"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 28 giugno 2009

I numeri per capire l'Italia

Per chi pensa che siano dei marziani coloro che parlano di un Paese ormai ostaggio di mafie-massonerie e fascismi.
Per chi giudica un buffone sguaiato e cialtrone Beppe Grillo quando denuncia il potere delle caste.
Per chi ritiene Marco Travaglio un moralista interessato. Per chi non riesce a capire Antonio Di Pietro e la sua 'ossessione' per la legalità invitiamo a leggere e a ragionare su alcune cifre.

La Corte dei Conti valuta in 50-60 miliardi di euro il danno per lo Stato derivante dalla corruzione e in almeno 100 miliardi di euro le entrate sottratte all'Erario con l'evasione fiscale.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/06/corte-conti-corruzione-rendiconto-generale-stato.shtml?uuid=c28cce06-616d-11de-9575-32a4fea0782f&DocRulesView=Libero

Il fatturato delle mafie viene invece valutato dall'Eurispes in 130 miliardi di euro.

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/12664/84/

Si tratta di cifre imponenti. Certo in parte sovrapponibili (parte della corruzione è anche parte del fatturato delle mafie e parte dell'evasione fiscale) e in ogni caso rappresentano delle stime. Ma l'autorevolezza delle fonti da cui provengono dà un'idea realistica della dimensione dell' “illegale in Italy”.
Tali fenomeni si affiancano e si completano con altre forme di degenerazione della vita nazionale, tessere che vanno a comporre il mosaico dell'emergenza italiana.
I cosiddetti costi della politica. Non la legittima contribuzione dello Stato ai costi della democrazia, premessa indispensabile perché la politica non sia esclusivo appannaggio dei ricchi, ma pensiamo a quella pletora di rappresentanti (nazionali e locali) e ai loro ingiusti privilegi, al personale politico ad essi legato, all'occupazione partitica dei ruoli di sottogoverno (enti e aziende pubbliche nazionali e locali) e delle istituzioni culturali quali Università, Rai e giornali, ad un'inutile stampa di partito.
Il costo per lo Stato Italiano del Vaticano, tra contribuzioni derivanti dall'otto per mille, finanziamento alle scuole cattoliche, esenzione ici e altro (valutato in circa 4 miliardi e mezzo di euro l'anno).
Le inefficienze della pubblica amministrazione e i tempi biblici della giustizia.
Le situazioni di distorsione 'legale' del mercato, cioè quelle situazioni e quei provvedimenti formalmente legittimi ma che vanno a vantaggio non della collettività ma di particolari lobbies (si pensi al ruolo che rivestono nella politica economica italiana l'industria petrolifera e quella automobilistica).
La tradizione italiana di familismo e di umiliazione del merito, l'abitudine a favorire nella gestione della cosa pubblica i propri amici e parenti e gli amici e i parenti dei potenti.
Ultima ma non meno importante l'assenza di un libero sistema informativo.
L'insieme di quanto elencato, la somma, non solo monetaria, di quanto viene sottratto alla comunità e al legittimo uso delle risorse pubbliche, al libero dispiegarsi dei talenti è tale da impedire qualunque seria politica sociale, di sviluppo economico e di progresso culturale.
E contemporaneamente, non meno grave, tutto questo rappresenta una forma di gravissimo deterioramento della vita pubblica, di distorsione del libero mercato, di imposizione di valori distorti e immorali, di mortificazione delle singole capacità individuali, di condizionamento dei comportamenti quotidiani di tutti. E' alla radice di un Paese bloccato, agonizzante e senza speranze.
Come non pensare che la massa di persone che gravita intorno a questo mostruoso intreccio di parassitismi influisca in modo decisivo anche sui destini politici di questo paese?
Come non pensare che il consenso di Berlusconi nasca in una parte non trascurabile da questo mondo?
Come non pensare che la vera debolezza del PD (e prima del PDS-DS) nasca dal non aver combattuto in modo veramente deciso questi fenomeni?
E allora come non pensare che la salvezza dell'Italia passa anzitutto dal combattere e sconfiggere questo sistema?

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