Se fosse vero (e non un rozzo tentativo
di depistaggio) quanto rivela Repubblica
in merito al dialogo in corso tra la Fiom di Maurizio Landini e il
Movimento Cinque Stelle in vista anche delle prossime elezioni
politiche sarebbe, per me che ho sempre auspicato l'unità delle
forze di alternativa e che vogliono il cambiamento del 'sistema',
un'ottima notizia.
Mettere insieme le proteste e le
proposte del Movimento Cinque Stelle, di per sè in gran parte condivisibili, e
le sue al momento enormi potenzialità elettorali con le istanze
della Fiom in difesa del lavoro e della giustizia sociale potrebbe
avere effetti dirompenti e rivoluzionari sulla politica italiana e
sul destino di questo Paese.
D'altro canto dopo che Maurizio Landini
ha affermato in questi mesi una sacrosanta verità e cioè che se i
lavoratori non riconquistano una propria rappresentanza politica e
parlamentare nessuna lotta sindacale sarà in grado di tutelarne
diritti e bisogni sarebbe davvero inspiegabile se tornasse
nell'inerzia politica o peggio ancora tra le braccia traditrici del
PD e di SEL. Una soluzione comoda comoda alla Cofferati che dopo aver
portato in piazza milioni di lavoratori ed avendo guadagnato
popolarità e prestigio sufficienti per porlo alla guida della
sinistra scelse di accontentarsi, quale mera forma di sistemazione
personale, delle morbide poltrone di Sindaco di Bologna ed ora di
parlamentare europeo.
E nel contempo se il prevedibile
successo elettorale del Movimento Cinque Stelle non potesse tradursi
nella possibilità di incidere sulla determinazione del governo
nazionale ci troveremmo di fronte ad un'occasione, forse
irripetibile, persa.
Se (chiedo scusa evidentemente dei
troppi se …) tale percorso fosse accompagnato dalla disponibilità
e dalla 'generosità' di tutti gli attori potenzialmente coinvolti
(compresi l'Italia dei Valori, la Federazione della Sinistra, gli
ecologisti per indicare i principali) di contribuire ai contenuti
dell'alleanza dall'esterno senza pretendere poltrone ed accettando il
'metodo Grillo' per la definizione del programma e delle candidature
(proposte per un governo di alternativa votate in rete, candidature
rigorosamente riservate a cittadini incensurati decise localmente e
dal basso con esclusione dei politici di professione, impegno a
rinunciare ai finanziamenti pubblici) ci troveremmo di fronte ad un
raggruppamento politico in grado di vincere le elezioni, qualunque
fosse il sistema adottato per la ripartizione dei seggi.
Ora non c'è che da attendere il post
chiarificatore al riguardo di Beppe Grillo. Onestamente non è il massimo quando si vorrebbe un percorso democratico condiviso e discusso pubblicamente ma questa, piaccia o no, è la politica.
Fate più' danni della grandine
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