La notizia del giorno,
è per me, sicuramente, la consegna del famigerato Papello alla Procura di Palermo, prima e fondamentale prova documentale dell'avvenuta trattativa tra Stato e Mafia nell'estate del '92.(1)
Ritengo doveroso ringraziare i giudici che si stanno coraggiosamente impegnando affinchè la verità su quella fosca stagione venga alla luce, ritengo altresì doveroso continuare a sostenerli fino in fondo.
Se li sosterremo, se gli faremo sentire sempre la nostra presenza ed il nostro sostegno, forse, riusciranno a portare a compimento il loro lavoro, se li lasceremo soli, rischieremo di doverli piangere! E rimpiangere!
Il 18 Luglio scorso, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, si è tenuto un incontro dal titolo “I Mandanti Impuniti” a cui ha partecipato un folto numero di cittadini. Un popolo di onesti, di cittadini venuti da ogni parte d'Italia per ricordare il giudice ucciso il 19 luglio 1992 e chiedere a gran voce, pretendere che venga fatta giiutstizia.
Tra gli oratori della serata, Antonio Ingroia, uno di quei giudici che, con le Procure di Palermo e Caltanissetta, sta cercando di fare luce sui misteri che avvolgono la nascita della, impropriamente detta, Seconda Repubblica.
Ecco uno stralcio del suo intervento:
"...io credo davvero, lo dico senza enfasi ma perchè ne son convinto... che davvero ci sia un'aria nuova e di questa aria nuova naturalmente il sintomo, un sintomo è la vostra presenza così diffusa.
io ho sempre ripetuto, magari talvolta in modo noioso, di essere convito che la verità, quella verità e giustizia, ma soprattutto certe verità, le verità più difficili, le verità più delicate, le verità più scomode, ed è e non esiste verità più scomoda di quella che c'è dietro via D'Amelio, le verità più scomode non vengono fuori da sole e non vengono fuori neanche per il merito di questo o di quel magistrato. i magistrati da soli non sono in grado di scoprire la verità e certe verità in particolare son verità che possono raggiungersi e conquistarsi collettivamente, insieme.
occorre cioè che ci sia una società che quella verità la voglia, la voglia fortemente e chieda anche alle istituzioni, ciascuna istituzione di fare il proprio dovere e dare ai cittadini quella verità e quella giustizia cui i cittadini innanzitutto hanno diritto.
se così è, dobbiamo vedere se noi siamo un po' più numerosi, magari oggi si, ma ancora degli illusi oppure se davvero qualcosa sta cambiando.
io parto da lontano e dico che l'America di Obama non è l'America di Bush. e dico che non è Obama che sta cambiando l'America ma che è l'America che ha prodotto Obama al posto di Bush... il fenomeno Obama nasce dal fatto che nel paese come gli Stati Uniti che è stato la patria di quella che si chiamava un tempo la "deregulation", cioè il rifiuto delle regole, è diventato un Paese in cui c'è voglia di regole e c'è voglia di legalità. Obama è il frutto di quella voglia di legalità, voglia di regole che io credo stia contagiando tutto il mondo, sarò un illuso ma son convinto che tutto questo sta accadendo e che quindi perfino l'Italia, che, ahimè, è diventata negli ultimi anni la patria della impunità e delle immunità, potrà diventare forse la patria della legalità!
io credo che ci son dei segni positivi, per carità non voglio fare l'illuso, so bene che c'è anche un'altra Italia, un'Italia appunto che si fa le leggi a propria immagine e misura con alti esponenti delle istituzioni che attaccano i Magistrati un giorno si un giorno pure, che definiscono, come ha fatto il Presidente del Consiglio Berlusconi, i Pubblici Ministeri dei delinquenti e mi pare bene ricordare, visto che oggi lo ricordiamo, che Paolo Borsellino, come Giovanni Falcone, fu un Pubblico Ministero e dare dei delinquenti in quanto tali ai Pubblici Ministeri significa anche offendere la memoria ed il nome di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino e per la verità, mi pare non meno grave che dalle stese persone siano venute attribuzioni di un mafioso condannato e conclamato per omicidio come Vittorio Mangano, indicato invece come eroe e mi sembra ancor più grave quando per paradosso noi riflettiamo chi fosse Vittorio Mangano. un dipendente di quel Presidente del Consiglio e che Paolo Borsellino in una delle sue ultime interviste rilasciate prima di morire...indicò come la testa di ponte mandata da Cosa Nostra dalla Sicilia verso il Nord Italia per agganciare il mondo imprenditoriale del Nord Italia...
il punto è che noi abbiamo questa aria nuova e questi fatti nuovi. non posso dire nulla sui fatti nuovi....certo è che ci son non più dei barlumi ma dei sempre più ampi spiragli di luce che stanno illuminando quelle zone buie attorno alle stragi, spiragli di luce che possono credo in un momento importante, per certi versi straordinario, non so se questa porta verrà chiusa e lo spiraglio di luce svanirà piombando di nuovo nella oscurità nella impunità ma credo che dipenda da tutti noi, lo dico con immagine figurata forte, dare un calcio a quella porta spalancarla in modo tale che da quello spiragli di luce quelle stanze segrete della impunità, del silenzio dell'ingiustizia, della verità negata vengano illuminate.
allora lo dico da testimone, per certi versi essendo stato, avendo avuto la fortuna il privilegio di essere stato accanto a Paolo Borsellino soprattutto negli ultimi mesi della sua attività da allievo, come tanti Magistrati che son cresciuti alla scuola straordinaria di Paolo Borsellino e direi da cittadino, che noi, quella verità la vogliamo, è un diritto di tutti e siccome quella verità è conquista collettiva ognuno deva fare la sua parte.
e in questo momento abbiamo bisogno di testimoni perchè io son convinto che ci sono ancora dentro le istituzioni dei testimoni che sanno molto su quella strage, che sanno molto su quel che accadde nella trattativa del '92/'93 e questo è il momento perchè vengano fuori.
credo che chi ha taciuto per tanti troppi anni debba parlare e se non dovesse parlare non ha diritto a nessun rispetto a nessuna cautela da parte di nessuno neanche dentro le istituzioni.
secondo punto abbiamo bisogno di testimoni, ma anche di un rinnovato impegno degli uomini delle istituzioni. Beppe Lumia, ho letto sul giornale di oggi che ha, ve lo illustrerà immagino lui, questa proposta che la Commissione Parlamentare Antimafia si occupi di ciò. Non entro diciamo in situazioni delicate che ha evocato Giorgio Bongiovanni, in precedenza sia da parte di Luigi De Magstris ma anche di Rita Borsellino, si era assunto l'impegno di portare in sede europea questo medesimo impegno per verità e giustizia. Bene, noi abbiamo bisogno che ci siano istituzioni che accendano anche loro i riflettori su quella stagione, che aiutino senza intralciare, naturalmente, l'impegno della Magistratura in questo senso. E' un'occasione straordinaria in cui, quindi, abbiamo bisogno di testimoni, di impegno degli uomini delle istituzioni, di un'informazione un po' più coraggiosa che non si ricordi del problema delle stragi e dei mandanti soltanto nei due o tre giorni poco prima delle stragi ma che si occupi di questi temi magari non dico quotidianamente ma periodicamente.
E abbiamo bisogno di cittadini coraggiosi, voi lo siete quel che conta è che riusciate a contagiare tanti altri cittadini. con dei cittadini coraggiosi ed orgogliosi del loro impegno, cittadini come tanti Salvatore Borsellino, impegnati quotidianamente per creare un movimento di verità e giustizia, quella verità e quella verità e giustizia che tutti vogliamo da cittadini e alla quale tutti abbiamo diritto da cittadini potrà essere conquistata.
Grazie!"
i video dell'intervento: parte 1. parte 2. parte 3.
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