"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 31 luglio 2012

La funzione educativa e sociale dello sport


Premetto che non nutro alcuna pregiudiziale ostilità nei confronti dello sport. Non mi riferisco solo allo sport praticato, elogiato dai latini quale mezzo per ottenere una mens sana in corpore sano, forma di gioco e di esercizio fisico che si esplica in una sana competizione fondata su lealtà e correttezza. Ma anche allo sport business, quello che si vede in televisione o sugli spalti di uno stadio o di qualche altro tipo di impianto, con un'offerta che si estende per 365 giorni all'anno tra coppe e campionati nazionali, europei, mondiali, olimpiadi, tornei, gran premi, corse in linea o a tappe. Perché è sicuramente un'importante espressione della cultura popolare, che risponde a imprescindibili bisogni individuali e collettivi e che non di rado ha affascinato fior fior di intellettuali e pensatori. Ho la mia brava e incrollabile fede calcistica, trepido e tifo per i colori nazionali ogni qualvolta c'è qualche italiano in gara, anche nelle discipline più improbabili e misconosciute, si tratti persino di badminton, di curling, di slittino.
Ovviamente, imitando Fantozzi, spaparanzato in poltrona con insalatiera ricolma di pasta, birra ghiacciata e rutto libero.
Però, mi si perdoni la contraddizione, proporre una visione razionale e demistificatoria dello sport, indicarne gli elementi costituenti che ne determinano la centralità sociale ed il peso economico nella nostra epoca, porsi qualche domanda (o meglio coltivare qualche dubbio) e provare a darsi qualche risposta, per citare uno dei grandi Maitre à penser italiani del momento quale Gigi Marzullo, mi sembra assolutamente necessario.
Ed al riguardo ho trovato particolarmente stimolante ed istruttivo un articolo pubblicato qualche tempo fa su Contropiano sull'ideologia dello sport.
Afferma Ivan Ergić nell'intervista diffusa sul sito: “Lo sport è l’ideologia allo stato puro e dicendo questo penso allo sport professionale di qualsiasi specie. Lo sport è quella pedagogia sociale che induce alla competizione, alla determinazione, alla vittoria, alla sconfitta, al sacrificio, alla perseveranza, alla lotta, quindi a tutto ciò che rappresenta il mercato, che è la più grande ideologia mai esistita. Lo sport è l’agitprop del mercato."

lunedì 30 luglio 2012

L'ILVA di Taranto e l'eredità da lasciare alle prossime generazioni


E' stata rievocata qualche giorno fa dall'emerito professor Monti la bella frase attribuita a De Gasperi “un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”.
Il messaggio che il vanitoso Monti ha voluto trasmettere è evidente: non giudicatemi per gli insuccessi di oggi, la recessione e lo spread, ma per come potrà essere in futuro l'Italia a seguito dei miei provvedimenti.
E d'altra parte quella frase suggerirebbe una serie di riflessioni sulla democrazia – la volontà popolare, la partecipazione, il consenso, la scelta delle classi dirigenti – che in questa occasione mi risparmio di svolgere.
Mi preme invece ragionare, proprio ispirato da quella frase, su di una cosa di cui da tempo si blatera tanto: di futuro delle prossime generazioni e dell'eredità da lasciare loro.
Anzitutto non si può non evidenziare il carattere mistificatorio e truffaldino della contrapposizione tra giovani e vecchi, tra presente e futuro, tra i sacrifici da fare ora per assicurarsi un domani radioso. Come se la politica non avesse il compito di operare per i bisogni attuali di tutti i cittadini, anche se certo con una visione strategica e con l'idea di costruire, senza dogmatismi, un determinato progetto di società, e come se ci si potesse illudere che quei diritti e la soddisfazione di quei bisogni che oggi vengono negati si potrà poi garantirli in futuro.
E poi di quale eredità stiamo parlando?

lunedì 23 luglio 2012

La TAV e il diritto alla resistenza


Ricordate Scanzano Jonico il paese lucano che nel 2003 si ribellò contro il progetto di realizzare nel proprio territorio una discarica nucleare e che attraverso quella rivolta ottenne la marcia indietro del Governo?
Ricordate la rivolta di Terzigno nel'autunno del 2010 contro l'apertura di una seconda discarica in prossimità del paese?
Avete mai sentito parlare delle malattie e delle morti (per tumore, per leucemia, per patologie polmonari) conseguenti alla vicinanza di una discarica, di inceneritori, di impianti industriali ed elettromagnetici inquinanti? Solo per citarne alcuni l'ILVA di Taranto, la centrale a carbone di Civitavecchia, radio Vaticana a Cesano?
Devono rassegnarsi coloro che abitano in prossimità di quei siti?
E voi cosa fareste se dove abitate venisse decisa la realizzazione di impianti ed opere come queste? Accettereste serenamente e passivamente la distruzione della vostra vita, che sia messa a repentaglio la vostra salute e quella dei vostri cari, che sia deprezzato il valore della vostra abitazione, che si determini il fallimento dell'attività economica – ad esempio nel turismo, nell'agricoltura, nella ristorazione – per la quale lavorate come imprenditore o dipendente?
Oppure fareste qualunque cosa – lecita o 'illecita' (perché qualunque cosa che rappresenti un efficace metodo di protesta, blocchi stradali o resistenza passiva, è illecita) - per difendere la vostra vita?
Quante rivolte e quante resistenze di questo tipo, forse le uniche che riescono a coinvolgere trasversalmente la maggioranza dei cittadini, abbiamo visto in questi anni?
Anche se credo fermamente nel metodo della non violenza io non mi contento della lettura e dell'interpretazione che di queste lotte fanno politici screditati e i media megafoni dei loro padroni cointeressati nelle opere contestate.

sabato 21 luglio 2012

Il successo di Monti: lo spread tornato ai livelli berlusconiani


29 febbraio 2012, Mario Monti: “Gli spread nell'area euro non torneranno a impennarsi” (si era giunti in quel momento a 340 punti).
20 luglio 2012: lo spread tornato a 500 punti, ai livelli berlusconiani.

Non è male la capacità di previsione e di analisi (forse il mago Otelma avrebbe fatto di meglio) di colui che avrebbe dovuto essere il salvatore della Patria.
E questo con politiche che hanno portato in recessione l'economia italiana (meno due per cento di PIL nel 2012), altissimi livelli di disoccupazione, bruciato i risparmi dei cittadini, elevata la pressione fiscale, aggredito il welfare e i diritti dei lavoratori, messo in campo una riforma delle pensioni iniqua e punitiva per chi dopo una vita di lavoro (magari alla catena di montaggio, in fonderia, a contatto con i veleni delle industrie chimiche, sulle impalcature usate nelle costruzioni) vede sempre più allontanarsi il momento del collocamento a riposo.
Il fallimento di Monti richiama le responsabilità di chi l'ha scelto e collocato nel ruolo di capo del Governo (Napolitano, Bersani, Casini, lo stesso Berlusconi) e di chi fino a ieri rivendicava il dovere di proseguire il suo 'lavoro' anche nella prossima legislatura (tra questi le ineffabili facce di bronzo di Enrico Letta e Pietro Ichino).
Perché tutti quei personaggi ci avevano spiegato che andare a votare in piena turbolenza dei mercati ci avrebbe portato al fallimento come in Grecia, che l'attuazione delle 'riforme' richieste dall'Europa era l'unico modo per salvarci e che solo un governo tecnico, portatore di verità sovraordinate alle diverse opzioni politiche, poteva realizzarle.
I risultati sono sotto i nostri occhi, soprattutto nelle statistiche su disoccupazione e povertà, e il peggio sta per arrivare.
Le giustificazioni che adduce Monti (dietro la maschera della sobrietà si nasconde il solito venditore di fumo) per motivare la sua débacle sono 'miserrime' per usare il linguaggio di Napolitano: l'effetto del contagio degli altri Paesi Euro in crisi, l'instabilità politica e le incognite sull'esito delle prossime elezioni che 'spaventano' i mercati.
Certo non può provare meraviglia chi in questi mesi ha cercato di informarsi senza fermarsi ai media conformisti (i TG, Repubblica, il Corriere della Sera, La Stampa) ma leggendo le analisi e le proposte di economisti come Krugman e Roubini e Stiglitz, Emiliano Brancaccio e Loretta Napoleoni, di storici come Hobsbawn, di intellettuali come Luciano Gallino e Guido Viale, dei blog del Fatto Quotidiano, di Beppe Grillo e di Paolo Ferrero, di siti di approfondimento e di iniziativa politica come Sbilanciamoci, Megachip, Libreidee, Micromega, Eddynburg, Cadoinpiedi, ALBA, Il Manifesto, Contropiano, di trasmissioni televisive come quelle di Santoro, Riccardo Iacona e Milena Gabanelli.
L'andamento di questa crisi che dura ormai dal 2007 dimostra che essa va affrontata con una logica diversa da quella thatcheriana del non c'è alternativa al liberismo, alla quale Monti si è attenuto, ed anzi rovesciandola.

venerdì 20 luglio 2012

Gli aerei italiani uccidono in Afghanistan



Le notizie importanti (tra quelle pubblicate dai grandi media).

La liberazione di Rossella Urru.
Il conflitto tra Napolitano e la magistratura di Palermo (con il dito, l'ipotetica lesione delle prerogative del Presidente della Repubblica, con cui si vorrebbe nascondere la luna, l'attenzione e l'aiuto chiesto ed ottenuto da Mancino a Napolitano in merito al proprio coinvolgimento nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia che portò all'assassinio di Falcone e Borsellino);
La tempesta perfetta che i mercati si prevede scateneranno sui nostri titoli del debito pubblico nel prossimo mese di Agosto (alla faccia del millantato successo di Monti al vertice europeo di fine giugno ed alle garanzie risolutive che sarebbero state ottenute in quella sede).

E i diversivi (quelli che Giulietto Chiesa definisce il rumore di fondo, cioè il 'casino organizzato' che serve a confondere e a non far sapere e capire).
La nuova discesa in campo di Berlusconi (come se possa considerarsi una sorpresa). L'epurazione di Nicole Minetti, simbolo del bunga bunga, necessaria a restituire verginità e credibilità politica (sic) a Berlusconi in Italia ed in Europa (doppio sic). La difesa che simpatizzanti di sinistra e antiberlusconiani stanno facendo della bella consigliera regionale lombarda fa loro onore ma credo che al riguardo si possa stare tranquilli: con il processo Ruby in corso figuriamoci se, trattandosi di un personaggio che potrebbe raccontare cose pericolose, siamo di fronte a qualcosa di diverso da una trattativa nella quale si deve definire solo il prezzo del suo silenzio e della sua uscita di scena.
La querelle nella Democrazia Cristiana (pardon nel Partito Democratico) sulle unioni di fatto e il matrimonio degli omosessuali e la polemica Beppe Grillo – Rosy Bindi.

E tra le une e le altre passano inosservate e scivolano nel silenzio due eventi fondamentali quali l'approvazione del Fiscal Compact e il salto di qualità della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan.

giovedì 19 luglio 2012

Un Giudice


La verità Paolo…la verità t’uccise
il cercarla , l’amarla…
L’inseguirla
quella giustizia matrigna e quello stato
che poi ti volle morto…
Scomodo! Troppo pesante il tuo passo!
Troppo tenace quella tua ricerca
tu ricordavi Giovanni e non dovevi.
Conoscere, il sapere…rende liberi
ma delle volte, semplicemente uccide
Oggi ti fanno eroe
ma non ci credono
solo per convenienza
ed anche poi tentennano
sempre più spesso
e forse si ricredono
Perchè tu che li stanasti,
ed esponesti al sole tutti i loro giochi
tu li tirasti fuori
questi signori occulti
padroni della paura
Tu eri un uomo e solo quello..certo
che altro potresti
T’aspettarono!
concordarono il momento
per fare in modo che ti dimenticassimo
confidando in noi…popolo bue
vittime d’ignoranza, senza memoria
cercando prima e disperderdendo poi
le tue parole al vento
con il tuo corpo
insieme con il tuo sangue
persino coi tuoi appunti
su quell’agenda rossa
si rubarono tutto
con la tua vita
perchè son ladri loro ed assassini
non sanno fare altro
solo questo
ed anche oggi brigano
ebbri di quel che reputarono vittoria
contro la tua memoria
perchè persino quella fa paura
eppure noi restiamo
siamo qui
Noi non dimentichiamo
fate fuoco su di noi
ne arriveranno altri


di Giandiego Marigo

martedì 17 luglio 2012

Lettera aperta a chi ci prova ancora e continua a perdere l’autobus


Di Giandiego Marigo

Sono davvero moltissimi gli amici che ci stanno provando in tutte le maniere e mi dispiace vederli arabbattarsi, sbattersi ed ogni volta profondere entusiasmo su un qualsiasi nuovo progetto e bisogna pur dire che ne nascono moltissimi e con sorprendente rapidità.
Rilanciando ogni volta la speranza che si ricreino le condizioni ed il contesto nel quale inizi ad agire e si qualifichi un Nuovo Soggetto di Sinistra.
Mentre i più si macerano nell’incertezza e nell’attesa in Spagna ed in Grecia...qualcosa, pur nella sua scarsa influenza, avviene, mentre qui da noi invece regna il silenzio più umiliante. o al limite il balletto istituzionale,“dell’io sono la vera sinistra”.
Nel frattempo quelli che si auto-definiscono appunto “sinistra” (anche se ormai come nelle parole troppo ripetute sfugge il vero significato) modulano unicamentre un “racconto fatto di alleanze d’opportunità” che ha per finalizzazione, unicamente, il loro rientro in parlamento(alla faccia delle masse popolari e delle rivoluzioni che continuano a richiamare inutilmente).
Mentre la frammentazione selvaggia dell’AreA continua, crudelmente e senza alcuna soluzione di continuità, è all’ordine del giorno un gruppo che tenti qualche iperbolica rifondazione ed il mestiere più in voga a sinistra del PD è “il raccogliotore di bandiere", ma propulsione, novità, proposta, nuove visioni...anche solo un piccolo nuovo linguaggio che dia la speranza di una futura , agognata novità...di quello non v’è alcuna traccia.
Lo sport preferito di questi tempi dal “conformista di sinistra” è il tiro al grillino, ormai annoverato fra gli sport nazionali  ed elemento richiesto e ritenuto indispensabile per l’acquisizione della “patente europea del perfetto democratico”.
Ed allora, parliamone, dell’autobus a cinque stelle e del perchè molti come me vi sono saliti. La primissima domanda da sottoporre a tutti voi , cui scrivo questa mia è dove, in che frangente ed in quale contesgto ed occasione, quella che chiamammo sinistra ha “contratto” l’attuale malattia che la “influenza”?
In che modo essa si è ridotta a pietire uno scranno parlamentare e quale “malformazione formale ed ideale” l’ha portata a riperpetuare eternamente il medesimo errore di formare e privilegiare segreterie e competenze piuttosto che  mobilitazione e partecipazione dal basso.
Il cliche attuativo di questi nuovi gruppi è il medesimo da anni, si incontrano quattro intellettuali (sempre i soliti), non so dire se al bar o meno, e partoriscono un nuovo soggetto.
Si allarga a sei sette componenti e si forma lo statuto ed il manifesto del movimento (lunghissimo, illeggibile, pesantissimo...che contempla il tuttibile ed anche di più tanto per lasciare spazio alla democrazia dal basso).
Poi due o tre assemblee, iniziali, interlocutorie, invariabilmente a Roma, magari anche un paio di manifestazioni, sempre a Roma, se si riesce, per fare “movimento” e per poterle definire “nazionali”.
Dopo di ch ci si lancia nei territori, con assemblee le cui presidenze sono, guarda caso già formate, che mobilitano, generalmente sempre gli stessi e che propongono la piattaforma del nuovo Gruppo-Partito-Movimento. Gli interventi sono sempre moltissimi ed alla fine parlano sempre gli stessi, che hanno “cariche”, nell’associazionismo, nel sindacato o che sono portavoce di questo o di quel movimento...invariabilmente, sempre, con una ripetitività quasi agghiacciante.
Una delle polemiche che ha maggiormente caratterizzato questa fase è stata la critica ferocissima e strumentale al “giovane” sindaco parmense per la sua lungaggine ed incertezza nel formare la sua giunta...eh sì, perchè è talmente radicata l’abitudine ad essere già pronti con tutti i posti distribuiti e conttabilizzati, con tutti gli equilibri e le alchimie d’alleanza rispettate e pesate con il bilancino, con tutti gli amici e gli sponsor accontentati che ormai pare “straordinario” che uno fatichi a trovare persone per bene che vogliano “prendersi la briga e la responsabilità” di servire, più o meno gratutitamente per Amore di quello in cui credono e del loro paese. E’ talmente inconcepibile ed inusaule questa cosa che ci si accanisce contro chiunque non faccia così...perchè questa è la politica. Però questo, secondo me, è anche il problema.
Questa mia non vuole essere un’incensamento di M5S (sebbene io creda nelle possibilità di questo autobus) o delle esperienze similari, vorrei parlare di Progresso, di Civiltà e di Sinistra se mi riesce, perchè io sono nato lì.
Non mi sono improvvisamente innamorato di un Guru, non l’ho fatto con Vendola, Bertinotti, Capanna, Vangheris, Berlinguer non vedo perchè Grillo, ma sono d’accordo che prima di “pensare” a qualsiasi cosa si debba “destabilizzare” la costruzione sulla quale il potere conta per diffondere il suo contagio, cambiare radicalmente il rapporto che intercorre negli agglomerati “politici”, modificare sostanzialemente il modo in cui ì’opinione, l’idea, la motivazione, la visione si diffonde...e sapete, amici miei qual’è stato l’unico luogo in cui ho trovatro aperte tutta la porte, in cui mi hanno prestato attenzione, in cui mi hanno consegnato le chiavi della “macchina”. Siete persone intelligenti non vi sarà difficile indovinarlo..o meglio dedurlo
Nessun attivista M5S è convinto che questo autobus sia eterno e nessuno lo prende per qualche cosa di più che non un qutobus per convogliare i normali nelle stanze del potere, ma è esattamente quello che si deve fare ed è profondamente di “sinistra” è la cosa più di sinistra che ho visto fare negli ultimi anni in cui ho dovuto combattere con segreterie precostituite, movimenti che aveno null’altro che un gruppo di leader. Con partiti microbici ma con potentissime protezioni antintrusione e con altrettanti inalienabili distinguo, contro purezze incrociate e differenze millimetriche che costituivano causa di insulto e divisione mentre intorno il potere infuriava e si imponeva facendo a pezzi la nostra cultura.
Anni passati a confrontarmi sulla morte e sulla divisione. Con la bocca si diceva unità e nel frattempo si trovavano pretesti per dividersi ulteriormente...ogni volta, sempre...invariabilmente. Mai nessuno...dico nessuno di questi stupendi “Movimenti di Base” mi ha mai consegnato davvero le chiavi del cruscotto...mai, c’era sempre qualcuno che era lì da prima e che le aveva in mano e le custodiva ad ogni costo.
Finisco questo prima lettera di confronto, rilanciando l’Area di Progresso e Civiltà come unica possibilità di reale rinnovamento e dico rinascita e non rifondazione...riscoprire un linguaggio ritrovare e rinnovare le ragioni, riapplicarle alla realtà partendo dall’ABC e dal basso formare un movimento orizzontale che creda nella democrazia diretta, rilanciare gli strumenti di questa forma di democrazia. Cercare motivi spirituali, sociali per acquisire una nuova e rinnovata credibilità, fondata sulla partecipazione, con l’umiltà necessaria ad essere “allievi” e non “maestri”...che di quelli ne abbiamo sinceramente sin troppi.

Con affetto ed a presto Giandiego

domenica 15 luglio 2012

La giustizia ingiusta


La giustizia è uguale per tutti, c'è scritto in ogni tribunale, ma è evidente che non è così. Basta osservare l'esito di tanti processi, la sproporzione, valutando secondo razionalità ed in base al complesso dei valori prevalentemente condivisi, tra come vengono sanzionati le fattispecie riguardanti disordini occorsi durante manifestazioni di protesta (pure laddove non è stato fatto del male ad alcuno) e reati di gravità enormemente superiore perché causano la morte di una persona o ne ledono l'integrità fisica e morale.
Per i manifestanti noglobal di Genova 2001 fino a 15 anni di reclusione, in attesa di successivi ricalcoli a favore dei condannati, per devastazione e saccheggio, reato previsto dai codici fascisti. Il movimento democratico e ambientalista dei NoTav, pericolo pubblico numero uno, voce dal sen sfuggita alla Ministra degli Interni Cancellieri, è oggetto della massima attenzione da parte degli investigatori e della magistratura a cominciare dall'ottimo Giancarlo Caselli. Nei CIE, vere prigioni a cielo aperto, si può restare fino a 18 mesi non per scontare una pena specifica ma per le procedure di identificazione ed espulsione.
Al contrario per la mattanza della Diaz (quella che nei paesi civili dell'Europa, nominata ed invocata ad ogni piè sospinto, verrebbe classificata come tortura) nessuno farà un giorno di carcere (ed anzi il capo della Polizia dell'epoca, Gianni De Gennaro, è stato premiato con un incarico di Governo). Lo stesso per i responsabili della morte di Federico Aldrovandi. Per Luigi Spaccarotella l'agente della polizia stradale condannato per l'omicidio volontario di Gabriele Sandri una pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione. Quanto rischia l'autore di uno stupro o di violenze pedofile, la forma più ignobile di perversione umana? Due, tre, quattro anni? Mentre le vittime subiranno le conseguenze di quanto subito per tutto il resto della vita. E chi provoca incidenti mortali o vere e proprie stragi guidando in stato di ubriachezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti?

venerdì 13 luglio 2012

Con quale legge elettorale si voterà nel 2013?


Per i cultori della materia una buona legge elettorale dovrebbe contemperare due diverse e tra loro sostanzialmente contrapposte esigenze: la governabilità, cioè far scegliere esplicitamente ai cittadini il partito o la coalizione da cui vogliono essere governati purché con un sufficiente livello di coesione ed in grado di realizzare il proprio programma politico, e un'adeguata rappresentatività delle varie correnti ideologiche e politiche nelle quali si articola una determinata collettività nazionale.
Al riguardo però bisognerebbe anzitutto riconoscere che è un'illusione pensare che una legge elettorale qualsivoglia possa svolgere di per sé un ruolo virtuoso per il funzionamento delle istituzioni democratiche quando manca una classe politica onesta, capace, rispettosa delle regole costituzionali e nel contempo un corpo elettorale composto di cittadini consapevoli, informati, educati alla coscienza civica.
La storia parlamentare italiana successiva all'adozione del maggioritario ne è la dimostrazione: coalizioni dotate dei numeri per governare ma lacerate al proprio interno da insanabili divisioni politiche, trasformismi, ribaltoni, cambi di casacca di deputati e senatori motivati da evidenti ragioni di convenienza personale fino a giungere al commissariamento del governo Berlusconi che pure poteva contare su di una vastissima maggioranza parlamentare.
Certo è altrettanto vero che una cattiva legge elettorale ha l'effetto di potenziare gli elementi perversi presenti in un determinato quadro politico e di cristallizzarne e stabilizzarne le caratteristiche negative.
Ciò è avvenuto con il 'mattarellum' che ha imprigionato in una camicia di forza, nell'obbligo di una scelta innaturale senza alternative, visioni e posizioni politiche che non avevano possibilità di convivere, e tanto più con il 'porcellum' che, con il potere di nomina dei parlamentari da parte delle segreterie dei partiti e l'esclusione di ogni possibilità di scelta per gli elettori, ha portato ad un punto mai prima conosciuto la degenerazione partitocratica ed il livello di impresentabilità di deputati e senatori.

giovedì 12 luglio 2012

La profezia di Nanni Moretti




Mentre la polizia spagnola di Rajoy, a capo di un governo fratello di quello Monti, massacra a Madrid i minatori in sciopero, mi chiedo cosa passi nella testa degli elettori e dei simpatizzanti del PD. Cosa impedisca loro di comprendere pienamente la natura del partito che hanno votato e che si apprestano a rivotare: il partito complice, attraverso la mancata adozione di una normativa sul conflitto di interessi e in materia di antitrust televisivo, del ventennio berlusconiano, il partito che ha votato tutte le controriforme sul lavoro, sulle pensioni, sul pareggio di bilancio in Costituzione, il partito di Lusi, Penati, Ichino, Fioroni, Adinolfi e che ha portato in Parlamento la Binetti, Calearo, Rutelli, Lusetti.
Sono passati vent'anni dallo scioglimento del PCI e probabilmente dei suoi vecchi elettori ben pochi oggi si rivolgono al PD al contrario della sua nomenklatura - i D'Alema, i Veltroni, i Fassino, i Bersani, i Chiamparino - che ha trovato evidenti ragioni per traghettarsi al 'nuovo' così come quella pletora di funzionari, di amministratori locali, di peones parlamentari, di nominati nelle varie aziende a capitale o controllo pubblico. In ogni caso per un partito la cui base sociale ed elettorale dovrebbe essere costituita, a quanto risulta, da lavoratori dipendenti, in special modo del settore pubblico e della scuola, e da piccoli imprenditori e artigiani è quantomeno singolare partecipare allo smantellamento dello stato sociale e delle garanzie per lavoratori e pensionati e indurre all'inazione la propria controllata la CGIL della Camusso (sicuramente destinata nel prossimo futuro a ricoprire, come i suoi predecessori, un qualche incarico parlamentare).

lunedì 9 luglio 2012

Non si vive di solo spread



Esistono parole che incontrano lo strano destino di monopolizzare e caratterizzare, per periodi più o meno lunghi, l'informazione e il dibattito politico.
Da oltre un anno non si parla che di spread, la differenza tra i tassi di interesse pagati da due diversi debitori (nel caso specifico lo spread a cui ci si riferisce normalmente è la differenza tra i tassi di interesse a carico rispettivamente dello Stato italiano e di quello tedesco per ottenere soldi in prestito sui mercati finanziari).
Se per diversi anni dall'adozione dall'Euro l'Italia ha potuto godere di bassi tassi di interesse dovuti proprio alla reputazione della moneta unica (nel 2008 alla fine della gestione Prodi – Padoa Schioppa lo spread era a 37 punti), negli ultimi tempi a causa della speculazione internazionale la forbice tra i tassi di interesse richiesti al nostro Paese (e agli altri PIIGS) e quello tedesco si è andata via via allargandosi, con la conseguenza di aumentare a dismisura la spesa statale per gli interessi e mettendo addirittura a repentaglio la nostra capacità di continuare ad ottenere credito dagli investitori.
E' a causa dello spread che Berlusconi è stato costretto a dimettersi, è per lo spread che Monti è stato nominato alla guida del Governo (da Napolitano, Obama, la Merkel, le grandi istituzioni finanziarie internazionali, i miseri partiti italiani quali PD, PDL e UDC).
E' per lo spread che abbiamo fatto i 'compiti a casa': le controriforme sulle pensioni, sul lavoro, l'aumento delle tasse sui ceti medio-bassi e si pianificano ulteriori tagli ai servizi sociali. L'effetto – inevitabile e previsto – è la recessione, l'aumento della disoccupazione e la diminuzione dei consumi interni. E se Squinzi, presidente di Confindustria, arriva a parlare, magari senza rendersene conto, di macelleria sociale è perché il primo interesse degli imprenditori è di produrre e vendere e se non c'è in giro disponibilità di redditi e per di più i potenziali consumatori sono paralizzati dalla paura (di perdere il lavoro per la riforma Fornero, di non poter andare in pensione, di non avere più credito delle banche) è inevitabile che la crisi si avviti su stessa.

venerdì 6 luglio 2012

La sentenza sulla Diaz. In un Paese normale …..



E' giunto a conclusione l'iter giudiziario per le violenze commesse dalle forze di polizia nella scuola Diaz (“la macelleria messicana”) contro i manifestanti del G8 di Genova del 2001 con la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato le condanne per 25 poliziotti, tra cui alcuni altissimi gradi degli apparati investigativi italiani, ma solo per il reato di falso aggravato.
Nel dettaglio: il collegio presieduto da Giuliana Ferrua ha confermato 4 anni a Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, 5 anni per Vincenzo Canterini (all’epoca comandante del Reparto mobile di Roma, oggi a riposo), 3 anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici (questi ultimi all’epoca dirigenti di diverse Squadre mobili), Spartaco Mortola (ex capo della Digos di genova), Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al VII nucleo sperimentale del Reparto mobile di Roma. 
Per i condannati, tra cui vale la pena di evidenziare il nome di Spartaco Mortola e la sua ultima performance nello scorso febbraio contro i manifestanti No-Tav alla Stazione di Torino, anche la pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e dunque l'obbligo di essere espulsi dalla polizia ma giustizia non è fatta: per i colpevoli nessun giorno di carcere grazie all'indulto, il reato di lesioni gravi prescritto, le responsabilità politiche non sono state individuate.

giovedì 5 luglio 2012

La leggenda dell'economista sull'oceano



Per puro esercizio accademico, giusto per avere del materiale da pubblicare sul blog, mi ero cimentato anch'io sul sito della Presidenza del Consiglio a dare il mio contributo di cittadino per suggerire quali spese e sprechi dello Stato tagliare ed eliminare. Nulla di eclatante, tutte cose secondo logica e secondo buon senso (come la riduzione delle spese militari, la rinuncia ai progetti di grandi opere, il porre un limite massimo a retribuzioni pubbliche e pensioni) in linea con le campagne di quell'ottimo laboratorio di idee che è Sbilanciamoci con le sue contro-finanziarie.
Nessuna illusione che il Governo potesse scartare dalla consueta linea, adottata da tutti gli Esecutivi di destra e di sinistra che si sono alternati al potere negli ultimi trent'anni, dei tagli alle spese sociali, dei trasferimenti agli enti locali (e dunque per i servizi ai cittadini), del dimagrimento dello Stato, di ulteriori penalizzazioni per i dipendenti pubblici (di cui ridurre il numero non è ben chiaro se attraverso licenziamenti o pre-pensionamenti) tutti sbrigativamente identificati come il cancro e la vera rappresentazione e causa della malattia italiana.
D'altra parte basta pensare che l'artefice di questa nuova manovra non-manovra della finanza pubblica è quel Vittorio Grilli, vice-ministro dell'Economia ma in pratica vero titolare del dicastero stante l'incarico ad interim di Monti, già Direttore Generale del Tesoro e stretto collaboratore di Giulio Tremonti.
Fermo restando che pensare di affrontare il problema del debito pubblico italiano con queste modalità ha la stessa possibilità di successo di provare a svuotare il mare con un secchiello, manca drammaticamente la capacità e la volontà di incidere su ciò che è alla base degli sprechi nella pubblica amministrazione: l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici erogati. Nemmeno il più flebile accenno all'idea di rivedere e migliorare le procedure attraverso le quali si compongono le decisioni della pubblica amministrazione, attraverso le quali si dipanano i rapporti con i privati siano essi fornitori o cittadini-utenti, nessuna analisi di quali siano le reali priorità per i cittadini e i modi più opportuni per soddisfarli.  Nessuna concessione a strumenti di controllo e di valutazione – cose oggi facilmente realizzabili grazie alla rete - da parte dei cittadini dell'attività dell'amministrazione e dei dipendenti pubblici.
E ciò perché questo Governo di pseudo tecnici è intimamente organico a tutte quelle caste che hanno preso in ostaggio l'Italia e alla partitocrazia che li rappresenta e che proprio dallo spolpamento e dall'accaparramento delle risorse di uno Stato deliberatamente lasciato inefficiente trae linfa vitale.
Nel momento in cui si andrà ad individuare i lavoratori e i dirigenti pubblici da esodare quali criteri saranno seguiti? Quelli delle capacità o del merito oppure, come sempre, verranno salvati coloro che contano qualche santo (cardinale, politico, faccendiere, boss mafioso) in Paradiso?
Dopo aver posto il blocco all'assunzione di nuovi dirigenti fino al 2015 lor signori avranno ancora il coraggio di parlare di opportunità e di occasioni per i giovani?

martedì 3 luglio 2012

Bertolt Brecht e i Sindacati



Prima di tutto vennero a prendere i Precari ma i Sindacati non fecero nulla perché quelli erano giovani e avevano tutta la vita davanti per sistemarsi.

Poi vennero a prendere gli Operai ma i Sindacati non fecero nulla perché perché attraverso la Globalizzazione, la Competitività e la Crescita saremmo diventati tutti più ricchi.

Poi vennero a prendere gli Invalidi e i Sindacati non fecero nulla perché sicuramente gran parte di loro non aveva diritto al pubblico sussidio.

Poi vennero a prendere i Pensionati e gli Esodati e i Sindacati non fecero nulla perché da vecchi ci si può contentare di vivere con poco e poi in fondo era proprio per la bella vita che i vecchi avevano condotto che lo Stato non aveva più soldi.

Poi vennero a prendere tutti gli altri Dipendenti Privati smantellando l'articolo 18 ma i Sindacati non fecero nulla perché ce lo chiedeva l'Europa e perché era giusto che tutti fossero uguali nella precarietà e nella miseria.

Un giorno vennero a prendere gli Statali e (forse) i Sindacati avrebbero voluto fare qualcosa perché quelli erano la maggioranza dei propri iscritti ma ormai non c'era più nessuno disposto a protestare e soprattutto nessuno aveva più fiducia in loro.

lunedì 2 luglio 2012

La Repubblica Fondata Sul Pallone




di Giandiego Marigo

Avrei voglia di urlare tutto il mio disappunto per tutta questa energia positiva sprecata, per questa capacità di comunione, di unità negli intenti buttata al vento.


Per chi, come me, non segue il calcio ed anzi sottilmente disapprova questa “passione nazionale” è sempre molto educativo guardarsi attorno nei giorni di “mobilitazione calcistica”. Il mondo, attorno cambia, si svuota...resta sospeso per 90 minuti , diventa un non luogo, in un assurdo silenzio, una immobilità innaturale ed insolita...impossibile per qualsiasi altra occasione ed evenienza. Nulla riesce a compiere questo miracolo di desertificazione silenziosa..null'altro.


Questo dovrebbe far riflettere, al di là delle ottime ragioni che, pure, esistevano per boicottare questi europei.


La “capacità di mobilitare” di “allineare” tutti, dietro ad una bandierina, pronti, obbedienti e “tendenzialmente sodali” non appartiene al mondo delle cose serie, non alla chiesa, non allo stato né ai Re, non alle rivoluzioni  né alle fedi, non alle emergenze ed ai terremoti. A nessuna di queste cose...è appannaggio unico, indiscutibile della “nazionale di calcio”.


Una idea vuota, vaqua, vaga ed anche un poco sciocca...eppure essa piega la volontà persino dei più tenaci moralisti, degli intellettuali e dei militanti, cripto marxisti più severi...unificandoli dietro all'inutile, facendoli urlare come ossessi per undici ragazzotti molto viziati, sicuramente super pagati e molto vuoti, che corrono, senza nemmeno troppa convinzione, dietro ad un pallone.


A prescindere dall'innegabile fatto che ognuno è libero di farsi il bidè con in mano una pistola carica, senza sicura...se crede.


Resta, altrettanto innegabile la realtà di città vuote avvolte in un silenzio grottesco rotto solo dal riverberare delle voci dei cronisti attraverso migliaia di televisori che trasmettevano in contemporanea.


E' in momenti come questo che si capisce d'avere perso davvero. Il Potere ha in mano i nostri cervelli e ne fa quel che meglio crede...loro sanno annichilire ed unificare tutti dietro un bandiera inutile ed inventata...nessun altro sa farlo, non c'è reazione, non esiste alternativa, mai come con il calcio questo è chiaro, palese e totalizzante.


Anzi gli intellettuali militanti, sopracitati, si arrabattano a giustificare questa sospensione della razionalità quasi fosse un diritto fondamentale dell'essere umano...che so da annoverare nella “carta dei diritti dell'uomo”.


Mente il potere continua a carpirci buona fede e cervello...è perché no, una porzione d'anima


Loro lo sanno fare, ne hanno, l'assoluto e totale controllo e trasmettono tramite questo “spettacolo” tutti i messaggi che meglio credono...perchè fondamentalmente...tutto ciò resta un Businness, colossale...fondato sul nulla. Una truffa molto remunerativa, sotto più di un aspetto


Non vi è nulla di comparabile, neppure lontanamente, nulla che abbia una tale potenza unificatrice, nulla che metta tutti a sedere silenziosi, ricettivi. Nessuna forma palese od occulta di manipolazione, di convinzione palese o subliminale ha la possibilità di avere una tale portata.


Potere assoluto alla sacra divinità del pallone...tutto è concesso ai sui sacerdoti...ed intanto il potere fa di noi dei tifosi...ci educa a stravedere per uno straccio colorato , per una maglietta a difendere qualche cosa che non ha senso, che non ci appartiene veramente, a sentirci uniti a comando dietro ad un non valore...perchè l'importante non è la ragione ma l'appartenenza e la Patria è un concetto arbitrario, definito da una riga su una mappa, un lato del campo, una maglietta di diverso colore...pronti tutto, anche allo scontro...per nulla, perchè noi siamo noi e voi non siete un cazzo...che ragioni profonde, che pensieri elevati. Così, però, loro vincono e noi perdiamo, pechè non abbiamo nulla di nemmeno lontanamente comparabile.


La Fiera del disvalore, ed infatti, non a caso, la politica oggi fa incetta di bandierine colorate , gadget, magliette...cerca di creare dei tifosi e le sovrapposizioni non sono poi così rare.


Finisco, rendendomi conto che molti liquideranno questa mia come una tirata da Pasdaran talebano. Il solito rompipalle, moralista che vuole insegnare agli altri a vivere...nulla di più lontano da me, in realtà...la mia e solo amarezza...questa volta Bartali non ha vinto, ma la rivoluzione è rimandata comunque...Prepariamo una grigliata all'ARCI