E' vicino all'implosione il PDL? Quante sono le anime al suo interno? Oltre a Tremonti che fa storia a sé come uomo della Lega, forse sono almeno tre: vi sono i berlusconiani della prima (Cicchitto, Bondi, Verdini) e della seconda ora (Gasparri), vi sono i finiani neo-convertiti al liberalismo e i dellutriani (Miccichè) che in Sicilia spaccano il partito appoggiando la presidenza Lombardo contro i lealisti Agelino Alfano e Schifani e contro l'UDC Cuffaro, condannato in secondo grado per favoreggiamento alla mafia.
Sullo sfondo i rivoli craxiani (Brunetta, Sacconi), gli incerti aennini (La Russa, Matteoli, Alemanno) ancora indecisi, per puro calcolo di convenienza, tra la fedeltà all'antico leader Fini ed al nuovo padrone Berlusconi, i rimasugli democristiani di Scajola e Rotondi ed il potente ciellino Formigoni.
Fini contro Berlusconi anzitutto ma gli altri non stanno a guardare.
In ballo ci sono cose non da poco. Anzitutto la successione a Berlusconi alla Presidenza del Consiglio, per la quale si candida prepotentemente Fini, e quanto l'attuale premier potrà essere determinante per le future scelte al riguardo, poi la possibilità di traghettare il più possibile indenne l'attuale partito di maggioranza relativa in quella che sarà l'Italia politica una volta uscito di scena il corruttore di Arcore e l'individuazione dei padri nobili (si fa per dire ovviamente) del PDL da candidare alle cariche istituzionali più importanti.
Con Berlusconi ormai delegittimato sul piano interno ed internazionale, salvato dalle condanne penali solo per le prescrizioni e sputtanato da squallide storie di sesso a pagamento, interessato a monetizzare il più possibile il potere attuale in termini di espansione del proprio impero economico (Telecom? Partnership finanziaria con gli amici russi e libici? Posizionare l'amico Geronzi alla guida delle Generali?), la destra si trova ad affrontare una guerra interna di tutti contro tutti tra processi, inchieste e rivelazioni che ne coinvolgono di volta in volta le varie anime.
Berlusconi non deve salvare solo sé stesso dai processi ma anche i propri sodali (Dell'Utri per cominciare).
Persino il Vaticano e Confindustria, fiutando il fetore di un regime in putrefazione e fingendo di non avergli assicurato un immorale e decisivo appoggio, lanciano dai propri pulpiti poco credibili appelli alla moralizzazione ed al rinnovamento della classe politica.
Fini cavalca la vicenda corruzione nella Protezione Civile che fa fuori in un sol colpo le ambizioni politiche di Bertolaso, il simbolo della berlusconiana politica del fare (gli affari delle caste naturalmente), e dell'ecumenico Letta, spacciato (dall'opposizione del PD in primis) come autorevole uomo di Stato anziché essere osteggiato nella qualità di Gran Visir del regime delle destre.
A loro volta, i berlusconiani, che con Belpietro e Feltri continuano a bersagliare colui che definì Mussolini il più importante statista del Novecento, colgono al volo il caso Di Girolamo, candidato da un'inquietante mistura di fascisti di An e uomini della 'Ndrangheta, per attaccare la credibilità del Presidente della Camera.
Il coinvolgimento di Fastweb e Telecom nella maxi-inchiesta sul riciclaggio ed il conseguente deprezzamento delle due Società in borsa potrebbe spianare le mire berlusconiane proprio su Telecom (per intenderci Internet ....) mentre già vengono piazzati i fedelissimi (Vigorelli) alla guida della televisione La 7, evidentemente non considerando sufficiente il controllo su Mediaset e Rai.
Ed infine il PDL non riesce a presentare la propria lista alle elezioni regionali del Lazio. Solo incapacità dei dirigenti locali (cosa assolutamente da non escludere) o nuovo colpo basso a Fini, che rischia così di veder sfuggire la probabile vittoria della propria protetta, la scialba Polverini sicuramente garante degli interessi economici della Chiesa cattolica (scuola e sanità) e dei palazzinari romani?
Intanto la Lega guarda il tutto da lontano, forte e serena, pronta ad incassare il previsto successo elettorale delle prossime regionali. Evidentemente i soldi che Fiorani, il truffaldino amministratore della Popolare di Lodi, afferma di aver elargito a Calderoli non destano, in questo momento, alcun interesse. Ma non mi stupirei che prima o poi arrivi anche il turno degli scandali padani.
Chissà su tutto questo misero scenario quale sia il peso e l'influenza che hanno le grandi potenze politiche ed economiche mondiali ed i conflitti che li coinvolgono, l'asse anglo-israelo-americano, la Russia di Putin, la finanza araba, la Cina. Se ed in che modo possano determinare la vittoria e la sconfitta dei vari contendenti.
E chissà quanti italiani si rendono conto dell'inadeguatezza dei nostri omuncoli al governo di fronte alla tragica dimensione dei problemi mondiali e dunque anche nazionali: la crisi economica, il possibile default dell'euro, la progettata guerra all'Iran, il disastro ambientale.
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