di Giulietto Chiesa
Cari amici che mi leggete, desidero condividere con voi le mie riflessioni di questa fase per me post- parlamentare e per tutti noi di disastro civile, democratico, ambientale, sociale.
Mi rivolgo non a tutti, indistintamente, ma a coloro che ritengono di essere sulla mia lunghezza d’onda.
Ricevo numerose sollecitazioni ad assumere una qualche iniziativa politica pubblica. Questo “qualche” significa che si tratta di ipotesi disparate, che richiedono un esame approfondito.
Registro un considerevole aumento del numero degl'inviti a parlare, esporre le mie posizioni sui temi nazionali e internazionali, in diverse parti d’Italia. C'è una domanda spontanea, di cui comprendo le ragioni, ma alla quale, nelle attuali condizioni, non posso rispondere.
Sono ben consapevole che esiste una voragine da colmare: quella voragine di cui parlai in un lontano incontro fiorentino di due anni fa e che oggi riassumerei in due parole: voragine tra la casta politica e i cittadini. E che, nel frattempo, si è allargata e approfondita drammaticamente.
Sono altrettanto consapevole che il processo di ricostruzione di una Alternativa – prego tutti di porre attenzione a questo termine, che è per me un precisissimo punto di partenza - è lungo e tremendamente difficile. Ma soprattutto mi rendo conto della grande limitatezza delle mie risorse.
La crisi di Pandora tv dimostra che, senza una adeguata struttura organizzativa, non si può fare molto. Il lavoro volontario è indispensabile, ma richiede una disciplina ferrea, altrimenti diventa casualità e approssimazione.
Rispondo quindi a tutti voi, che mi avete seguito fin qui, ma da lontano, con una proposta semplice e chiara, che cerca di rispondere ai problemi di cui sopra.
Per fare, per avviare un progetto politico quale che sia - io lo chiamo costruzione dell'Alternativa - ci vuole una squadra. La “mia” squadra, sempre che sia possibile costruirla, deve essere composta di volontari. Per la semplice e banale ragione che non dispongo di finanziatori, di sponsor occulti o palesi. Non ho avuto e non ho alcun finanziamento pubblico, né privato.
Diciamo che mi serve una “centuria” (uso questo termine militare cosacco senza alcuna intenzione bellica e con una certa dose di ironia), cioè un gruppo di persone disposte a lavorare per le idee che ho esposto in questi anni dalle piccole tribune da cui ho potuto parlare.
Ho bisogno di 100 persone , uomini e donne, disposte a dedicare a un progetto comune sette (7) ore la settimana. Meglio se di più, ma non di meno. Chi storcerà la bocca a questo punto può anche smettere la lettura: vuol dire che queste cose non erano indirizzate a lui o a lei. Amici come prima.
Comincio da oggi a raccogliere le adesioni. Chi si impegna deve non solo promettere, ma dare, erogare effettivamente questo tempo. Darlo sulla fiducia. Perché non sarà possibile chiarire in anticipo, prima di partire, tutti i punti, definire tutto il programma d’azione, di lavori, di metodologia, d’insieme.
Dico “sulla fiducia” perché questa lettera è rivolta a coloro che già mi conoscono, che sanno chi sono, cosa penso sulle grandi questioni. Ma non intendo mettere insieme un gruppo di “fedeli” che seguono un capo. Non è un club di fan di Giulietto Chiesa quello che ci serve (ho aperto una pagina di fan su face book ma solo come piccola verifica della quantità di persone che sanno, bene o male, che esisto, un sondaggio parziale. Qui si tratta di ben altro che di fan).
Voglio costruire un gruppo di persone che già condividono a grandi linee un progetto. Cioè intendo discutere, con chi “ci starà”, ogni passo. Ma c’è una fase iniziale in cui è indispensabile eseguire, oltre che discutere. Càeà sempre qualcuno che deve stilare l’agenda del giorno. La stilerò io. Poi, quando e se ci saremo capiti, vedremo di modificare, se è il caso.
Voglio costruire un collettivo (come si diceva un tempo) che sia composto di persone che sanno anche ascoltare e non solo parlare. So che sono poche, ma secondo la mia esperienza sono le migliori.
A questa centuria si partecipa pubblicamente. Non è un’organizzazione segreta, implica impegni pubblici. Parlo a persone che considerano la difesa della Costituzione come un compito imprescindibile.
Chi ci sta, dovrà dire età, competenze professionali luogo di residenza. Devo sapere con chi ho a che fare. Poi parlerò individualmente con ciascuno. E, come capirete, ci vorrà del tempo. Poi cominceremo una serie di incontri regionali e nazionali per avviare fasi di chiarimento collettivo e per conoscerci reciprocamente.
Occorrerà una organizzazione sul territorio. E per questa occorreranno persone in grado di asumersi responsabilità a quel livello.
Occorrerà un centro nazionale di coordinamento, che lavori sotto la mia direzione. Non potrei, da solo, tenere i contatti con l’intera centuria.
Occorrerà costruire un discorso collettivo.
Pubblico questa lettera sul mio sito www.giuliettochiesa.it, perché questa iniziativa è squisitamente personale e non coinvolgerà le mie altre attività che, da essa, resteranno autonome. Il che non significa che chi partecipa all’Alternativa non possa essere contemporaneamente impegnato in Megachip, o in Cometa, o nel Gruppo Zero, o in Pandora tv. Su questo sito, che appare ora radicalmente rinnovato per ospitare tutta la grande mole di attività che sarà necessaria, comincerò a pubblicare le lettere che arriveranno, le mie risposte e i contatti orizzontali che si realizzeranno.
Già la gestione di questo tipo di relazione richiederà l’immediata immissione di alcuni di voi nel processo organizzativo, essendo evidente che, da solo, non potrò farlo.
La definizione dei contorni di Alternativa è questione da affrontare insieme. Io qui indico le premesse, i postulati, da cui intendo partire e che sono per me dirimenti. Il resto sarà oggetto di discussione e di precisazione e, anche per questo, non posso proporlo qui nemmeno per grandi linee.
I punti fermi sono i seguenti:
1) Alternativa non è un movimento comunista e nemmeno di sinistra. Ciascuno ha la sua storia, anch’io. Nessuno è tenuto ad abiurare a nulla. Ma noi saremo aperti a tutti coloro che aderiranno ad alcuni principi elementari di partenza, ai postulati di base che sono gli stessi che misi nell’appello per Pandora tv. Poiché non vogliamo restare una setta, dobbiamo sapere che migliaia, milioni di persone non sanno nemmeno cosa sia la sinistra; non l’hanno mai incontrata, nella loro vita (e questo vale per la grandissima maggioranza dei giovani). Dobbiamo non dimenticare che il termine sinistra è screditato ogni giorno da coloro che se ne fregiano e che occhieggiano da tutti i media. Noi non siamo come loro. Noi siamo “sopra”. Ma solidarietà, giustizia sociale, sono i nostri obiettivi primari.
2) Per cambiare la società bisogna essere diversi. Una delle ragioni del crollo del vecchio PC fu l’abbandono della diversità.
3) Noi vogliamo essere militanti, Ma la non violenza è alla base della nostra azione. Per ragioni di principio (perché consideriamo nostro dovere difendere la Costituzione) e pratiche (perché predicare la violenza, per chi si pone l’obiettivo di cambiare la società, significa subirla.
4) Noi diremo la verità. Quella che conosciamo. Sappiamo che è in corso la più vasta e drammatica crisi che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Sappiamo che per difendere la sopravvivenza del genere umano bisognerà combattere contro chi uccide la natura. La difesa dei territori, della sfera pubblica, del Bene Comune, in ogni forma possibile, sarà la nostra stella polare. Noi siamo contro la privatizzazione del bene pubblico. Noi siamo proprietari del Bene Comune che non vogliono essere depredati. Primo bene pubblico da riconquistare: l’informazione la comunicazione.
5) Noi non saremo una setta separata, o l’ennesimo tentativo isolato di fare un partito. Tutti coloro che si battono per un mondo più giusto e umano, cioè che non sono “indifferenti” , saranno nostri alleati. Non è nei confronti di ogni forza di progresso e democratica che noi siamo “alternativa”. Anzi noi siamo “con” tutti coloro che vogliono essere “con” un progetto comune di alternativa all’attuale sistema economico e sociale. Noi sappiamo che la narrazione della società italiana (e mondiale) è nelle mani dei potenti che ci soffocano: dunque non crediamo a quella narrazione. Noi sappiamo che l’Italia è ancora viva, che milioni e milioni cercano una maniglia pulita cui aggrapparsi. Cercano una nuova rappresentanza democratica. C’è un sacco di gente che già ha costruito pezzi di un mosaico alternativo. Non li nomino, li conoscete. Sono nostri alleati, con loro lavoreremo sui luoghi di lavoro, sul territorio, nelle città, nella scuola e nelle università, sul web.
6) Noi non resteremo prigionieri della Rete e dei suoi miti. La useremo: il che è tutt’altra cosa.
Questa è la pista di lancio, appena abbozzata, ma che mi sembra chiara e sufficiente.
Accetto naturalmente suggerimenti, proposte. La discussione comincia ora tra tutti coloro che vorranno partecipare. Quando avrò raggiunto quota 100 (e tutti coloro che vorranno potranno seguire sul mio sito l'andamento della raccolta adesioni) convocherò un incontro pubblico, con voi, nel quale metteremo insieme a fuoco su quali idee comuni potremo andare avanti.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno stimolato a questa iniziativa. Spero di poter essere utile. Sappiate che non potrò fare niente senza di voi. Ma sappiate anche che non voglio, perché non servono, piagnistei. Spesso, anche da sinistra, mi hanno affibbiato la qualifica di catastrofista. Ma io sono più ottimista di molti di questi ottimisti imbecilli e ignari. Quando si costruisce non si piange. Quando cominciai Pandora tv scrissi che eravamo in assoluta emergenza informativa e democratica. Adesso siamo già oltre il livello di guardia. Ciascuno ha un percorso da compiere. Se non si mette in moto significa che è disposto ad accettare le conseguenze.
Fonte (Gennaio 2010) : http://www.giuliettochiesa.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=13:manifesto-alternativa&Itemid=15
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