"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 14 ottobre 2009

Un Paese in ostaggio

Credo che l'immagine di un Paese in ostaggio di Berlusconi sia quella che meglio descrive la storia d'Italia degli ultimi quindici anni. E non so se in chi auspica rapporti civili tra le forze politiche, tra maggioranza e opposizione, tra le Istituzioni dello Stato, prevalga la mancanza di senso del ridicolo oppure la mala fede.
In Italia, da quindici anni, non esiste più la politica, il confronto tra destra e sinistra, il dibattito ispirato dalle diverse sensibilità ideali e politiche. Esiste solo un macigno che ha occupato e paralizzato la vita dell'intera comunità nazionale: Silvio Berlusconi. Qui non siamo in presenza di una contrapposizione ideologica tra conservatori e progressisti o di un conflitto tra chi rappresenta interessi sociali contrapposti.
Berlusconi non segue un'ideologia politica, pur prendendo il peggio dei luoghi comuni della destra, rappresenta solo se stesso e i suoi interessi.

La partita che da quindici anni si sta giocando in Italia è una partita truccata con uno dei giocatori che pretende di avere sempre a suo favore arbitri e critica e che non ammette la possibilità di ricevere giudizi sfavorevoli. Non concepisce che, come per tutti gli altri, possano essere comminate nei suoi confronti ammonizioni, squalifiche, rigori, punizioni.
Afferma che chi cerca di farlo è in mala fede. E chi lo critica lo fa perché odia l'Italia. In realtà è proprio chi più si oppone e si indigna alla deriva antidemocratica e personalistica in cui è caduto il nostro Paese che dimostra il proprio amore per l'Italia e la sua gente.
E allora mi chiedo. Come è possibile che quella che un tempo veniva chiamata la borghesia, gli imprenditori, i professionisti, gli alti funzionari dell'amministrazione pubblica, siano così accondiscendenti ad una visione politica e ad una cultura di governo che palesemente contraddice il senso dello stato e l'interesse pubblico?
C'è solo da rammentare, in un'Italia sempre uguale a se stessa quasi in una coazione a ripetere della nostra storia, il consenso della borghesia al fascismo e al malgoverno della Democrazia Cristiana. E come ciò riveli il carattere assistito, parassitario, monopolistico, illegale (nella violazione della disposizioni fiscali, delle norme sulla sicurezza del lavoro e in tema ambientale), se non addirittura complice e colluso con i fenomeni della corruzione e della criminalità, di gran parte dell'imprenditoria italiana.
E come è possibile che certi esponenti politici ed intellettuali cosiddetti liberali possano pensare di essere credibili quando, cercando di accreditare quella italiana come una democrazia normale, come se Berlusconi fosse un qualunque leader conservatore, alla stessa stregua di un Kohl o di una Merkel o di una Thatcher, lamentano che il dibattito politico non riguardi le cose concrete? Ma di cosa dovremmo discutere se tutti i giorni siamo costretti ad assistere agli attacchi sconsiderati sferrati nei confronti di singole imprese, categorie di cittadini e giornalisti, istituzioni? E su quali scelte politiche ci si dovrebbe confrontare se l'azione di governo non è altro che spot e leggi ad personam?
Cosa resta d'altro oggi se non Berlusconi che pretende di piegare lo Stato ai propri interessi privati e di identificare questi con la cosa pubblica?
Resta, sullo sfondo, il consenso che gli italiani gli attribuiscono.
Un argomento che viene spesso citato, dai commentatori italiani e stranieri e da Berlusconi stesso, è che questi riceva il favore degli elettori per l'ammirazione che essi nutrono nei suoi confronti e per il desiderio di essere come lui.
Forse è vero per una parte degli italiani
Sono gli italiani con una bassa istruzione e scarso senso civico, ipnotizzati dalla televisione e privi di consapevolezza per i propri diritti, abituati all'adulazione e al vile rispetto nei confronti del potere.
O sono gli italiani accecati dall'egoismo, mediocri o privi di fiducia nelle proprie capacità, immersi nell'illegalità piccola e grande, convinti che la propria realizzazione personale necessiti del favore dei potenti, magari per il tramite di parenti e amici, e della rinuncia alla propria dignità e non passi al contrario per lo sviluppo complessivo della comunità umana cui appartengono.
Ma è anche vero che egli suscita disprezzo e riprovazione, come nessun altro, in un'altra larga parte di italiani.
Ancora non lo sanno ma sono la maggioranza. E prima o poi se ne accorgeranno tutti.


2 commenti:

  1. Ti do una primizia:
    pare che vogliano riutilizzare Ventotene per confinarci :
    Di Pietro
    Santoro
    Travaglio
    Fabio Fazio
    Serena Dandini
    Sabina Guzzanti
    Floris
    Vauro
    Dalema
    Prodi
    Veltroni
    e, dopo averli ricercati e trovati:
    Diliberto
    Giordano
    Bertinotti
    Rizzo
    ecc.
    Magari dovranno....allargare l isola !!

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  2. Apprendiamo anche che più della metà degli italiani sono:
    cretini, ignoranti, accecati dall' egoismo, mediocri.
    Che se perdono un lavoro se ne cercano un altro
    e non vanno ad incatenarsi davanti a Montecitorio, o a sfilare all' ombra degli striscioni.

    Aridatece Mortadella

    Quello si !!

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