Se fossero vere (ho cominciato altri post con questa premessa
perché nella congerie di informazioni che ci propinano i media, resi
disponibili in quantità industriali dal web, è sempre più
difficile distinguere il vero dal falso, ciò che è supportato –
soprattutto quando si citano stime e statistiche - da ricerche oneste
e ciò che è costruito strumentalmente per ingannare e confondere
l'opinione pubblica) le risultanze
dell'inchiesta di Repubblica la Second
life dei poliziotti e cioè che il trenta per cento dei membri delle
forze dell'ordine del nostro Paese ha un secondo lavoro,
prevalentemente in nero, ci troveremmo di fronte a dati di estrema
gravità.
Oltre a trovare un'ulteriore conferma
l'impoverimento della classe media, il fatto che anche i cosiddetti
garantiti, con posto fisso e stipendio sicuro, non riescono più ad
arrivare a fine mese e a garantire la sussistenza (definita nel
contesto storico attuale) ed una vita dignitosa a sé e alla propria
famiglia, significherebbe che il trenta per cento degli addetti alla
sicurezza pubblica vive nell'illegalità (perché l'economia in nero
significa evasione fiscale e contributiva) e potenzialmente sotto
ricatto, soggetti al rischio di incorrere, a fronte dello svolgimento
di attività non autorizzate, in sanzioni disciplinari o addirittura
nel licenziamento.
C'è da chiedersi come questi agenti
della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, dei Carabinieri,
dei Vigili Urbani possano operare – con il dovuto impegno, con
motivazioni adeguate, scevri da qualunque tentazione di compromesso e
di resa alle lusinghe della corruzione – il dovuto contrasto
all'evasione fiscale, alla criminalità organizzata e comune.
Ed ancora e soprattutto non si deve
ritenere che la ferocia e l'odio da cui le 'forze dell'ordine' si
fanno travolgere in tante occasioni – la Diaz, Federico Aldrovandi,
Stefano Cucchi, per citare solo alcuni tragici esempi – e che li
porta a gestire con intollerabile violenza le manifestazioni
pubbliche e l'arresto di povericristi derivino, oltre che da ben
determinate visioni ideologiche, anche dalla frustrazione, dal
rancore, dalla stanchezza che comporta questa 'doppia vita'? Una
situazione, un contesto di fragilità e di disagio di cui le autorità
politiche ed i vertici delle forze dell'ordine non possono non essere
a conoscenza ma sui quali, per deliberata strategia, è forse
più utile e conveniente non intervenire.
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