"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 23 aprile 2010

XXV APRILE

Di Giandiego Marigo
Siamo nei pressi di una giornata che è stata fatta divenire controversa, anche se la sua bellezza e la sua semplicità sono, a mio parere, assolute. Nella mia storia ed educazione una giornata importante e, credo,lo sia allo stesso modo per molti così come sono convinto che dovrebbe esserlo per tutti. Mio padre, pur giovane per essere un partigiano vero, aveva una medaglia dei volontari per la libertà, non che avesse fatto molto...aveva catturato un ss...lui bambino, con uno schioppo più grosso di lui, ma io ci tengo a quella medaglia , moltissimo.
Per tutta questa nazione però questa dovrebbe essere una giornata importante, perchè attraverso il dolore della resistenza e la fatica enorme che richiesero quei giorni purificò la propria immagine e si ripresentò al tavolo dell'Europa con la faccia di un popolo che aveva saputo reagire...alla fine , certo di un percorso doloroso ma che aveva reagito.
Molti stanno tentando di farcela dimenticare e di modificarne il senso...di farla passare non già come sollevazione di popolo, ma come episodio confuso...qulche cosa di indeterminato fra il tradimento e la paura, sicuramente figlio della confusione e della guerra.
Tutto furono, però, quei giorni...e certamente furono dolorosi e confusi, ma giammai tradimento e paura permettetemi ora per ricordare e per darne il senso...di farlo nel modo che so, la prima di due poesie da me scritte su questo giorno. Tra oggi e domani ve le sottoporrò entrambe...approfittando, come al solito della vostra grandissima pazienza.




XXV APRILE


Mentre voi ve ne state lì, tutti impettiti
Camicie e cravatte
Con il suono assurdo delle vostre bande
Con le vostre corone di fiori

RICORDATE

Mentre restate lì e vi parlate…di questi nostri morti

NON VI SCORDATE

Ch’erano giovani…certo i migliori di quegli anni
Ch’erano stanchi di gerarchi e pettoruti fanfaroni
Che avevan pianto e subito e poi pagato
In ogni ora, in ogni giorno, in ogni anno
Di quella loro sofferta gioventù.
Voi, che, in fondo, non ve lo ricordate
Che, poi alla fine, non ambireste a ricordarlo
Mai!
Neanche per sbaglio o per distrazione
Voi che, in fondo, ne avete anche paura

STATENE CERTI; NON ABBIATE MAI A PREOCCUPAZIONE
RICORDEREMO NOI

Ch’erano comunisti…proprio tanti
Che c’erano donne, che c’erano ragazzi
Attori, preti, sacristi e liberali
C’era la gente, un popolo in rivolta
Ch’erano antifascisti…tutti quanti
Che hanno creato, col rapido fulgore
D’anime e cuori
I presupposti perché voi foste qui
Non voi! Né noi…loro lo fecero
Con rabbia, con fede,con l’immensa paura
Con l’infinita pazienza
E con la forza di quei lunghi giorni
LORO LO FECERO

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