"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 28 novembre 2010

AREA DI PROGRESSO E CIVILTA'



di Giandiego Marigo


Come definire questa nuova “santa alleanza” Veltroni-D'Alema, in funzione anti-Vendoliana?
Gli avvenimenti di Milano hanno diffuso il terrore nelle “alte sfere” del Partito Democratico, il sacro terrore dell'OPA(offerta pubblica d'acquisto)...la battuta sul tentativo di proporla ormai si sta facendo sempre più frequente nel Fraseggio della dirigenza del PD. Da D'alema appunto passando per Veltroni e Letta
Vi dirò la mia impressione, non richiesta, ma ve la dirò egualmente.
La possibilità che venga a definirsi un'Area di Progresso e Civiltà, diversa dal progetto Alchemico dei fondatori del PD a questi stessi fondatori non piace affatto ed è molto ingenuo pensare che la facilitiranno in qualsiasi maniera.
Di questa forma di ingenuità paiono, però spesso, peccare sia l'area Liberal che si raduna attorno ad IDV ma non di meno pare soffrirne quel che rimane dalle ceneri della Sinistra Critica.
Anzi le due tifoserie paiono porsi in cavalleresco antagonismo, confidando anche spesso sul medesimo bacino elettorale.
Essere convinti infatti dell'utilità di una vicinanza al PD in forma debole, cioè non partendo da un'area propria , forte e connotata culturalmente altro non può essere che una forma di annullamento oltre che una inutile speculazione teorica...sull'altare di un bipolarismo frainteso ed inesistente...per giunta.
Questa individuazione non modifica la necessità dell'unione dell'opposizione in chiave anti-berlusconiana, tutt'altro, solo definisce un metodo d'approccio necessariamente diverso. Pone diverse condizioni ad un'unità necessaria tale affermazione che spesso sembra essere presente in alcune intuizioni Vendoliane ed in alcune dichiarazioni di dirigenti FDS o dei movimentisti di IDV e dell'area Grillina
Esiste l'urgenza di definire un'Area e questo termine torna così spesso a tormentare ogni possibile definizione, quest'ultima non può essere identificata nel PD, che non la rappresenta e non la comprende anzi in qualche modo la osteggia. Tale area deve pesare nella descrizione dell'opposizione deve essere determinante nella proposta di un'alternativa, ma non compendiarsi con il PD ma porre le proprie condizioni sedere , lealmente al tavolo dell'opposizione e del futuro governo di questo paese ma senza annullarsi in un contenitore senza né capo né coda e senza senso qual'è, appunto, il PD.
Questa Zona di Luce esiste a livello embrionale, precisamente definita dalle iniziative dei movimenti e dal fronte per la difesa dei beni comuni. Costantemente rinnovata e mantenuta viva dai momenti di mobilitazione e lotta anti-berlusconiana, ma non solo, perchè sarebbe ben misera cosa una rivolta solo contro un'Imperatore per quanto degenerato e buffone.
Quest'Area è quella che da sempre ricerca l'alternativa, che pone l'attualità di un mondo differente da quello che viviamo. Un'area identificabile con i movimenti ecologisti, libertari e di rinnovamento anche spirituale, con i movimenti di decrescita e di liberazione dal signoraggio, che sappia proporsi una cultura altra da quella del potere, che sappia riconsegnare un sogno a coloro che questo sogno desiderano percorrere. A quell'enorme popolo di sconfortati di sfiduciati che ormai identificano la politica con il malaffare, la corruttela e gli interessi personali della casta.
In questo senso rinnovare costantemente un'OPA sul PD, senza definire una propria anima precedentemente è errore grave.
L'On. Letta sostiene al telegiornale che sia Di Pietro che Vendola l'abbiano meditata...ed anche Grillo, pur con intenti chiaramente provocatori ha accarezzato l'idea di invaderne pacificamente il corpo. Ci dissuade l'onorevole da proseguire nel tentativo, ancora una volta ponendo al centro il progetto del PD, come se davvero esistesse.
Mai però si è davvero pensato ad unificare, almeno negli intenti di rinnovamento queste aree laterali al maggior partito di opposizione, l'Amorfo ed impersonale contenitore.
In questo a mio, umilissimo, parere non si è appresa o non si è voluto farlo dai movimenti, dalle mobilitazioni, dalle grandi manifestazioni sino dalle divisione interne del fronte sindacale, la lezione fondamentale.
Quale?
Quella che esiste un Movimento Vero, che ha ancora capacità di mobilitazione, creative e teoriche e che questo movimento eccede e non si cura affatto del PD.
Accettare l'idea del centralismo dei Democratici è in qualche modo accettarne l'idea egemonica, che essi non sono assolutamente disposti a rinunciare, essendo l'unica idea che loro rimane e che unifica realmente il loro fronte.
Oggi io ritengo che l'Area di Progresso e Civiltà si debba porre a prescindere dal PD, non in modo antagonistico, ma preciso, senza farsi distrarre da logiche pragmatiche e numeriche...del tutto ipotetiche per altro e maturate in assenza di qualsiasi reale alternativa culturale.
Chi infatti oggi si sentirebbe di garantire il PD vincente? Un partito che non riesce a vincere nemmeno le primarie Milanesi e che affida i suoi successi all'arte, comunque, di scrivere le regole in proprio...chi potrebbe oggi garantire che in uno scontro diretto fra, per esempio, Bersani e Vendola in fase di primarie Bersani vincerebbe, ma se questo non avvennisse, come potremmo essere soddisfatti di questo e quale sarebbe il risultato se non quello di rendere impossibile qualsiasi unità? Davvero pensate che i centristi del PD sarebbero disposti ad un'unità siffatta? Ed ancora siamo così sicuri di vincere da non volere nemmeno considerare la possibilità che questa scelta della centralità del PD sia un tragico errore? Io credo che esista la necessità di riconoscere l'impellezza di questa ridefinizione. Mi è capitato spesso di ripetere in questi tempi che solo un'Area di Progresso e Civiltà forte e determinata potrebbe garantire la possibilità di un percorso di reale salvezza di questo Paese, perchè solo nel coraggio di un'alternativa reale e culturale, in una diversa proprosta di sviluppo e di relazione sta questa possibilità. Solo nella forza di quest'area e nella possibilità di trasformare il suo pensiero in Percorso di Progresso, in investimento per il futuro, in visione, solo in questo passa ogni capacità di rinascita e riscossa di questo paese prostrato dall'unico pensiero e dall'unico mondo possibile...che purtroppo anche parte del PD condivide.

Facce da CGIL - Roma, 27 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

Bersani, Di Pietro e Vendola sul tetto insieme ai ricercatori universitari


Pur nella evidente e francamente ridicola demagogia pre-elettorale di fine legislatura, nella gara che hanno fatto i maggiori leader dell'opposizione democratica – Bersani, Di Pietro e Vendola – a farsi fotografare mentre salivano sul tetto della Facoltà di Architettura di Roma per portare la propria solidarietà a studenti e ricercatori universitari in lotta contro la riforma Gelmini si deve cogliere, mi sia perdonato un inguaribile ottimismo, un aspetto positivo.
Il riconoscimento cioè da parte dell'opposizione democratica che quello della cultura, della scuola, dell'università, della ricerca è, insieme al tema del lavoro e dello stato sociale, il campo fondamentale in cui può declinare la propria visione alternativa non solo al berlusconismo ma anche al tecnicismo filoliberista del polo moderato di Fini, Casini e Montezemolo.

giovedì 25 novembre 2010

DOVE STA ZAZZA'


di Giandiego Marigo

Ribellioni, a macchia di leopardo senza collegamento estemporanee, violente a volte come scoppi di temporale, legate, però, alla rabbia ed allo sconforto, manifestazioni estreme, d'una frustrazione , in fondo, senza speranza, disperazione e mentre tutto questo accade quella che chiamammo sinistra dov'è? Non ci perviene notizia di lei...se non di qualche congresso o riunione organizzativa o peggio d'una ennesima ed estemporanea divisione.
Da una parte SEL sembra dibattersi in un ottica prettamente interna all'evoluzione del suo rapporto complesso con il PD ( del quale non parlo per il pudore di definirlo Sinistra, non vorrei offendere interne sensibilità che non gradirebbero affatto questa definizione) Un partito SEL che ha un Leader, ma non ancora un corpo, che muove molte simpatie, ma che resta, superficiale...d'opinione, radicato all'interno di alcune strutture ARCI, piuttosto che CGIL, ma più per incrostazioni di precedenti inondazioni che non per propri meriti. Un partito che pone proposte importanti. Composto di molti funzionari intermedi, dell'antica struttura di CGIL e RIFONDAZIONE, influenti più per difesa d'antiche posizioni che non per nuovi meriti acquisiti sul campo. Sensibili, ai movimenti ma sotto molti aspetti ininfluenti, se non a livello di uomini e figure di carisma...un agglomerato allo stato più che un partito. La Rinascente FDS, cosa dalla dubbia valenza, composta di cariatidi che si ripropongono per la 300a o 400a volta alla segreteria, d'un partito, che non riesce a smoversi dal 2-3% e che trova al suo interno appena nato gli embrioni della prossima divisione, sebbene, la discussione nata al suo interno abbia anche importanti connotazioni. Quindi mentre la sinistra più tradizionale decide se essere o meno nel governo e in che modo collaborare il paese s'incedia...motu proprio.
Non di soli Marxiani o presunti tali è composta l'Area di Progresso e Civiltà...neo liberal, social...e chi più ne ha ne metta catto-buddo-indu...e creativi d'ogni sorta che popolano l'area da IDV sino ai movimenti sconfinando nell'area dei grillini e che invece paiono assorti in un soliloquio ant'imperiale senza speranza e che pur avendo un concetto di mondo ed a tratti addirittura una visione d'alternativa che si sposa con una nuova economia a misura d'uomo e la necessaria decrescita...bene costoro mi appaiono appunto assorti in un vigile controllo degli angusti confini d'una presunta libera informazione, presi da irrefrenabile et personalizzatissimo odio, per carità più che giustificato, ma che finisce con il vanificarne e disperderne le pur interessanti energie.
Intanto il paese si ribella in modo asincrono, fuori controllo...qua e là esplode un focolaio, una piccola fiamma, un momento di reazione inconsulta e sono molti a questo punto dalle salite ormai innumerevoli su torri e gru, alle manifestazione della società civile che vengono seguite da scontri e manganellate, ma non c'è un'area che che impersonifichi e rappresenti queste lotte...esse restano avulse...lontane, altre, dal corpo di una classe politica che proprio non riesce a collegarsi con loro.
Questo dovrebbe indurci a riflettere, farci capire che la storia ed il paese, tutto, non hanno il tempo per aspettare ulteriormente i nostri comodi, di precisare e discutere chi, come ed in che modo, quando ed in che misura.
Sì! Decisamente ci sono risposte che vanno date e che riguardano profondamente il senso e la ragion d'essere di quella che un tempo definimmo Sinistra e che oggi ci piacerebbe poter chiamare Area di Progresso e Civiltà...esse riguardano molte cose , la scuola ed il lavoro, la povertà ed i beni comuni e sconfinano nella visione d'un mondo futuro che nasca cresca a partire dalle esigenze e dal benessere delle popolazioni piuttosto che non dalle regole e i limiti posti dai pochi che possiedono “la fabbrica dei soldi” ( il termine non è scelto a caso). Un'Area che sappia rispondere con una visione d'insieme che ci rimandi una società possibile, praticabile, equa ed eticamente connotata che abbia discusso e risolto le tematiche energetiche, culturali e ci proponga rapporti praticabili, compatibili ed accettabili, spiritualmente ricchi che facciano di noi dei fruitori  in reale condivisione con Gaia piuttosto che dei parassiti consumatori.
Che ci facciano sentire parte e non problema. Risorsa e non peso. Che consegnando una nuova visione sappiano consegnare ai moltissimi sconfortati e delusi di quello che fu un epocale movimento un nuovo sogno ed un nuovo obbiettivo che non sia solamente la caduta di un Imperatore, per quanto Buffonesco ed Intollerabile esso possa essere . Perchè in fondo se non si da loro la possibilità di sperare di confidare in un mondo migliore perchè mai dovrebbero preferire un Tiranno ad un altro? Cosa differenzeriebbe Napoleone da Cesare ed un'Imperatore da un Re?
Ma mentre questa ribellione serpeggia, questo bisogno si fa via via sempre più urgente...L'area che fa...cerca profeti ed ogni volta che sembra averne individuato uno cerca di affermarlo come l'unico portatore di verità con il risultato di averne cinquanta e tutti portatori d'una vera fiaccola. Convinti d'essere l'unica possibilità per l'Area che anzichè amalgamarsi e farsi grande sembra, ancora ed eternamente condannata alla dispersione ed alla frammentazione, perchè ogni portatore chiede sia l'altro a chinare il capo .
La chiamano in molti modi, purezza, vocazione maggioritaria, moderatismo, pregiudiziale liberal democratica...e via dicendo altri si definiscono Società Civile pretendendo d'esserne unici depositari ed altri ancora si inventano portatori ora del socialismo ora del marxismo ora della liberal democrazia, altri si vestono da francescani ed altri ancora da frati trappisti ed il risultato è sempre il medesimo che molte voci dicono cose analoghe e che invece non ci si confronta affatto su questioni fondamentali. Imprigionati dal rituale assumendo la forma come fosse contenuto, convinti che questo compromesso con gli infedeli sia triste necessità...accontentandosi del meno peggio ed accettando l'idea che aree simili siano collocate quasi casualmente in diversi contenitori per altro scarsamente connotati. Si fanno scelte superficiali ed invece non si pongono le questioni realmente influenti, quelle importanti che farebbero unità e creerebbero movimento. Una per tutte il nuclere, piuttosto che il lavoro, il precariato, la cultura altra...Tifoserie che scelgono di non aggregarsi sulle questioni reali ma sul colore di una maglia...e non c'è nulla di più folle . Però mentre questo avviene la gente si ribella ed è sola e prima o dopo si accorgerà, forse se n'è già accorta che, come più volte ho ripetuto, tutti noi che ci fregiamo di maglietta, distintivo e marchietto non siamo affatto indispensabili.

domenica 21 novembre 2010

Approposito dell'articolo del Fatto Quotidiano: Grillo: “Saviano fa godere B. come un riccio” (commento redazionale di Giandiego Marigo)


Allora andrò controcorrente, dichiarando di essere abbastanza d'accordo, questa volta, con Grillo e premettendo che sono Giandiego e che esprimo un parere personale... quindi vi chiedo, hanno invitato tutti...perchè Grillo non è stato invitato? Non sarebbe stato in grado di leggere un elenco? E' meno valido di Benigni e Paolo Rossi?
Vi chiedo anche, mente forse quando dice che il produttore di Fazio è Endemol e che l'azienda in questione è di Berlusconi, oppure mente quando dice che Benigni lavora per la Minerva cinematografica che è ancora di Berlusconi? Oppure ricordando che Saviano stesso pubblica, guarda il caso, per Mondadori...ancora una volta della famiglia Berlusconi.
Hanno ragione coloro che, a mio parere, ipocritamente giustificano dicendo che siccome tutto in questo paese appartiene all'imperatore allora è giusto arricchirlo ed accettare il ricatto pur di dire quello che ci consente di poter dire?
Implicitamente in questo arrendendosi al potere ed accettando l'idea del tanto peggio tanto meglio, accettando quindi regole e cultura dominante ed ingoiando l'amo che ci viene fatto ballonzollare davanti agli occhi?
Poteva risparmiarsele, si è detto, ancora una volta ipocritamente, certamente sì poteva come tutti uniformarsi al generale peana dell'icona televisiva del momento.
Ora senza nulla togliere a Saviano, il suo eloquio sulle mafie è stato molto generalista, in realtà, ed ha accuratamente evitato di fare qualsiasi nome, preciso. Molto più efficace in questo senso il libro di Cavalli (casualmente non Mondadori, ma allora si può pubblicare in una casa editrice diversa...come mai?) che almeno i nomi ed i cognomi li fa.
Ora nessuno dice che Saviano, sia meno che quello che è, ma da qui a sostenere che allora è nel giusto in quanto tale sempre e comunque e di principio...bhè c'è molta strada.
Che dire per esempio delle sue posizioni sul Sionismo? Sulla vicenda di Peppino Impastato o delle sue recenti posizioni sul quadro politico...Dopo l'icona Santoro creeremo l'icona Fazio-Saviano? Ed allora spiegatemi in cosa saremo liberi dal medesimo ricatto mentale che imprigiona la maggioranza degli italiani, visto cha a nutrire il nostro, presunto, dissenso sono gli stessi che rienmpiono insiwme a pancia e cervello..."molto opportunamente" di Reality il consenso degli altri?
Dov'è la differenza? dove sta l'alternativa???
Cosa ha detto Grillo, che Saviano è un pirla? No! Ha detto che noi siamo dei pirla, che ci facciamo conquistare da prodotti televisivisivi, convincendoci che quella sia la realtà e non vale solo per Saviano, ma anche per Santoro. Dopo la trasmissione televisiva in questione ritenete in coscienza che la lotta alla malapolitica abbia fatto anche solo mezzo passo avanti? Ne siete davvero convinti? E' mai possibile che se qualcuno porta avanti, davvero, un attacco al sistema si sia proprio noi ad inalberarci in sua difesa...Lo ripeto grillo non attacca Saviano, ma coloro che lo santificano solo perchè è passato in televisione ed ha detto cose ampiamente controllate e mediate...persino ovvie(giandiego)

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E alla fine il ministro Maroni ottiene l'invito a "Vieni via con me": leggerà un elenco
Gli attacchi a Roberto Saviano? Ce li si aspetta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni – con cui lo scrittore ieri ha fatto pace (invitandolo a leggere un elenco nella puntata di lunedì) – ma non da Beppe Grillo. Appena dieci minuti dopo l’inizio della quarta e ultima tappa romana del suo spettacolo – Beppe Grillo is back – il comico genovese fa ammutolire il suo pubblico: “Saviano? Fa godere il nano come un riccio”.

continua la lettura sulla fonte: Il fatto quotidiano

Mara Carfagna, l'onorevole Bocchino e Silvio Berlusconi

Si possono leggere in tanti modi gli ultimi sviluppi della vicenda Carfagna, le annunciate dimissioni da ministro, parlamentare, dal PDL ed il probabile passaggio alla nuova formazione finiana che l'interessata peraltro tenta di rivestire di un minimo di dignità politica con improbabili motivazioni ideali (sul PDL campano dominato da Cosentino, sul partito degli affari che non è più il suo e quello di Berlusconi). Ridurlo, considerata la storia personale del personaggio in questione, a semplice gossip che ispira tra l'altro, tenuto conto dell'amicizia con il capogruppo di FLI Italo Bocchino e l'influenza che questi esercita su di lei, grasse battute da caserma. Considerarlo un ulteriore segnale dell'imminente fine politica di Berlusconi a fronte della quale chi può cerca di abbandonare la nave che affonda. Si può rimarcare, nel quadro di una politica nazionale che ha perso la sua autonomia di fronte alla dittatura dell'economia globalizzata ed è diventata mera esecutrice di decisioni prese in altre sedi, il ruolo, strettamente connaturato alla propaganda berlusconiana, di immagine simbolica vuota e fine a se stessa ma efficace suggestione per il comune sentire che la Carfagna ha interpretato.

sabato 20 novembre 2010

Albero di Tiffany a Milano. Abete gigante tagliato a pezzi e rimontato in piazza Duomo.


Commento redazionale all'articolo di Giandiego Marigo
Non ho molte parole, davvero mi costa il trovarne a descrizione dell'arroganza infinita di questo gesto, d'altra parte cosa si può dire, di un'atto che si commenta da solo?
Ostentazione, strafottenza, convinzione d'essere di più e delirio imperiale, disprezzo.
Un atto eclatante,unicamente legato al Dio Profitto, inutile e dannoso, fondato sulla menzogna.
Che altro? Alle soglie di una campagna elettorale che la signora è convinta di vincere, un'idea precisa di città.
Milano "la grande"...anche nel suo albero di Natale...Si porteranno i bambini a vedere questo guinnes, quet'uccisione inutile, la si porterà ad esempio dell'umana grandezza? Del dominio dell'umanità sulla natura? Esibiranno il gigante silenzioso come trofeo?...se ne vanteranno, gonfieranno il petto.
La Milano della Moratti che prende atto delle differenze, lasciando i suoi cassintegrati alla loro miseria ed affidando il centro della città all'immagine più inutile del lusso, senza ritegno, vergogna, senza morale...loro che della morale si vantano d'essere gli unici depositari.
Questa convinzione di inutilità, dannosa, che si riverbera anche nell'azione esemplare, dimostrando la pochezza dell'anima di chi la compie, il deserto del suo spirito.
Che privilegia un gioiello d'oro e cristalli ad una vita centenaria. Dopo costoro, proprio costoro ( la signora Moratti e di CL, non dimentichiamolo) Vengono a farci discorsi in difesa della vita...anteponendoci la propria fede a qualsiasi ragione...questa stessa fede che gli permette questo scempio???? Sorretto dalla menzogna.
Probabilmente una parte dei milanesi si inorgogliranno del loro albero gigante, finalmente paghi del gioco infatile del "Ce L'ho più lungo adesso oltre che più duro", anzi troveranno in questa ostentazione il motivo per rinnovare la loro fiducia alla signora sindaco...ma permetteteci di dissentire, di sperare che di questo scempio, inutile...le persone di buona volontà conserveranno memoria (anche se è forse solo speranza) sino alla cabina elettorale...ed anche dopo
(giandiego)
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Che scempio l’albero di Natale in piazza Duomo a Milano, altrimenti detto albero di Tiffany per via della gioielleria che lo allestisce e che, in cambio, attorno al tronco realizza un temporary shop di 200 metri quadrati. Un negozio non esattamente per tutte le tasche che stride con la crisi economica e con il significato del Natale.
Per realizzare questo monumento fuori luogo al lusso è stato abbattuto un rigoglioso gigante vegetale, un bell’abete rosso alto 48 metri: come un palazzo di 15-16 piani. Trascinato in città, tagliato a pezzi e rimontato sulla piazza. Un insulto alla natura e a chi la ama.


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fonte: Blogeko
segnalatore: eliotropo

venerdì 19 novembre 2010

Addaveni' Buffone! La crisi di governo più pazza del mondo.

E' almeno da un anno e mezzo che pensiamo, speriamo, prevediamo che il Governo del Gallo Cerone sia arrivato al capolinea. Dalle condanne di Mills (reato poi prescritto in Cassazione) pagato per rendere falsa testimonianza a favore di Berlusconi passando per il 'ciarpame senza pudore' di Veronica Lario che riprendeva la denuncia di Fare Futuro sulle veline candidate nel PDL, la storia con Noemi e le dieci domande di Repubblica, le foto di Zappadu degli ospiti di Villa Certosa, le rivelazioni di Patrizia D'Addario, le inchieste giudiziarie sulla protezione civile e la nuova P2, la dichiarazione di illegittimità costituzionale del lodo Alfano, la condanna di Dell'Utri, fino alla scissione di Fini e al caso Ruby.
E sempre, fino ad oggi, quando il momento tanto atteso sembra stia per arrivare, Berlusconi prende tempo, promette e minaccia, si riorganizza e riesce a resistere.

giovedì 18 novembre 2010

L'alternativa possibile. Cosa succede a sinistra.


“Moriremo democristiani?” ci si chiedeva un tempo quando il regime DC sembrava destinato all'eternità.
“Moriremo sotto il liberismo capitalista?” dobbiamo chiederci ora e la domanda non è solo in senso figurato se si pensa alla scia di morte che questo sistema reca con sé nelle guerre, nell'inquinamento, negli scontri di civiltà, nella miseria e nelle migrazioni bibliche che produce nel mondo, nei presagi di disastri e di messa in discussione della sopravvivenza stessa del pianeta e dell'umanità di fronte al riscaldamento globale ed all'esaurimento delle risorse fondamentali per la vita, dissipate negli sprechi di uno sviluppo senza limiti, e degli inevitabili conflitti tra popoli che ne deriveranno.
Ma da dove ripartire, in Italia, per un'alternativa possibile? Con quali basi di consenso nella società? Con quale organizzazione e quali alleanze politiche? Come rapportarsi agli attuali partiti del centrosinistra? Che valore dare all'astensionismo? E bisogna dare per scontata la morte della sinistra ed il superamento della contrapposizione con la destra?

Per dire la mia rispetto a quest'ultima questione (ed è interessante al riguardo ciò che scrive l'ottimo Pellizzetti), mi sembra che la grande partecipazione popolare alla manifestazione della Fiom del 16 ottobre, l'incremento elettorale ottenuto con l'abituale fiuto politico da Di Pietro occupando gli spazi vuoti lasciati a sinistra, i sondaggi che premiano la proposta e l'immagine di Nichi Vendola, la resistenza sia pur sofferta dei comunisti della Federazione della Sinistra, l'ostinazione con cui la maggior parte degli elettori del PD continuano a considerare il proprio un partito di sinistra, tutto questo dimostra il contrario. Certo una sinistra che è minoranza nel Paese, piena di contraddizioni, lacerata tra un'idea emendativa del capitalismo ed il sogno di poter costruire una società nuova ma comunque una sinistra ancora viva.
Un atto di minima razionalità e responsabilità sarebbe oggi che le forze più radicali alla sinistra del PD dessero almeno vita, vincendo gelosie e rivalità, ad un coordinamento e ad un patto di azione comune per riuscire ad incidere su programmi ed alleanze elettorali.

lunedì 15 novembre 2010

L'OPA di Vendola sul PD


Non mi ha mai troppo convinto Vendola. Sarà che alla sua 'narrazione' poetica della politica preferirei un linguaggio più concreto e tradizionale, più sobrio e diretto. Sarà che dal momento della scissione da Rifondazione Comunista ho sempre sospettato che, in cambio del ritorno in Parlamento, si sarebbe adattato a fare la foglia di fico in grado di coprire il PD a sinistra, di togliere spazio alla sinistra incompatibile con la governabilità, quella di Ferrero e Diliberto, e alle scorribande del 'pericoloso' Di Pietro nelle ampie praterie del radicalismo post marxista lasciate incustodite dalla vocazione maggioritaria di Veltroni e dall'esclusione dei comunisti dal Parlamento. Non sono in grado di giudicare come governi e come abbia governato la Puglia, se avrebbe rivinto le ultime regionali anche se UDC e la Poli Bortone, magari grazie proprio agli uffici del 'nemico' D'Alema, non avessero spaccato il fronte della destra. Certo pesano le accuse di Vulpio e di Lannes, lo scandalo della sanità pugliese, le ombre sul boom dell'eolico, gli inceneritori della Marcegaglia, la mancata risoluzione dei tragici problemi ambientali di Taranto, l'opaca partnership con Don Verzè, l'amico di Berlusconi, per il nuovo policlinico nella città dei due mari. E pesa la disponibilità ad allearsi anche con l'UDC di Casini, il partito cioè, vera propaggine politica del Vaticano, che non accetterà mai vere concessioni in tema di diritti civili e laicità dello Stato e di riforma sociale dell'economia.
Tutte cose, a onor del vero, a cui Nichi ha dato le sue risposte e la sua versione dei fatti. E poi il nostro autolesionismo di sinistra può ancora condurci ad essere così severi verso i 'nostri' quando gli altri, i berluscones, fanno eleggere nani, ruffiani e ballerine e soprattutto personaggi collusi con la criminalità organizzata, quando si accreditano, anche tra i democratici, Fini e Casini, gli alleati di Berlusconi della prima ora, del ruolo di salvatori della patria?
Sta di fatto che Vendola corre nei sondaggi, fino ad un ragguardevole sei per cento, viene acclamato alla manifestazione della Fiom, incarna, lui 'impresentabile' perché ad un tempo comunista (anche se non so se si definisca ancora tale …) omosessuale e cattolico, l'icona possibile della sinistra moderna, di chi non si rassegna ad uno sbiadito riformismo. Dimostra ancora quanto sia forte nel nostro Paese il bisogno e la domanda di sinistra.
E alla fine in politica contano i fatti politici concreti più che le parole e ancor di più dei sospetti e delle impressioni.
E la vittoria di Giuliano Pisapia, il candidato della SEL alle primarie del centrosinistra per la candidatura alle prossime elezioni comunali di Milano, è un fatto concreto. Dimostra che la proposta di Vendola è capace di cogliere l'anima di sinistra che ancora alberga in larga parte degli elettori del PD e dunque sarebbe in grado, se davvero gli sarà consentito di concorrere alle primarie per la leadership del centrosinistra, di sbaragliare la deriva moderata e confindustriale della dirigenza del maggior partito di opposizione, di lanciare un'OPA per conquistare l'intero PD.
Punto e a capo dunque. E aspettiamo per il domani e il dopo domani altri fatti concreti, sperabilmente atti di governo e decisioni politiche, per giudicare senza pregiudizi.

sabato 13 novembre 2010

Via Berlusconi per ricominciare a fare politica

Nel frastagliato e contraddittorio fronte dell'opposizione democratica e di sinistra c'è anche chi teme la fine del governo Berlusconi, convinto che il dopo possa essere anche peggio: che cioè, spazzato via un governo costretto praticamente all'inazione dalla debolezza che deriva dal declino umano del padrone di Mediaset, dalle sue pendenze giudiziarie, dai suoi interessi personalissimi inconciliabili con la guida di una Istituzione dello Stato, possa dispiegarsi nella sua interezza il programma sociale ed economico della Confindustria e di Marchionne, l'ulteriore attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari. Brandendo le parole d'ordine di sviluppo, produttività, competitività, nel quadro di un insostenibile debito pubblico, a finanziare non la ripresa ed il risanamento economico ma il profitto privato e la speculazione saranno ancora una volta le spese sociali, i diritti e l'esistenza dei più deboli.
Le stesse riforme costituzionali volte a stravolgerne l'impianto democratico in senso presidenzialista e nella negazione dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge potrebbero diventare realtà senza più ostacoli.
E' interessante, ad esempio, quanto scrive al riguardo Bifo Berardi.
Si tratta di opinioni che hanno un loro fondamento. La crisi della maggioranza uscita vincente alle ultime elezioni si realizza infatti per volontà di una parte della destra e non a fronte di una sconfitta elettorale e di una mobilitazione democratica e progressista; ciò che Fini contesta non è il programma e l'ideologia berlusconiana ma l'incapacità di Berlusconi di realizzarli. In un'Italia in cui il centro destra, dall'UDC a Storace passando per Fini, il PDL e la Lega, ha nei sondaggi quasi il 60% dei consensi elettorali, i possibili scenari futuri, se non sarà proprio Berlusconi a succedere a sé stesso, sono quelli di un governo tecnico con PD, Fini e Casini per fare le riforme gradite ai poteri forti, con la prospettiva che anche la CGIL - oltre CISL e UIL - si renda complice di tale disegno garantendo la pace sociale, o della conquista da parte di Fini della leadership dell'intera destra.
Ma l'uscita di scena di Berlusconi è comunque un atto dovuto. Qualcosa di non più procrastinabile, una sacrosanta liberazione per cui bisognerà festeggiare. Un fatto di decenza, di decoro, la restituzione di un minimo di dignità al nostro Paese, la possibilità di ricominciare a pensare la politica come il luogo dove si compiono le grandi scelte che riguardano la collettività, di sfuggire dalla prigione di un buco nero dove confluiscono tutte le nostre energie, ostaggi di deprimenti discussioni pro o contro, di scontri tra tifosi in cui l'oggetto del contendere sono reati e processi, amicizie e legami vergognosi e inaccettabili, comportamenti che contraddicono l'obbligo costituzionale di servire la Patria con disciplina e onore.
E' liberare, momentaneamente, la casa comune dai rifiuti che si sono accumulati e dal fetore che essi provocano, sapendo che non basterà una rinfrescata alle pareti per renderla di nuovo abitabile, sapendo che servirà una ristrutturazione profonda e che si dovranno rafforzare le fondamenta per evitare che crolli tutto l'edificio.
Ma coscienti che il progetto e la direzione dei lavori saranno ancora in mano a chi ha portato l'Italia in queste condizioni.
Ed allora, liberati dall'ossessione narcotizzante di Berlusconi, sarà proprio questo il terreno per tornare a fare politica, per un'opposizione intransigente e consapevole, per la ricerca di un'alternativa a questo sistema, a partire da quelle forze, da quei movimenti, da quei cittadini che sono scesi in piazza con la Fiom lo scorso 16 ottobre.

venerdì 12 novembre 2010

Un riarmo da un miliardo di euro


Di Giandiego Marigo(poesia dell'autore)


Non ho parole, per dire quel che penso. Mi resta solo una manciata di rabbia senza senso e soprattutto senza potere. E' proprio su queste cose che non si marca una differenza culturale che si accetta la logica del potere, condividendone la cultura e che si perde l'occasione vera di essere Area di Progresso, di essere quella fantomatica sinistra di cui ci si riempie la bocca e con la quale ci riempiono le orecchie...Il silenzio complice dell'oppposizione, tacito assenso lo definisce l'articolista...muro della vergogna! Non riesco davvero a pensare, anzi ci riesco sin troppo bene a quante altre cose si sarebbero potute fare con un miliardo di Euro, buttati per la guerra e non ci sono ragioni, nè giustificazioni pragmatiche che tengano. Nessuna possibilità di mediazione. Non c'è rilancio industriale nè occupazione che giustifichino i soldi spesi per uccidere meglio, per ribadire il comando ed il controllo.

Il fatto stesso di scegliere di rilanciare passando di lì è, di per sè, folle, criminale, ingiustificabile.

Il Pragmatismo del silenzio assenso ha prodotto il suo mostro e l'Area di Progresso è stata più che zitta laddove doveva parlare...concentrandosi forse sulle faccende private dell'imperatore anzichè sulle sue azioni.

Il nostro paese è imbarcato in un'avventura senza ritorno...quella che chiamiamo ancora, ipocritamente missione di pace ed i guerrafondai di casa nostra gongolano, presentandosi in video con le loro divise mimetiche, tronfi del loro cannoni e dei loro mortai...dall'altra parte di quei mortai, dalla parte opposta dei loro cannoni, ci sono persone, case, famiglie...e pochi, pochissimi Talebani...ci sono bambini che rimarranno storpi e mutilati, che non perdoneranno mai la nostra inutile arroganza...che chiamiamo pace e democrazia, parole di cui abbiamo perso il significato, che non ricordiamo nel loro reale senso, concetti che non hanno rappresentazione nel nostro quadro politico istituzionale...perchè diciamolo è dimostrato che non ci siano pacifisti in questo parlamento.

VI CHIEDO
Quel che vi chiedo io
è la ragione per cui si fan le cose
vorrei da voi saper di quel che è dentro
che da motivazione
Di quel di cui, parlando,
non si spiega che quasi mai si dice
spiegatemi potendo
di chi a gran voce chiede
guerra e sangue
Di chi poi questo fa…nel quotidiano
seguendo giorno al giorno
progettando d'altri lo sterminio
come se questo non pesasse nulla
Dove mai la troveremo
ed inventando
produrremo ‘sta ragione
d’alzar la spada parlando di giustizia
quasi fosse diritto l'ammazzare
come se fosse nostra la vendetta
Dove è fuggita dov'è mai andata
l’anima del mondo Dove la nostra
dove la coscienza a vergognarsi
Quante nascite ancora…e quante morti
per ripulirci di questa sozzura
Quante volte ancora ricadremo
Fango e sporcizia sangue e distruzione
nel gorgo insulso di quest’odio
che è insensato
che quotidianamente ci condanna



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Il governo Berlusconi ha i giorni contati, ma prima di lasciare il potere ha voluto fare un ultimo regalino a Finmeccanica. Con il silenzio-assenso delle opposizioni
Nei giorni scorsi, nonostante le difficoltà finanziarie in cui versano le casse dello Stato, le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in fretta e furia, e con il silenzio-assenso dell'opposizione Pd, un programma di riarmo del valore di quasi un miliardo di euro, buona parte dei quali finiranno alle aziende belliche del gruppo industriale guidato Pier Francesco Guarguaglini.

prosegui la lettura
sulla fonte:

http://it.peacereporter.net/articolo/25227/Un+riarmo+da+un+miliardo+di+euro







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mercoledì 10 novembre 2010

ACQUA



Poesia con Piccola premessa di Giandiego Marigo

Quanto se ne parla d'acqua in questi nostri tempi?

Delle implicazioni che il non ritenerla “Bene Comune” bensì merce comporta!

Per chi abbia una coscienza spirituale esiste anche una componente di quel tipo...un modo di intendere l'acqua che travalica la sua natura di H2O.
Io nasco poeta e riesco molto poco a farne, quindi, un discorso economicistico e politico, per me l'acqua ha un valore che prescinde e che ci lega a Gaia ed alla Memoria Ancestrale.

A quello che gli esseri viventi chiamarono divino.

Questa poesia è nata, casualmente, durante un presidio con i comitati dell'acqua sotto la Regione Lombardia...per impedire che si privatizzase in qualsiasi modo l'acqua. È stata estrapolata dai volti e dalla portata emotiva che la gente riesce a mettere in questa mobilitazione che è legata al senso profondo...dalla sorpresa di ritrovare tanti, tantissimi che condividono la convinzione che l'acqua non sia un bene a disposizione, ma un bene di tutti gli esseri viventi





ACQUA


Siam fatti d'acqua...sì
d'acqua e di sale
siamo anime bagnate
intrisi nell'essenza della vita
noi abbiam maree
la luna ci influenza
Nuotando ed è dall'acqua
che noi veniamo al mondo
noi siam come bicchieri
d'acqua e sale.
L'acqua racchiude
tutta la nostra storia
l'acqua che è madre...
l'acqua che è memoria.
Quante ripetizioni servono
a noi per far poesia
d'una parola
che già da sola canta
Acqua
che già da sola scorre.
Venditori di clemenze e assoluzioni
voi spacciatori di preci e sacrifici
Voi che svendete Dio
in confenzioni dono
Voi, venditori d'anime
voi mercanti
senza vergogna
senza conoscenza
voi che svendete il tempo e la memoria
voi fate merce di tutto ciò ch'è sacro
quel ch'è a disposizione
quel ch'è di tutti...
di Sora Acqua che a voi non appartiene
che non è cosa
che non è merce
ma essenza della vita.
Voi che riconoscete solo l'oro
voi che adoperate Dio
per compiacervi
d'essere padroni d'ogni cosa vi circondi
Voi vestiti d'oro
Voi mercanti nel tempio
pirati, ladri...mentitori,
Voi gonfi di potere
Voi superbi.








Urgente: formare nuovi saperi con vecchi saperi contadini

Di Marigo Giandiego

Ho molti amici, anche molto sensibili e non stupidi... Attenti, da sempre, alle esigenze degli ultimi e di quello che insistono a chiamare proletariato, che questa cosa non la vedono proprio.
Due o tre giorni fa ho parlato, con loro di Decrescita Serena e della necessità di re-imparare le cose che avevamo dimenticato, di crollo del capitalismo e mi hanno un poco compatito, con la medesima arietta ed il sorrisino che avevano quando parlavo di Moovement e di Rock, quando gli descrivevo l'India e le strade di Calcutta, la necessità di comprendere anche l'anima delle persone.
Oggi come allora, richiamandosi alla crisi presente...ed alla necessità di trattenere la Fiat in Italia. Alla impellenza di rilanciare il sindacato e la lotta. Ora, io ho sempre sofferto molto il pragmatismo che limita. Mi infastidiva quando ero giovane e non si poteva parlare di cultura perchè era secondario rispetto allo scontro di classe, mi infastidisce ancora oggi d'essere prigioniero anche nell'immaginarmi un mondo diverso ed altro di logiche industriali o capitalistiche, quasi che per vedere un'alternativa si debba necessariamente accettare la logica e le premesse, sostituendo unicamente e solo il proprietario dei mezzi di produzione...io credo che il tempo delle auto stia finendo, il tempo del petrolio stia finendo...così come sono convinto che il consumismo e questo modello sociale arriverrà alla fine, sono anche convinto che presto non potremo più non pensare a decrescere. Sono convinto che questa parentesi, questa Era, stiano volgendo al termine.
So che per immaginare un mondo altro e solidale, dove siano modificati i rapporti di Potere e di affezione fra gli esseri viventi si debba , forzatamente pensare ad un mondo che usa, adopera e conserva e non ad uno che consuma, ad un mondo che sappia essere autosufficiente, agglomerarsi su diversi valori.
Non credo che sia solo una questione di possesso dei mezzi di produzione...non più. Dobbiamo fare un passo avanti e per farlo dobbiamo avere anche la capacità di riguardare a quello che lasciamo indietro.


(giandiego)

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La temuta quanto probabile fine, a breve-medio termine, del paradigma consumistico capitalista pone la questione della sopravvivenza sostenibile al centro delle tematiche da affrontare insieme alle nuove generazioni e questo prima che sia troppo tardi. Il recupero dalle nostre ancor presenti sacche di saperi a-crescisti si rende urgente. Esistono infatti dei luoghi nel nostro Paese dove certe antiche e direi anche naturali conoscenze, sono rimaste intatte ed anzi vengono tramandate se pur con crescenti difficoltà. Si tratta dei territori rurali di ogni regione. In quei luoghi andrà cercata, prima possibile, quella conoscenza tralasciata circa un’ottantina d’anni fa per far posto, tambur battente, alle tecniche produttive, sicuramente più redditizie ma non più attuabili da qui ai prossimi 50 anni.

prosegui la lettura sulla fonte: http://www.megachip.info/

fotografia e segnalazione a cura della redazione ed:
http://eliotroporosa.blogspot.com/2010/11/urgente-formare-nuovi-saperi-con-vecchi.html



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martedì 9 novembre 2010

Bene comune, logica del profitto e Stato imprenditore

Nei giorni del bunga bunga e delle contorsioni pre-crisi di Fini, due fatti che avrebbero meritato maggiore attenzione di quanta ne hanno ricevuta:

la sentenza di primo grado sulla clinica degli orrori, la Santa Rita di Milano, che ha visto la condanna del primario di chirurgia toracica, Pier Paolo Brega Massone, e dei suoi due vice per avere eseguito secondo la Procura milanese, dal 2005 al 2007, 83 interventi nella migliore delle ipotesi completamente inutili ma causa di indicibili sofferenze ai pazienti, effettuando decorticazioni e sezioni, soprattutto di polmoni e mammelle, unicamente per chiedere il massimo dei rimborsi;

un'inchiesta di Repubblica sul business delle malattie, i metodi e i trucchi con cui l'industria farmaceutica ottiene dolosamente l'incremento del consumo di farmaci anche da parte di chi non ne avrebbe bisogno (argomento peraltro trattato più volte anche in Rai, tra gli altri da Rainews24).

Dopo decenni in cui ci hanno spiegato che la gestione pubblica dei servizi e delle attività economiche comportava inevitabilmente sprechi e inefficienze mentre l'iniziativa privata, grazie ai meccanismi della libera concorrenza, avrebbe assicurato per l'utente/consumatore una più ampia possibilità di scelta, riduzione dei costi e migliore qualità dei beni e servizi prodotti la realtà ci mostra esattamente il contrario.
I casi citati colpiscono ancor di più in quanto dimostrano che anche il bene della salute può diventare l'oggetto di delittuose speculazioni a fini di lucro.

lunedì 8 novembre 2010

NON E' UN DIRITTO "ASSOLUTO"





Di Giandiego Marigo

E' probabilmente questa la lezione principale che Il nostro imperatore vorrebbe trarre e farci imparare a tutti, con la sua fraterna vicinanza ed in diretta connessione con il paese dell'amicone di lettone, dacia e compleanni Vladimir Putin. A più riprese il nostro signore ed unto ci ha fatto comprendere ed ha anche dichiarato come la libertà di informazione non sia un diritto "assoluto".

In alcuni comportamenti ci ha fatto intendere (ricordate il gioco delle dita a mo' di mitraglietta) quale sia la sua personale opinione su questa libertà "eccessiva".
Altrettanto spesso ha dimostrato tutta la sua simpatia per i metodi che oggi si stanno attuando in Russia sino a farci comprendere come nelle sue "aspettative" personali esista una idea precisa di futuro molto simile a quello, appunto, della Russia ex sovietica.

Questo video è crudo e ci rende l'idea di quel che potrebbe essere, non togliamocelo dagli occhi, per quanto duro possa essere, perchè può servirci come monito di quanto sia importante difendere delle libertà che non sono trattabili , checché ne dica l'imperatore di turno.

Perchè ricordiamolo azzittire i cantastorie è il sogno di ogni tiranno, quando voglia dominare con la forza e con il polso fermo dell'uomo forte e del predestinato dal destino, non può certo permettere che quattro scalzacani, scribacchini possano mettere in dubbio con i loro racconti da scrittori di Fantasy l'unica verità...quella che viene narrata dal potere. Il mondo è piccolo e quello che vedete in questo video non è poi così lontano da essere considerato altro da noi.

domenica 7 novembre 2010

Fini: premier si dimetta oppure Fli via da governo


Commento di Giandiego Marigo



L'apparenza immediata ci consegna un distacco apparente della spina, ma Fini non è un'improvvisatore e nemmeno un ingenuo, bensì un politico consumato che sa dare il giusto peso alle parole e che non dice quel che non vuole. Non facciamoglielo quindi dire noi. Nel discorso del leader di FLI è chiaro che non si rinuncia al progetto di una destra forte e nemmeno viene messa in dubbio la logica piduista.

Ancora una volta si fa un discorso di metodologia e non di sostanza...del modo in cui le questioni debbano essere poste e non di qualità del discorso che si pone. Il fatto stesso che egli precisi ripetutamente che non è la linea che viene messa in discussione ma il personalismo e l'atteggiamento cesaristico...dimostra la portata del discorso, molto simile in questo alle posizioni di Casini. Questo può aiutare a riconsegnarci un paese normale? Non so! L'epoca dell'Imperatore Farlocco ha prodotto gravissimi danni, che difficilmente potranno essere recuperati con un semplice aggiustamento dei toni, ma si badi su questi danni arrecati Fini è sostanzialmente d'accordo. Questa situazione drammatica ha permesso l'affermazione della Lega ed anche e soprattutto in questo Fini e sodali sono stati non solo complici , ma fautori, nonostante i fresco ritorno di fiamma per l'unità nazionale. Può bastare questa tardiva conversione a giustificarli...da ultima sorge spontanea la domanda: Fini si esporrà, davvero, dopo questa fase di rimescolamento al rischio concreto di perdere? Oppure molto più semplicemente il suo è un tentativo di riequilibrare, di ridistribuire In modo più accettabile.

Un colpo a quel che ha davanti, ma con l'intenzione reale di annullare in modo pressochè definitivo il vero avversario il progressista, occupandone il campo...a chi vuole veramente preparare la tomba Fini...chiedetevelo prima di osannarlo.

Non sono le cose che si dicono a contare veramente, ma quelle che si fanno ed il modo poi in cui si governa, quello che si propone a livello culturale ed amministrativo quel che si vede nell'azione minuta ed in questa Fini è oggettivamente complice di un progetto che non viene minimamente modificato, anzi viene rilanciato con in più una patina di onorabilità, educazione, pacatezza e perbenismo...di apparente rispetto costituzionale, ma l'idea e la possibilità di modificarla la costituzione e la volontà di farlo e di revisionare la visione storica, permane intatta, gli stessi che oggi assaltano il comitato centrale sono coloro che lo hanno strenuamente difeso ed hanno giustificato le peggiori brutture e che sarebbero, e lo dice chiarissimamente , disposti a rifarlo, dopo averne ridiscusso le modalità. Quel che avviene, ed anche questo Fini lo ha detto più di una volta, succede per la stupida arroganza di un principe sciocco e vanesio piuttosto che per un disaccordo reale...questo dovrebbe darci il polso della strumentalità del discorso Finiano, che purtroppo rischia di essere sottovalutata

(giandiego)

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È stato un «errore» fondare un partito comune (il Pdl) insieme a Silvio Berlusconi: lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un'intervista pubblicata oggi dal domenicale tedesco Welt am Sonntag. «L'anno scorso abbiamo cercato di fondare un partito comune, il Popolo della Libertà (Pdl) - ha detto Fini riferendosi a Berlusconi -. Oggi, col senno di poi, considero quello un errore. Sarebbe stato meglio per noi continuare a marciare insieme separati, ma da alleati».

«Il Governo Berlusconi è stato eletto e Berlusconi non ha solo la possibilità, ma anche il dovere di governare fino all'appuntamento elettorale del 2013. Solo allora si porrà la questione di nuove alleanze», si legge nell'intervista al Welt am Sonntag. Secondo Fini, «in Italia c'è un governo con una maggioranza forte», ed eventuali elezioni anticipate «oggi sarebbero problematiche e rischiose». «Abbiamo un governo - ha spiegato - Se farà quanto si è impegnato a fare, reggerà. Tuttavia, non voglio negare che ci sono grossi problemi». Il presidente della Camera ha sostenuto di continuare a volere un sistema bipolare, perchè un tale sistema «esprime stabilità e chiarezza e consente di decidere». «Dobbiamo riuscire ad avere nuovamente schieramenti politici chiari. Questo rende il Paese governabile», ha aggiunto.


sabato 6 novembre 2010

MIGRANZE

Di Giandiego Marigo

E' da molto tempo che non vi consegno quel pezzo di me e della mia anima che sono le mie poesie, stasera torno alla mia natura fondamentale che non è la politica ma lo scrivere dell'uomo e del suo essere dove la politica è solo pretesto per raccontar dell'anima. Io non concepisco una poetica slegata dalla narrazione dell'essere umano e del suo percorso, mi esprimo così ed è davvero da troppo che non vi parlo nella lingua che mi è più semplice d'usare quella della scrittura. Questi son tempi in cui i migranti fanno sentire la propria voce, dedico a loro ed al loro coraggio questo pezzo (giandiego)
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MIGRANZE


Quello che scrivo oggi forse non piacerà
sarà certo al di là dei vostri modi
degli antichi pretesti al benpensare
al prender tempo al non raccontare
all'omettere sì ed in fondo anche al mentire
trovando poi le soluzioni contingenti
l'armi del pragma e di ciò che fa realismo
le pezze d'arlecchino della storia

Io predicando a canne e a vento vado
ma non perché son pazzo o frastornato
Io non vi chiedo un mondo nuovo
sol perchè sono malato di follia
nemmeno perchè sogno o perché spero
Io ve lo chiedo perché voi sappiate
che il nostro vecchio gioco al rimandare
è ormai quotato a zero

Zero al volore, zero al tempo zero la prospettiva
l'intorno sta cambiando attorno a noi
non si può non vedere! E' lì evidente!
Con il deserto...che avanza e con la guerra
che spunta in ogni angolo del mondo
e la fame...e la disperazione
Con quegli impegni presi per scherzare
che il mondo ricco non vuole mantenere

Ogni giorno una nuova barca prende il mare
e un disperato parte lasciando la sua casa
per inseguire il sogno luccicante
d'un mondo sufficente ai suoi bisogni
non lo vedete voi non è una moda
non sfizio o gioco è un'era nuova
tempo di migrazioni
l'epoca dei viandanti è cominciata.

Voi cosa vi proponete?
Voi costruirete un muro?
Metterete una mitraglia a sorvegliare?

Non basta, non risolve...proprio non lo capite?
I tempi stan cambiando
l'Impero cade...ascoltatene il fragore
Un nuovo paradigma un nuovo giorno
Un nuovo mondo ci serve per sperare
per rinnovare la voglia di un domani
sarà così! Che noi si voglia o no l'intorno cambia
sebben con nostro peso c'opponiamo

Pesiamo molto poco quasi niente



http://giandiego.wordpress.com/

giovedì 4 novembre 2010

Non basta indignarsi, occorre una Cultura alternativa




di Giandiego Marigo

Confesso di aver provato grandisssimo fastidio, personale, allo svolgersi degli ultimi avvenimenti che hanno riguardato il nostro Imperatore Buffone. Un fastidio che, sono certo è condiviso da una parte consistente degli italiani, non ho dubbi su questo.
Sono anche, personalmente, convinto che l'attenzione persino eccessiva dedicata alle vicende del Signor B. uomo di mondo sia uno dei modi con il quale egli perpetua il suo potere e la presa che ha sulla fantasia di quell'altra parte consistente di italiani che invece non sono affatto infastiditi. Persistono anzi nell'identificazione e costituiscono lo zoccolo duro del suo elettorato, pensare che esso sia solo frutto di manipolazione o negare la loro esistenza sarebbe stolto, idiota ed autoreferenziale. Significherebbe ancora una volta non avere colto la realtà di questo paese.
Il Berlusconismo ed il suo modello culturale non sono improvvisati ed ancor meno casuali e se non lo abbiamo compreso in tutti questi anni...bhè ci meritiamo di essere puntualmente sconfitti alla prova dei numeri. Lo studio che ha preceduto la sua discesa in campo è stato molto attento e tutt'altro che superficiale...Il modello proprosto è in realtà studiato, anche nelle sue cadute di stile e nelle sue volgarità. Una frase come “ Meglio Uno cui piacciano le donne (pur con quelche difetto) piuttosto che un Gay” non è una gaffe, non è una caduta di stile, non solo. Come non lo sono le numerose battute del Cesare de Noartri, le volgarizzazioni sono studiate per essere comprensibili, alla portata...condivisibili.
Il berlusconismo è un modello culturale che raccoglie stereotipi e li rende format, consumabili, facilmente fruibili...acquistabili anche con comode rate, ma questo è solo l'aspetto più superficiale della questione, quello che viene adoperato per fare passare e trasmettere il messaggio, per renderlo digeribile, ma il portato è in realtà molto più composito ed articolato.
Quanto spesso ci siamo chiesti di fronte a sondaggi che non mutavano nemmeno di fronte all'evidenza quale fosse la ragione che rendesse questo signore così “amato”.
Facciamo un esempio rimanendo attinenti all'oggi al caso Ruby Rubacuori...sul perchè quello che molti stanno salutando come il suo capolinea potrebbe non esserlo affatto.
Ragioniamo quindi sul fatto che il caso Ruby-Bunga Bunga guarda caso spazza dalle prime pagine notizie importanti: Terzigno, La disoccupazione, il fallimento del sistema paese, il fatto che tre giorni di pioggia abbiano creato un disatro...per carità non li nascondono, non è questo lo stile della disinformazia, le tematiche son sempre lì, oggi la censura non si fa più cancellandole notizie...o quantomeno non solo, ma le costringono in un ambito di seconda fila, fra le notizie solite quelle normali di tutti giorni, quelle per le quali non si fanno plastici e trasmissioni speciali, quelle per cui non ci si collega con edizioni speciali ad ogni ora del giorno. Fa molto comodo all'Imperatore Farlocco, che in questo modo riesce a restare al centro dell'attenzione. Quindi gli conviene che si parli di lui, anche male, purchè non si parli dei suoi fallimenti e non si metta in dubbio il sistema, che si accaniscano pure sulle sue scelte sessuali non accorgendonsi di quanto la sua affermazione riportata all'inizio di questa escursione in realtà rappresenti il sentire del suo popolo...quanto in fondo in realta sia assorbibile ed accettabile dal suo elettorato una affermazione come quella che ha fatto. Il problema è proprio questo caria amici componenti dell'Area di Progresso e civiltà, che si perde tempo a stigmatizzare i suoi difetti, ad inseguire le sue gaffes senza lavorare nella società perchè la cultura che li supporta e che li rende popolari diventi minoritaria
Allora si capisce perché egli resti sempre tutto sommato convinto di poter realmente fare dire quel che vuole ed oculatamente ed appositamente scelga di giocare sull'equivoco, sul secondo senso e sull'offesa...calcolata.
Le tematiche su cui i repubblicani recuperano negli Stati Uniti dovrebbero chiarirci le idee su quali siano le tematiche che “attaccano” che “pagano” e che rendono elettoralmente...per l'elettore medio che vota a destra per principio non conta affatto l'oggettività ed è proprio nei momenti in cui l'area di progresso cede ad un'errata idea di maggioranza che avviene il peggio!
Ci si perde cercando di interpretarne le esigenze ed il pensiero comune, dimenticando di rappresentare gli interessi altri e proprio quel Progresso e quella Civiltà che invece sono la sua prerogativa ed è lì che la conservazione vince...perchè sa fare meglio questi interessi e rappresenta meglio questo modo di pensare...quindi quando l'area di progresso smette di essere tale per cercare la propria anima moderata per assurdo facilita il compito alla conservazione. Quello che vuole ottenere l'entourage dell'Imperatore è trascinarci sul suo livello, costringerci a commentare le sue argomentazioni spostando l'attenzione dalle sorgenti dalle quali tali argomentazioni vengono create. Sbilanciati in moralismo e critica noi dimentichiamo di proporre un mondo alternativo, un percorso altro, una serie di comportamenti diversi. Costringendoci ad inseguire i suoi vezzi da satiro settantenne egli rende accettabile il meno peggio ci costringe a dire piuttosto di così meglio qualsiasi altra altra cosa...persino Fini! Ed in realtà l'accettazione del meno peggio è di per sé una sconfitta, un vuoto culturale, siamo comunque e sempre comunque occupati a difendere anziché a proporre.
Molti hanno individuato una sorta di messaggio nella già più volte citata battuta sui Gay, sono d'accordo...e l'assenza, assoluta di una vera alternativa, culturale, preoccupa oltremodo perché diventa ovviamente e tristemente un vuoto politico e di proposta ed è alla fine lo stesso male oscuro che condanna Obama alla sconfitta...ed il modo con cui questa sconfitta viene propiziata è il medesimo, uno studiato e collaudato metodo che comprende un involgarimento della politica, calunnia ed uso della contrapposizione esasperata e della guerra per bande, oltre ad uno svuotamento del senso e del meccanismo di rappresentanza.
La battuta di Berlusconi si contrasta con un discorso importante sulle libertà , sui diritti dell'amore, sui diritti delle coppie Gay, si contrasta con una cultura dell'accoglienza e della comprensione...si contrasta con una vera cultura dell'amore e della solidarietà, ma non mi sembra di vederla all'orizzonte di un'Area di Progresso e Civiltà messa insieme per esigenze politiche ed elettorali, dove se immettessimo alcune parole come Gay, Nucleare, Pomigliano, Decrescita, Spazzatura...tanto per dirne alcune, inizieremmo a litigare senza soverchie speranze di cavare il ragno dal buco. Ed allora l'imperatore ha buon gioco con le sue battute, anzi lui unifica il suo popolo, orrendo proprio con queste...Battute da Osteria