Uno dei misteri, non propriamente
gloriosi, della politica non solo italiana è rappresentato dalla frequenza con cui personaggi ai quali in condizioni normali non si darebbe una lira
riescano ad assumere un ruolo di leadership ed a poter influenzare in
modo decisivo le dinamiche elettorali e parlamentari di un Paese.
Di Berlusconi si è detto e scritto
di tutto ma il suo successo elettorale non può essere considerato
sorprendente potendosi basare su di un impero mediatico-finanziario e
dunque soldi, mezzi di comunicazione, esperti e strateghi
pubblicitari senza uguali in Italia.
Più sbalorditiva è la fiducia che in
questi anni ha potuto riscuotere un personaggio come Umberto Bossi,
non esattamente un fine intellettuale né uomo dai modi raffinati, ma
evidentemente ha potuto trovare rilevanti percentuali di cittadini
che si sono riconosciuti nei suoi rozzi atteggiamenti e discorsi.
Chi sta su sponde opposte a quelle di
chi scrive su questo blog sarà schifato dagli exploit di Di Pietro,
dalle sue contraddizioni tra l'anima di destra e la rappresentanza di
istanze di sinistra, di Nichi Vendola, con i suoi discorsi in stile
supercazzola di monicelliana memoria (mentre guarda caso un politico
sobriamente comunista come Paolo Ferrero resta pressoché ignorato
dal grande pubblico), di Beppe Grillo e della sua aggressività
verbale politicamente scorretta.
Quello che non si capisce, per lo meno
io non riesco a capirlo, è se è talmente basso il livello generale
della classe politica che basta imbroccare, pur senza grandi
qualità personali ma con il fiuto di intuire cosa vuol sentirsi dire la
gente, il filone giusto – in termini di immagine personale,
proposte, linguaggio – per realizzare imprevedibili exploit elettorali oppure se
certi sorprendenti casi di successo diventano tali solo quando fanno
comodo o sono promossi dal sistema (il potere economico) o sono da
questo almeno considerati utili o non pericolosi.
Non dice questo la parabola della Lega
di Bossi ed il suo repentino tramonto?
L'ultimo outsider apparso all'orizzonte
è Matteo Renzi assurto ad uno dei possibili vincitori delle primarie
del centrosinistra.
Personalmente la cosa non mi interessa
più di tanto, non voterei un'alleanza incentrata sul PD qualunque
fosse il suo leader: Vendola, Bersani o Renzi. Anche se, a dire il
vero, la vittoria di Renzi potrebbe tornare utile, e forse varrebbe
la pena di andarlo a votare alle primarie, per smascherare definitivamente la
natura moderata e destrorsa del cosiddetto centrosinistra. Con in più il gusto
di potersi scompisciare dalle risate vedendo Vendola costretto a
sostenere, dopo essersi avventato tra le braccia del PD, il moderato
Renzi.
Resta però anche qui l'interrogativo,
che da dietrologo e complottista mi faccio, cosa ci sia dietro
l'ascesa di Renzi.
Semplicemente siamo davanti ad un baldo
giovinotto dalla faccia tosta – mi riservo di verificare quanto affermato in alcuni
articoli usciti su internet in cui si parla del padre notabile
democristiano e pezzo grosso della massoneria toscana - che ha capito
che di fronte alla gerontocrazia del PD, pur avendo dalla sua solo
l'età e l'eloquio fluente proprio dei politici ma senza alcun merito nè valori ed idee compatibili con la storia della sinistra
socialcomunista e del cattolicesimo sociale, gli era possibile fare
il grande salto oppure si tratta della testa di legno di strategie decise ben
più in alto?
E quali effetti avrà la candidatura
Renzi (oltre a quelle annunciate della Puppato e di Civati) nelle
dinamiche delle primarie del centrosinistra? Favorirà in ultima
analisi Vendola dividendo il PD? Oppure verrà disinnescato dal
doppio turno delle primarie? O ancora non è possibile che la futura
legge elettorale, ripristinando il proporzionale con premio di
maggioranza al primo partito, toglierà a Bersani le castagne dal
fuoco delle primarie rendendo inutili?
Ma probabilmente si tratta di interrogativi che non meritano elucubrazioni dietrologiche.
Ma probabilmente si tratta di interrogativi che non meritano elucubrazioni dietrologiche.
A pensarci bene, per quanto
riguarda la resistibile ascesa di Renzi, credo sia totalmente fuori luogo ipotizzare
complotti: è davvero impossibile che il 'sistema' possa temere un
governo guidato Bersani o Vendola e debba puntare su di un 'cavallo' più docile e manovrabile.
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