"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 28 aprile 2010

L'AMORE DI ANTIGONE


di Giandiego Marigo
Parliamone allora di questo vituperato, abusato e sfruttatissimo termine AMORE questa parola che va tanto di moda in questi nostri tempi, con la sua contrapposizione, per altro. Spesso usata in termini negativi, cioè come affermazione di mancanza piuttosto che di presenza.
Abuso dicevo, e pare logico il dirlo...anche.
Faccio un piccolo inciso, che mi serve da premessa, cioè il precisare quale , secondo me, sia una delle carenze più gravi, storiche, di quella che definimmo Sinistra. L'incapacità di porre una proposta realmente alternativa...il limite di subire spesso il fascino della cultura sistemica, forse per aver dimenticato le proprie stesse premesse, forse per il limite indubbio d'aver studiato su libri scritti dai medesimi “intellettuali” che contribuirono alla creazione di questa immagine di società.
D'aver letto i medesimi poeti e d'aver frequentato, volenti o nolenti le medesime chiese.
L'incapacità di modulare, una proposta complessa, che non rinneghi ma che rimetta in discussione le premesse , i postulati di questa organizzazione sociale.
Una capacità “rivoluzionaria”, ma laddove questo termine spaventi per la sua portata di novità, definiamola evolutiva.
Per chi legge e ha dimestichezza con i termini preciserò invece che “Rivoluzione” e “Violenza” non sono sinonimi, come non lo sono “Progresso” e “Tecnologia” o “Liberalismo” e “Capitalismo”.
Molte sono le parole che oggi generano confusione, che vengono usate a sproposito, abusate...che i maestri cerimonieri dei media, modificano e violentano nel loro significato, che prostituiscono all'uso che necessita al potere.
Amore è una di queste, purtroppo.
Non è da questi ultimi mesi, che si tenta di inserirlo nell'Agone politico, di creare un'artificiosa differenza fra coloro che ne sarebbero i depositari e coloro, ovviamente e per logica contrapposizione, che ne sarebbero i “nemici giurati”.
I comunisti detrattori, mangiatori di bambini, torturatori, privi del senso dell'affetto, materialisti e miserabili o peggio, di questi tempi, i giustizialisti e forcaioli.
Amici innaturali dei magistrati, incapaci di qualsiasi sentimento che non sia un vuoto, inutile, frainteso bisogno di vendetta e di rivalsa.
Sprechiamo allora due parole, per parlare di ragioni profonde...di motivi d'amore.
Cosa altro sarebbe altrimenti l'esigenza, il bisogno spirituale, quella leva che crea il motivo, l'urgenza e la necessità di giustizia di eguaglianza la capacità di superare le paure di andare contro la propria stessa timidezza ed ignavia sino a comprendere la possibilità della ribellione, quella indescrivibile certezza che spinge a pensarsi uguali. Cosa altro potrebbe essere se non un vero, alto inenarrabile atto d'amore.
La natura dell'amore non è forse legata a concetti come altruismo, dedicazione, scarsa considerazione di sé stessi a vantaggio dell'oggetto d'amore? Non parte forse da una Pulsione profonda che ci porta a considerare ciò che amiamo più importante di noi stessi, più bello, più giusto, quasi perfetto, per il semplice fatto che è oggetto del nostro amore? Permettetemi allora di dichiarare che mi viene da sorridere, quando mi si definisce privo d'amore, solo perché non d'accordo con il “Tiranno” di turno, e non uso la parola con l'accezione , errata , corrente, ma nel suo senso più classico, quello che i greci davano al termine e al concetto che portava.
La premessa stessa di Antigone, il suo stesso esistere è, un atto d'amore, il porsi come diverso e contro, il coraggio di dichiarare la propria opposizione è amore del più puro, perché non pensa a sé ed alla propria salvezza, perché non sceglie la massa e l'approvazione, ma si pone “di traverso” cercando di rappresentare gli interessi dei silenti, degli ultimi, dei senza parola...di coloro che normalmente non vengono ascoltati.
In contrapposizione al potere, che invece necessita d'approvazione per nutrirsene, Antigone si dà, regalando sé stessa ed il proprio stesso sangue. Abnegazione e Coraggio contrapposto ad Avidità e Egoismo...chi ama in tutto questo?
Il Tiranno invece, dal canto suo abbisogna, certo, d'amore, ma per cavarne energia, come il Vampiro ha esigenza di sangue, così egli si nutre dell'approvazione e dell'amore dei suoi adepti ricavandone forza.
Molto spesso, chi scrive, ha fatto riferimento all'esigenza di dare un senso spirituale, profondo all'agire sociale, ribadendo la necessità che l'azione, anche politica, abbiano una misura d'anima.
Questo significa ed è persino ovvio, che molto del nostro stesso pensare politico andrà rivisto e rivisitato.
Alcuni comportamenti analisi prive di questa spiritualità o della premessa, indispensabile, dell'assoluta negazione della prevaricazione e dell'uso del potere, hanno giustificato a volte gesti ed azioni, eccessivi, sconsiderati, disperati, che hanno finito per ritorcersi dolorosamente contro chi le compiva, per loro stessa natura ed a più livelli, eppure, certamente, tutti questi eccessi sono stati spesso motivati da un distorto senso d'amore, mai da ragioni di difesa del proprio territorio, di egoismo, di conservazione del potere, di difesa del proprio diritto ad essere al di sopra di ogni legge.
Siamo perfettamente convinti e coscienti che una scelta “non violenta” sia necessaria, assoluta ed inalienabile, così come lo sia la necessità di riflettere sui linguaggi, di individuare nuove metodiche, che tengano conto del superamento delle ideologie, sino alla rivisitazione del modo in cui osserviamo il sociale siano il nostro compito principale,il nostro dovere, come portatori e mediatori della necessità.
Però questo nulla toglie alla purezza dei motivi, all'importanza di quel primo passo...alla qualità del motivo che mosse quella prima, originale pulsione
Da ultimo torno all'inciso che ho operato in premessa, ho ascoltato l'ennesimo discorso che trova tutti d'accordo, fatto dal nostro capo dello stato, per carità nulla di veramente nuovo, retorica, come spesso capita con un discorso di fine anno.
Quel tipo di retorica e di postulato d'ipocrisia che tanto piace di questi tempi e che compone il tessuto stesso della teoria amorosa, che viene posta come necessità inalienabile di condivisione, come premessa di appartenenza democratica
Sprechiamo, quindi, vi prego, due secondi a riflettere sull'uso della parola amore che viene abusato, distorto all'uso ed alle esigenze retoriche del magnifico unto, e che sembra trovare fans anche in quella che dovrebbe essere l'area del progresso...del pensiero alternativo.
Sprechiamo, due minuti per dare un senso anche “culturale” ed ancor meglio e di più “spirituale” al nostro opporci, che non sia solo un moto di fastidio e di rabbia, ma qualche cosa di più, un'occasione per comprendere le nostre differenze, per dimostrare a noi stessi che, davvero, è l'amore a muoverci.
Il tempo per precisare che davvero esistano motivi per ribadire un primato “morale ed etico" e diciamolo "spirituale", non preteso, ma verificato nelle premesse, nei postulati...nelle regole dell'agire, nelle motivazioni. Queste cose sono necessarie, anche a noi stessi, per non perdere il senso per ribadire e per aiutarci a continuare in questo viaggio nel deserto...essere Antigone non è comodo, essere Antigone non violento, che parla dello spirito e dell'anima è ancora più scomodo, esserlo sotto attacco del potere e del Sistema, mentre il loro rancore ed il loro odio si concentra...doloroso , oltre che difficile e supremo atto d'amore...almeno cerchiamo di esserne coscienti

Con Amore

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