"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)
sabato 31 marzo 2012
Un nuovo soggetto politico per la sinistra
giovedì 29 marzo 2012
PARLANDO DI FUOCO

Di Marigo Giandiego
E' molto che non scrivo, faccio fatica a farlo, ultimamente, ho la sensazione che serva a poco il ripetersi fra noi, con diverse parole, la modulazione del nostro comune disagio.
Proprio io, che mi picco d'essere scribacchino e poetastro, ho perso la fiducia nelle parole...bhè un poco sì.
Quante ne abbiamo sprecate in tanti anni di movimenti, diverse ed uguali, accorte, azzardate o piene di fede, forbite, elaborate, astute. Peccato che quasi tutte si siano poi fermate lì, ad essere quel che sono, modulazioni d'aria, ripetizioni di altre modulazioni che ascoltammo, che ci colpirono e si fissarono nella nostra memoria.
Prescindiamo però dai motivi del mio silenzio, di cui solo il mio smisurato ego spera vi siate accorti mentre la mia razionalità ed il mio spirito sanno bene che no e quanto sia poco importante.
Veniamo al tema che mi ha trascinato a scrivere, quasi contro la mia volontà
Vedo, sento e leggo molta indignazione per il suicidio dell'artigiano di Bologna. Indebitato con Equitalia e l'Agenzia delle Entrate.
Lo capisco benissimo e l'approvo, ma permettetemi di scegliere, come suole in me, la parte del nuotatore controcorrente.
Possibile che l'unico modo perché la gente, anche e soprattutto coloro che si auto-definiscono “sensibili e progressivi”, giri la testa e degni di considerazione ed attenzione un ultimo vero, non l'idea statistica del povero, ma il tuo prossimo ...reale, vero, tangibile, sia uccidersi, suicidarsi o provare a farlo.
Certo il volontariato, le associazioni, ma quello è il povero istituzionale, normalizzato, lontano. Io parlo del prossimo vero, quello tuo, quello che non ti aspetti, quello che non ascolti ed al quale rispondi “Abbiamo tutti i nostri problemi” oppure, che ascolti distrattamente e liquidi con “Ciascuno ha le sue”
Costui solo se si da fuoco o si spara, improvvisamente, cattura l'attenzione, perdonatemi, un po' tardiva e molto retorica di chi solitamente tuona frasi fatte contro il sistema?
Che magari lo ha fatto insieme a lui sino ad un attimo prima?
Parlo per esperienza diretta non per improvvisato moralismo.
Ho perso tutto e di più, sono sepolto da debiti che non potrò pagare mai, sono un invalido senza lavoro e senza pensione, non ho ammortizzatori, tutto per avere lavorato come un mulo per anni. Però se ve lo dico a voce, se lo scrivo, vi voltate dall'altra parte provando un vago fastidio...ed anche qui, non cerco né la vostra solidarietà, né le vostre lacrime...ne ho a sufficienza dell'elemosina del mio comune.
Vi parlo solamente per raccontavi, non per commuovervi, per invitarvi narrandovi di me, dandovi del mio da masticare a riflettere su quello che diciamo di continuo, quel “La rivoluzione parte da noi” che rischia di restare come molte altre “parole” che pronunciamo spesso una mera dichiarazione di volontà.
Mi esprimo partendo da me, perché così attuo da subito ed i contorni del vero si intuiscono. Abbiamo tutti fame di sincerità.
Ed ora permettetemi di chiudere questo racconto...proseguendo con l'esempio, nei giorni tristissimi della mia rovina quando la mia vita si distrusse i primi a scomparire furono proprio quelli che chiamavo compagni, troppo presi con la rivoluzione ed il sindacato, troppo occupati con la storia del movimento operaio, con la strenua difesa ora di questo ed ora di quello, per curarsi di me e per chiedermi come stavo. Avrei persino potuto rispondere "male"...ed allora? Cosa avrebbero fatto?
L'empatia è cosa rischiosa, roba da sognatori , da hippies.
Qualche cosa si è bloccato, nella “cultura” di quella che chiamammo sinistra, si sono persi termini come mutualità, solidarietà.
Forse si è persa essa stessa, sacrificata all'unico pensiero ed alla cultura condivisa.
Oggi ci hanno convinto che stiamo laureando i nostri figli nelle stesse università dell'élite, non è vero, ma questa convinzione fa parte dell'inganno. Ed è questa convinzione che ci sta disperdendo, così come quella che esista un pensiero assoluto comune per tutti, un unico modo, un unico punto di vista per interpretare la realtà.
Una unica scienza economica oggettiva dalla quale non si può esimersi, per esempio
Eppure l'embrione della risposta, la vera resistenza è tutta intorno a noi, intessuta di coscienza e nuovi comportamenti.
Questo “motore” spirituale e filosofico. Questo nuovo modo di essere e di pensare sta, lentamente affermandosi ed è fatto di modi d'essere, di premesse, scelte di vita, di attenzione, di ascolto, di appartenenza e condivisione, nuove comunità ed infinite domande; che comprendono anche un “come stai” detto con il cuore e con “compassione” al momento giusto.
Probabilmente finirà per contagiare, speriamolo, anche i santuari un poco conservatori di quella che chiamammo sinistra. Sino a fare comprendere anche da quelle parti, quanto poco importanti oggi stiano diventando le divisioni fra tifoserie e fazioni, rispetto alla richiesta di comprensione comune di condivisione, di verifica pratica nel vissuto e sul significato vero, profondo...dei termini Progresso e Civiltà.
mercoledì 28 marzo 2012
Il 'cimitero' della Fornero
mercoledì 21 marzo 2012
E se facessimo un vero sciopero?
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Nel silenzio generale di questo Paese sotto ipnosi, sta per compiersi un disastro dalle proporzioni inimmaginabili. Se verrà eliminato l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, diventerà libero licenziare i lavoratori. E senza nessun ammortizzatore sociale degno del nome, come quelli che ci sono nei paesi europei, molta gente finirà letteralmente per strada.
Si può pensare di risolvere la crisi economica italiana dando la libertà di licenziamento? Certamente, perchè in Italia le grandi aziende sono dei parassiti degli appalti pubblici, non cacciano un euro per innovare i processi produttivi e vogliono costruire la ripresa solo abbattendo il costo del lavoro. "Cercasi schiavi". Il lavoro dopo la morte dell'art.18 sarà un lavoro da schiavi. I lavoratori dovranno accettare qualunque condizione di lavoro pur di mantenere il posto e tutti diventeremo come i ragazzi precari dei call centers.
Tutti? Difficile. Con la fine dell'art.18 si prospetta un licenziamento di massa degli anziani e dei malati. Un cittadino magari malato di cancro che deve assentarsi dal lavoro per fare la chemioterapia rischierà il posto di lavoro. E' quello che già avviene in Usa ed è quello che ci aspetta. Se scomparirà la garanzia primaria frutto delle lotte dei nostri padri e dei nostri nonni sarà l'inizio della fine.
martedì 20 marzo 2012
Il licenziamento individuale è sempre discriminatorio
sabato 17 marzo 2012
SENZA ALCUNA SPIEGAZIONE
Ho taciuto
per molto tempo
Non le mie parole
né la mia penna
hanno tracciato il segno alla giornata
Questi son tempi in cui dire non serve
ed anche scrivere
sai, non cambia nulla
Intorno han costruito la gabbia
ed il ruggire ora
serve solamente a divertirli
Hanno per ogni nostro verbo
la giusta confezione
Per ogni male
inventano un vaccino
Per ogni favola
comprano un lieto fine
che non racconti la rabbia
le solitudini, il sangue
che ci nasconda il vero
perché ci insegni
a pensare come loro
ed a parlare
ed a scrivere
le loro parole
ad esser docili
Anche l'amico di ieri
con cui sognasti
il tuo sogno
oggi è cambiato
Si nutre al loro desco
veste gli stessi vestiti
Cambiare tutto...
per non cambiare niente
Perché le parole
che servono per noi
son sempre quelle
se abbiamo smesso di inventare domande
a cosa mai potrà servire aver risposte?
Giandiego Marigo
giovedì 15 marzo 2012
La patacca della Fornero
Chissà se a qualcuno non accecato da logiche antistataliste è venuto in mente che si potrebbero impiegare i dipendenti pubblici in esubero e qualche centinaia di migliaia di disoccupati per controlli capillari volti a debellare evasione fiscale e contributiva e la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro: spendere cioè qualche decina di miliardi per recuperarne alcune centinaia.
lunedì 12 marzo 2012
Il salvacondotto di Berlusconi
venerdì 9 marzo 2012
La parte migliore del Paese
Su Radio Articolo 21 il discorso integrale di Maurizio Landini:
http://www.radioarticolo1.it/audio/2012/03/09/11606/9-marzo-democrazia-al-lavoro-parla-maurizio-landini-fiom
giovedì 8 marzo 2012
8 marzo

della loro bellezza
Della pienezza o del vuoto profondo
Amarle, se puoi, come puoi
Per quanto poi te lo lascino fare
Sentire dei loro tempi, le esigenze
Il richiamo gentile della calma
Dolce sensazione di lentezza
Ascoltarle nei loro discorsi
quel parlarsi di tutto
quell’aprirsi dell’anima
Come di un fiore che schiude
Ed invidiar di lor fertilità la meraviglia
che si ripete sempiterna
avere in sé la vita
Ricordare e capire del loro parlare
Qell’amarezza antica e quel dolore
Che è tutto loro
che è solo delle donne