Di Giandiego Marigo
Un passo indietro, ammettere la sconfitta e ricominciare, ponendosi domande fondamentali...di sostanza, domande che permettano di tratteggiare un mondo possissibile e proponibile.
Risulta inutile e perdente cercare linee di interruzione del rapporto con le masse. Risulta doloroso ed inconcludente raccogliere bandiere cadute, nella convinzione che fosse dietro a quelle che la gente si schierava.
Inutile...è una parola che dovrebbe farci riflettere.
Oggi molti dirigenti ed intellettuali autorizzati, molti pensatori della “Sinistra” si accaniscono nella ricerca di un fantomatico 51% del paese che permetta loro di governare, per fare questo sono disposti a qualsivoglia compromesso a qualsiasi mediazione etico-morale, alla condivisione di metodi e di culture...allo studio della forma privilegiata sui contenuti, perchè diciamolo...con i contenuti non si va da nessuna parte.
Molti pseudo-giovani della compaggine Brancaleonesca dichiarano candidamente come non sia necessario essere , necessariamente coerenti, che l'importante sia arrivare a vincere e poi , una volta al potere cambiare il mondo da dentro. Per fare questo dobbiamo farci “Furbi” imparare a comunicare...rubare ai Berluscones quello che c'è da rubare, per vincere...non è necessario, dicono, dichiarare sempre le proprie intenzioni “Facciamo come loro! Visto che il popolo è bue, trattiamolo come tale” ed in questo giochino non si accorgono d'aver venduto l'anima per un piatto di lenticchie, d'aver privato d'ogni senso il loro procedere, d'aver svenduto ogni ragione. D'essere diventati uguali a quel che criticano.
Questo, anche se non solo, è lo spazio della condivisione culturale...ed in fondo perchè stupirsi, questi pseudo giovani sono scolarizzati esattamente nella medesima misura e maniera in cui lo sono gli pseudo-giovani altrui dai medesimi docenti universitari...negli stessi corsi ed allora perchè stupirsi delle connivenze, sono cosa normale.
Chi scrive è scarsamente scolarizzato e profondamente ignorante...forse per questo si permette di dubitare dell'esistenza di una cultura di tutti, la memoria delle classi lo ha forse minato in modo irreversibile, quindi proteggetevi dal suo contagio, ma se avete tempo e voglia leggetelo sino in fondo.
Questa pretesa che non esista un punto di vista , ma che la cultura sia condivisibile non nasce forse da una terribile, pericolosa deviazione “Esteticheggiante” che finisce per privilegiare la forma rispetto al contenuto ed il rinnegare questa possibilità, cioè quella che esistano punti di vista differenti, non è la premessa “dell'Unico Pensiero”?
Ed allora che senso ha porre la questione dell'alternanza...se la premessa necessaria è la negazione che esista qualche cosa da alternare, se essa si svolge fra eguali, sulle medesime premesse, senza modificazione minima del punto di vista...con la medesima , identica cultura? Perchè stupirsi quindi che in un contesto di questo tipo l'italiota si diriga istintivamente verso il pane??? Verso il più forte? Verso l'immagine imperiale? Verso chi sembri depositario di un'ispirazione che gli altri si limitano ad emendare??? Se non esiste proposta alternativa che senso ha alternare.
Sembrerebbe che a questo punto basterebbe avere i coraggio dell'opinione per risolvere il problema, ma purtroppo, non è così semplice.
La situazione di appiattimento a destra che stiamo vivendo non nasce dal nulla, io sono figlio del Baby-boom esattamente come la maggioranza di questo paese e come la maggioranza di questo paese ho vissuto anni drammatici ed allo stesso tempo stupendi...e per quanto la realtà fosse che La DC abbia governato per quarant'anni senza nessun vero cambio, le cose non stavano comunque in modo così marcatamente cupo...c'era opposizione, c'era fermento si diceva e si faceva...e si rischiava davvero di Vincere...perchè?
Forse perchè allora l'idea malata dell sinistra di governo era solo embrionale? Forse perchè allora la prima preoccupazione del P.C.I. (per quanto già molto discutibile)era quella di rappresentare il suo popolo...di portare alla ribalta la propria “Cultura” e non di trovare lo spazio comune...di condivisione che gli permettesse di governare. Forse perchè ancora l'alternanza era vissuta come un “CONFRONTO FRA DIVERSI” ed a volte uno scontro, anziché come la mellassa confusa e dolciatra che sembra avvilupparci oggi?
Ho usato questo riferimento, senza nostalgia e solo come riferimento, non sono fra coloro (molti, troppi) che credono che sia voltandosi indietro che si possa andare avanti.
Ho voluto solo proporre una discussione, che mi sembra importante e che spiega in parte il motivo per il quale solo chi si ponga anche il problema di rappresentare un popolo vinca...contro la dabbenaggine di chi invece di proponga di contenere il tuttibile, sé stesso ed il proprio contrario.
Ed ancora una volta per me le aree sono separate, sebbene non rapresentabili in una divisione 50/50...che non esiste.
Cosa altro è l'astensionismo, amplissimo e preoccupante di sinistra se non un problema di rappresentanza? Eppure le differenze e le invenzioni quotidiane di partitucoli e movimenti nell'area non mancano...ed allora cosa manca?
Forse una visione nuova? L'ammissione della sconfitta e la proposta di una ridiscussione che premetta un mondo diverso da quello del potere, il che embrionalmente sembra essere l'ordine del giorno delle ultime rappresentazioni movimentiste ed anomale dell'area di progresso. Può l'Anomalia Pugliese e l'area movimentista di IDV con il movimento giallo-viola diventare l'idea di questa rappresentanza, di quest'area “culturale e politica” che pone un'idea di mondo e non solo un'ipotesi di governo?
Credo di Sì! Anche se molta della componente di questa affermazione è venata di speranza.
Però sembra necessario, indispensabile premettere due cose!
Innanzi tutto l'ammissione onesta di una sconfitta...culturale. Un periodo storico è stato cassato, vi sono scelte operate dall'area di progresso che sono strade senza uscita, cunicoli bui...INUTILI. Non è vero che metà del paese condivida un sogno...perchè molta parte di questa metà ha i medesimi riferimenti ed i medesimi modelli culturali sino agli stessi valori del potere, è vero però che vorrebbe poterlo fare. Che intuisce un mondo diverso e migliore
Allora sembra palese che il problema che l'area pone oggi non sia il Governo e la presa della Bastiglia, ma quello di rappresentare finalmente un'alternativa, il disegnarla e renderla reale quest'alternativa, perchè comprende che solo ponendola e affermandola può pensare a sé come possibilitata alla vittoria. Perchè solo la forza di un mondo alternativo e di una cultura altra può mettere in discussione l'arroganza del potere.
Un passo indietro quindi ed un atto di umiltà che ci permetta di di creare un punto di discontinuità, di ripartire dai riferimenti, mantenendoli tali, riferimenti e non “obblighi, regole e dogmi”, ammettendo però, con forza che solo l'idea di un vera alterntiva, dà fiato alla speranza...e solo la speranza può dare forza al credere e al fare.
Allora sembra palese che il problema che l'area pone oggi non sia il Governo e la presa della Bastiglia, ma quello di rappresentare finalmente un'alternativa, il disegnarla e renderla reale quest'alternativa, perchè comprende che solo ponendola e affermandola può pensare a sé come possibilitata alla vittoria. Perchè solo la forza di un mondo alternativo e di una cultura altra può mettere in discussione l'arroganza del potere.
Un passo indietro quindi ed un atto di umiltà che ci permetta di di creare un punto di discontinuità, di ripartire dai riferimenti, mantenendoli tali, riferimenti e non “obblighi, regole e dogmi”, ammettendo però, con forza che solo l'idea di un vera alterntiva, dà fiato alla speranza...e solo la speranza può dare forza al credere e al fare.
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