"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 30 dicembre 2013

Per la lista della Sinistra Italiana con Tsipras: facciamo le primarie!




Il progetto di una lista unitaria della Sinistra Italiana a sostegno della candidatura di Tsipras alla Presidenza della Commissione Europea da un lato raccoglie consensi crescenti e adesioni trasversali, dall'altro sembra dover riprodurre le divisioni di sempre della Sinistra (già viste tra l'altro in occasione dell'avventura sfortunata di Rivoluzione Civile): tra chi considera troppo timida l'identificazione nelle posizioni di Tsipras sull'Europa, chi pensa debba essere solo un'unione dei comunisti (peraltro essi stessi profondamente divisi tra di loro), chi ritiene che debba essere espressione della cosiddetta 'società civile' (Barbara Spinelli e Paolo Flores d'Arcais) e lasciare ai margini i partiti di sinistra esistenti (Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani).
Con l'aggiunta dei rischi sempre incombenti di affidarsi alla scorciatoia del momento elettorale e della personalizzazione leaderistica (questa volta puntando, per mettere tutti d'accordo, su di una personalità straniera estranea alle beghe politiche italiane) per non impegnarsi a colmare le carenze di elaborazione politica e di radicamento nella società o che qualcuno metta a disposizione la propria adesione unicamente con l'obiettivo di boicottare il progetto.
Ora l'idea di riunire tutte le anime – comuni cittadini, partiti, movimenti, associazioni, intellettuali – che compongono l'area della Sinistra alternativa alle destre e al Partito Democratico, cioè di coloro che sono subalterni alla dittatura del capitalismo liberista e ai diktat della Troka, è cosa non solo necessaria ma anche possibile se si seguono i lumi della ragione. Se cioè si riesce a far prevalere ciò che unisce (il comune sistema di valori fondato sull'uguaglianza e sulla liberazione dal bisogno, i ceti sociali che si vogliono rappresentare, un modello di società alternativo a quello esistente) su ciò che divide (le specifiche soluzioni e le tattiche/strategie ritenute utili a cambiare l'Italia) e se si riesce ad avere la capacità di includere e non di escludere.

mercoledì 11 dicembre 2013

Questo è Renzi: il nuovo nemico della Sinistra

In un intervista al Foglio dell'8 giugno 2012 il Renzi-pensiero. La dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, della sua totale estraneità alla Sinistra e persino al cattolicesimo sociale. La Sinistra non ha nulla a che spartire con il liberismo e il capitalismo. La Sinistra è uguaglianza e giustizia sociale da realizzarsi attraverso il controllo collettivo dell'economia.

“Dimostreremo che non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo ma che al contrario il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore”

La candidatura, le idee, il “noi”. Intervista con il sindaco di Firenze

“Sì, è vero: adesso ci siamo. Le primarie, almeno così sembra, alla fine si faranno; e noi, quando Pier Luigi Bersani ufficializzerà la sua scelta, saremo pronti a giocarci la nostra partita. Lo faremo per sfidare il segretario, certo, ma soprattutto lo faremo per affermare le nostre idee, per dare una scossa al partito e per provare una buona volta a rivoluzionare, e a innovare, questo Pd. E però, carini, non fatevi illusioni: ché se qui noi siamo in campo non lo facciamo per partecipare, ma solo perché sappiamo che noi, oggi, in questa gara, possiamo vincere davvero”.
Matteo Renzi gioca ancora un po’ con le parole e continua a coniugare la sua discesa in campo con i tempi tiepidi e prudenti della prima persona plurale. Ma questa volta il “noi” utilizzato dal sindaco di Firenze per inquadrare il progetto studiato dalla sua squadra per inseguire e sfidare i vecchi volti del Partito democratico non è più soltanto un piano ipotetico legato a uno scenario indefinito e lontano nel tempo ma è diventato improvvisamente il programma per niente ipotetico di una reale campagna elettorale il cui countdown verrà azionato questa mattina alle dieci in punto nella sede del Pd: quando cioè il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, di fronte agli oltre cento delegati della direzione nazionale, ufficializzerà una data che Renzi, come molti altri nel Pd, aspettava da tempo. Una data importante: 14 ottobre, giorno di primarie. “E’ la scelta giusta – dice Renzi in questa conversazione con il Foglio – ed è una nostra vittoria dato che noi le primarie le chiedevamo da tempo. Bersani è stato coraggioso: ha mostrato di avere fegato e intelligenza politica, e finalmente ha capito che sarebbe stato un suicidio per un partito come il nostro, che ha un bisogno disperato di innovazione, rinunciare proprio oggi, proprio in questo momento, al più grande strumento di innovazione di cui dispone il Pd. So che non sarà uno scherzo, naturalmente. So che la sfida sarà aperta e che le primarie non saranno come quelle di Firenze, e che per vincerle sarà necessario conquistare cifre mostruose, più o meno, diciamo un milione e mezzo di voti, ovvero cento volte i voti che ottenni tre anni fa a Firenze. Lo so, ma non ho paura: il nostro progetto è forte, e io ho le idee molto chiare su come poter costruire una piccola impresa”.

venerdì 6 dicembre 2013

Petizione: UN PARLAMENTO DELEGITTIMATO NON TOCCHI LA COSTITUZIONE!





Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Presidente del Senato Piero Grasso
Alla Presidente della Camera Laura Boldrini

UN PARLAMENTO DELEGITTIMATO NON TOCCHI LA COSTITUZIONE!

A seguito della sentenza della Consulta sulla incostituzionalità della legge elettorale vigente, chiediamo che venga immediatamente sospeso il progetto di riforma costituzionale attualmente in discussione in quanto un Parlamento la cui composizione risulta gravemente distorta dall'applicazione di regole per l'attribuzione dei seggi e per la nomina dei parlamentari dichiarate illegittime e lesive dei principi democratici e del pluralismo politico non è autorizzato a riscrivere, in nome del Popolo Italiano, la Carta Fondamentale della Nostra Repubblica.
Di conseguenza chiediamo che non si proceda al voto in seconda lettura alla Camera dei Deputati del DDL 1359-B contenente la modifica dell’art.138 della Costituzione.

Partecipa e pubblicizza l'evento

Firma la Petizione 
https://www.change.org/petitions/al-presidente-della-repubblica-giorgio-napolitano-al-presidente-del-senato-pietro-grasso-alla-presidente-della-camera-dei-deputati-laura-boldrini-un-parlamento-delegittimato-non-tocchi-la-costituzione#share

Mail bombing :

Giorgio Napolitano https://servizi.quirinale.it/webmail/

Pietro Grasso pietro.grasso@senato.it

Laura Boldrini http://presidente.camera.it/21

Evento su Facebook:

https://www.facebook.com/events/1384360475146232/?previousaction=join&source=1

organizzato da:

Sinistra Unita



venerdì 29 novembre 2013

Per l'Unità della Sinistra. Semplicemente un Appello




Pagina Facebook: Europee 2014: Sinistra Unita per Tsipras Presidente

Scritto da Giandiego Marigo e Maurizio Zaffarano

Scegliamo, per questo appello, un linguaggio altro, perché è ad altro che non alla sola ragione che noi stiamo parlando, sebbene la logica ed il pragmatismo sorreggano il nostro discorso e la nostra proposta, scegliamo di parlare al cuore, agli uomini, al signore di shen, al padrone dei sogni.
Là dove risiedono i motivi, là dove nascono le scelte, là dove si trovano le ragioni vere per cui tutti noi siamo qui. E’ di un altro mondo possibile che stiamo parlando, della sua necessità, del bisogno reale che il grande popolo di quella che chiamammo sinistra oggi manifesta.
Del grido di dolore e dell’esigenza.
Noi non siamo più disposti ad aspettare, non siamo più disposti a rimandare, non siamo più disposti a rinunciare, non siamo più disposti a fallire. In un Paese devastato dal dominio di un capitalismo finanziario, distruttivo e crudele, che ha progressivamente smantellato le conquiste sociali frutto di decenni di lotte e sul quale si abbatte ormai da tempo la mannaia di una crisi sistemica senza fine e delle ricette recessive e antipopolari imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali.
Non è tollerabile che i ceti più deboli – gli ultimi ed i penultimi, i disoccupati, i precari, le donne, i lavoratori, i pensionati, i disabili – cioè la maggioranza, il cuore pulsante di questo paese non riescano ad esprimere una propria diretta rappresentanza politica, che indichi la prospettiva di una società e di un modello economico diversi, fondati sulla giustizia sociale,sull'uguaglianza, sulla liberazione dal bisogno, sulla possibilità per ciascuno di esprimere il proprio talento e le proprie attitudini.

mercoledì 20 novembre 2013

COSTRUIAMO, DAVVERO, QUI ED ORA, L’AreA DI PROGRESSO E CIVILTA’




Di Giandiego Marigo
Cosa sta succedendo?
L’ennesimo tentativo di unificare la “sinistra”? Una bella idea nata in un gruppo di intellettuali  e da un paio di sindacalisti “conseguenti”?
Un’altra bandiera sollevata, nuovamente? Un’altra variazione sul tema della nostalgia
Nulla di tutto questo ed anche tutto questo. Innanzi tutto non siamo intellettuali riconosciuti e ben remunerati, siamo un gruppo di persone vere, esistiamo in rete e nel territorio. Persone normali, anche se forse con una lunga storia di partecipazione , certamente, con un grandissimo amore e rispetto per i movimenti. Lontanissime, per molteplici ragioni,  da ogni segreteria e salotto. Non siamo nostalgici e non pratichiamo la Raccolta di bandiere cadute.
Crediamo però che questo paese, in realtà tutta l’Europa, abbia grandissima esigenza di un’AreA Anticapitalista, Alternativa, Social-Liberal-Libertario-Comunista, che sappia elaborare e fare propri i linguaggi e le esigenze del tempo che stiamo attraversando, che abbia una visione, che sappia descrivere e proporre un mondo altro da quello dell’unico Pensiero e dell’assoluto potere della finanza e delle grandi famiglie, che sappia opporsi al medio evo tecnologico prossimo venturo. Che sappia raccogliere e rappresentare le esigenze materiali e spirituali, di un grande, enorme popolo che crede nel progresso ed in uno sviluppo compatibile, in una cultura altra e popolare, le ragioni profonde e sacre della vera pace fra i popoli, del disarmo, dell’abbattimento delle frontiere, che non tenda alla strumentalizzazione ed alla manipolazione, ma liberi le creatività e le energie migliori di questo paese. Che ami Madre Terra e che non abbia l’arroganza d’esser  Razza Padrona , ma che si creda parte. Che usi la scienza, la storia, la politica per l’uomo e non per la conservazione d’un occulto antico potere personale, che preferisca le ragioni  dei molti rispetto ai privilegi dei pochi. Che conosca le proprie potenzialità e si avvicini all’agone sociale consapevole di essere, esistere e contare. Che sappia distinguere l'internazionalismo e l'europeismo dal consegnare il proprio popolo al massacro della grande finanza mondiale.
Quella che chiamammo Sinistra, forse, in quel che noi credevamo fosse, prima che innominabili interessi di poltrona e/o abitudine al compromesso senza valori, la corrompesse in modo definitivo riducendola a quel che è ora … in’assoluta confusione, un’area inesistente eppure abusata. Un termine vuoto, usato solo in termini di Marketing in occasione delle tornate elettorali. Una giustificazione per attuare progetti che si possono definire “ottimisticamente” neo-democristiani. Costringendo quel che resta di lei in alleanze “suicide, obbligate e demenziali” al cui accesso acquisisce il dubbio diritto solo rinnegando sé stessa e la propria storia.
Prima che la tendenza alla dissociazione e alla coltivazione orticola, unita all’incapacità di costruire ponti e ad un’insanabile propensione alla muratura, nonché ad una forma di semi-cecità ombelicale la frantumasse in mille inutili, inconsistenti, agguerriti del nulla, agglomerati e partitini, così com’è ora.
Quello che noi vogliamo fare non è solo “rilanciare” che sarebbe in fondo solamente un  progetto nostalgico e nemmeno rifondare, vorremmo far nascere dalla necessità, dal basso, dalla partecipazione e dalla circolarità, dall’orizzontalità e dall’ascolto del “femminino”. La Consapevolezza e l’Unità di un’AreA vasta e composita, plurale e multi voce, colorata, allegra e votata al perseguimento della felicità e della compatibilità, sensibile alla voce della propria spiritualità ed allo stesso tempo forte di una consapevolezza pratica che superi il pragmatismo sterile dell’amministrazione del nulla attuando gradualmente e passo dopo passo un reale cambiamento del modo in cui questa nostra società si organizza e si manifesta. Accettando il confronto, costruendo ponti ed abbattendo muri, ma rimanendo sempre “fortemente cosciente” d’essere quello che è, portatrice d’un pensiero e di una spiritualità conseguente, densa di valori e di proposte di percorso. Con una visione chiara di mondo possibile, che non nasca dall’esaltazione a teoria del meno peggio, ma che conosca il meglio per l’intera umantà.
Questo stiamo facendo … ed un poco ci tremano le vene ai polsi nel solo pensarlo, ma lo riteniamo necessario.

Certamente non sarà facile, ovviamente “attraverseremo il deserto”, ma lo riteniamo necessario e pensiamo che siano moltissimi coloro che sono disposti a condividere con  noi Pane Sale e Percorso. Abbiamo intenzione di usare la rete, ma anche di espanderci e radicarsi nei territori con un movimento d’opinione che spinga quella che chiammammo sinistra alla consapevolezza ed alla coscienza di questa necessità e dell’importanza i questo cammino. Le metodologie verranno scelte cammin facendo, per ora abbiamo avviato un evento su facebook https://www.facebook.com/events/466583610120960/?fref=ts, ma sentirete parlare di noi, in rete, per cominciare … sarebbe un onore ed un immenso piacere avervi con noi in questo viaggio.

martedì 19 novembre 2013

Verso l'Unione delle Sinistre. Cerchiamo compagni per condividere un sogno: una Sinistra forte!




Rifiuto dell'austerità e del liberismo, contestazione dei trattati europei, diritti civili e sociali, laicità dello Stato, lavoro e welfare, scuola e sanità pubblica, beni comuni, intervento pubblico nell'economia e nei comparti produttivi e finanziari fondamentali, lotta alla povertà, moralizzazione della vita pubblica, ambiente, pace, guerra senza quartiere a corruzione, mafie, evasione fiscale. Difesa e attuazione della Costituzione. Un movimento aperto e plurale, senza padroni, costruito dal basso, espressione di una cultura 'altra' nel linguaggio e nei comportamenti personali, che restituisce alla parola riforma il suo significato originario: migliorare la vita delle persone. Non sono obiettivi comuni a tutta la Sinistra, a socialisti e comunisti, a riformisti e radicali, a marxisti e keynesiani?

Evento facebook:  

sabato 16 novembre 2013

Nichi Vendola e le colonne d'Ercole

Nichi Vendola by Luca Peruzzi
Non è francamente l'aspetto penale (il Presidente della Regione Puglia è indagato per concussione in concorso con alcuni dirigenti dell'ILVA con l'accusa di aver fatto pressioni sui vertici dell'Arpa, l'agenzia regionale per l'Ambiente, al fine di «ammorbidire» la posizione dell'agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'impianto siderurgico) quello più interessante della vicenda Vendola – ILVA. Anche se poi, lette a posteriori, certe scelte riformiste, governative, pragmatiche, tanto più quando appaiono irrazionali e fatalmente destinate al fallimento sul piano elettorale spesso rivelano cattive coscienze, scheletri da continuare a nascondere nell'armadio, interessi inconfessabili o comunque la volontà di portare subito all'incasso – in termini di posti di potere, di poltrone parlamentari, di visibilità mediatica, di tranches di finanziamento pubblico – la popolarità e il gradimento provvisoriamente raggiunti.
L'aspetto fondamentale è invece politico. L'idea di una politica cioè che accetta di restare prigioniera nel recinto costruito dalle compatibilità europee, dai dogmi del mercato, dalle riverenze verso Istituzioni (a partire da Napolitano) che palesemente si pongono in contrasto con i dettami costituzionali, dal fatto che con certi poteri forti – di volta in volta le mafie, gli speculatori, il grande capitale, le imprese criminali e inquinanti, il Vaticano, i partiti pro-tempore più premiati dal consenso elettorale – bisogna pur convivere.

martedì 12 novembre 2013

Socialismo e felicità


La crisi della sinistra è anzitutto una crisi culturale, è il suo essere spiazzata e resa inattuale dai sentimenti e dai valori oggi dominanti, è il suo non saper offrire una prospettiva condivisa e accettata di cambiamento e di governo. I sentimenti e i valori dominanti sono oggi quelli dell'individualismo e dell'affermazione personale che si realizzano nel desiderio di potere e di possesso di beni materiali. Il contesto culturale dominante è quello che forgia e rafforza questi sentimenti: sta nella realtà travisata e manipolata dalla narrazione dei principali media, nell'esistenza ridotta a competizione per la vittoria e il primato, nei divi miliardari dello sport e dello spettacolo assunti a miti e modelli da adorare e da imitare, in alcune merci - l'ultimo gadget elettronico, l'automobile di lusso, il capo firmato, il viaggio nei luoghi esotici – insieme alle conquiste sessuali da esibire quali prede e trofei identificate come le uniche cose per cui vale la pena di vivere. Di fronte a questo quadro di valori il degrado morale ne è diretta conseguenza: tutto è lecito per raggiungere il successo e la ricchezza, qualunque persona si può vendere o comprare. Grillo, Renzi e Berlusconi sono tre varianti tutte interne a questa cultura e a questo sistema: il loro messaggio politico comune è che bisogna consentire e facilitare l'affermazione e il successo individuale e non cambiare il sistema e i rapporti di forza economici e sociali che lo caratterizzano. Combattendo le caste e i privilegi che impediscono la mobilità sociale o eliminando i lacci e lacciuoli o le tasse e le regole che si mettono di traverso al pieno dispiegarsi del 'mercato', della libera impresa, di un preteso 'merito' assunto a dogma ignorando la realtà delle disuguaglianze.
Di fronte a questa egemonia culturale dell'individualismo, dell'egoismo personale e di gruppo, al venir meno del sentirsi parte, con tutti i vincoli e i doveri che ne conseguono, di comunità più ampie, termini come lotta di classe, solidarietà, giustizia sociale diventano per la maggioranza, anche e soprattutto dei giovani, parole vuote o incomprensibili o comunque prive di una reale forza di seduzione.
La Sinistra dovrebbe allora ripartire ponendo come propria premessa la felicità ed il diritto alla felicità perché ciò consente di incunearsi in questo contesto culturale ed evidenziarne le contraddizioni. Consente cioè di lavorare su due piani contemporaneamente: quello del concetto di felicità come 'essere', come ricchezza e completezza delle relazioni sociali e umane e come possibilità di liberare la propria essenza interiore, anziché come 'avere' e quello del 'bagaglio' minimo (lavoro, casa, ambiente, servizi sociali, istruzione e cultura) che deve essere garantito ad ogni essere umano perché possa realizzare pienamente sè stesso. Felicità dunque che disvela e si riconnette alla necessità del controllo collettivo sulla produzione e sulla distribuzione della ricchezza, sulla convenienza a far prevalere il bene di tutti sul profitto e sull'interesse individuale.

sabato 9 novembre 2013

LA PARCELLIZZAZIONE DELLE IDEE E LA COLONIZZAZIONE CULTURALE DELLO STARS SYSTEM


di Marigo Giandiego

Sono, lo premetto, un intellettuale di strada, un poeta straccione, uno scrittore inedito, va detto, prima di affrontare l'argomento di cui voglio parlare.
E' palese, palpabile, evidente e gravosa la necessità d'una visione culturale altra da quella sistemica. La si può individuare con facilità, è costantemente ripetuta, anche volendo, nella litania della necessità d'un soggetto altro e innovativo in quell'AreA che chiamammo sinistra.
Di cosa si nutre però questo soggetto? Cosa costituisce il suo humus in questi anni in cui il movimento operaio tende a scomparire con la medesima velocità con cui il concetto di lavoro si modifica. Non intratteniamoci , per il momento, su questa modificazione solo formale, ma badiamo alla sostanza. Pur permanendo l'analisi classista della società essa si m odifica e cambia, aggiornandosi, modificandosi con il modificarsi dei rapporti di potere.
Dicevamo di cosa si dovrebbe nutrire questo nuovo soggetto?
Se non di comportamenti, visioni, mode e modi, ma soprattutto d'un punto di vista che derivi da una descrizione del mondo altra rispetto a quella che ci fornisce la cultura corrente (o la non cultura se preferite).
Questo punto di vista dovrebbe derivare anche, così come è sempre stato dalla presenza di un movimento culturale che lo sappia rappresentare e diffondere, trasformandolo in “comportamenti originali” ed in manifestazioni visuali , scritte e/o cantante, dipinte disegnate o scolpite … comunque si voglia manifestate in modo sintetico e visuale … artistico. Una manifestazione non necessariamente materiale che nutra i motivi, il senso, le ragioni e le filosofie noncheà lo spirito che sottendono ad una scelta di vita.
Ma attenzione, come può avvenire tutto questo se la “confusione” si realizza innanzi tutto nel come l'intellettuale vede sé stesso?
Sono moltissimi per esempio i gruppi musicali che potrebbero, in qualche modo, incarnare l'embrione di questa scelta, ma essi vedono sé stessi all'interno dello Stars System, e riproducono modalità e percorsi del tutto funzionali al sistema, annullandosi al suo interno e perdendo ogni deterrenza o pericolosità.
Stesso discorso vale, per esempio per i “comportamenti” dell'area M5S che nascendo da una premessa solo “formale e mai sostanziale” di discussione del sistema non incidono e non modificano, ma “emendano in senso vuotamente moralistico” la realtà delle cose.
Conservando al proprio interno le modalità d'un rapporto culturale identico a quello presente nella società e riproducendo (si prendano ad esempio alcune manifestazioni esteriorizzate di tale assenza di discussione sostanziale … come la mosca Tze-Tze, piuttosto che non lo stesso Blog di Beppe, ma comunque l'assenza, se non per scelta personale, d'una analisi comportamentale che produca il vero cambiamento).
Fatto sta che concentrando la discussione sulla correttezza formale e su un'etica interclassista, pragmatica e praticabile senza discussione dei reali rapporti di potere esistenti nella società essi ne “banalizzano” la portata limitandosi ad una moralizzazione di superficie che cambia tutto per non cambiare nulla.
Ma torniamo al discorso da cui siamo partiti. Come possono queste analisi, questi “comportamenti”, queste “filosofie” insidiarsi ed infettare beneficamente la società se coloro che le portano sono, in prima persona, portatori d'un modello negativo?
Fare una conferenza “di livello”, un concerto “partecipato”, proporre una qualsiasi opera d'intelletto oggi costa moltissimo e questo è, di fatto, il principale ostacolo alla loro diffusione. Questo, purtroppo non vale solo per le tematiche “normalizzate” ma anche tristemente per quelle teoricamente “altre”.
Questa è discussione annosa, nessuno qui sta proponendo la gratuità della cultura (vecchio slogan fallimentare) o il fatto che l'operatore culturale debba essere men che un professionista, ma altro è che debba guadagnare moltissimo ed essere qualche cosa di più che non un artigiano del pensiero ed un interprete professionale della creatività, un mediatore ed un diffusore … un operatore alla fine, pur nobile, di qualche cosa che è … a prescindere dalla sua tecnica e quindio non la divinizzazione di una interpretazione ma l'utilità sociale e la fruibilità della stessa.
Lo Stars System è poi lo stesso che penalizza i molti per esaltare a dismisura alcuni, molto al di là e decisamente al di fuori di ogni loro reale merito, pur presente e riconosciuto. Se la logica è la medesima che sottende l'esaltazione iconica dei calciatori o la “venalità professionale” dei politici come possono trasportare un messaggio diverso da quello d'un sistema che monetizza l'anima se premettono il danaro come “centro di gravità” della loro azione? Se essi si asservono alla divinità inventata da questo sistema come possono essere contemporaneamente “asisistemici”? E' per questo che, a mio umilissimo parere qualsiasi discussione su “circuiti alternativi” o soggetti che vogliano altro che non la mera superficie dello stagno, su Aree che rappresentino non solo il disagio materiale ma anche quello spirituale e filosofico, che vogliano quindi premettere “un cambiamento reale” e non soltanto delle chiacchiere più o meno urlate deve iniziare dalla discussione dei ruoli e delle “funzionalità” degli “intellettuali” che li veicolano. Una discussione sull'avanguardia che laellarsi al giogo europeo riguardia non nel suo ruolo , ma nella sua essenza, nei suoi doveri prima che nei suoi compiti. Questo vale per tutti leader, organizzatori politici e pensatori autorizzati .
Filosofi più o meno indipendenti, Artisti conseguenti, Intellettuali appartenenti e liberi, Critici d'arte altri ed interpreti dell'avanguardia e dell'alternativa, comici ed attori più o meno satirici e asistemici.
Perchè mai , per esempio un docente universitario dovrebbe pretendere 2500-3000 euro per una conferenza che riguarda la necessità di ribellarsi al giogo dell'elite europeista o l'umanizzazione del marxismo?
Ed ancora perchè un cantante dovrebbe essere pagato migliaia di Euro per riprodurre un lavoro d'alternativa. Qual'è il valore trasportato il contenuto di quel che dicono, la necessità di cui parlano oppure il numero di appartamenti che il loro lavoro produce?

E se questo è il valore in cosa è alternativo da quelli che il sistema ci impone? E se non lo è di cosa stiamo parlando?

giovedì 31 ottobre 2013

Le 'strane' razionalizzazioni della Pubblica Amministrazione

a cura della Redazione

Lo scorso 29 ottobre il Senato ha definitivamente approvato la Legge di conversione del decreto-legge n. 101 del 31 agosto 2013, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.
Fra i numerosi emendamenti al decreto legge approvati quello che lascia più sconcerto è quello che decreta la fuoriuscita degli ordini e collegi e degli altri enti associativi dall'ambito di applicazione dell'art 4 del d. Lgs 165/2001.
Questo è un regalo allo spirito corporativo del Paese e comprime qualsiasi processo di trasparenza, anticorruzione e imparzialità della funzione pubblica di questi enti, processo che tutti i dipendenti degli ordini, a fatica, cercano di perseguire e garantire.
Con questa nuova norma s'innova l'ordinamento del pubblico impiego ammettendo la possibilità che alcuni enti pubblici non economici non debbano sottostare al principio della separazione del potere politico e di controllo dal potere amministrativo e di gestione.
L’emendamento è stato proposto in prima lettura alla Camera dei deputati dall'on. Renata Polverini all'art. 2 del DL 101/2013, poi approvato in Commissione e probabilmente voluto dal Ministro D'Alia dopo che il 16 ottobre si era incontrato con i rappresentanti degli ordini e collegi professionali e con il CUP. L'emendamento è quindi stato approvato dall'Aula della Camera e successivamente dal Senato in seconda e definitiva lettura.
Questa norma suscita dubbi di costituzionalità laddove crea una disuguaglianza sostanziale tra dipendenti pubblici cui si applica indistintamente il d. lgs 165/2001 e laddove non consente di attuare i principi dell'imparzialità dell'azione amministrativa, quali peraltro declinati anche nelle recenti norme sulla trasparenza e sull'anticorruzione.
Dai resoconti e dai dossier studi della Camera dei Deputati si evince che il senso di questo emendamento non è stato né esplicitato (quale finalità del legislatore? quale interesse pubblico da tutelare?) né spiegato a nessuno dei votanti ed è stato illustrato come mera deroga alla spending review (deroga già presente nell'originaria formulazione del DL da parte del Governo).
Appare evidente che con l’approvazione di questa norma, in questo modo e per questi Enti si svuotano di contenuto e di praticabilità tutte le normative che, in attuazione dei principi costituzionali sulla imparzialità della pubblica amministrazione riguardano la trasparenza e l'anticorruzione. Obblighi che per una reale attuazione presuppongono proprio una separazione tra indirizzo politico e indirizzo amministrativo oltre che una rilevazione delle incompatibilità e dei conflitti d'interesse. C’è da domandarsi se sia l'unico caso di amministrazione pubblica cui sia consentito di assumere in un unico organo sia l'indirizzo politico e di controllo e sia l'indirizzo amministrativo e di gestione.
Si comprende che non si applichino agli Ordini le misure che incidono sul patto di stabilità ma la funzione pubblica della tutela collettiva professata dagli Ordini non può essere esercitata derogando ai principi di trasparenza ed imparzialità tipici di tutte le amministrazioni pubbliche.
Gli Ordini e Collegi, come chiarito dalla Corte Costituzionale, sono enti pubblici non economici e gestiscono soldi in forza di un potere impositivo delegato loro dallo Stato al fine di assolvere a funzioni pubbliche esplicitate dalle diverse leggi istitutive e per tali funzioni si servono di dipendenti pubblici appartenenti al comparto degli Enti Pubblici non Economici. E per queste ragioni tali sono sottoposti al controllo ed alla giurisdizione della Corte dei conti (Corte Cost. sentenze nn. 29/1995 e 470/1997).
Si sostiene che l'ingerenza dello Stato e qualsiasi controllo non sia compatibile con l'autonomia finanziaria e regolamentare di questi enti (caratteristica peraltro presente in tanti altri Enti) ma questa asserzione contrasta palesemente con la loro natura di ente pubblico non economico e con la loro asserita funzione pubblica ma soprattutto contrasta con la natura delle quote contributive che, riscosse anche tramite ruoli, hanno valore costitutivo per lo status di professionista dei loro iscritti (come da loro stessi peraltro sempre ribadito), quote che certamente non richiedono, come previsto dalle loro leggi istitutive, una controprestazione specifica.
Questa novità legislativa di fatto non permette agli organi preposti (es. responsabile dell'anticorruzione) di rilevare e segnalare le incompatibilità degli incarichi dei componenti gli organi d'indirizzo politico, incompatibilità che, secondo le recenti novelle introdotte con il d. lgs 39/2013, appaiono essere macroscopicamente diffuse in tutte le realtà ordinistiche (ci sono addirittura casi di soggetti che rivestono contemporaneamente il ruolo di Presidente di un ordine nazionale, Presidente di un ordine provinciale, di proprietario e/o amministratore di società regolate dagli ordini medesimi nonché di Parlamentare della Repubblica).
Eppure i soldi di questi enti nonché il patrimonio immobiliare e mobiliare, gestiti sia direttamente che indirettamente (numerose sono le Fondazioni costituite dai medesimi ordini!) nonché le connessioni politico-gestionali con le rispettive casse di previdenza rappresentano una notevole risorsa economica del Paese, senza contare inoltre il riflesso non indifferente della loro gestione sul sistema produttivo ed economico del paese correlato all'esercizio professionale di circa 2.500.000 di professionisti . E' cosa nota il ruolo rilevante che questi Ordini hanno nel processo di liberalizzazione delle attività economiche delle professioni che rappresentano ed è noto altresì che la tutela spregiudicata delle lobby e dei loro privilegi passa solo e sempre attraverso la decrescita del sistema economico e produttivo del paese intero.
L'emendamento è passato in Parlamento nel silenzio generale e con la chiara volontà di derogare ai d. Lgs.vi 33 e 39 del 2013. In questa maniera è consentito a soggetti eletti temporaneamente di assumere di fatto le funzioni dirigenziali con grave nocumento dei principi di imparzialità, semplificazione e continuità dell'azione amministrativa; in questa maniera all'interno di detti enti si crea un cortocircuito amministrativo che rischia di mettere in crisi qualsiasi banale procedimento amministrativo passibile di nullità e di annullabilità degli atti susseguenti, per non chiara legittimazione ed identificazione dei soggetti procedenti. I dipendenti degli Ordini, nonostante le risorse scarse negli organici, a fatica e con lodevole spirito di servizio, cercano di educarsi ed educare ai recenti principi di trasparenza ed anticorruzione ma questa novità blocca sul nascere questo processo educativo collettivo che pure tutti noi sappiamo essere l'unica speranza e salvezza per l'Italia. E gli ordini ringraziano per il tramite del loro degno rappresentante: senatore Andrea Mandelli, nonché presidente della Federazione Nazionale farmacisti, nonché presidente dell'ordine dei farmacisti di Milano nonché presidente della federazione farmacisti della Lombardia nonché consigliere comunale a Monza ecc

http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?approfondimento_id=4317

domenica 27 ottobre 2013

PER UNA VOLTA FACCIAMO NOI "IL GRUPPO DI INTELLETTUALI"

di Giandiego Marigo

Movimento Radical Socialista del Lodigiano

L'esigenza di un'AreA di Progresso e Civiltà reale, che raccolga e ricrei un'omogeneità e una unità fattiva in quel marasma che chiamammo sinistra è sotto gli occhi di tutti e nei desiderata di moltissimi.
Questo non può avvenire dall'alto, non deve.
Non potrà né dovrà essere un'accrocchio fra segreterie (come sarebbe, per altro, nelle intenzione delle segreterie stesse).
Non potrà essere nemmeno l'ennesima rifondazione di ciò che ormai non esiste più.
Potrà forse, pragmaticamente e per scelta graduale, partire dallo scioglimento in una unica visone, delle moltissime prospettive e letture, sinceramente troppe, che oggi chiamiamo area antagonista o socialista libertaria o ancora liberal-democratica, anarco-pacifista, vegano-alternativa.
Attenzione questo discorso non è farneticazione, non è follia.
Per una volta "Il gruppo di intellettuali" che percorre la possibilità di un nuovo soggetto "Facciamolo noi".
Noi sulla rete, noi delle pagine che chiedono a gran voce quest'unità, noi dei movimenti, noi!
Quelli che da sempre assistono, ascoltano appoggiano ma che da sempre sono l'essenza, il senso, l'humus, il significato dìogni ipotesi di agglomerato.
Senza aspettare Padrini e Profeti, Guru o Leader...è urgente!

sabato 26 ottobre 2013

Costruire l'Alternativa con una grande battaglia per il welfare

Mi interessano sempre meno anzi forse mi hanno sempre lasciato indifferente le 'grandi questioni' su cui è solita dividersi la sinistra o in genere l'opposizione di sistema nella sua irrefrenabile attrazione per l'onanismo intellettuale e l'osservazione meticolosa e ossessiva dell'ombelico: dobbiamo ancora definirci di sinistra? bisogna essere radicali o riformisti? deve prevalere la vocazione a governare o la pratica antagonista dell'opposizione? un nuovo soggetto politico può nascere solo attraverso la connessione dei movimenti di base e delle vertenze territoriali oppure (anche) grazie alla fusione delle residue compagini di sinistra esistenti? 
Esiste invece una immensa battaglia da condurre da parte della sinistra o chiamatela come vi pare per riconquistare la supremazia e la centralità politica, culturale, sociale: quella per il welfare. Cioè per garantire a tutti un reddito attraverso lavori socialmente utili e investimenti produttivi pubblici, per la casa, trattamenti pensionistici dignitosi, l'accesso alla scuola e all'università e ad una sanità di qualità, la fruizione dei trasporti e delle reti di comunicazione, per l'assistenza ai disabili.
E' in questa battaglia che si raggiunge unità d'azione e rappresentanza di tutta la classe lavoratrice e dei ceti subalterni, senza divisioni tra giovani e vecchi, uomini e donne, occupati e disoccupati, precari e garantiti, poveri e ceti medi.
E' in questa battaglia che mette insieme valori etici e interessi materiali – pancia, cuore e testa – che riacquistano significato e attualità parole come socialismo e comunismo, lotta al capitalismo e alla dittatura dei mercati finanziari, che si può comprendere il carattere ferocemente violento del profitto e delle politiche di austerità e l'assurdità degli 80 miliardi di euro di interessi all'anno che ci costringe a pagare la folle architettura monetaria che è stata imposta all'Europa, che i principi affermati dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza diventano materia viva e non più astratte enunciazioni giuridiche.
Una grande battaglia, in cui dimenticare arroccamenti e distinguo oggi francamente incomprensibili e anacronistici, da combattere città per città, paese per paese, casa per casa con un'organizzazione politica che si costruisca come rete di ascolto, di solidarietà, di mutuo aiuto offrendosi come concreto punto di riferimento per i cittadini attraverso tutte quelle esperienze (utilizzo e occupazione di beni pubblici, gruppi di acquisto, orti urbani, banche del tempo, tutela legale, sostegno alle iniziative di autogestione delle aziende, ambulatori medici e dentistici popolari) necessarie per resistere in questi tempi tragici e per ricostruire una visione del futuro.

martedì 22 ottobre 2013

MAIL FLASH MOB! SCRIVI AI SENATORI ADESSO!

Riportiamo qui di seguito, nella versione di Alternativa di Giulietto Chiesa (ma condiviso da tante altre organizzazioni politiche), l'appello promosso dai firmatari dell'iniziativa la Via Maestra.
 
Mandiamo tante e-mail ai senatori prima del voto del 23 ottobre per scongiurare che la Costituzione sia cambiata senza il controllo del popolo sovrano
 



Alternativa, dopo la partecipazione alla manifestazione del 12 ottobre, fa propria l'iniziativa dei firmatari dell'appello "La Via Maestra", per chiedere ai senatori  di non approvare, con la maggioranza dei due terzi, la legge 813-B, che consente la deroga all'articolo 138 della legge fondamentale dello Stato, quello in cui è stabilito il processo di revisione costituzionale, ed estende a tutti i cittadini l'invito a farsi sentire dai propri rappresentanti, in particolare quelli del centrosinistra, "democratici" di nome, chiamandoli alla prova dei fatti. Alternativa invita inoltre tutti i movimenti e le forze politiche che si riconoscono in questa iniziativa, a rilanciarla in modo virale, anche senza primogenitura, con un semplice copia e incolla, modificando il nome del proponente.
Testo della mail da inviare:
Oggetto: La Costituzione è un bene comune, si ascoltino tutti i cittadini!
Gentile Senatore,
chiediamo in aula un comportamento democratico, responsabile e trasparente per evitare che la legge costituzionale 813-B (che consente la deroga all'articolo 138 della Costituzione), venga approvata con la maggioranza dei due terzi. Tale maggioranza preclude infatti la possibilità di ricorrere al referendum. Sarebbe sufficiente che un limitato numero di senatori (più di 23) non partecipasse alla votazione finale, il 23 ottobre, consentendo così a tutti i cittadini di esprimersi con un referendum su un provvedimento che incide profondamente sul sistema delle garanzie costituzionali e crea un pericoloso precedente per il nostro paese. Allontanando ancora di più la classe politica dai sentimenti di molta parte degli italiani.
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Firma
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Inviare la mail a:
 francesco.verducci@senato.it, magdaangela.zanoni@senato.it, sergio.zavoli@senato.it, vito.vattuone@senato.it, daniela.valentini@senato.it, stefano.vaccari@senato.it, mario.tronti@senato.it, giorgio.tonini@senato.it, walter.tocci@senato.it, angelica.saggese@senato.it, giancarlo.sangalli@senato.it, giorgio.santini@senato.it, francesco.scalia@senato.it, annalisa.silvestro@gmail.com, pasquale.sollo@senato.it, lodovico.sonego@senato.it, maria.spilabotte@senato.it, ugo.sposetti@senato.it, roberto.ruta@senato.it, francesco.russo@senato.it, lucrezia.ricchiuti@senato.it, raffaele.ranucci@senato.it, laura.puppato@senato.it, francesca.puglisi@senato.it, luciano.pizzetti@senato.it, roberta.pinotti@senato.it, leana.pignedoli@senato.it, stefania.pezzopane@senato.it, annamaria.parente@senato.it, giorgio.pagliari@senato.it, venera.padua@senato.it, pamelagiacoma.orru@senato.it, claudio.moscardelli@senato.it, mario.morgoni@senato.it, franco.mirabelli@senato.it, domenico.minniti@senato.it, corradino.mineo@senato.it, mauriziomigliavacca@hotmail.com, claudio.micheloni@senato.it, giuseppina.maturani@senato.it, donella.mattesini@senato.it, claudio.martini@senato.it, ignazio.marino@senato.it, salvatore.margiotta@senato.it, andrea.marcucci@senato.it, luigi.manconi@gmail.com, patrizia.manassero@senato.it, giuseppe.lumia@senato.it, carlo.lucherini@senato.it, doris.lomoro@senato.it, sergio.logiudice@senato.it, stefano.lepri@senato.it, nicola.latorre@senato.it, silviolai@gmail.com, josefa.idem@senato.it, paolo.guerrieri@senato.it, mariacecilia.guerra@senato.it, pietro.grasso@senato.it, miguelgotorpd@gmail.com, nadia.ginetti@senato.it, francesco.giacobbe@senato.it, rita.ghedini@senato.it, mariagrazia.gatti@senato.it, federico.fornaro@senato.it, elena.fissore@senato.it, anna.finocchiaro@senato.it, rosanna.filippin@senato.it, marco.filippi@senato.it, elena.ferrara@senato.it, valeria.fedeli@senato.it, nicoletta.favero@senato.it, emma.fattorini@senato.it, camilla.fabbri@senato.it, stefano.esposito@senato.it, nerina.dirindin@senato.it, rosamaria.digiorgi@senato.it, isabella.demonte@senato.it, mauro.delbarba@senato.it, erica.dadda@senato.it, vincenzo.cuomo@senato.it, giuseppeluigi.cucca@senato.it, paolo.corsini@senato.it, stefano.collina@senato.it, roberto.cociancich@senato.it, monica.cirinna@senato.it, laura.cantini@senato.it, massimo.caleo@senato.it, rosaria.capacchione@senato.it, valeria.cardinali@senato.it, filippo.bubbico@senato.it, claudio.broglia@senato.it, danielegaetano.borioli@senato.it, amedeo.bianco@senato.it, mariateresa.bertuzzi@senato.it, bruno.astorre@senato.it, ignangioni@tiscali.it, silvana.amati@senato.it, donatella.albano@senato.it, luigi.zanda@senato.it,
E' consigliabile non fare invii con tutti gli indirizzi ma suddividerli in diverse email con pacchetti di dieci nominativi, massimo, ciascuno.
 

sabato 19 ottobre 2013

#190. Il pilota automatico e la sollevazione

 tramite comune-info.net
 “Soltanto una sollevazione generale, che non si limiti a riempire le piazze per un giorno, ma che occupi in maniera permanente la vita quotidiana, può liberare la società dalla trappola del finanzismo – scrive Fraco Berardi Bifo – La sollevazione non è un’azione militare, e neppure una ribellione momentanea, ma il dispiegamento della corporeità sociale, il rifiuto permanente di pagare un debito he non abbiamo contratto”. L’obiettivo resta un moto persistente di insolvenza e di autorganizzazione, “trasferire l’energia di un giorno in un processo diffuso e permanente di autonomia solidale”.
bif
di Fraco Berardi Bifo

Il 19 Ottobre (#19O) si ritrova a Roma il movimento che vuole sottrarre la società al cappio mortale del finanzismo, il capitalismo finanziario che sta portando l’Europa verso il nazismo.
Due logiche incompatibili si affrontano oggi in Europa (e nel mondo): la logica di una società ricca di saperi, di competenze, di risorse – e la logica finanziaria che ha bisogno di distruggere risorse saperi e servizi sociali per poterne accumulare il valore sotto forma di astrazione monetaria.
Ecco allora la potenza della tecnologia, che permette di liberare tempo dal lavoro per destinarlo alla cura e all’educazione, trasformata nella maledizione della disoccupazione e della miseria.
Ecco allora che per aumentare il valore delle azioni bancarie si deve aumentare lo sfruttamento, il tempo di lavoro, e ridurre le spese per l’educazione e la sanità.
Il sistema politico non può nulla contro la devastazione finanzista. La democrazia è stata cancellata perché, come dice Mario Draghi, Sommo Sacerdote della Teologia finanzista, il patto di stabilità procede con il pilota automatico.
Soltanto una sollevazione generale, che non si limiti a riempire le piazze per un giorno, ma che occupi in maniera permanente la vita quotidiana, può liberare la società dalla trappola del finanzismo.
La sollevazione non è un’azione militare, e neppure una ribellione momentanea, ma il dispiegamento della corporeità sociale, il rifiuto permanente di pagare un debito che non abbiamo contratto, l’autonomia delle forme di vita di sapere e di produzione.

domenica 13 ottobre 2013

CONSIDERAZIONI

di Giandiego Marigo

La “caduta di stile” rivelatoria del “Guru Beppe” ci indica , laddove ce lo fossimo dimenticati, quanto sia demenziale e deleterio affidare il proprio destino e , soprattutto quello di un'intera AreA ad un “uomo solo al comando” (ed inutilmente deleteria ed inaccettabile qualsiasi perorazione sull'uno vale uno, sinceramente ridicola … a questo punto, Grillo non vale uno ma centomila). 
Pone all'ordine del giorno la necessità, sempre più evidente di un' AreA di Progresso e Civiltà che abbia il “coraggio civile” di porre, oltre ad un metodo, una visione di mondo. Che abbia la capacità di “raccogliere” quel che di buono è stato detto dall'ultimo 800 ad oggi, di lasciarsi ispirare dall'esperienza socialista  libertaria e liberal-democratica, senza per questo raccattare ogni bandiera caduta ed ogni libro dismesso trovi sulla sua strada. 
Elaborando alla fine il nuovo linguaggio del progressismo contemporaneo, che sappia rilanciare il significato stesso del termine, separandolo dal tecnologismo efficentista  e pragmatico che lo domina in questo momento. 
Più che mai questo vuoto ha esigenza di essere colmato con un agglomerato che rappresenti degnamente l'esigenza. 
Esistono, fuori dal contesto di “gestione” più o meno ravvicinata del potere, movimenti in questo senso, anche in M5S stesso … e meno male. 
In questo senso si muove, per esempio, la volontà di “Alternativa” e del “Movimento Radical-Socialista” di elaborare ambiti e linguaggi, così come “strategie” comuni. 
In questo senso si muove la critica, doverosa, interna ad M5S sulle ultime esternazioni del “Leader Maximo”  sulla questione del “reato di clandestinità”
Questa è l'esigenza reale che deve però liberarsi d'ogni antico lacciolo, d'ogni richiamo pedissequo e libresco al passato ( che non vuol dire liberarsi della storia, ma leggerla con gli occhi del presente),  se non a livello di riferimenti,  (avrebbero davvero il dovere civile di farlo) tutti quegli agglomerati d'area movimentista, che hanno caratterizzato in questi anni il dissenso e l'antagonismo, 
Muoversi l'uno verso l'altro creando reciproci ponti e, soprattutto, creandoli verso l'esterno... perchè. mi si perdoni, l'ovvietà … necessaria, un miglior mondo è possibile, certo, soltanto però se noi tutti, partendo da noi stessi lottiamo, anche contro le nostre abitudini e le nostre chiusure. Per renderlo possibile, se smettiamo di parlare della visione ed iniziamo , invece, a descriverla ed a raccontarla.

La Via Maestra per un'alternativa politica in Italia





Nel giorno della manifestazione per la difesa e l'attuazione della Costituzione ed in attesa di eventi di mobilitazione non meno importanti quali lo sciopero generale dei sindacati conflittuali del 18 ottobre e dei movimenti sociali contro austerità e precarietà e per il diritto alla casa del 19 ottobre, si deve onestamente riconoscere che oggi Maurizio Landini e Stefano Rodotà sono tra i pochissimi, se non gli unici, personaggi a sinistra in grado di raccogliere – per autorevolezza, carisma, prestigio – un seguito popolare vasto.
E questo senza dimenticare il ruolo ambiguo che Maurizio Landini sta giocando in una CGIL sempre più subalterna alle politiche classiste e antisociali dei governi partecipati dal PD e rispetto agli accordi sulla rappresentanza sindacale che forse salvano il ruolo della sua Fiom ma che nel contempo illegittimamente negano spazi di azione e di lotta alle organizzazioni conflittuali e non allineate come la USB.
Stante il credito di cui godono Landini e Rodotà e considerata la drammaticità della situazione italiana continuo comunque a pensare che sarebbe un grave e colpevole errore se i cittadini, i movimenti, le personalità che hanno animato la manifestazione per la Costituzione non sentissero il dovere, nella consapevolezza della forza popolare e del seguito mediatico che sono in grado di mobilitare, di dare vita ad una proposta politica alternativa per cambiare questo Paese.
Se la Costituzione indica nei partiti la forma attraverso la quale i cittadini partecipano alla contesa politica, sarebbe singolare se proprio coloro che indicano nella difesa e nell'attuazione della Costituzione la priorità assoluta della vita collettiva pensassero di poter dar seguito all'imperativo categorico di cambiare la cosa pubblica italiana senza passare dalla via maestra dell'organizzazione partitica e del confronto elettorale.

giovedì 10 ottobre 2013

I talk show politici: polli, galli e galline da combattimento

Un tempo in tv andavano in onda i programmi di approfondimento in cui i giornalisti - con tutti i limiti del caso (di orientamento e di condizionamento ideologico, culturale, politico) ma con indiscutibili qualità professionali  – provavano a svolgere un ruolo di divulgazione descrivendo, spiegando e interpretando fatti e notizie. Poi venne la novità stimolante del giornalismo a tesi in cui il conduttore (il Santoro di Samarcanda, il Lerner di Milano Italia) dispiegava più o meno apertamente, servendosi strumentalmente anche del pubblico in piazza o nello studio, il proprio punto di vista politico. Oggi si è arrivati all'orgia dei talk show politici - trasmessi a tutte le ore, in qualunque giorno della settimana e da tutte le reti televisive – il cui unico scopo è offrire ai telespettatori, come in un'arena di gladiatori o più propriamente in un ring per il wrestling, questo o quel personaggio della sempre uguale e squallida compagnia di giro per cui parteggiare o fare il tifo. Oggi si guardano i talk show, opportunamente orientati dal conduttore al soldo dell'editore di riferimento (e da cui riceve un ingaggio pari allo stipendio di decenni di lavoro di ciascuno di noi), non per ascoltare e capire, non per conoscere le visioni e le proposte delle forze politiche in campo ma per osannare i nostri 'beniamini', per poter dire (e sentirci di questo soddisfatti) quanto sono stati bravi e fischiare e insultare, preferibilmente sui social network, i nostri 'nemici' e ovviamente la parzialità dell'arbitro-conduttore al servizio della parte avversa. Non si orienta il voto con i talk show politici e le comparsate in televisione (sono convinto che non lo creda nemmeno chi li commissiona e chi li gestisce), si crea semplicemente quello che Giulietto Chiesa definisce il rumore di fondo: cioè un brusio (un chiacchiericcio) talmente fastidioso e opprimente che impedisce (le 'armi di distrazione di massa') ai cittadini di comprendere quali siano i veri problemi da affrontare e le soluzioni da adottare.

 
 
 

sabato 5 ottobre 2013

Poteri occulti. L'intero pianeta è sotto scacco

Questo è il capitalismo, bellezza!

da Eddyburg.it

di Susan George

«Un intervento della sociologa americana, ospite al festival Internazionale di Ferrara. Le "autorità illegittime" dell'Europa sono le imprese transnazionali: come un governo ombra, agiscono attraverso le lobby e gli oscuri comitati di esperti, decidendo tutto ciò che riguarda la nostra vita quotidiana. Il manifesto, 4 ottobre 2013

Se avete a cuore il vostro cibo, la vostra salute e la sicurezza finanziaria vostra e quella della vostra famiglia, le tasse che pagate, lo stato del pianeta e della stessa democrazia, vi è un importante cambiamento politico di cui dovete essere consapevoli. Io chiamo questo cambiamento la «ascesa di autorità illegittima». Il governo di rappresentanti chiaramente identificabili e democraticamente eletti viene gradualmente soppiantato da un nuovo governo ombra in cui enormi imprese transnazionali (Tnc) sono onnipresenti e stanno prendendo di più in più decisioni che riguardano tutta la nostra vita quotidiana.

Essi possono agire attraverso le lobby o oscuri «comitati di esperti»; attraverso organismi ad hoc che ottengono un riconoscimento ufficiale; talvolta, attraverso accordi negoziati in segreto e preparati con cura da executive delle imprese al più alto livello. Lavorano a livello nazionale, europeo e sovranazionale, ma anche all'interno delle stesse Nazioni Unite, da una dozzina di anni nuovo campo di azione per le attività delle corporate. Non si tratta di una sorta di teoria paranoica della cospirazione: i segni sono tutti intorno a noi, ma per il cittadino medio sono difficili da riconoscere. Noi continuiamo a credere, almeno in Europa, di vivere in un sistema democratico.

venerdì 4 ottobre 2013

Oggi che tutti parlano di migranti






di Giandiego Marigo

Oggi tutti parlano di migranti. Io invece, che pure sono parte attiva di una pagina antirazzista su facebook, faccio fatica a parlarne. Ho sentito cose turpi, nel quotidiano, dette anche da persone che “normalmente” si spacciano per progressisti. Questa tematica è, in genere, affrontata con una totale indifferenza, molto fastidio ed una finta, ipocrita ignoranza, quando non addirittura con palese preconcetto. Ipocrita ignoranza di chi per anni ha fondato il proprio riscatto e la propria rinascita sulle migrazioni ed ora dimentica … omette, non racconta. La Memoria è breve lo sanno bene i nord-occidentali, maestri di muri e sbarramenti. Le Migranze, per contro, sono un fenomeno epocale in cui vengono chiamate in gioco responsabilità pregresse del “mondo industrializzato” ed in particolar modo della sua elite di comando. Dalle migranze passano le nostre colpe, anche se non ci piace ammetterlo, le nostre indifferenze, il nostro stesso benessere costruito sul furto e sulla teorizzazione della disparità per diritto divino. Sulla presunta superiorità di un modello sociale sugli altri. Ma questo non conta … quasi mai, noi preferiamo ragionare sugli effetti e manifestare il nostro fastidio dall'essere invasi, quasi che fossimo noi le vittime. 

mercoledì 2 ottobre 2013

Perché il PD ha bisogno della destra populista per governare

Grillo e Berlusconi vs. Napolitano secondo Luca Peruzzi

Si può provare a dare un senso logico alle convulsioni politiche di questi ultimi giorni? Un senso logico che vada cioè oltre la facciata che viene mostrata dai maggiori organi di informazione e nelle dichiarazioni dei maggiordomi di partito nell'orgia dei talk show trasmessi senza sosta dalle televisioni: la ridicola denuncia del golpe giustizialista da parte dei berlusconiani, l'indignazione dell'area PD-Napolitano-Repubblica per il venir meno al 'senso di responsabilità' di Berlusconi, la scontata denuncia di tutti gli osservatori di buon senso dell'ipocrisia del PD che vuol far credere di aver scoperto solo oggi la natura del partito personale di Berlusconi fino all'apparente scissione del PDL che sorprendentemente riguarda non qualche decina di 'peones' mossi dalla volontà di conservare la cadrega ma 'pezzi da novanta' (ovviamente si fa per dire) del partito come Alfano, Lupi e Cicchitto.
Il punto di partenza credo debba essere costituito da quelle che erano le motivazioni vere delle larghe intese e della rielezione di Napolitano: completare quel processo di ristrutturazione capitalista imposto dalla troika (proseguire nella cancellazione dello Stato sociale, nell'annientamento dei diritti dei lavoratori, nella svendita del patrimonio pubblico), sostenerlo con una riforma costituzionale in senso presidenzialista per dare ad istituzioni sempre più in crisi di legittimazione popolare la forza per controllare in modo autoritario tensioni sociali altrimenti destinate a deflagrare da un momento all'altro e tutto ciò in cambio dell'impunità per Berlusconi.

sabato 28 settembre 2013

La realtà delle cose

la carovana II

di Giandiego Marigo

La realtà delle cose … e non è un lamento, non è il racconto d’una richiesta né lo stimolo alla retorica e ad una sin troppo facile lacrima … non è non vuole esserlo, come non ha mai voluto in tutto questo tempo, in tutti questi anni in cui sono partito da me per raccontare questo paese. Questo mondo. Come io lo vedo, come lo percepisco. Come vorrei che fosse!
Non vuole essere altro che quel che è, il racconto d’un disagio previsto e prevedibile, la cronaca d’un evento annunciato e, tutto sommato, nell’ordine delle cose.
Molte parole ci circondano, molte chiacchiere, che a tratti divengono persino, forse perchè lo sono, fastidiose ed offensive. Non sempre e non solo da parte del potere, o quantomeno da quello riconosciuto e riconoscibile come tale, spesso anche dall’area dell’alternativa, dal mondo delle povertà e del bisogno s’invola, stranamente il canto della medesima canzone che il potere modula … e non è nemmeno strano che sia così in fondo.
La crisi morde e come poteva essere diversamente, l’hanno inventata per questo ed io ho aggiunto una TARES non pagata al monte dei miei innumerevoli ed umilianti debiti, alle cose che non ce l’ho fatta a pagare. Come me, molti? Non so dire, certo è che la crisi morde e la realtà anche.
Una realtà fatta di prezzi più che raddoppiati che attendono solo l’aumento dell’IVA per diventare, definitivamente, proibitivi.
Per molti diviene difficile fare la spesa e lo diverrà sempre di più. Si riducono le esigenze, si finge d’essere sani. Non ci si guarda in bocca e non si guardano le proprie scarpe.
Mentre si chiariscono sempre di più, agli occhi di chi ha la sventura di vedere, i contorni di un progetto che sfocia in un nuovo Evo Medio Tecnologizzato, con la rielaborazione di antichi e vantaggiosi Rapporti di Classe per chi non ha mai smesso di detenere il potere.
Un nuovo mondo, un nuovo ordine che si sta stabilendo a nostre spese e nonostante i nostri urli ed i nostri ululati alla Luna.

lunedì 23 settembre 2013

Le elezioni tedesche e la crisi della democrazia rappresentativa

Anche le elezioni in un Paese 'serio' come la Germania ci indicano quanto sia in crisi la democrazia rappresentativa. Quello che tutti i giornali titolano come il trionfo della Merkel in realtà è una vittoria ottenuta con circa il 42 per cento dei voti espressi e cioè tenendo conto del dato dell'affluenza (il 72 per cento circa) la Democrazia Cristiana tedesca ha ottenuto il consenso di tre tedeschi su dieci (3,4 tedeschi su dieci se sommiamo al partito della Merkel i voti dei liberali che, almeno al momento, non vengono accreditati del superamento della soglia di sbarramento).
Nonostante i voti dei partiti di opposizione (i socialdemocratici, i verdi, la sinistra radicale della Linke) tutti insieme equivalgano grosso modo al consenso ricevuto dalla Markel, il voto di quei tre tedeschi su dieci determinerà la politica della Germania per i prossimi 4 anni. E non solo della Germania ma di tutta la zona Euro.
C'è però da riconoscere quantomeno, proprio perché la Germania a differenza dell'Italia è un Paese 'serio', che la Merkel nemmeno si sognerà di stravolgere le regole costituzionali tedesche facendosi forte unicamente del voto ricevuto. E se venisse colta sul fatto con le mani nella marmellata (chessò aver copiato la tesi di laurea o non aver pagato i contributi alla propria collaboratrice domestica) si dimetterebbe dall'incarico senza fare troppe storie.

sabato 21 settembre 2013

La democrazia e il valore dell'antiberlusconismo



La pacificazione nazionale vista da Luca Peruzzi

Se si tenta di redigere un bilancio, ancorché provvisorio, della ormai ventennale vicenda berlusconiana tre distinte decisioni giudiziarie intervenute negli ultimi mesi – la condanna in via definitiva per evasione fiscale, il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna in appello di Marcello Dell'Utri, fondatore di Forza Italia, per concorso esterno in associazione mafiosa nelle quali viene di fatto individuato quale “mediatore” tra la mafia e Berlusconi, la quantificazione in via definitiva del risarcimento dovuto a De Benedetti per la vicenda del lodo Mondadori – costituiscono altrettanti elementi fondativi non solo di una verità giudiziaria ma soprattuto di una verità storica.
Il fatto che al protagonista indiscusso della vita politica italiana della Seconda Repubblica siano attribuiti o ricollegati fatti criminosi, ormai acclarati, di straordinaria gravità e intollerabili per chi è chiamato a gestire la cosa pubblica dimostra, se ancora fosse possibile qualche dubbio, che avevano ragione tutti coloro (e noi fra loro) che indicavano in Berlusconi una tragica ed inaccettabile ferita alla vita pubblica di questo Paese.
Per di più se la montagna di processi che hanno riguardato Berlusconi – e che solo i suoi lacché prezzolati e gli osservatori opportunisti possono definire un accanimento giudiziario – ha prodotto fin qui 'solo' queste sentenze di condanna è perché Berlusconi attraverso il suo potere politico, economico e mediatico è riuscito a porre in essere tali e tanti ostacoli alla loro conclusione da poter sfuggire in più occasioni, grazie alla prescrizione e a leggi ad personam, alle sanzioni penali e civili.
Pensare che alcuni abbiano avuto la stupidità di definire Berlusconi un geniale self-made man lascia interdetti e basiti.
Il tutto dentro al quadro di un mai risolto conflitto di interessi: Berlusconi ha potuto avere la disponibilità in anteprima di informazioni strategiche riservate – con il controllo dei servizi segreti, del ministero degli interni e della giustizia, attraverso la partecipazione ai consessi internazionali in cui si prendono decisioni che influenzano l'andamento dell'economia globale – 'potenzialmente' utilizzabili con i propri ingenti capitali per speculazioni di borsa e nel contempo la possibilità di far assumere dallo Stato italiano deliberazioni che avvantaggiassero le sue aziende ed i suoi sodali.

domenica 15 settembre 2013

I giovani, la politica, la Sinistra





Ogni volta che si ha l'occasione di partecipare a qualche assemblea rifondativa della Sinistra (non so cosa succede dalle altre parti politiche ma immagino avvenga qualcosa di molto simile) sembra di ritrovarsi ad un raduno di un'associazione di Combattenti e Reduci di una guerra lontana nel tempo. In assoluta maggioranza si ritrovano vecchi dirigenti politici, vecchi militanti, vecchi professori, vecchi giornalisti – che non vanno certo derisi per questa indomabile fiducia nella possibilità del cambiamento ma anzi, purché senza secondi fini, assolutamente apprezzati – e di giovani solo l'impalpabile presenza. E quando ci si lascia prendere dall'entusiasmo nel ritrovarsi in sale affollate bisognerebbe sempre aver presente che per raggiungere una partecipazione di gran lunga superiore basta trovarsi non dico ad una importante manifestazione sportiva o musicale ma semplicemente ad un evento con qualche personaggio televisivo di quart'ordine, chessò un tronista o un concorrente del Grande Fratello, o che coinvolga qualche personaggio minore del campionato di calcio.
La realtà è che in un quadro socio-politico-culturale italiano dominato (e non solo da vent'anni!) dall'egoismo, dall'individualismo, dal familismo, dall'opportunismo, l'idea che la partecipazione attiva alla politica – per di più screditata da personaggi inqualificabili e resa subalterna al volere delle grandi oligarchie economico-finanziarie – consenta di perseguire il bene comune e sia mezzo per cambiare la vita concreta di ognuno è cosa sempre più rara in particolare tra i giovani (e al più quando esistono attenzione e interesse per la politica questi vengono dirottati e depistati verso una rappresentazione della politica come spettacolino televisivo in stile wrestling).
E non mi sembra che si stia facendo abbastanza per invertire questa tendenza anche a sinistra che pure della partecipazione attiva dei cittadini ha bisogno come un pesce dell'acqua.
Ora se si prova a scomporre la struttura di una costruzione politica si possono individuare, a mio avviso, almeno cinque elementi costitutivi fondamentali:
il popolo (i ceti/le classi sociali) a cui si rivolge;
gli obiettivi da raggiungere, i bisogni del proprio popolo che si promette di soddisfare;
l'elaborazione teorica (il programma) sulle soluzioni concrete da adottare per raggiungere gli obiettivi;
il quadro dei valori in cui si agisce;
il percorso da seguire per l'organizzazione del soggetto politico.
Ecco a me sembra che la sinistra paghi l'errore (a volte frutto di un retaggio culturale colposamente reiterato, a volte dolosamente perpetrato per coprire con la fuffa scelte intellettualmente disoneste) di avvitarsi all'infinito solo su due di quei cinque elementi fondamentali che indico: i valori e il percorso.