di Marco Cecini
Mi guardo intorno e vedo un quadro desolante. Vedo genitori incapaci di insegnare ai propri figli qual è la differenza fra giusto e sbagliato, vedo giovani privi di qualsiasi riferimento sbandare alla masochistica deriva di un’esistenza che non li appaga e nella quale non si rivedono. Vedo la società civile che si sfalda attorno al cadavere di una Collettività lacerata in bocconi sanguinolenti dai rapaci di turno. Vedo un vuoto di valori, una vita senza senso, colmata inutilmente dalla promessa di un mondo fiabesco e irreale, fatto di teleschermi, minigonne e passerelle.
Vedo una politica che ha da tempo perso stima di se stessa, priva di speranza e proprio per questo incapace di divenirne portavoce agli occhi dei cittadini. Vedo uomini stanchi, stremati da decenni di lotte ideologiche che sono confluite soltanto nell’ennesimo compromesso, in un inciucio più gretto.
Vedo coscienze macchiate, anime sporche, che si guardano allo specchio e non provano pietà. Anime incapaci di farsi da parte, di lasciare che il nuovo avanzi, solo per continuare a crogiolarsi nella propria mediocrità, per non lasciare che nessuno li disturbi nel loro addolorato commiseramento, per non permettere che altri riescano laddove loro hanno fallito.
Vedo un Paese mortificato, vilipeso, arrabbiato. Un Paese svilito che, allontanato a calci dal banchetto della giustizia e della pace sociale, si accontenta delle carogne.
Non gliene faccio una colpa. Messo alle strette, chiunque di noi penserebbe alla sua sopravvivenza.
Mi piacerebbe poter dire che il vento del cambiamento soffia con forza da ogni parte d’Italia, ma purtroppo non è ancora così. Nondimeno nelle ultime settimane il mio cuore si è riempito di una speranza nuova, esaltata, ha ripreso a battere in me il fuoco della coscienza civile, dell’attivismo, la volontà determinata ed entusiasta di metterci la faccia, di prendere la mia vita con una mano e tendere l’altra alla persona accanto a me.
Persino in questo momento in cui le bandiere sono a terra, sgonfiate e meste, qualcuno raccoglie lo stendardo. Una nuova passione si sostituisce ai vecchi sicari della politica, e chiede solo una possibilità. Arriverà il momento in cui non ci sarà neanche bisogno più di chiedere.
Ma una richiesta, nel mio piccolo, io voglio farvela.
Svegliamoci dal coma. Alziamo la testa, parliamo, incontriamoci. Riempiamo le sedi di partito nelle circoscrizioni, animiamo il dibattito politico, portiamo nuova linfa e nuove proposte nelle strade, nei cuori della gente, nelle Assemblee elette.
Questo non è il momento di fare gli schizzinosi, è il momento di battersi per il mondo che vogliamo consegnare ai nostri figli. E’ il momento di guardarsi allo specchio e chiedersi se una pizza, un cinema e una serata con la nostra ragazza ci riempiono la vita, o se abbiamo bisogno di qualcosa di più per sentirci uomini. Per sentirci liberi.
Forse un giorno mi desterò di colpo dal letto e comprenderò che tutto questo, questa vita, non è che un sogno. Ma è il come deciderò di vivere quel sogno che mi definirà come individuo.
il refendum al quale ci apprestiamo elimina di fatto le coalizioni rendendo autonomia ad ogni singolo partito e togliendo a questa democrazia il condizionamento di umori di un solo "fantomatico" leader maximo. Logicamente i partiti potenti non permetteranno che si raggiunga il quorum! Un bipolarismo senza opposizione cade in "dittatura acquisita"!
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