Piazza del Popolo è stracolma, così come Largo Cairoli a Milano...La sinistra ( continuo a pensare che sia una definizione logistica, inadeguata ) ha ritrovato unità? Finalmente si è riusciti ascendere in piazza con tutte le bandiere dell'Area di Progresso ( definizione che preferisco )? Uniti?
Apparentemente si, mi fa piacere, devo dire, ma non mi esime dalla riflessione.
Siamo in campagna elettorale...piena...pur con tutte le specificità di una situazione a macchia di leopardo...in molti luoghi la Federazione di Sinistra è obbligata a presentarsi sola...in altri sono i radicali che preferiscono fare corsa solitaria...ma questo potrebbe non essere così importante, anche se purtroppo lo può diventare al momento del computo dei voti.
Questa unità, un poco forzata, è gioco quasi obbligato, anche di fronte all'attacco continuo ai valori fondanti di questa nostra Repubblica, non si può esimersi.
La cosa che mi veniva da chiedermi, che mi assillava al sole tiepido di Cairoli Sabato era, una domanda serissima...politica, quel tipo di domanda “alta”, che sembra non essere più di moda, quasi da nessuna parte, certamente non nei circoli di intellettuali autorizzati e santificati, di quella che chiamammo Sinistra.
Infatti non si può negare che questi circoli abbiano opportunamente pompato sull'importanza di questo appuntamento, affidandogli valenze strategiche che, sinceramente, non sembra possedere di suo, ma si sa...un poco bisogna aiutarla sora Fortuna, che essendo cieca a volte si confonde ed imbocca strade sgradite, quando non addirittura sbagliate.
Non si confonda, lo ripeto, mi fa piacere questa discesa in piazza comune...posso, forse, persino darle la valenza di un inizio di confronto reale, ma farne il punto di svolta, davvero non me la sento.
Allora parliamone, se vi va, di come io vedo questa cosa.
Quelli che erano ieri in piazza avevano ampi stralci di opinioni condivise? Non stiamo parlando, come piacerebbe al PD, di un'unica appartenenza incondizionata, ma di spazi di condivisione “importanti”, di fondo.
Possiamo quindi dichiarare avessero ampie condivisioni su temi di rilievo? Che so...tipo la compatibilità e la Green Economy, la scelta dei sistemi di sostentamento energetico, il lavoro e la sua organizzazione...il precariato, l'importanza del pubblico in sanità, educazione e servizio alla persona?
Momenti di contatto “culturale”, che si spingessero sino ad una visione del mondo, minimamente comune?
Sull'acqua pubblica, per esempio come la vedevano gli abitanti di quelle piazze...e sull'etica, sulla moralità in politica, sui costi che essa impone? Sul razzismo e sul modo di rapportarsi alle migranze...Come la pensavano?
Avevano una base minima comune che giustificasse il loro stare in piazza insieme oppure , proprio in questa mancanza di substrato sta la chiave annosa della loro incontenibile e progressiva debolezza?
Cosa è oggi l'area di progresso, cosa significa farne parte, quali sono i compiti che un Progressista deve ritenere intrattabili? Fondamentali! Di base?
Ho avuto il piacere , indubbio, di scambiare due o anche tre chiacchiere con un'amica, purtroppo per me di vecchia data, una bellissima signora che oggi è candidato indipendente per la Federazione della Sinistra in Lombardia. Lei almeno aveva idee chiare su cosa non fosse trattabile...e dimostrava una disponibilità, inconsueta, persino per discutere sull'uso dei simboli e dei riferimenti...interessante
Su che cosa però eravamo assolutamente d'accordo...su una cosa, che oserei definire fondamentale.
Sul fatto che sia necessario proporre oggi una visione di mondo, diversa da quella del potere, che non sia più sufficiente “emendare” la visione condivisa, ma sia necessario porre un mondo diverso da questo, che non è il migliore possibile...Questo lo fa, quella che chiamammo sinistra?
Ha il coraggio di dismettere riferimenti e citazioni...di farne patrimonio storico e di accettare la sfida della modernità?
Ha il coraggio di accettare la contaminazione e il “meticcio”...oppure mentre da una parte si ricercano chiavi libresche ed antiche di lettura dall'altra si accetta di fatto la cultura del potere...condividendola? Emendandola al massimo...in una sorta di delirio massonico di sinistra?
In buona sostanza...è possibile trovarlo davvero questo contatto, questa base culturale condivisa...ed è possibile pensarla con PD onnicomprensivo, auto-referente, con una connaturata tendenza al non-confronto che poi definisce vocazione maggioritaria?
Oppure bisogna accettare il dato che l'area di progresso si costituisce, sì per l'incontro di anime diverse, certamente con il confluire di aree, ma a partire da condivisioni reali e di fondo...pesanti, che una visione di mondo altro possa non essere necessariamente “comunista”, ma debba essere forzatamente altro dalla visione del potere, considerando dove ci abbia portati questa visione e cosa abbia prodotto di marcio, di antidemocratico, di moralmente ed eticamente discutibile, di quanta disaffezione e distacco dalla gestione democratica abbia portato questa condivisione culturale quest'alternanza ipotetica, senza senso e soprattutto senza alternanza...in questo paese?
La domanda importante è forse questa: Questo è il miglior mondo possibile? E se non lo è possiamo parlare davvero di una visione di mondo alternativo e smettere di cercare di modificare quello immaginato dal potere?
Ci sono spazi, anche amplissimi di condivisione di questa visione fra cattolici, comunisti e liberal- democratici...e ultima scottante domanda da 100 milioni di euro, il PD può incarnare questo cambiamento oppure è troppo addentro ai meccanismi di condivisione del potere, soprattutto a livello culturale per essere motore del cambiamento?
Possiamo affidare a questi politici questa modificazione della visione di futuro, possiamo affidarla a questi intellettuali sistemici...provenienti dalla medesima e condivisa visione di mondo? Che da tempo non hanno il coraggio intellettuale di porre un'alternativa reale alla greppia a cui si sfamano?
Oppure si deve avere il coraggio di accettare una sconfitta ed iniziare da capo, certo con tutti i riferimenti e le storicizzazioni che si vogliano, con le analisi già fatte che ci aiutino...ma da capo.
Cercando nell'area che va dalla parte più movimentista di IDV, che passa da SeL...per comprendere Meetup-cinque stelle, cercando ascolto e propellente nell'area più disponibile ed interlocutoria della Federazione, sino ad investire la base del PD e chiedere, fortemente a quest'area, nel suo complesso, di essere motore del cambiamento? Di crearsi, di federarsi, di parlare, di superare protagonismi ed orticelli e di porre finalmente e forte, l'alternativa progressista? Di riporre libroni, tomi , regole e dogmi...per guardare al mondo delle cose...alla gente vera, a quello che siamo e a dove siamo, ad accettare la sfida d'una visione nuova e progressista a proporre un mondo diverso...nuovo e possibile...e non di farlo a parole e a dichiarazioni,con i proclami... non di farlo, fra bandiere al vento e maxi-schermi, cercando la posa migliore e il lato più fotogenico, ma di farlo perché è indispensabile alla civiltà ed al progresso vero dell'umanità?
Possiamo noi, la gente, chiedere questo a quest'area...e può quest'area del tutto ipotetica...rispondere
“presente” a questa perorazione.
Io ho avuto la fortuna di nascere in tempi fluidi, i miei anni migliori si sono svolti in piazza, fra la gente, ho avuto la fortuna di vedere come sia possibile porre alternative culturali e praticarle e farne circuito e proposta...ho avuto anche l'accadimento di vedere come sia pervicace il potere nel perseguirle , smontarle e come sia miserabile il piatto di lenticchie con cui vengono pagati traghettatori.
Io sono ottimista su questo, anche perché non vi è speranza alternativa...è l'unica strada della sopravvivenza, del Progresso e della Crescita.
Perché so, che nonostante noi tutti siamo irrimediabilmente umani e profondamente miserabili esistono momenti in cui attraverso la nostra specie passa un alito...come una brezza che gonfia momentaneamente le vele delle navi che cercano il nuovo, donando loro approdi, nostro il coraggio di alzarle quelle vele...di porre orecchio, di ascoltare, di sentire e seguire il profumo ed il senso. Avere il coraggio, sempre di porla, questa possibilità dìun mondo diverso...iniziando dai nostri comportamenti, dalle mode e dai modi.
Un ultimo esempio, molto grossolano..oggi si esalta l'uniformazione...si teorizza l'alternanza che nulla muove, pur di mantenere intatti privilegi e potere, nella giornata di Venerdì , allo sciopero della CGIL ho visto, in piazza Un sindacalista CGIL (PD), un Sindaco (AN), un consigliere regionale (LEGA) che parlavano fra loro...erano drammaticamente identici, nessuna differenza nel comportamento, nel fraseggio, nei riferimenti, nel modo di vestire...stessi comportamenti, stesse firme...stesso parrucchiere. Io trovo preoccupante tutto questo la mancanza di un punto di vista ci pone di fronte ad un mondo identico, uguale e vendibile, fruibile da tutti, facilmente commerciabile. “IL PENSIERO UNICO”, ed io credo che il primo compito di un progressista sia porre, invece, un mondo nuovo, diverso, variopinto, contaminato, meticcio....VIVO e di trovare le più ampie condivisioni su questo bisogno.
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