"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 17 maggio 2011

Il punto. Le elezioni amministrative: qualcosa sta cambiando in Italia.


Non è la rivoluzione, non è l'abbattimento della casta, non è (ancora) la sconfitta definitiva di Berlusconi (che ha mille vite e mille risorse mediatiche e finanziarie da giocarsi). Ci sono ancora i ballottaggi da vincere, a Milano e a Napoli anzitutto. C'è da considerare che nelle elezioni amministrative il centro-sinistra è abitualmente premiato rispetto alle politiche (basta riguardare ai risultati vincenti negli anni che precedettero la deludente affermazione di Prodi nel 2006). Non suscitano di certo entusiasmo i successi di vecchi arnesi del PD quale Fassino a Torino e De Luca a Salerno e dello scialbo Merola a Bologna. E comunque non è sicuramente questo centro-sinistra a poter suscitare la speranza di una radicale trasformazione e riscatto dell'Italia dal punto di vista economico, sociale, morale, culturale. Ma è indubbio che i risultati di queste elezioni locali presentano una serie di aspetti positivi. Berlusconi aveva evocato un referendum tra lui e i giudici 'comunisti' e la stampa 'faziosa ed eversiva' e ne è uscito sconfitto. La moderata Milano ha preferito Pisapia, il candidato del centro-sinistra e membro di Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola, alla Moratti e ora lo proietta come favorito al ballottaggio. La Lega e il PDL sono punite ovunque al nord: è il minimo che potesse avvenire di fronte ad una crisi economica che si trascina da lunghissimo tempo ed al discredito morale che non poteva non cadere sul regime del bunga bunga. Anzi appare fin troppo ampio, oltre ogni logica, il seguito che questa  destra, nonostante tutto, continua a mantenere.
Il rilevante consenso riscosso dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che non può essere considerato tout-court una formazione di sinistra ma i cui punti cardine del programma (l'ambientalismo, la legalità, la lotta alle caste) sono condivisi dal popolo progressista, rappresenta un ulteriore segnale del desiderio di cambiamento espresso dai cittadini.

E' la prova che esiste un'area che rivendica una trasformazione radicale della politica che esprime almeno tra il 20 e il 30 per cento degli elettori.
Ora è auspicabile ed indispensabile che i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle convoglino i propri voti, se non vogliono restare prigionieri della logica del 'tanto peggio tanto meglio', sui candidati del centro-sinistra ai ballottaggi, almeno a Milano e Napoli.
Il terzo polo, che pure continua a rivendicare la pretesa di porsi quale ago della bilancia tra i due contendenti, esce ridimensionato nelle proprie aspettative. I risultati più significativi sono rappresentati proprio dal passaggio al ballottaggio dei due candidati meno moderati della sinistra, Pisapia e De Magistris, a dimostrazione del fatto che non è l'appiattimento al centro, la scolorazione della proposta politica la formula vincente di un'alternativa alla Lega e a Berlusconi.
Se a questo si aggiunge un contenuto incremento dell'astensionismo, si deve concludere che lo scontro politico continua a dipanarsi secondo la logica destra-sinistra a dispetto di chi considera ormai superata questa contrapposizione.
Ulteriori indispensabili elementi di giudizio verranno forniti dai risultati ufficiali delle singole liste e soprattutto dall'esito dei ballottaggi fra quindici giorni. Ci diranno soprattutto se la Lega sarà costretta finalmente a staccare la spina al moribondo governo Berlusconi.

2 commenti:

  1. Riguardo all'astensionismo se consideriamo le elezioni più vicine nel tempo (le ultime regionali) si può dire che il fenomeno è in controtendenza. Per tutto il resto dell'analisi concordo pienamente, c'è nell'elettorato la voglia di cercare contenuti di sinistra, in qualche modo emerge una nuova ricerca di socialità. Ora ci sta davanti la questione più importante: da qui alle elezioni politiche la sinistra deve pensare a come risolvere alcuni problemi chiave per il paese. Non si tratta di mettersi a tavolino e scrivere un bel programma che accontenta tanti elettori, si tratta di pensare in tutta la drammaticità delle contraddizioni e cercare di tirare fuori qualche possibile soluzione su lavoro, giustizia sociale, libertà. La presenza del movimento di Grillo può essere utile per tenere la sveglia.
    saluti

    RispondiElimina
  2. Caro Francesco .... siamo come sempre sulla stessa lunghezza d'onda ... questo parziale successo deve dare la spinta e lo stimolo a costruire un'alternativa nei contenuti ...

    RispondiElimina