"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 6 maggio 2011

Una poltrona non la si nega a nessuno




tratto da popolo viola.org

Di Giandiego Marigo

Nove poltrone nuove, eh sì, l’ingratitudine non è fra i difetti del nostro mai abbastanza glorificato Imperatore Farlocco.

Quindi sono nove i nuovi sottosegretari nominati su sua precisa proposta nel corso della riunione di governo svoltasi a Palazzo Chigi.

Roberto Rosso va all’Agricoltura, Luca Bellotti al Welfare, Daniela Melchiorre e Catia Polidori allo Sviluppo Economico, Bruno Cesario e Antonio Gentile all’Economia, Aurelio Misiti alle Infrastrutture, Riccardo Villari ai Beni Culturali, Giampiero Catone all’Ambiente. Seguendo, poi , l’antico principio per cui nella prima vituperata repubblica una poltrona da sottosegretario risolveva, sempre i problemi interni all’allora imperante Democrazia Cristiana per l’amico Calearo, folle banderuola stravagante tanto cara a Uolter nostro, gli si inventa una poltrona che gli permetta di incassare il prestigio e lo stipendio di un sottosegretario senza doverne profondere l’impegno “consigliere personale del presidente del Consiglio per il Commercio estero” in modo che non si senta costretto a separarsi dall’ulteriore incasso come “presidente” della Calearo Group…non sia mai che questo governo metta alla fame i propri componenti.

Il nostro premier si aspetta “ironie” sul fatto che tutti o quasi i membri di questo gruppetto siano “responsabili o presunti tali” , ma davvero non si riesce a capire perchè si dovrebbe fare dell’ironia su una manifestazione di sincera gratitudine. Solo perchè egli sino a qualche tempo fa faceva vanto d’avere l’esecutivo più agile degli ultimi 375.000 anni? Non faremo la figura dei “comunisti” stigmatizzandolo.

Egli però è uomo di mondo e ci comunica sino in fondo il suo pensiero “Ci saranno tante ironie” ha messo le mani avanti il presidente del Consiglio nel corso della consueta conferenza stampa al termine della riunione “ma non mi sembrano fondate perché i sottosegretari fanno parte della terza gamba, del gruppo formato alla Camera in sostituzione del Fli, che ha liberato posti nel governo ed era logico assegnarli al gruppo che ha sostituito Fli e consente al governo di operare in Parlamento con una maggioranza coesa e sicura”.

Ce lo dice con l’ingenuità e la franchezza che lo contraddistingue…dandogli l'enfasi tipica di chi è “davvero” convinto che la compravendita dei parlamentari sia un gesto “d’altissima politica”, una normalità liberale.

D’altra parte suvvia anche un responsabile “tiene famiglia”.

C’è da dire che questo malcostume però non è di purissima marca destrorsa, anche se in questa legislatura e con questo governo ha raggiunto livelli di specializzazione assoluta creando dei veri e propri saltimbanchi della poltrona, pur nonostante è deviazione che da tempo infetta la politica, tutta, e non si può negare che sia traversale.

Tanto da spingersi con la sua virulenza sino alle remotissime langhe delle associazioni e della società civile.

Ebbene sì! La poltronite è malattia che non tiene conto degli schieramenti e che non ha rispetto di alcuno. Non si ferma alle sigle e non si interessa se l’infettato sia progressista o conservatore.

Io stesso guardandomi attorno ne posso scorgere i sintomi, anche non lontano da me. Sto giocando , ovviamente con il grottesco, con che prove potrei sostenere questo? Dovrei poter affermare che molti che hanno iniziato un percorso di “apparente” contestazione del sistema lo abbiano fatto per accomodarsi sulla prima poltrona venisse loro offerta? Come potrei? Con quali prove? Ma soprattutto a che pro.

M smettiamola con questo scherzo che rischia di arrivare laddove non vuole e non deve e torniamo alla poltrona che non si nega a nessuno. Dovremmo discutere di questo ed anche “La Politica” dovrebbe farlo ed accettare le critiche e gli stimoli che dalla società civile le provengono in questo senso.

Perchè il servire lo stato e la Res Publica, dovrebbe ritrovare il senso che aveva ad Atene…tralasciando le aberrazioni che poi Roma e l’Impero operarono rendendo normale ed istituzionale la corruzione, dovrebbe trarre da Francesco e Benedetto piuttosto che da Bonifacio VIII.

Questa discussione dovrebbe far parte delle norme fondamentali dell’agire politico, che non dovrebbe adire ad evidenti vantaggi, ma a normali e doverosi rimborsi. Quantomeno dovrebbe essere possibile il controllare che non avvengano abusi.

Non potremo, altrimenti, stupire di alcuna degenerazione formale o sostanziale, perchè essa sarebbe semplicemente “normale ed umana” e giustificherebbe l’apparente assoluta “tranquillità d’animo” che contraddistingue l’eloquio al proposito del “Magnifico Unto”. Egli sa proprio questo, cioè che in fondo è normale, che tutti se lo aspettano, che è nella regola del gioco e permettetemi di dire senza voler essere moralista…che proprio questo è il problema.

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