Scrive
Gianluca Ferrara sul Manifesto:
“Ogni
giorno vengono pubblicati migliaia di libri (solo in Italia quasi
200), stampate milioni di pagine di giornali, trasmesse alla radio e
alla Tv infinite quantità d'informazioni, sul web navigano una marea
di notizie che approdano veloci sullo schermo dei nostri Pc. Eppure,
temo, che il nostro tempo sia quello in cui mai nella storia
dell'uomo si sia giunti ad un così pianificato livello di
disinformazione. Manca una reale consapevolezza e soprattutto il
senso della realtà: sembra che ognuno sia diventato il protagonista
del The Truman Show ove una regia occulta programma ogni bisogno e
ogni pensiero.”
Gli argomenti e le opinioni che hanno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico, monopolizzandolo, sono di fatto solo quelli funzionali alla narrazione della crisi più graditi al sistema. Dovremmo prendere per buone le previsioni di Monti e Passera di una prossima uscita dalla crisi nonostante tutti i dati macroeconomici dicano il contrario? Previsioni non a caso espresse davanti alla platea di quell'opaca organizzazione clericale che è Comunione e Liberazione il cui blasfemo abbraccio con il potere è esecrato anche da componenti dello stesso mondo cattolico (Famiglia Cristiana).
Gli argomenti e le opinioni che hanno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico, monopolizzandolo, sono di fatto solo quelli funzionali alla narrazione della crisi più graditi al sistema. Dovremmo prendere per buone le previsioni di Monti e Passera di una prossima uscita dalla crisi nonostante tutti i dati macroeconomici dicano il contrario? Previsioni non a caso espresse davanti alla platea di quell'opaca organizzazione clericale che è Comunione e Liberazione il cui blasfemo abbraccio con il potere è esecrato anche da componenti dello stesso mondo cattolico (Famiglia Cristiana).
Dovremmo
considerare le ultime ottimistiche
valutazioni sull'Italia di alcune agenzie di rating (Moody's e
Fitch, peraltro non condivise da Standard & Poor's) qualcosa di
diverso di un interessato endorsement dell'establishment finanziario
internazionale a favore di Mario Monti (non a caso già a libro paga
proprio di Moody's oltre che di Goldman Sachs) o peggio ancora di un
avvertimento mafioso alla politica italiana? Che poi così
ottimistiche, almeno come presentateci dal mainstream, non sono visto
che per il 2013, indicato quale anno di uscita dalla crisi, prevedono
un PIL a crescita zero o che si ridurrà dello 0,5 per cento e che
comunque sono accompagnate dall'intimazione ad abbandonare le politiche di austerità.
I
problemi veri, i fondamentali
che esprimono il reale stato di salute del Paese – la percentuale
di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà o ai
margini di essa, il tasso di disoccupazione, il saldo negativo tra
nuove imprese e vecchie che chiudono, i casi di suicidio per la crisi
– restano in primo piano il minor tempo possibile per essere poi
coperti dal chiacchiericcio, dal gossip, dai temi che devono essere
imposti all'attenzione generale quali priorità da affrontare e quali
soluzioni improcrastinabili e senza alternative: le intercettazioni e
le privatizzazioni solo per fare due esempi.
E
così, dopo che la piaga dei suicidi per la crisi è stata da tempo
silenziata dall'informazione, una notizia gravissima, il consistente
aumento
di reati nel 2011, in controtendenza rispetto al calo degli anni
precedenti, proprio a causa della recessione economica e dei tagli
alle risorse delle forze di polizia, trova poco spazio e resta al più
una giornata nelle homepage dei giornali on line.
In
un bellissimo e toccante articolo
pubblicato sul Fatto Quotidiano viene raccontata la storia di una coppia di cittadini romani che per
la miseria è costretta a vivere in una roulotte. Non so, non si può
sapere perché non sono diffusi dati al riguardo, quante persone si
trovino nelle loro condizioni o in situazioni addirittura peggiori.
Ma la percezione
che credo possa avere la maggioranza di noi è quella di un disagio
diffuso e di una crisi senza precedenti per l'Italia del dopoguerra.
Se
ogni qualvolta – per un incidente, per un fatto criminoso, per una
calamità naturale, per un incidente, per un incendio - c'è una vita
in pericolo ciascun cittadino ha il dovere di intervenire o almeno di
chiedere aiuto ed esistono strutture ed organizzazioni pubbliche (il
pronto soccorso degli ospedali, le forze dell'ordine, i vigili del
fuoco, la protezione civile) predisposte alla bisogna, misure e
strumenti adeguati non dovrebbero essere previsti per affrontare
l'emergenza povertà, per prevenire i gesti disperati (si tratti di
numeri fisiologici
o di un fenomeno in drammatica espansione) di chi ormai, avendo perso
il lavoro o avendo visto fallire la propria impresa, non vede più
alcuna prospettiva di risalita?
Si
può attendere per affrontare queste situazioni la chimera dello
sviluppo e della crescita come se ad un infartuato si potesse dire di
attendere la costruzione dell'ospedale?
Tralasciando l'altrettanto tragico tema delle condizioni di detenzione nelle carceri che spinge un'intollerabile numero di esseri umani a togliersi la vita e concentrandosi in questo post solo sulla povertà, non
è il momento di garantire un reddito minimo ed un'abitazione
decorosa a tutti, almeno a coloro che sono più a rischio (non me ne
vogliano i più giovani ma penso ai quarantenni, ai cinquantenni, ai
sessantenni e a coloro che hanno carichi di famiglia)? Non si
potrebbe pensare, facendo finta di prendere per buone le
argomentazioni di chi è ossessionato dalle compatibilità del
bilancio pubblico e non vede ad esse alternative, all'erogazione di
un reddito almeno in parte di natura non monetaria utilizzando al
riguardo (per produrre beni, per offrire soluzioni abitative) quei
beni pubblici di cui si prefigura la vendita solo per offrire
opportunità di arricchimento ai soliti speculatori? Non si
potrebbero riassorbire nel reddito di cittadinanza le pensioni di
invalidità contro cui si è scatenata, altro argomento grandemente
in voga presso il mainstream, quella autentica ed odiosa caccia alle
streghe che è la ricerca dei falsi invalidi (e per capire ciò di
cui stiamo parlando si confrontino i 3000 euro annui circa di costo
per lo Stato di una pensione di invalidità con i 900.000 euro spesi
in due anni per la scorta
di Calderoli e gli 80.000 euro spesi solo per riservare le stanze in
albergo, durante i mesi estivi, per gli addetti alla sicurezza di
Fini nella località dove questi si reca in vacanza)?
E' questa l'etica cattolica ed il senso di solidarietà di una classe dirigente che brandisce la bandiera ideologica della vita solo quando non è in gioco la giustizia sociale ma unicamente si tratta di opprimere, come nel caso dell'aborto e delle scelte sul fine vita, il diritto all'autodeterminazione dei cittadini?
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