Da NoTav.info
"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)
lunedì 31 dicembre 2012
2012 Cronaca di un anno No Tav
domenica 30 dicembre 2012
Monti, l'Europa, le destre
Sbagliava chi, come Aldo
Giannuli, affermava che la candidatura di Monti nascesse dalla
scarsa fiducia dell'Europa nei confronti di Bersani (il suo partito è
nato dalla fusione di quelle forze politiche – i DS e la Margherita
– che hanno portato al Governo gli 'europeisti' e 'liberali' Prodi,
Ciampi, Padoa Schioppa, Amato e non ha alcuna intenzione di mettere
in discussione gli accordi europei in tema di finanza pubblica) o
dalla paura del 'comunista' Vendola. La svolta di Monti è tutta
interna alle ragioni della destra (e qui per destra e sinistra non
intendo due diverse visioni di società e di mondo ma la
rappresentazione partitica di due diversi blocchi di potere e di
interessi interni allo stesso sistema).
La destra europea ed è il PPE nel quale è importante la presenza
dei cristiano democratici tedeschi della Merkel che chiede a Monti di
candidarsi.
E la destra italiana del grande capitale e del Vaticano.
Gli obiettivi: indebolire la probabile vittoria del PD, nei confronti del
quale alcuni poteri forti italiani vogliono porsi in una posizione di
forza per contrattare le scelte di governo a favore di questa o
quella lobby e per fare ostruzionismo rispetto al riconoscimento di
diritti civili (unioni di fatto e di persone dello stesso sesso), e
soprattutto della conservazione di un ruolo politico importante per
Berlusconi, con le sue pulsioni antieuropeiste e antitedesche.
A fronte di queste pressanti richieste (che hanno avuto almeno il
merito di obbligarlo a confrontarsi con il consenso popolare e a non
limitarsi a 'succhiare la ruota' dei partiti) a cui evidentemente non
ha potuto dire di no, Monti sacrifica il ruolo di risorsa della
Repubblica che gli avevano assegnato Napolitano e il PD (in soldoni
prossimo Presidente della Repubblica o, male che fosse, prossimo
Ministro dell'Economia). C'è da stare certi peraltro che abbia
ricevuto in cambio del compito di riorganizzare la destra italiana
ampie rassicurazioni (futura nomina a Presidente del Consiglio
Europeo?) anche in caso di insuccesso elettorale.
sabato 29 dicembre 2012
CAMMINANDO UNA CANDIDATURA
di Giandiego Marigo
Sono stato a lungo incerto sul come affrontarvi, sul come narrarvi questa piccola storia, poi ho deciso di farlo nell'unico modo, a mio parere, possibile, partendo da me e non per assurdo senso di vanagloria il che comunque , conoscendomi, potrebbe anche essere, ma per una forma di affetto, di correttezza, di amore nei vostri confronti.
Non so se vi racconterò tutto il percorso, per ora comincio a farlo, quasi per scherzare.
Inizio ringraziando, perchè è giusto farlo, voi!
Tutti!
Coloro che stanno profondendo lavoro ai banchetti, sulla rete, nei comuni di residenza, grazie per quest'impegno, grazie di crederci e di aver dato a me e ad altri la possibilità di essere “voce”, di riparlarne.
Vorrei spiegarvi cosa vorrei fare, se avessi la possibilità di proporlo, davvero, per esempio come consigliere regionale.
Io sono stato e sono, spero , un operatore culturale. Amo questa parola perchè è la definizione che dovrebbero avere tutti coloro che si piccano d'essere, produttori, pensatori, creatori d'arte. Sia essa letteraria, musicale, immaginifica o il compendio di tutto questo e qualcos'altro ancora.
Nel mondo nuovo che immaginiamo l'operatore culturale sa d'essere artigiano di qualche cosa di meraviglioso, ma pur sempre artigiano. Non crede di sé d'essere superiore o altro, d'aver diritto ad approfittare di un trattamento diseguale così profondamente lontano da chi fruisce del bene, pur importante , da lui prodotto...non pensa di sé d'essere un divo e un profeta, ma, onestamente, un operatore d'un meraviglioso strumento di condivisione e conoscenza.
È convinto che sia giusto ch'egli viva di questo , ma non che ne debba diventare ricco a miliardi.
D'altra parte, in questo mondo, egli può essere quello che, effettivamente è, un operatore culturale...appunto.
Oggi nel nostro paese non è così.
Oggi si spendono 100.000 Euro per un concerto d'un cantante famoso ad Anagni, ma non si vogliono dare 250, 300 ad un gruppo che suoni in un pub. Non ci sono posti veri per la musica live, non si creano opportunità a-sistemiche per gruppi emergenti, che dicano qualche cosa d'importante. Le regole del gioco sono quelle consacrate dello Star-system e del business oppure non sono.
La sin troppo breve stagione della “cultura alternativa ed altra” sembra essere scomparsa, insieme, persino ed anche, a quella che chiamavamo “cultura dominante”, che divora sé stessa in orrendo format televisivo.
Oggi si dimenticano musicisti importanti e validissimi per un passaggio ad “Amici” di Maria de Filippi.
Credo si debba trovare un compendio, un punto di incontro sul quale convergere perchè questo paese abbia una opportunità culturale.
Ho molto lavorato sull'auto-produzione, sul kilometro zero, sui comportamenti, sui rifiuti zero...credo che alla cultura vada applicato il medesimo sistema, credo che l'idea, antica, del giardino dei mille fiori debba ritrovare ascolto, credo che la creatività e l'auto-produzione debbano trovare e ritrovare credibilità, così come i criteri che definiscono l'opera d'arte.
Oggi è un'avventura assoluta editare un libro, anche molto buono, produrre un progetto musicale, fare un'opera d'ingegno con l'immagine, tutto diviene epico o peggio banale, vuoto, formattato.
Voglio lavorare per produrre opportunità, per creare circuito, per aprire strade che non siano, necessariamente l'adesione pedissequa ad un modello al ribasso, idee che permettano per esempio l'emersione dell'universo Indi ed auto-prodotto, che tanto ha da donare a questo povero paese, senza speranza e senza visione.
Voglio lavorare sul no logo, sul sogno dei molti che vogliono fare “cultura” e non solo intrattenimento.
Voglio ritrovare e rilanciare quella volontà di auto miglioramento, di crescita interiore, di rinnovamento dei costumi e dei comportamenti che fu embrione di tanto “pensiero altro”.
E non perchè “Altro” sia indispensabile e discriminatorio ma perchè è, invece produttivo, fecondo.
Altri comportamenti, sottintendono altro pensiero, altra cultura, altro modo di guardare il mondo che ci circonda...il coraggio di discutere quelle cose scontate che ci portano a pronunciare una frase che ho sentito tanto ripetere ai banchetti in questi giorni “Per diventare importanti bisogna sporcarsi le mani”.
Anche questo è uno dei motivi per cui sono qui con M5S, perchè di questo si può parlare, rischiando d'essere ascoltati. Io ne voglio parlare con voi! Perchè senza una nuova filosofia comportamentale e senza una cultura che la sottenda non si opera alcun cambiamento.
Con affetto, a presto
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Giandiego Marigo
Monti ha salvato l'Italia?
Se Berlusconi, come d'abitudine per
ogni campagna elettorale, tira fuori dall'armadio tutto il proprio
polveroso armamentario (i comunisti, le tasse, i nemici che gli hanno
impedito di governare), certo sempre più logoro e improbabile ma che
non è detto che non continui a convincere una consistente quota di
elettori, Monti ha mostrato di voler fondare la propria campagna
elettorale (appoggiando una coalizione di sua fiducia ed emanazione) sulla pretesa di
aver salvato l'Italia.
Si tratta in effetti di un argomento
assai insidioso e pericoloso perché, propagato da gran parte dei
media, è entrato a far parte del sentire comune di una rilevante
parte degli italiani, almeno di coloro che, per il mestiere svolto e
per condizione economica e sociale, si sono trovati sostanzialmente
al riparo dagli effetti più terribili della crisi che sta
attraversando il nostro Paese.
E d'altro canto, sotto la regia di
Napolitano, sono state proprio le forze politiche maggiormente
presenti in Parlamento e che ora se lo ritrovano come concorrente e
rivale (?) alle elezioni, ad aver attribuito a Mario Monti il ruolo
di salvatore della patria. Del personaggio cioè capace, affidabile e
super partes che doveva realizzare le riforme impopolari ma
indispensabili che nessun partito e coalizione avrebbe avuto la forza
di approvare e tanto meno il governo di Lega e PDL. Così non solo
Casini e Fini si sono da subito contraddistinti quali pasdaran
montiani ma lo stesso PD di Bersani ha fortemente voluto il passaggio
del governo tecnico anziché puntare sulle elezioni anticipate (“per
non costruire il nostro successo sulle macerie del Paese”) ed anche
Berlusconi, una volta costretto dai mercati e dagli organismi
finanziari sovranazionali a dimettersi, ha riconosciuto in Monti una
soluzione utile e necessaria sostenendone i provvedimenti per oltre
un anno in Parlamento.
lunedì 24 dicembre 2012
Legalità e giustizia
Ha suscitato alcune perplessità –
nell'area di opposizione radicale a cui si rivolge - la candidatura
di Antonio Ingroia alla guida del Quarto Polo, la lista che si
propone di rappresentare l'alternativa al montismo, al berlusconismo
e ai loro complici del centrosinistra. Ed anche, ma ci sarebbe da
ragionare se sia davvero incompatibile, con il Movimento Cinque
Stelle.
Perplessità su di una designazione
sostanzialmente calata dall'alto (definita da Ugo Mattei 'non
contendibile'), sulla sudditanza alla logica del traino mediatico del
candidato Premier (estranea a chi concepisce la politica come
elaborazione collettiva e partecipata) ma contemporaneamente sulle
capacità comunicative di Ingroia di rispondere a tale compito (di
fatto imposto dalla legge elettorale vigente e dalla soglia di
sbarramento del 4 per cento da superare, dagli imperativi della
politica spettacolo), sull'origine professionale del candidato
Premier che pone ancora una volta come centrale nell'opposizione
radicale la questione legalità anziché altri temi più propriamente
di sinistra quali il lavoro, la giustizia sociale, l'ambiente, i
diritti civili e sociali.
Si vedrà nel corso della campagna
elettorale quale sarà l'effetto Ingroia. Sta di fatto che la
costruzione di un soggetto politico nuovo che scardinasse le vecchie
logiche mediatiche e leaderistiche, realmente espressione delle
istanze dei movimenti e dei cittadini avrebbe richiesto (e
richiederebbe) ben altro tempo rispetto ai pochi mesi disponibili tra
la formulazione dell'appello di 'Cambiare
si può' e la scadenza elettorale per di più anticipata al 24
febbraio.
venerdì 21 dicembre 2012
La sinistra e le città
da Eddyburg.it
Eddytoriale n. 155 ( 20 dicembre 2012)
«La sinistra pare proprio aver perso la sua identità quando si tratta
di ripensare alla città e all’urbanistica. Fra le tante componenti che
la crisi delle ideologie ha ridotto in pezzi che non riescono a
ricomporsi, vi è sicuramente l'idea di città, o almeno una sua
declinazione davvero progressista, orientata al bene comune».
Questa affermazione, espressa da Cristina Gibelli a proposito del nuovo PGT di Milano, ha una portata che travalica la dimensione, pur rilevantissima, della seconda capitale d’Italia. Quando si cimenta con le questioni che hanno a che fare con l’uso del suolo (e quindi con il ruolo della rendita immobiliare) anche la sinistra che ha la schiena dritta si rivela schiava della triade mattone-finanza- potere mediatico. Seppure in cuor suo (e nelle sue parole) prediliga “la città dei cittadini" o “la città come bene comune”, di fatto si limita ad addolcire, mitigare, depeggiorare la devastante realtà della “città della rendita”. Succede a Milano come a Napoli, a Cagliari come a Venezia (se quest’ultima può essere ancora definita di sinistra).
Abbiamo scrittoin altra occasione i della "vergogna napoletana” e non passa settimana senza che dobbiamo raccontare qualche ulteriore episodio della svendita dei patrimoni pubblici della Serenissima al Benetton o Cardin di turno, o al “libero mercato” che aspirerebbe a investire sulle sponde della Laguna. Questa volta parliamo di Milano, per tirare qualche conclusione di carattere più generale sulla sinistra al potere.
Questa affermazione, espressa da Cristina Gibelli a proposito del nuovo PGT di Milano, ha una portata che travalica la dimensione, pur rilevantissima, della seconda capitale d’Italia. Quando si cimenta con le questioni che hanno a che fare con l’uso del suolo (e quindi con il ruolo della rendita immobiliare) anche la sinistra che ha la schiena dritta si rivela schiava della triade mattone-finanza- potere mediatico. Seppure in cuor suo (e nelle sue parole) prediliga “la città dei cittadini" o “la città come bene comune”, di fatto si limita ad addolcire, mitigare, depeggiorare la devastante realtà della “città della rendita”. Succede a Milano come a Napoli, a Cagliari come a Venezia (se quest’ultima può essere ancora definita di sinistra).
Abbiamo scrittoin altra occasione i della "vergogna napoletana” e non passa settimana senza che dobbiamo raccontare qualche ulteriore episodio della svendita dei patrimoni pubblici della Serenissima al Benetton o Cardin di turno, o al “libero mercato” che aspirerebbe a investire sulle sponde della Laguna. Questa volta parliamo di Milano, per tirare qualche conclusione di carattere più generale sulla sinistra al potere.
giovedì 20 dicembre 2012
Il Movimento Radicalsocialista per il Quarto Polo
Comunicato MRS 20-12-2012
Alla vigilia delle assemblee del Movimento
Arancione e di "Cambiare si può", decisive per il possibile varo di
una lista alternativa del cosiddetto "quarto polo" alle prossime
elezioni politiche, il Movimento RadicalSocialista - che fin dalla sua nascita
(6 anni fa) si batte per l'unità di tutta la sinistra antiliberista e per il
rilancio delle idee libertarie dell'azionismo e del liberalsocialismo - rivolge
un pressante appello ai protagonisti della doppia assemblea romana affinché si
percorra senza indugio la strada della massima unità e condivisione. Affinché
insomma, in attesa di un soggetto politico unitario e plurale che forse non può
essere creato in poche settimane, si possa intanto confluire tutti - movimenti,
comitati e partiti d'opposizione - in un'unica lista alternativa al
centrodestra di Monti e a quello del redivivo Berlusconi, nonché al
moderatissimo centrosinistra di Bersani e al Movimento di Grillo.
Per tornare finalmente a dar voce sia alla
sinistra "radicale" che da troppo tempo è fuori del Parlamento, sia a
quella parte così vasta della società civile democratica che ha espresso in
questi mesi, in mille modi e forme, la sua indignazione morale nei confronti
degli abusi della "casta" e la ferma protesta per l'attacco allo
stato sociale e le politiche del rigore a senso unico portate avanti dal
governo "tecnico".
Si dia vita dunque, immediatamente, ad un comitato
composto dai rappresentanti dei più importanti soggetti coinvolti: le forze
politiche, Alba, il Comitato no-debito, Per una lista civica nazionale,
Ecologisti e Reti Civiche, ecc., per definire delle proposte in merito agli
aspetti ancora oggetto di discussione – programma, alleanze, formazione delle
liste, modalità di conduzione della campagna elettorale – sulle quali poi
chiamare a pronunciarsi, con le opportunità di intervento e partecipazione offerte
dalla rete, tutti i cittadini che si riconoscono in questo progetto.
martedì 18 dicembre 2012
Appello a Beppe Grillo per la candidatura di Marco Giustini
Dal sito della Lista Civica di Roma
Ho un grillo per la testa!
Di Marco Giustini il 17.12.12 10:43
In
questo fine settimana centinaia di cittadini sono venuti in tutta Italia
a firmare ai nostri banchetti per permettere al MoVimento Cinque Stelle
di presentarsi alle elezioni. Questo ennesimo successo è anche mio
e di quelli come me che hanno fatto parte di quell'onda nata nei primi
anni di questo secolo grazie a Beppe Grillo, che ha portato alla nascita
del MoVimento Cinque Stelle.
Condividevamo un idea pazzesca, quella di abolire i politici
come mediatori e di restituire ai cittadini il diritto di decidere
direttamente sulle proprie vite. Grazie a Beppe Grillo, in
nemmeno una decina di anni è nata e si e sviluppata una rivoluzione che
sta cambiando il nostro paese! Il nostro è un movimento giovane e purtroppo non tutti hanno la stessa chiarezza sugli obiettivi.
Il cambiamento per potere dispiegarsi completamente dovrà essere prima
di tutto culturale, perchè i meccanismi di delega e di potere tendono a
riprodursi nonostante il lavoro che abbiamo fatto in questi anni.
giovedì 13 dicembre 2012
Con Salvatore Borsellino per la verità sulle stragi di mafia del 1992 e 1993
da Micromega
"Chiamiamo tutti i cittadini che hanno il coraggio, come Antonio Ingroia, di dichiararsi 'partigiani della Costituzione',
a scendere in piazza a fianco dei magistrati del pool di Palermo per
gridare la nostra voglia di Giustizia, di Verità e di Resistenza".
Pubblichiamo l'appello di Salvatore Borsellino per la manifestazione "Noi sappiamo" di sabato 15 dicembre a Roma (Piazza Farnese, ore 15), promossa dal movimento delle Agende Rosse in collaborazione con MicroMega e il Fatto quotidiano.
di Salvatore Borsellino
Ci sono dei momenti nella vita di una nazione in cui non si può stare alla finestra a guardare quello che succede fuori sperando che qualcosa cambi, che le cose vadano nella maniera in cui noi desidereremmo che vadano. Ci sono momenti in cui è necessario mettersi in gioco e dare, ciascuno di noi, il nostro contributo nella difesa dei valori in cui crediamo e che vogliamo trasmettere ai nostri figli.
di Salvatore Borsellino
Ci sono dei momenti nella vita di una nazione in cui non si può stare alla finestra a guardare quello che succede fuori sperando che qualcosa cambi, che le cose vadano nella maniera in cui noi desidereremmo che vadano. Ci sono momenti in cui è necessario mettersi in gioco e dare, ciascuno di noi, il nostro contributo nella difesa dei valori in cui crediamo e che vogliamo trasmettere ai nostri figli.
martedì 11 dicembre 2012
Il ritorno di Silvio B.: tanto rumore per nulla
Berlusconi si ricandida, toglie la
fiducia a Monti e Monti si dimette (o meglio si dimetterà dopo
l'approvazione della legge di stabilità, l'equivalente della vecchia
legge finanziaria).
Dunque si voterà a febbraio e questo,
cioè anticipare la scadenza elettorale di alcune settimane, non
sembra cosa per cui valga la pena di stracciarsi le vesti.
Dunque si voterà con il Porcellum
nonostante le promesse e gli impegni dei partiti della maggioranza di
governo (PD, PDL, UDC) e gli auspici di Napolitano: resterà cioè la
nomina dei parlamentari in mano alle segreterie di partito senza
possibilità di scelta da parte degli elettori .ed un premio di
maggioranza abnorme alla Camera (340 deputati alla coalizione che
risulta la più votata) senza il vincolo di una percentuale minima da
raggiungere per i vincenti, in spregio ad ogni minimale regola
democratica, ma che contemporaneamente, in quanto applicato su base
regionale per il Senato, rende assai probabile una condizione di
ingovernabilità e la necessità di ricorrere a grandi coalizioni.
Dunque si tenterà di ripetere, nel
teatrino della politica italiana, lo stesso copione elettorale che è
messo in scena da vent'anni: da un lato – il centrosinistra –
l'appello al voto utile e alla mobilitazione contro il male assoluto
Berlusconi, intimando di non disperdere suffragi, e dall'altro – la destra –
la stigmatizzazione della minaccia dei comunisti e degli esosi
fautori delle tasse.
Dunque si ripresenta il Cavaliere di
Hardcore con tutto il suo squallido repertorio e forte di una
sostanzialmente intatta potenza di fuoco mediatica ma questo era un
evento previsto e prevedibile: mettersi 'in sonno' assecondando il
volere della grande finanza e degli Stati che esercitano una sorta di
protettorato nei confronti del nostro Paese – gli USA, la Francia,
la Germania – e confidando nella scarsa memoria degli italiani
sulle responsabilità economiche della crisi per poi riemergere al
momento opportuno. Certo senza velleità di vittoria, questo non
sarebbe possibile con la Presidenza Obama, ma con l'obiettivo di
raggiungere una situazione di stallo parlamentare o comunque di avere
sufficiente forza per condizionare le future scelte di governo per
preservare le proprie aziende e difendersi dagli ultimi processi in
cui è imputato.
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domenica 9 dicembre 2012
Chi sono i candidati del Movimento 5 Stelle
Da qualche mese a questa parte, e cioè
da quando i sondaggi elettorali li pongono al secondo o terzo posto a
livello nazionale o addirittura possibili vincitori delle prossime
elezioni, Grillo e il Movimento 5 Stelle sono sottoposti ad un
autentico bombardamento mediatico da parte di stampa e tv.
E' evidente che questa formazione
politica è un fenomeno complesso e controverso che merita di essere
analizzato e compreso ma a patto che ciò avvenga con onestà e
rigore intellettuale e non si riduca al tentativo esplicito –
utilizzando ogni pretesto, ogni passo falso di Grillo, ogni
venticello di fronda che si alza al suo interno - per indebolirne le
potenzialità elettorali a vantaggio dei partiti tradizionali e del
centrosinistra di PD e SEL in particolare.
Ciò imporrebbe di dare alle
manifestazioni di dissenso e alle critiche di qualsivoglia militante
o consigliere circoscrizionale o candidato escluso dalle
Parlamentarie del Movimento 5 Stelle un'attenzione proporzionalmente
comparabile, tenendo conto della rilevanza politica dei dissidenti e
facendo la tara dei possibili interessi personali che possono muoverli, con
i macigni che gravano sugli altri partiti. Non solo quelli del PDL
berlusconiano ma anche quelli del PD che ha governato per un anno con
il partito di Berlusconi ed approvato tutte le leggi antipopolari di
Monti quali quelle sull'articolo 18, sulle pensioni, il fiscal
compact e l'obbligo in Costituzione del pareggio di bilancio (senza
ricorrere al referendum popolare confermativo alla faccia della
democrazia partecipata e del protagonismo dei cittadini tanto
sbandierata con le primarie), l'IMU sulla prima casa (senza colpire i
grandi patrimoni e senza intaccare spese militari e i privilegi del
Vaticano), che con Bersani ha ricevuto 98 mila euro di finanziamento dal
patron dell'ILVA Riva, che ha visto inquisiti o condannati per gravi
reati suoi membri non di secondo piano quali Delbono, Cioni, Penati,
Lusi, Bassolino, Tedesco, Frisullo (qui una lista
aggiornata a luglio 2011!). E quelli di SEL e Vendola e il suo
atteggiamento ambiguo e inerte nei confronti dell'ILVA di Taranto che
è esplosa come questione criminale e ambientale solo a seguito delle
iniziative dei magistrati pugliesi.
mercoledì 5 dicembre 2012
Più Bersani più belli. Ritratto dell'elettore del PD
Bersani ha vinto le primarie e tutti
gli elettori di sinistra (che si considerano tali o che dicono di
considerarsi tali) del centrosinistra possono tirare un sospiro di
sollievo. Non ha avuto successo per il democristiano Renzi, almeno in
questa occasione, il tentativo di OPA su quello che viene ancora
considerato il maggiore partito della sinistra italiana.
Si potrebbe ragionare sui numeri delle
primarie, sul dato di 4 milioni di elettori pompato per tutta la
giornata del primo turno dai media di regime, con Repubblica in
testa, ad indicare la 'straordinaria partecipazione popolare' poi
ridottosi, e sarebbe tutto da verificare che non si tratti di dati
ancora gonfiati, a 3 milioni circa, un milione in meno delle primarie
che videro la designazione di Romano Prodi e non poteva essere
altrimenti senza più il baubau Berlusconi, senza il coinvolgimento
dell'opposizione più irriducibile ed antisistema, con la credibilità
dei partiti ai minimi storici come dimostrato dai crescenti consensi
del Movimento 5 Stelle e dall'astensionismo arrembante. 3 milioni di
votanti, certo un numero comunque importante ma corrispondente a
quello della nomina a segretario di Bersani e dunque sostanzialmente
coincidente, nonostante Vendola e gli elettori di destra di Renzi,
alla sola area di mobilitazione del PD.
lunedì 3 dicembre 2012
Cosa è successo alla manifestazione NoTav di Lione?
E dobbiamo aspettarci che questa Europa del liberismo e dell'attacco ai diritti venga cambiata dai cosiddetti partiti socialdemocratici e progressisti come il partito socialista francese di Hollande e il Partito Democratico di Bersani?
da www.notav.info tramite www.fabionews.info/
Cosa è successo oggi a Lyon? Ve lo raccontiamo noi
Da un lato c'erano i governi delle crisi economiche dall'altro lato l'europa dei popoli, dei cittadini e delle lotte.
I primi hanno firmato l'ennesimo protocollo privo di contenuti e inutile che non smuove un euro verso alcuna opera. I secondi hanno provato a manifestare il loro pensiero, la loro contrarietà verso queste scelte.
I primi, Monti e Hollande usando tutta la loro gradevole gentilezza hanno convinto i giornali e le tv che loro stessi governano che tutto sarebbe filato liscio d'ora in avanti, sul tav, sulle risposte da dare alla crisi economica e su molto altro ancora. Protetti da migliaia di poliziotti hanno firmato, parlato, fotografato, mangiato sulle spalle dei cittadini che tanto erano lontani chilometri.
I no tav, i cittadini veri, quelli che le scelte dei governi le pagano sulla loro pelle sono stati scortati, e bloccati per almeno 4 ore al confine, poi ancora bloccati alle porte di Lyon e solo grazie alla loro caparbietà hanno raggiunto la piazza a loro concessa per manifestare. Partiti alle 6 del mattino giunti a Lyon alle 3 del pomeriggio.
Poi la sorpresa, in piazza le libertà finiscono sulla scaletta del pulman. Qui, a Lyon comanda la polizia del governo Hollande ed ogni tipo di corteo è vietato come lo è allontanarsi dalla piazza anche solo per andare ai servizi. Vietato abbandonare la piazza! Questo l'ordine perentorio, poi però alle 18 si fa buio e per la Police è ora di far rientrare i no tav a casa e così uomini donne anziani e bambini vengono caricati a freddo con manganelli, spray urticanti e lacrimogeni verso i pulman. Quindi i pulman vengono poi sequestrati dagli agenti che salgono e menano chiunque si alzi dal seggiolino. In un caso l'autista viene anche brutalmente sostituito da un agente di polizia che guida lui il pulman verso il confine. In un altro caso gli agenti saliti sul pulman spruzzano lo spray al peperoncino provocando il malore della quasi la totalità dei passeggeri. Ogni pulman viene quindi scorta to sotto minaccia sull'autostrada e dopo il casello vengono ancora bloccati (alle 20:30 sono ancora lì).
I primi hanno firmato l'ennesimo protocollo privo di contenuti e inutile che non smuove un euro verso alcuna opera. I secondi hanno provato a manifestare il loro pensiero, la loro contrarietà verso queste scelte.
I primi, Monti e Hollande usando tutta la loro gradevole gentilezza hanno convinto i giornali e le tv che loro stessi governano che tutto sarebbe filato liscio d'ora in avanti, sul tav, sulle risposte da dare alla crisi economica e su molto altro ancora. Protetti da migliaia di poliziotti hanno firmato, parlato, fotografato, mangiato sulle spalle dei cittadini che tanto erano lontani chilometri.
I no tav, i cittadini veri, quelli che le scelte dei governi le pagano sulla loro pelle sono stati scortati, e bloccati per almeno 4 ore al confine, poi ancora bloccati alle porte di Lyon e solo grazie alla loro caparbietà hanno raggiunto la piazza a loro concessa per manifestare. Partiti alle 6 del mattino giunti a Lyon alle 3 del pomeriggio.
Poi la sorpresa, in piazza le libertà finiscono sulla scaletta del pulman. Qui, a Lyon comanda la polizia del governo Hollande ed ogni tipo di corteo è vietato come lo è allontanarsi dalla piazza anche solo per andare ai servizi. Vietato abbandonare la piazza! Questo l'ordine perentorio, poi però alle 18 si fa buio e per la Police è ora di far rientrare i no tav a casa e così uomini donne anziani e bambini vengono caricati a freddo con manganelli, spray urticanti e lacrimogeni verso i pulman. Quindi i pulman vengono poi sequestrati dagli agenti che salgono e menano chiunque si alzi dal seggiolino. In un caso l'autista viene anche brutalmente sostituito da un agente di polizia che guida lui il pulman verso il confine. In un altro caso gli agenti saliti sul pulman spruzzano lo spray al peperoncino provocando il malore della quasi la totalità dei passeggeri. Ogni pulman viene quindi scorta to sotto minaccia sull'autostrada e dopo il casello vengono ancora bloccati (alle 20:30 sono ancora lì).
sabato 1 dicembre 2012
Costruire una nuova sinistra italiana: l'esempio di Syriza
Pubblico qui un articolo di qualche mese fa tratto da Controlacrisi.org per indicare l'unico percorso possibile per ricostruire la sinistra in Italia: la radicalità dei contenuti programmatici, il radicamento nel territorio, la costruzione di un welfare mutualistico e cooperativo attraverso cui incontrare le persone e offrire loro la possibilità di attenuare le condizioni di povertà oltre che indicare concretamente come sia possibile costuire una società diversa, giusta e solidale.
Syriza, una luce in Europa
La difesa del welfare in Parlamento e
l’attività nel sociale, un’organizzazione aperta a chiunque voglia
un’alternativa al capitalismo. Ecco come la sinistra più forte d’Europa
sta creando un «modello». Con uno stile politico inedito
Nella maestosa cornice del parlamento greco, Alexis Tsipras, il
presidente di Syriza, la coalizione radicale di sinistra, apre il primo
incontro dei suoi 71 deputati con il suo caratteristico mix di freddezza
e giovialità. Nello stesso momento in tutto il paese gli attivisti
organizzano assemblee di quartiere, aprono “cucine solidali” e bazar,
lavorano in centri medici volontari, proteggono gli immigrati dagli
attacchi di Alba dorata, il nuovo partito fascista che ha guadagnato il 7
per cento dei voti alle elezioni, fondano le correnti di Syriza dentro
il sindacato, lavorando alla transizione da una coalizione di 12
organizzazioni politiche (con 1,6 milioni di voti) a un nuovo tipo di
partito.
Nel mezzo di tutto questo i militanti trovano il tempo di
cucinare, ballare, dibattere e organizzare un festival anti-razzista di
tre giorni. Il festival, ora alla sua sedicesima edizione, è stato
creato per affrontare, nelle parole del suo fondatore Nicos
Giannopolous, «la crescita di nazionalismo e razzismo nei primi anni
Novanta». Nei suoi obiettivi, principi organizzativi nonché nella
pluralità delle forze culturali che promuove, il festival simboleggia la
forza della società civile internazionale che Syriza ha contribuito a
costruire e di cui è essa stessa in buona parte frutto. Sono state
coinvolte nell’organizzazione dell’evento più di 250 tra organizzazioni e
partiti e più di trentamila persone di ogni età ed etnia si sono
riversate nello spazio “ancora” pubblico del parco Goudi ad Atene.
L’obbiettivo comune di queste attività è trasformare il sostegno
elettorale per Syriza in una forza sociale per il cambiamento, oltre a
incrementarne la forza lungo il percorso sentiero elettorale che conduce
al governo. Quando alle prime elezioni del 6 maggio 2012 Syriza ha
ottenuto il 17 per cento dei voti molti attivisti sono rimasti
sbalorditi. Soltanto tre anni prima con il 4.7 per cento dei voti
l’alleanza aveva passato per un soffio la soglia di sbarramento del 3
per cento che limita l’entrata in parlamento. Alle seconde elezioni del
17 giugno 2012, i voti per Syriza sono cresciuti fino al 27 per cento, e
la gente di Syriza ha iniziato a immaginare l’arrivo al governo.
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