanno dato una quarantina di nomignoli e in alcuni
casi hanno sprecato persino la parola partito...ed ogni volta hanno
ottenuto il nulla.
Eppure
perseverano, perchè la storia deve adattarsi a loro e non il
contrario.
Orgogliosamente
di sinistra ed a volte non sanno nemmeno di cosa parlano,
Prendiamo la
figura di Berlinguer, glorificato da queste frange come l'ultimo
comunista verace della storia. Ho il massimo rispetto di Enrico, ho
persino scritto una poesia su di Lui, ma non oserei definirlo altro
che un buon social-democratico già molto revisionista ai tempi suoi.
Lo spreco di
falce e martello è davvero fuori luogo...in fondo il
“Compromesso Storico” è pensiero suo e lui è
l'iniziatore, il primo motore, del processo di disfacimento della
sinistra italiana...se esiste un primo responsabile questi è Enrico
Berlinguer...insieme ad Aldo Moro.
É DI
QUESTI NOSTRI TEMPI L'USO DI ACCRESCITIVI E DI TERMINI ECLATANTI.
Avendo poche
idee, poca qualità, poco da dire si cerca di vendere il prodotto al
proprio meglio, si applicano alla politica e persino alla storia le
leggi del marketing.
Da quegli
anni ad oggi io ricordo solo arretramenti, perdite di terreno,
concessioni di diritti. Tutto questa cosa del compromesso, storico o
meno ch'esso sia, per quel che ne so, è stata pagata in soldoni
sonanti dai più deboli.
Cosa è
quindi questa “Sinistra Storica” di cui si parla ed alla
quale si fa riferimento...a quando data? Di cosa stiamo parlando?
Dove
sarebbero stati elaborati questi schemi di pensiero, queste
metodologie d'analisi, irrinunciabili, questa pseudo-cultura
alternativa che sono a fondamento di questo “riferimento”
ossessivo?
Se i primi
artefici dell'ottenebramento della sua memoria sono proprio quegli
stessi che la inalberano a vessillo.
Perchè mai
la definizione dì un'AreA di Progresso e Civiltà dovrebbe
passare da questa definizione, da questa strettoia storica e saltarne
altre, altrettanto valide e rappresentative? Obbligandoci in eterne
rifondazioni e riesumazioni di intellettuali e dirigenti politici già
praticamente morti?
Perchè un
linguaggio atto a facilitare il Progresso, inteso nel senso
giusto e profondamente spirituale che occorrerebbe a questo mondo,
non deve essere ecumenico, nuovo, comprensivo unificante?
Perchè deve
premettere una divisione e non affrontare mai la questione del
potere...che è comunque e sempre borghese?
Eppure la
mancata discussione di queste questioni ha prodotto parecchi mostri,
ogni periodo post-rivoluzionario ne ha almeno un paio di svariati
tipi.
Mostri che
però vengono metabolizzati ed accettati, mentre un discorso diverso
viene costantemente rifiutato, esorcizzato, trattato a mo' di eresia?
Ora
anarchico, ora cristiano, ora grillino, ora semplicemente
utopistico...di cosa stiamo parlando e qual'è l'alternativa
contenutistica?
Dove sta
l'analisi valida e cosa ha prodotto sin qui?
Forse
sarebbe il caso di domandarcelo e di porre, finalmente “Civiltà
e Progresso” come centrali nel discorso di qualsiasi “avanzata”
presente e futura, chiarendone il senso condiviso e facendoci tutte
le domande spirituali e filosofiche del caso...
Ogni
elaborazione di “nuovo mondo” dovrebbe partire da qui,
ogni nuova idea di progressismo dovrebbe superare questa forca
caudina per non essere l'ennesima rifondazione inutile.
A questo
progetto potrei contribuire persino io, pur essendo portatore sano di
Grillite acuta e rimbabitismo da Guru...e diciamolo potrei persino
avere qualche idea in proposito.
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