Dopo gli scandali sessuali di Berlusconi ecco lo scandalo sessuale di Piero Marrazzo, il governatore del Lazio. A scanso di equivoci il problema non è costituito dai comportamenti e dalle scelte sessuali che rientrano nella sfera privata di ogni persona, politici compresi. Il problema è, da un lato, utilizzare la propria posizione di potere per procurarsi la soddisfazione di appetiti sessuali, servendosi di equivoci faccendieri e offrendo a destra e manca - quale compenso della prestazione - cariche pubbliche e candidature politiche,
contraddicendo per di più dichiarazioni e provvedimenti legislativi in materia di famiglia e di riconoscimento dei diritti dei generi sessuali, dall'altro cedere, pur ricoprendo il ruolo di Presidente di Regione, ad un ricatto. Se si incappa in qualche 'incidente', come quello che sarebbe successo a Marazzo, oltre a dimostrare - in una stagione di veleni - poca avvedutezza, se ne traggono le conseguenze: o si affrontano apertamente le ripercussioni pubbliche oppure, se per ragioni personali non si può fare, bisogna avere la dignità di dimettersi. Piegarsi ad un ricatto significa tradire il proprio mandato. Significa domani essere costretti a cedere nuovamente ad altre richieste (l'adozione di un determinato provvedimento, una nomina, nella trattativa con il governo in materia di fondi della sanità ...). Piero Marrazzo, la cui esperienza di governo - lui difensore televisivo dei consumatori - era stata peraltro non certo esaltante, se davvero ha pagato i carabinieri che lo avevano ricattato ora deve dimettersi. Subito. E per le future elezioni regionali nel Lazio si pensi ad una donna, magari sotto qualche aspetto potremo stare più tranquilli ....
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