Ha suscitato grande scandalo sui
principali media Oliviero Diliberto che si faceva fotografare insieme
ad una dimostrante che indossava una maglietta con su scritto: “La
Fornero al cimitero”. Si trattava probabilmente di una di quelle
centinaia di migliaia di persone (ancora non si sa esattamente
quante: duecentomila? trecentocinquantamila?), i cosiddetti esodati,
che hanno aderito (o meglio sono stati costretti ad aderire) ad
accordi aziendali per la riduzione del personale con la prospettiva
di poter godere, alla fine del periodo di mobilità, della pensione e
che ora, a causa della riforma previdenziale della Fornero, si
ritroveranno, una volta esaurita la copertura degli ammortizzatori
sociali, per un numero variabile di anni senza lavoro e senza
pensione. Accordi nati non da privilegi o fantasie o velleitarie
speranze ma dall'applicazione delle leggi al momento in vigore ed
approvati dall'INPS e dal Ministero del Lavoro e che ora lo Stato,
quello guidato dai tecnici, tradisce. Suscita un sorriso amaro
pensare a Nicola Porro che sul Giornale denunciava a proposito
dell'aggravio di imposta applicata sui capitali scudati il venir meno
da parte dello Stato dell'impegno che aveva preso nei confronti dei
cittadini (in questo caso evasori e non onesti lavoratori!).
Un clamore ed uno scandalo così vasti,
quella foto e quella maglietta, che ha costretto il leader dei
comunisti italiani a scusarsi e a tentare di spiegare, a dire il vero
in modo non troppo credibile, che non aveva letto quello che vi era
scritto.
Ci si aspetterebbe, sarebbe giusto ed
auspicabile che almeno altrettanto scandalo, almeno altrettanto
clamore, almeno altrettanta riprovazione suscitassero non solo questa
palese e inaccettabile ingiustizia ma anche le centinaia di morti sul
lavoro (ridottisi negli ultimi anni solo per la riduzione della
produzione industriale) e le centinaia di suicidi per la crisi (sia di imprenditori che di disoccupati).
Alla Fornero, quella che ha assunto il
suo incarico – come da lei affermato - non per distribuire
caramelle ma per prendere misure impopolari (ingenuamente io avevo
sempre pensato che un ministro dovesse operare per risolvere i
problemi dei cittadini) e a cui a scanso di equivoci auguro lunga
vita (e nella sua vecchiaia potrà anche usufruire di una pensione
calcolata con il metodo retributivo), potrebbe essere intitolato, in
quanto responsabile pro-tempore della materia del lavoro, un cimitero
in cui seppellire tutte queste vittime innocenti a cui le sue
riforme, compresa quella proposta sull'articolo 18, hanno contribuito
e contribuiranno.
En passant, un governo di tecnici che
afferma di dedicare la massima attenzione alla compatibilità dei
conti dello Stato e alla 'crescita' economica dovrebbe considerare
che solo gli incidenti sul lavoro e sulla strada costano alla
collettività, secondo un rapporto dell'Eurispes, circa 70 miliardi
di euro l'anno e che pertanto una sensibile riduzione degli stessi
avrebbe il valore di una manovra 'impopolare'.
Ma ciò richiederebbe di avere a che
fare con persone che considerino la riduzione dello spread non il
fine ultimo dell'azione politica e di governo ma un mezzo per
conseguire il benessere dei cittadini e anzitutto la salvezza della loro vita.
Vorrei lasciare qui un appello della Seisachtheia Europe, libera associazione di cittadini Europei che si sta battendo su tutto il territorio della Comunità, affinchè sia riconosciuto il diritto alla dignità della persona al di là delle lobbies bancario-istituzionali. Questo il testo dell'appello:
RispondiEliminaUN MILIONE DI FIRME PER L’ "EUROPA DELLA SOLIDARIETÀ".
L’articolo 8 del Trattato di Lisbona entrerà ufficialmente in vigore il 1/4/2012(non è uno scherzo, ndr). Da quella data, i cittadini europei potranno presentare istanze con almeno un (1) milione di firme per la votazione di Leggi nell’Unione Europea.
SCOPO DELLE FIRME:
OPPOSIZIONE all’immiserimento economico ed all’assoggettamento nazionale e personale. Solidarietà nazionale. Ciò costituisce un enorme dovere e responsabilità.
SI CHIEDE:
LA CANCELLAZIONE del gravoso Debito. Quando i Paesi si trovano in «stato di necessità» (tracollo del sistema sanitario, di istruzione, salari e pensioni), il pagamento del gravoso debito viene accantonato. A quel punto hanno la precedenza le necessità di sopravvivenza e di dignità delle persone.
Per aderire alla petizione, chi lo ritiene giusto può farlo all' indirizzo:
http://www.1millionsignatures.eu/?a=it
Per maggiori informazioni:
http://www.youtube.com/watch?v=kLlzQYDAKpA&feature=youtu.be
Spero che aderirete in molti, la raccolta firme è già partita ed è aperta a tutti i cittadini della Comunità Europea.
Vi segnalo anche il sito:
http://www.referendumprivilegipolitici.com/index.htm
Grazie per il Vostro prezioso tempo.