"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 3 aprile 2010

Calcio & politica. E se tutte le nostre analisi fossero fondate su dati sbagliati?

"Brogli, sempre brogli, fortissimamente brogli"

Incomprensibili, irrazionali, inaccettabili.
Così appaiono ad un cittadino democratico (ed a tutti i commentatori esteri ….) i risultati delle ultime elezioni regionali.
Al di là degli errori evidenti del centro sinistra ed all'assenza di un progetto di vera alternativa politica, la fiducia che la destra continua a riscuotere nel Paese nonostante non abbia saputo e voluto dare risposte adeguate ad una crisi economica senza precedenti, nonostante gli scandali gravissimi che l'hanno colpita è davvero difficile da accettare.
Prodotto interno lordo e occupazione in caduta libera, il ritorno al nucleare, il caso Mills, le terribili accuse dei pentiti di mafia, le leggi ad personam, l'attacco eversivo alla Costituzione ed all'informazione, le rivelazioni sulla cricca e sui metodi della protezione civile, lo 'sputtanamento' morale del suo leader evidentemente non contano nulla per la maggioranza degli italiani.
Per il centro sinistra ogni minimo errore o passo falso è fatale, mentre alla coalizione concorrente viene tutto perdonato: il figlio di Bossi, noto per le bocciature seriali agli esami di maturità, primo degli eletti nella circoscrizione di Brescia, la provincia dell'Aquila martoriata dal terremoto e dalla ricostruzione va al PDL, nel Lazio vincono coloro che non sono stati nemmeno capaci di presentare la propria lista, il messaggio politico rozzo e razzista della Lega acquisisce sempre più forza e consenso anche tra operai, cattolici ed i cittadini di origine meridionale, la ministra Carfagna è la candidata che ottiene il record di preferenze in tutta Italia.
Gli argomenti che vengono riproposti in queste occasioni da sociologi ed analisti politici e da ciascuno di noi che, nel proprio piccolo, voglia tentare di darsi delle risposte sono sempre gli stessi e, in qualche modo, tutti insieme riescono a dare conto della realtà italiana: la scarsa credibilità dell'opposizione, il monopolio berlusconiano dell'informazione, l'ostilità ideologica degli italiani nei confronti del progressismo, l'influenza del Vaticano, il degrado culturale e di valori cui sono stati condotti gli italiani dalla tv e dallo smantellamento della scuola pubblica, la geografia sociale ed economica del Paese con il peso numericamente sempre più rilevante assunto dal popolo delle partite IVA rispetto al mondo del lavoro dipendente, a sua volta fiaccato e indebolito dal precariato e da sindacati remissivi e complici. Un Paese dove forse ormai la maggioranza delle persone vive di illegalità e nell'illegalità (traendo profitti da corruzione, traffici mafiosi, evasione fiscale, truffe, falsificazione e sofistificazione di prodotti, violazione delle leggi in tema di smaltimento dei rifiuti e di sicurezza del lavoro, abusi edilizi, voto di scambio). Un PIL parallelo che ha dimensioni spaventose e che tocca trasversalmente e massicciamente tutte le categorie sociali e professionali: pubblici funzionari, artigiani, commercianti, esercenti di pubblici esercizi, professionisti, casta politica, imprenditori grandi e piccoli, dipendenti con doppio lavoro. Un’altra economia che, da un lato, può forse spiegare – almeno in parte – una percezione attenuata della crisi economica, dall’altro suscita l'immagine della forza terribile di centri di potere in grado di procurarsi e pronti ad usare qualsiasi mezzo per conservare il proprio dominio. Un mondo dell’illegalità che va a sommarsi alla passiva indole italiana, alla sua scarsa coscienza civile, al familismo amorale, all’ipocrisia cattolica, al diffuso costume di mettersi al servizio di chi comanda (“Franza o Spagna basta che se magna”) pietendone il favore anziché reclamare il proprio giusto diritto.


Nell’ultimo turno del campionato della politica, una competizione senza storia almeno dal 1994 e per di più truccata, la differenza l’ha fatta l’esito dei duelli nel Lazio ed in Piemonte. Se non personalmente Berlusconi, la sua maggioranza di governo ne esce rafforzata e rafforzata è la prospettiva delle 'riforme' sulla giustizia cosa che in fin dei conti (bavaglio alla divulgazione delle intercettazioni e delle risultanze delle indagini giudiziarie in corso, ripristino dell’immunità parlamentare) potrebbe far contenta anche gran parte dell’opposizione.

Eppure questa ricostruzione sensata e raziocinante non riesce a convincermi appieno. Mi vengono in mente le analogie tra mondo del calcio e mondo della politica: oltre ai personaggi inquietanti ed indecenti che li frequentano, oltre alle passioni che suscitano, la lunga storia di 'combines' e di imbrogli che si giova della comune dittatura del risultato.
Chi vince ha sempre ragione e le analisi e le spiegazioni a posteriori si fondano sul dato finale.
Certo si discute sulle singole partite, sui singoli episodi, sulle decisioni dell'arbitro (sia quello in giacchetta nera che quello sul colle più alto di Roma), ma alla fine non si può che chinare il capo di fronte alla vittoria della squadra che viene iscritta nell'albo d'oro del campionato o del partito / coalizione politica che ottiene la maggioranza. Loro hanno avuto ragione, gli altri hanno sbagliato.

Magari si è vinto per un rigore discutibile, per un gol fatto o sbagliato nei minuti di recupero, per una differenza di voti dello zero virgola, ma si è vinto.
Ma cosa penseremmo se sapessimo che quei risultati sono frutto di trucchi e di imbrogli? Attribuiremo allo stesso modo meriti e colpe?
Nel periodo di massimo splendore della triade juventina, Moggi Giraudo e Bettega, vi era certo coscienza dei metodi 'poco ortodossi' che questi praticavano e delle irregolarità della competizione sportiva, ma il sistema, anzi per meglio dire gli attori che ne facevano parte, gli stessi concorrenti defraudati e danneggiati, facevano di tutto per accreditare l'immagine di una gara regolare e ciò per salvare e perpetuare quel sistema di cui comunque erano beneficiari.
Di fronte ai successi juventini, ottenuti senza pesare sui bilanci della casa madre Fiat e della famiglia Agnelli, la dirigenza dell''Inter ed il suo Presidente Massimo Moratti, apparivano degli incompetenti, erano coloro che sperperavano il proprio denaro ingaggiando inutilmente campioni e tecnici nell’illusione che potessero portali alla vittoria. Per i perdenti, ad errore si sommava errore e la frenesia di invertire la situazione era la peggiore consigliera ed a sua volta contribuiva a nuovi fallimenti.
Altre squadre dissanguandosi per reggere il passo con la corazzata juventina giungevano al fallimento (Napoli, Fiorentina) o si fermavano appena prima di precipitarvi (Lazio, Roma).
Solo il Milan di Berlusconi (!) non risentiva in termini di risultati della supremazia di Moggi ed anzi quel sistema garantiva a Mediaset la possibilità di mettere le mani sul grande business del calcio in televisione.
Poi, grazie alle intercettazioni telefoniche, venne scoperto ed esplicitamente descritto quello che era il sistema Moggi, una vera dittatura imposta al mondo del calcio, ai sogni e alle passioni di tante persone, ingenui ed infantili d'accordo ma pur sempre sogni e passioni.
Attraverso la GEA (di cui erano soci i figli di Moggi, di Geronzi, di Marcello Lippi) veniva messo a contratto un gran numero di calciatori e tecnici, acquisendone la fedeltà in cambio del loro destino sportivo, non ultima la possibilità di essere convocati in Nazionale (e dunque la ricchezza e la fama) grazie a tecnici e dirigenti federali compiacenti.
Attraverso la complicità dei designatori arbitrali ed il conseguente potere sulla carriera delle giacchette nere si era in grado di influire su singole partite e su interi campionati, non solo a vantaggio della Juventus ma anche delle squadre amiche.
Addirittura, attraverso i giornalisti amici, venivano influenzati i commenti dei giornali sportivi e delle trasmissioni televisive e le interpretazioni delle decisioni arbitrali.
Del cosiddetto doping farmaceutico, cioè del disinvolto uso di farmaci per migliorare le prestazioni atletiche, si era già detto e saputo negli anni precedenti, dopo la denuncia pubblica dell’allenatore Zeman, ma ciò non aveva provocato conseguenze, né sul piano della giustizia sportiva né su quello della giustizia penale.
Ciò a cui si dava esclusivamente il valore di competenza tecnica, di capacità manageriali, di organizzazione era in realtà il frutto di un grande sistema truffaldino in grado di falsare la competizione. Tanto più potente in quanto andava a rafforzare una realtà sportiva già fortissima, la Juventus. Con pochi punti in più, con pochi episodi decisivi rivolti a proprio favore e solo quando effettivamente necessario, la vittoria finale era sempre sicura e garantita.

Calcio e politica con un potenziale punto in comune: il non garantire eguali condizioni di partenza ai singoli competitori, i risultati truccati, le partite vendute, gli arbitri al servizio del miglior offerente.

Perché in un Paese corrotto fino al midollo e preda di un'arrembante criminalità organizzata, dovremmo dunque accettare senza sospetti i responsi delle une?
Non è del resto Berlusconi, il Capo del Governo da cui dipende tutta l'amministrazione pubblica e, attraverso il Ministero degli Interni, la struttura deputata alle operazioni elettorali, che ha più volte lanciato accuse di brogli o quantomeno denunciato il pericolo?
Non vi è tutta una casistica di inchieste e denunce su comportamenti illeciti che hanno contraddistinto le ultime contese elettorali italiane? Lo Storacegate e le irregolarità sul voto degli italiani all'estero (vedasi il caso Di Girolamo), i casi della Sicilia e del Molise.
Non vi è stata, in merito ai sorprendenti risultati elettorali del 2006, una inchiesta dei giornalisti Deaglio e Cremaschi, che teorizzava la falsificazione dei dati elettorali a favore del centro destra, che avrebbe meritato ben altri approfondimenti?
Persino negli Stati Uniti, cuore dell’Occidente democratico, la vittoria di Bush su Al Gore fu oggetto di tremendi sospetti relativi al conteggio dei decisivi voti in Florida.
In un Paese, come l’Italia, dove si mente su tutto e dove tutto – onestà, coscienza, corpi, anime - è in vendita perché dovremmo dare per scontato ciò che scontato non è?
Non mentirono dei generali, calpestando il proprio onore militare, in merito alla tragedia di Ustica contribuendo a far credere che si fosse trattato di un incidente aereo e non di un evento determinato da una bomba o da un missile?
Non è in corso un’inchiesta diretta ad accertare se corpi deviati dello Stato abbiamo contribuito o partecipato alle stragi di mafia che uccisero Falcone e Borsellino?

Se non fossero bastati gli ultimi appelli del 'Gallo Cerone' a reti televisive unificate, il richiamo dei Vescovi a favore della barbarie leghista e fascista, l’effetto mediatico di attentati o minacce di attentati che ‘casualmente’ si verificano sempre in prossimità delle elezioni (anche se in altre occasioni elettorali il ‘fato’ ha prodotto i casi di stupri seriali ad opera di immigrati romeni …), il consenso fondato su privilegi ed interessi ignobili, è follia pensare all’intervento di qualche ‘manina’ per orientare opportunamente, ove necessario, i risultati elettorali?
Certo non in Veneto o in Lombardia, ma magari nel Lazio o in Piemonte dove la contesa si giocava su di un piano di equilibro e bastavano poche decine di migliaia di voti per far pendere la bilancia da una parte o dall'altra ...
Il problema probabilmente non risiede tanto nei singoli seggi elettorali, dove peraltro, almeno nel Lazio, si è assistito ad un formidabile schieramento di forze da parte della destra in termini di presidenti di seggio, scrutatori e rappresentanti di lista, quando nelle modalità di aggregazione dei dati a livello delle amministrazioni intermedie e centrali. Quali controlli sono previsti al riguardo?
Chi può mettere la mano sul fuoco che tutto si sia svolto regolarmente? E' solo un caso che la vittoria di Vendola sia avvenuta in una Regione che aveva optato per una gestione autonoma delle operazioni elettorali?

Insieme alla definizione di un progetto, di un programma, di una leadership credibili ed efficaci, insieme alla battaglia per un sistema dell'informazione che offra pari opportunità agli schieramenti che si contendono la guida del Paese, l'opposizione non dovrebbe assicurarsi anzitutto che le elezioni siano davvero, e con certezza, regolari?


http://edizionicivili.ning.com/group/elezioniebrogli/forum/topics/uccidete-la-democrazia-il-film

http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/lotto/lotto.html

http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/07/Truffa_Lotto_denunciate_altre_persone_co_9_010407078.shtml

http://www.unita.it/news/italia/91645/partite_truccate_arrestato_presidente_potenza


http://regionali2010.interno.it/regio100328/R01.htm

http://regionali2010.interno.it/regio100328/R12.htm

2 commenti:

  1. in riferimento ai fatti sportivi mi sembra che stia emergendo un'altra verita' rispetto a quella citata in quest'articolo...............Probabilmente ancora piu' disarmante...inchieste giudiziarie senza riscontri..prove nascoste...pm che mentono....

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  2. Questa è la 'verità' di Moggi. E se anche fosse la verità confermerebbe in qualche modo il senso del post: noi discutiamo, analizziamo, ci accapigliamo sulla versione dei fatti che ci è stata data ...
    In ogni caso un invito alla lettura:

    http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2466472&yy=2010&mm=04&dd=04&title=moratti_al_telefono_non_cambia

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